sabato 20 novembre 2010

Ebook gratis

Segnalazione veloce: fino al 30 novembre è possibile scaricare gratuitamente dal sito dell'editore Fazi l'urban fantasy Buio, volume primo della trilogia My Land, di Elena P. Melodia. Lo potete scaricare qui.

Tempo fa ho letto un estratto online, e onestamente non mi aveva entusiasmato, ma visto che ora è disponibile gratuitamente gli darò una possibilità, anche per sapere se vale la pena di prendere il seguito, Ombra, uscito il 22 ottobre 2010.

Ma di cosa parla Buio? Qui trovate la quarta di copertina.

Ringrazio Princess di Massacri Fantasy per averlo segnalato per prima.

domenica 14 novembre 2010

Buon sangue...

...non mente!

Vi consiglio questa recensione: Twilight: dov'è Buffy quando serve?

Scritta da mia nipote, la adoro (sia la recensione che la nipote!). Ditemi che ne pensate!
Io la trovo acidella al punto giusto, sintentica ed efficace. Spero che continui a scrivere perchè mi piace il suo stile.

Una sola avvertenza: se amate Twilight, non leggetela. E poi non dite che non vi avevo avvertiti!

domenica 31 ottobre 2010

Happy Halloween!

Visto la mia natura di vampir... ehm, no, volevo dire, vista la mia natura di amante dei vampiri letterari e di tutto quello che è letteratura horror, non potevo che augurarvi Happy Halloween con due segnalazioni librarie.

Il primo libro che vi segnalo è La strage degli innocenti, di Agatha Christie. Un'adolescente inquieta, che compie gli anni ad Halloween. Una party in maschera. La ragazza che si vanta di aver assistito ad un omicidio, e poi, improvvisa, una mano assassina colpisce. Poirot indaga.
E' stato grazie a questo volume che, da adolescente, mi sono innamorata di Halloween. Un giallo veramente ben costruito, con atomosfere cupe e misteriose.

La seconda segnalazione è per questo sito: Half Minute Horrors .
Half Minute Horrors è una raccolta di racconti brevissimi  dell'orrore (purtroppo disponibile solo in inglese), firmati da grandi autori di narrativa, come ad esempio Lemony Snicket, Neil Gaiman e altri.
Adatto anche ai bambini più grandicelli, il sito presenta la possibilità di leggere alcuni racconti tratti dalla raccolta, ed in più di leggere micro-storie inviate dagli utenti. Per un halloween internazionale e ...fulminante!

E prima di chiudere, una dedica: il post di Halloween è dedicato a mia sorella Olimpia, che oggi compie gli anni (non diciamo quanti, eh, anche se non li dimostra affatto)!
Separate dai chilometri, legate da un continuo via vai di telefonate, libri e amore!
Auguri Olì!!


mercoledì 27 ottobre 2010

Nodo di Sangue...

...di Laurell K. Hamilton.

Questo è il primo volume di una lunga saga  la cui protagonista è Anita Blake, risvegliante e cacciatrice di vampiri. Anita si muove in un mondo come il nostro, in una società identica alla nostra, tranne che per un solo piccolo particolare: i vampiri sono legalmente riconosciuti e possono avere contatti con gli esseri umani, vivere e lavorare accanto a loro.
Anita, oltre a risevegliare, dietro compenso e per brevissimi periodi, i morti, si occupa anche di sistemare i vampiri che sbagliano.
Un  giorno, proprio un vampiro decide di assoldarla per scoprire chi è il serial killer che sta facendo strage tra le creature della notte. Comincia così un'indagine molto particolare e molto pericolosa.

Il romanzo è scritto in uno stile fresco e gradevole, ha un buon ritmo e tutto sommato si lascia leggere piacevolmente. La trama è interessante, anche se in qualche tratto confusa. Lo spunto di partenza - immaginare una società in cui convivono umani e vampiri - è buono.
Purtroppo però, quello che non funziona in questo romanzo è proprio l'ambientazione.
Se da un lato, infatti, l'idea di una società composta da umani e vampiri (e un assortimento vario di altre creature soprannaturali) sembra interessante, dall'altro questa stessa idea andava sviluppata con cautela e attenzione. Partiamo dal presupposto che il vampiro è un predatore, un predatore di essere umani. Perchè essi possano convivere con gli esseri umani, senza saltar loro al collo (letteralmente!) appena si incontrano per strada, deve esserci una ragione.
Tanto per iniziare, cosa mangiano questi vampiri, perchè gli esseri umani non si sentano minacciati? In tutto il romanzo non ci viene mai fornita una spiegazione. Eppure mi pare che risolvere il problema del cibo sia fondamentale per postulare una società mista.
Sì, è vero che a quanto sembra vampiri millenari, detti master, possono stabilire un legame con degli schiavi umani e nutrirsi attraverso di loro e il cibo che mangiano, ma 1. non mi sembra che la cosa sia così diffusa da sostenere tutti i vampiri del mondo e 2. mi risulta difficile immaginare che un legame di questo tipo non generi allarme sociale.
E qui tocchiamo un altro tasto dolente. I vampiri sono potenti. Molto, molto potenti. Com'è che non governano il mondo? E soprattutto, perchè gli esseri umani non si sentono minacciati da questo potere?
E' vero, esistono varie organizzazioni che si sono schierate sul tema, alcune a favore dei diritti civili dei vampiri (ehm, si avete letto bene...diritti civili!), altre contro. L'argomento mi pare trattato in maniera riduttiva. Diritti civili? Io mi sarei aspettata tensioni sociali, assalti alle roccaforti dell'una e dell'altra parte, scontri, guerriglia.
In fondo la Hamilton sta parlando del nostro mondo, della nostra società, con l'aggiunta dei vampiri. Dunque stiamo parlando di un mondo dove due nazionali di calcio non possono incontrarsi senza che si scateni una guerra. Come minimo mi sarei aspettata l'esercito a presidiare i quartieri dei vampiri (o degli esseri umani, a seconda di quale potere possa ritenersi più pericoloso per la parte avversa).
Invece no.
All'inizio del romanzo Anita partecipa all'addio al nubilato della sua più cara amica. Una collega di quest'ultima le trascina entrambe al quartiere dei vampiri. Anita odia i vampiri, è infastidita, ma sembra essere un problema suo. Non c'è nulla che impedisca a tre donne sole di andare in un night club gestito da vampiri.
Anzi, all'ingresso c'è un cartello che vieta l'ingresso con corcefissi o simboli sacri, il che mi fa arguire che le visite di essere umani in quel locale non sono poi eventi rari. Ecco, questa a me sembra una nota stonata, tanto più che poi alla fine - come volevasi dimostrare - andarsene in giro per il quartiere dei vampiri si rivela essere una cosa pericolosa, proprio a causa degli scarsi scrupoli di coscienza dei vampiri (che se vogliono una cosa, se la pigliano e basta) e della loro potenza intrinseca.
Questa pericolosità però, deve incidere in qualche modo sulla società, ma non mi sembra che la Hamilton abbia sviluppato questa tema in maniera convincente. Ai vampiri viene persino permesso di fare proselitrismo!
Infatti esiste una sorta di "chiesa" di vampiri che fa proselitismo (nel libro vengono usati come pietra di paragone i Testimoni di Geova). Come ha acutamente osservato una lettrice tra i commenti sul sito di IBS, i vampiri che fanno proselitismo è una sciocchezza: perchè dovrebbero aver voglia di dividere con chi capita il loro potere millenario? E oltretutto, se diventano tutti vampiri, che si mangiano?
Ma questo, come avrete già capito, non lo sapremo mai perchè tanto l'autrice non ce lo dice.

Passiamo alla trama. Di per sè non è che mi sia dispiaciuta, anche se ci sono un paio di punti un po' traballanti. Intanto l'inizio.
I vampiri vogliono che Anita lavori per loro e scopra il serial killer che li minaccia, pertanto, durante l'addio al nubilato al night-club, manipolano la mente della sua amica in modo che se Anita non lavorerà per loro, essi potranno uccidere la malcapitata con il semplice pensiero. Perfetto, Anita, che odia lavorare per i vampiri, è incastrata.
Tralasciamo pure la domanda (che a me è nata spontanea) ma perchè il serial killer non se lo trovano da soli, visto che possono leggere nel pensiero? Boh.
Vabbè, supponiamo che poter andare in giro solo di notte sia un ostacolo a svolgere delle indagini come si deve, e andiamo avanti.
Dunque, i vampiri hanno un estremo bisogno di Anita.
Peccato che, nonostante ciò, e dopo essere già stata arruolata con le cattive, Anita venga comunque rapita e rinchiusa in un sotterraneo con una banda di ratti mannari che per poco non la divorano viva.
Ora, la domanda è: ma perchè? Perchè tentare di uccidere che oramai è costretto a collaborare per salvare la vita della sua più cara amica? Di nuovo boh.

Altra cosa fastidiosa sono stati i continui richiami, durante la trama, a vicende estranee alla storia attuale. Ad un certo punto ho pensato anche di aver sbagliato e di aver preso un secondo o un terzo volume di una saga, ma in realtà Nodo di Sangue è il primo volume delle avventure di Anita Blake, ma per tutto il romanzo ho avuto l'impressione che i personaggi ammiccassero tra loro al ricordo di vicende che avevano vissuto insieme, in precedenza, e dalle quali io ero completamente esclusa
Va bene dare un passato ai personaggi, va bene non appesantire la narrazione con inforigurgiti molesti,  ma sarebbe carino se le vicende passate fossero accenni intellegibili anche al lettore, eh. Una forma di cortesia, diciamo.

Altro punto non perfettamente riuscito è, a parer mio, la caratterizzazione della master dei vampiri di St. Louis, creatura potentissima e millenaria che tiene in suo potere tutte le creature della notte della città, la quale tenterà, a più riprese, di fare del male ad Anita. Il perchè non è chiarissimo, ed il personaggio stesso oscilla fra l'incoerenza interna e la follia per tutto il romanzo. A tratti sembra che ci siano ragioni di odio fra Anita e la master, ma ancora una volta si ha la netta sensazione di essersi persi qualcosa di fondamentale per la vicenda.
Stessa cosa nel rapporto tra Anita e Jean Claude, affascinante vampiro, anch'egli millenario, che rischia la sua non-vita per proteggere Anita. Sembra che sia innamorato di lei, ma il punto - ancora una volta - non è chiarissimo, o meglio, non è chiarissimo per quale ragione sia attratto da Anita.
mmmm....speriamo che non sia per il suo odore.....

Dalla sua invece il romanzo ha uno stile scorrevole e fresco, un ritmo rapido e sostenuto, e tutto sommato non risulta mai pesante.
Infatti, nonostante i miei dubbi da fanatica, l'ho letto rapidamente, a tratti con piacere.

Di certo non si tratta di una lettura indimenticabile, perchè il romanzo ha a monte, a parer mio, grossi problemi che ne abbassano inevitabilmente la qualità.

Lo so, lo so, quando si tratta di vampiri do il peggio di me. Sono arrivata anche a immaginare un bollino da applicare ai romanzi per distinguere i vampiri d.o.c. da quelli che non lo sono...ma al di là dei miei deliri da lettrice di horror dell'ottocento e novecento, una cosa devo sottolinearla: ho passato tutto il romanzo a chiedermi cosa mangiassero questi benedetti vampiri. E' stata una sensazione fastidiosa, non mi sono mai potuta calare nell'atmosfera del romanzo perchè ero sempre lì a farmi domande. Non è una cosa che facevo apposta, tanto per trovare il pelo nell'uovo: semplicemente il contesto in cui si muovevano i personaggi non mi appariva credibile, e il mio cervello non faceva altro che cercare una spiegazione, cercava di metterci una pezza, insomma.

Pertanto non mi sento di consigliare questo libro agli amanti della letteratura horror e dei vampiri in particolare, mentre chi cerca una libro godibile e leggero, senza troppe pretese, potrà trovare piacevole Nodo di Sangue

venerdì 10 settembre 2010

Il diavolo nella cattedrale

Lo so, lo so, non si può tornare ad aggiornare un blog dopo nove mesi di silenzio senza uno straccio di spiegazione!
Volete la verità? Non avevo nulla da dire! E se non si ha niente di intelligente da dire, è meglio tacere, no?
Se più persone seguissero questa semplice regola, il mondo andrebbe meglio. Molto, molto meglio.

Ora, potrei anche dire che forse sarebbe stato meglio se questa regola l'avesse seguita anche Franz Schatzing, autore de Il diavolo nella cattedrale, ma non è che una può riprendere a scrivere recensioni dopo nove mesi e subito partire con una introduzione acida, no?

Andiamo con ordine. Dalla quarta di copertina, ecco la trama:

Colonia, 1260. Una magnifica cattedrale sta nascendo in città. La direzione dei lavori è affidata a Gerhard Morart, che però all'improvviso muore cadendo da un impalcatura. Non è un incidente, ma un delitto pianificato nei minimi dettagli. Testimone suo malgrado, Jacop, un ladruncolo intento a rubare mele, si avvicina a Gerhard, che gli sussurra qualcosa prima di spirare...Chi ha ucciso il grande architetto?Jacop ha intravisto solo un'ombra. Ma quell'ombra comincia a dargli la caccia per metterlo a tacere. Convinto di essere perseguitato dal diavolo in persona, il ragazzo trova un insperato aiuto in jaspar, un brillante erudito, sicuro che nella vicenda ci sia ben poco di soprannaturale o demoniaco.
Quale misterioso disegno si cela dietro l'omicidio? Tra colpi di scena e pericoli mortali, oscuri intrighi e personaggi insospettabili, Jacop e Jaspar riusciranno a ricostruire le trame di una congiura che coinvolge alcune delle famiglie più nobili e potenti di Colonia e che mira a un obiettivo ambizioso e terribile..."

Colpi di scena? Oscuri intrighi? Personaggi insospettabili? Forse il mio libro è difettoso, perchè nella mia copia non ci sono. Vogliamo provare a cercarli insieme? Ok, proviamo.
La storia si apre con due emissari di alcune fra le più nobili famiglie di Colonia che a mezzanotte incontrano nel bosco un sicario misterioso.
E già l'insospettabilità di certe nobili personaggi comincia a vacillare. Non è che puoi andartene in giro per i boschi ad assoldare assassini e poi pretendere che il lettore alla fine del libro esclami "Maddai! Il mandante era proprio insospettabile!!"
Eh, no, se il lettore effettivamente il libro l'ha letto, potrà etichettare i personaggi in molto modi, ma insospettabili proprio no. E poi, scusate: mezzanotte, il bosco tetro, la luna coperta dalle nubi, il sicario che arriva e sparisce senza produrre il minimo rumore...i clichè ci sono proprio tutti! Manca solo l'ululato di un lupo in lontananza e poi siamo a posto. Ma se tenete conto del fatto che effettivamente l'ululato di un lupo c'è, nel prologo - che narra, per ragioni sconosciute ai più, di un lupo che si avvicina alla città e fiuta amore e ansia, paura, debolezza, odio e potere - allora potrete convenire che la lista è davvero completa.
Alla lista delle banalità più trite va aggiunta poi la scena in cui, finito il colloquio tra i nobili e il sicario, uno di loro si gira, e poi quando si volta nuovamente, l'uomo è sparito nel buio senza lasciar traccia. Wow. Mai letto niente di simile prima d'ora.
Insomma, Schatzing ricorre a queste tristi banalità perchè ci tiene a proprio a far capire che il sicario oscuro e misterioso è parte integrante della notte e del buio, che appare e scompare come gli pare, senza mai produrre rumore...e poi secondo me inciampa su un particolare fondamentale.
Il sicario ha lunghissimi capelli biondi che gli arrivano fin sotto il sedere, che lo avvolgono come un mantello.
Ora, io non ho niente contro i lunghissimi capelli biondi, ma non mi sembra esattamente il look che adotterei nel Medioevo se volessi scomparire nell'ombra.
Ed il bello è che lo sa anche l'autore! Infatti, quando il nostro misteriosissimo sicario si traveste da frate domenicano per introdursi con l'inganno nella casa dove la sua preda si è rifugiata, indovinate un po'? Viene riconosciuto, come è naturale, a causa dei suoi capelli.
(A parte il fatto che io un domenicano dalla lunga chiama fluente io non l'ho mai visto, ma possibile che non c'era una travestimento meno cretino? Un travestimento che non gridasse "impostore" da lontano un miglio? No. Il costume di Batman e dell'Uomo Ragno evidentemente erano già finiti. Avrebbero dato meno nell'occhio.)
Particolarmente divertente poi è il fatto che il sicario, quando si mette sulle tracce del ladruncolo Jacop, non ha difficoltà a rintracciarlo perchè  il ragazzo ha i capelli rossi (ma rossi rossi, eh! L'autore l'avrà ribadito un centinaio di volte nel romanzo) che non lo fanno certo passare inosservato. Guardarsi allo specchio e fare due più due no, eh signor sicario?

E questi sono gli insospettabili congiurati e l'astutissimo e misteriosissimo sicario. Cosa manca? A già, l'oscuro intrigo !
Partiamo dal presupposto che, se te ne vai di notte, in giro per i boschi ad assoldare sicari, qualcosa di losco lo stai tramando. Se poi l'autore si premura di informarci ogni due righe che A) Colonia è governata da un vescovo assetato di potere temporale e che B) questo potere temporale è stato sottratto alle nobili famiglie, ridotte per lo più all'impotenza politica, non è che ci voglia un genio per capire a cosa serve il sicario.
In questo modo una larga parte della fetta di mistero e della suspence del romanzo vanno a farsi benedire.
Quel che ne resta, invece, va a farsi benedire perchè Schatzing ha l'orrendo vizio di interrompere la narrazione ogni due righe per tenerci delle lunghe, noiose e prolisse lezioni di storia medioevale tedesca.
Non è possibile, semplicemente non è possibile che in un libro di uno degli autori più letti d'Europa (cito la quarta di copertina) si trovino degli infodump così giganteschi e invadenti.
L'infodump (o inforigurgito) è, per citare le parole dell'interessantissimo blog Gamberi fantasy, l'impellente bisogno dell'autore di fornire informazioni al lettore. L’autore si rende conto che il lettore ha bisogno di determinate informazioni per comprendere gli sviluppi della storia, e perciò gliele vomita addosso. Peggio, spesso l’autore crede che le informazioni siano vitali, quando in realtà non lo sono.

L’inforigurgito si esplica in due modi principali: con l’intervento diretto dell’autore e attraverso dialoghi o pensieri farlocchi.
Il primo modo è il più brutto. La narrazione è interrotta e l’autore sale in cattedra per insegnare al lettore.
Schatzing ha scelto proprio questo modo, purtroppo.
Esempio: Jacop sta tornando alla sua baracca, addossata alle mura di cinta di Colonia, ed ecco che parte una tirata di ben 3 pagine sul come, quando e perchè sono state costruite le fortificazione murarie della città.
Tralasciando l'ovvio commento che in questo modo si spezza il ritmo della narrazione, ma a me cosa importa di quando furono costruite le mura di Colonia, se l'unica funzione che hanno nel romanzo è di essere appiccicate alla baracca di Jacop?
Di esempi se ne potrebbero fare a bizzeffe: excursus lunghissimi sulle crociate, sulle vite di papi e imperatori del passato, sul diritto di commercio della borghesia di Colonia, sulla corporazione di tintori, su come è stato costruito il mercato principale della città.
L'infodump non è un modo intelligente di dare informazioni al lettore. E' un errore di scrittura, e non lo dico io, lo dicono scrittori veri e manuali. E se ciò non fosse sufficiente, basti pensare che è fastidioso e noioso!
Se poi le informazioni sono anche palesemente inutili, io non so più cosa pensare. Non è infarcendo il testo di lezioncine di storia che si scrive un libro storico rigoroso. Il contesto storico va illustrato, mostrato, e non appiccicato tra un evento e l'altro così, tanto per far vedere quanto si è colti e quanto si è studiato.
Questo è il peggior difetto del romanzo, perchè lo rende praticamente indigeribile, un mattone.

I colpi di scena. Io non ne ho visto nemmeno uno. Al massimo, avrò avvistato qualche colpo di sonno!
In primo luogo, noi sappiamo benissimo, sin da subito, perchè l'architetto è stato ucciso, quindi, su questo fronte, nessuna rivelazione fatale.
Poi, la misteriosa ultima frase che l'uomo morente aveva sussurrato a Jacob si rivela essere un bluff. L'architetto ha detto: "è sbagliato".
Mi sono arrovellata su questa frase per tutta la durata della lettura, chiedendomi quale segreto potesse nascondere, ed alla fine scopro che voleva semplicemente dire che "uccidere è sbagliato", e da qui Jacob e Jaspar intuiscono che il sicario deve uccidere qualcuno (ma va'?!?), probabilmente una persona molto importante, probabilmente il Vescovo di Colonia. Anche su questo fronte, nessuna rivelazione: la trama non si discosta da quanto si era intuito fin dal principio.

Schatzing ha a disposizione un intero libro e non riesce mai, nemmeno una volta, a creare un'atmosfera di attesa, un alone di mistero credibile intorno ai personaggi e alle loro azioni.
Un mistero non è tale solo perchè l'autore ci ripete in continuazione che lo è; se il lettore lo intuisce già dopo il primo capitolo; se il lettore arriva all'ultima pagina senza restare sorpreso; se termina il libro senza aver mai esclamato "questa poi proprio non me l'aspettavo!";  beh, mi dispiace, ma allora la missione di scrivere un buon thriller può dirsi miseramente fallita.