lunedì 5 settembre 2016

Jane la bruttina...

...di M.C. Beaton.


La scheda del libro sul sito della Astoria Edizioni.

A Londra, al 67 di Clarges Street, nel quartiere di Mayfair, c'è una casa signorile che ha una brutta fama. L'ultimo proprietario, il conte di Pelham, si è suicidato all'interno dell'edificio, e il suo erede non si occupa granchè della sua proprietà e della servitù che lì vive e lavora. L'amministratore intasca il denaro che andrebbe speso per la casa e i bisogni della servitù, ridotta alla fame e al freddo. L'unica speranza è che arrivi un inquilino che prenda in affitto la casa per la stagione mondana, portando con sé feste, ricevimenti e dunque mance.
Le preghiere della servitù vengono esaudite e al 67 di Clarges Street arrivano, accompagnate dai genitori, le sorelle Euphemia e Jane Hart.
La madre della due ragazze punta tutto su Euphemia, perché, come non si stanca mai di ripetere, Jane è bruttina e insignificante. Sarà Euphemia la star della stagione, quella a dover fare un debutto spettacolare e a trovare un marito ricco, secondo la genitrice. Ma la donna non ha fatto i conti con la servitù, che prenderà sotto la sua ala Jane.
 
Secondo volume della serie ambientata al 67 di Clarges Street, Jane la bruttina è un romanzo molto piacevole. Non possiede l'originalità divertita del primo volume della serie, L'avaro di Mayfair, perché la storia scorre su binari molto ordinari. Lei è, più che bruttina, poco valorizzata, e oscurata da una sorella affascinante solo se rimane con la bocca chiusa; la madre parteggia per la bella senz'anima trascurando la figlia meno appariscente ma più assennata.
Il padre si rende conto di essere sposato con una sciocca arpia, ma raramente interviene per quieto vivere.
Fin troppo scoperti i richiami (fatte le dovute proporzioni) alle situazioni e atmosfere della famiglia Bennet di Orgoglio e Pregiudizio.
L'elemento dirompente è anche qui la presenza della serivitù, sei personaggi male assortiti ma che formano una vera e propria famiglia capitanata dal maggiordomo Rainbird. Un po' per dispetto alla signora Hart, severa e avara con la servitù, un po' per senso di giustizia, i domestici prendono a benvolere Janee l'aiuterà a realizzare i suoi sogni; ci metterà lo zampino anche la domestica francese giunta al seguito della signora Hart. Oltre a far girare la testa a Rainbird, sarà protagonista di un intrigo che susciterà scandalo a Mayfair.

Come detto, niente di nuovo sotto il sole, eppure ci troviamo davanti ad un romanzo piacevolissimo, ironico, divertente e anche consolatorio. Qui gli intrighi dei pettegoli e degli invidiosi non vanno a buon fine; esiste una giustizia universale che aggiusta le situazioni complicate e raddrizza i torti, il tutto narrato con leggerezza e ironia.
Gli unici a restare sempre, chi più, chi meno, senza il meritato lieto fine sono i domestici, legati al 67 di Clarges Street, e costretti a sperare in un nuovo inquilino per la stagione successiva, sognando che sia l'anno della svolta per la loro vita.

Voto: 7

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