giovedì 27 novembre 2008

Un blog candy speciale...

...ma questa volta non è il mio! :)

Merita una segnalazione il blog candy di Giò, in cui in palio c'è un libro, e, cosa ancora più interessante, un libro scritto dalla stessa Giò: Con i piedi per terra.

Correte a partecipare e in bocca al lupo!

lunedì 24 novembre 2008

Fahreneit 451...

...di Ray Bradbury.

Ci deve essere qualcosa di speciale nei libri, delle cose che non possiamo immaginare, per convincere una donna a restare in una casa che brucia. È evidente!

Sì, c'è qualcosa di speciale nei libri. C'è qualcosa che ti apre la mente come niente altro sa fare. C' è qualcosa che ti spinge a riflettere, a confrontarti col diverso, con il nuovo, con lo sconosciuto. Che ti spinge a docimentarti, a saperne di più, ad arricchirti.
Ecco cosa c'è di speciale nei libri.

Che ne sarebbe di una società che non solo ha smesso di leggere, ma proibisce qualsiasi forma di scrittura?
Ray Bradbury prova ad immaginare la risposta in questo breve romanzo, che è stato scritto nel 1951...e questa data, già da sola, fa riflettere sulla genialità di Bradbury.

Insomma, cosa succede se una società smette di leggeree addirittura bandisce i libri perchè pericolosi?
Succede che la società stessa si ritrovi capovolta.Che i pompieri appicchino gli incendi, invece di spegnerli.
Che distruggano libri con gioia e leggerezza.
Che i bambini siano considerati un peso e un fastidio.
Che le Tv diventino grandi come pareti, e siano l'unica cosa che conta.
Che i protagonisti delle fiction televisive vengono considerati la famiglia dello spettatore, e la famiglia, quella vera, sia insignificante, non occupi spazio e tempo nel cuore e nella mente.

Il protagonista della storia è proprio un pompiere, Montag, che un giorno, quando vede una donna morire nel rogo della propria casa, per non abbandonare i suoi libri, comincia a farsi delle domande. E apre gli occhi su quello che il mondo intorno a lui è diventato.
E inizia, a modo suo, la ribellione.

Non dirò altro....perchè sarà bello scoprire la storia con curiosità e stupore...insomma non farò come la prefazione dell'edizione che ho letto io, che svela il finale del romanzo. -.-
Un bel finale, ad ogni modo, per una storia breve, ma intensa.

giovedì 20 novembre 2008

Uno slogan al giorno/4

COGITO ERGO PROTESTO

Con la speranza che nessuno smetta mai di pensare (ma con la propria testa!).

lunedì 17 novembre 2008

L'età del dubbio...

...di Andrea Camilleri.

Mi ha fatto sorridere un'intervista al TG1 di Luca Zingaretti (che interpreta il commissario nella famosa serie televisiva omonima), che ha affermato che Montalbano è un personaggio a cui gli uomini vorrebbero assomigliare, e che le donne vorrebbero sposare.

Ecco, allora non lo dico solo io! Vedete che ho ragione?
Quindi che altro posso aggiungere?
Ancora una volta Camilleri non delude. I romanzi di Monatalbano restano piccole perle di una stessa collana: si vede che il personaggio cambia, si evolve da un romanzo all'altro.
In questa storia, romanzo meno giallo e più introspettivo, all'inizio Montalbano ci appare confuso, in crisi, diviso per colpa di una scelta che non ha il coraggio di fare.
E indaga quasi con rabbia, perde di vista la sua indagine perchè in realtà questa volta non sta inseguendo il colpevole con tutto se stesso; sta cercando risposte...e quando le avrà trovate, sarà forse troppo tardi.
La vicenda narrata non finisce con l'ultima pagina; la ritroveremo, con i suoi strascichi problematici, nel prossimo volume....e nel cuore di Montalbano.

venerdì 14 novembre 2008

Uno slogan al giorno/3

Ancora uno slogan dalle tante manifestazioni di dissenso, questa volta contro i tagli alla ricerca:


Con questi tagli la RICERCA la faremo su WIKIPEDIA

Nonostante le timide aperture al dialogo, continuo a non essere d'accordo e continuo a protestare.

Non voglio che a mio figlio vengano tagliate diverse ore sull'orario settimanale, non voglio che venga aumentato il numero di studenti per classe.

mercoledì 12 novembre 2008

BLOG CANDY TIME - LE VINCITRICI!!

Curiose, eh?????

Stamattina ho fatto l'estrazione....ero emozionata, era il mio primo blog candy!

Inoltre non mi aspettavo tanti commenti, e soprattutto tante parole carine sul mio blog....quindi, invece di due vincitrici, ho deciso di premiare ben 4 fortunelle!!
Le prime due si aggiudicheranno i segnalibri gufosi, per le altre.....un segnalibro a sorpresa!

E allora andiamo con le vincitrici!

Lascerò parlare le immagini!




Non si vede granchè, eh?

E allora ve lo dico io!

Le vincitrici sono, in ordine di estrazione:

Countrygirl

Marina di Vimercate (MI)
Saretta
Pao

Inoltre ho deciso di premiare anche la prima persona che si è iscritta come lettore al mio blog.

Tutte le fortunate mi facciano avere il loro indirizzo via e-mail a: lisse74 chiocciola yahoo.com

Grazie a tutte per aver partecipato!

martedì 11 novembre 2008

Signor Malaussene...

...di Daniel Pennac.

Questo è un libro strano.
E' strano come fin dalle prime righe, ti catturi in caos colorato di luoghi, personaggi e situazioni.
E' strano perchè devi tenere gli occhi aperti, e la mente sveglia, per non perderti fra tutti quei personaggi singolari, fra nomi e soprannomi, protagonisti e comprimari, gettati sulla scena senza preavviso, senza presentazione, senza dire nemmeno "buongiorno".
E' strano come Belleville, il quartiere di Parigi dove si svolge il romanzo, appaia subito vera, eppure molto letteraria, quasi romantica, e come la famiglia Malaussene ti accolga da subito fra le sue braccia, senza chiederti chi sei e da dove vieni.
E' strano come Pennac riesca a dipingere il suo mondo usando solo le parole, è strano come al lettore sembri quasi di vedere i colori, di sentire i profumi, di udire le voci.
Ed è strano come improvvisamente, dopo tanti "affreschi" caotici, dai colori sgargianti, venati di ironia e di saggezza e di un pizzico di surreale, il romanzo cambi improvvisamente registro, e diventi un mistero fitto fitto.

Queste sono le mie impressioni...ma adesso vi starete chiedendo...ma insomma, di che parla questo romanzo?
Spiegarlo non è molto semplice, ma proviamoci comunque.
A Belleville, comunità multietnica, vive una famiglia allargata, i Malaussene. Sono tanti, imparentati tra loro in maniere inusuali, di tutte le età e ognuno con la sua bizzarra caratteristica che lo rende unico. Ma nonostante le diversità profonde, sono uniti, si vogliono bene e sono sempre pronti ad aiutarsi l'un l'altro.
Benjamin è il fratello maggiore, e aspetta un bambino dalla sua compagna, Julie.
Non per questo la tribù Malaussene rinuncia ad aiutare i vicini e l'intero quartiere, stritolato dalla crisi e assediato da un ufficiale giudiziario che prova un po' troppo piacere nello svolgere il suo lavoro.
Mentre gli abitanti di Belleville si difendono come possono, un serial killer comincia ad uccidere prostitue redente e taglia via dalla loro pelle i loro splendidi tatuaggi.
Nel frattempo, Ben e Julie devono rispettare le ultime volontà di un amico di famiglia, che vorrebbe che il suo Film Unico, il lavoro di una vita, venga proiettato una sola volta e poi distrutto, davanti a un pubblico sceltissimo di cinefili.
La proiezione dovrebbe avvenire allo Zebrè, il cinema di quartiere, che però deve essere demolito...
Intanto qualcuno è disposto a tutto, pur di impedire la proiezione del film...e Ben e Julie finiranno nei guai...
Un libro originale, piacevole, divertente. A tratti risente della eccessiva verbosità di Pennac, al quale piace scrivere, e si vede! Ma nonostante questo piccolo appunto, leggere Signor Malaussène resta un'esperienza. Stupisce come l'autore sappia mettere così bene in fila le parole, come abbia sempre l'espressione giusta per ogni momento del romanzo.
Oltre lo stile, interessante anche la trama, composta in realtà da diverse sotto trame in apparenza lontane e separate le une dalle altre, ma che poi convergono le une verso le altre andando a combaciare come i pezzi di un puzzle.
Sembra che Pennac trascuri il dipanarsi della storia per fare dei virtuosismi verbali; eppure non perde mai il filo del suo racconto, ogni evento, ogni personaggio sono sotto controllo, anche quando al lettore sembra che non sia così.
Non dovete aspettarvi però una costruzione convenzionale della trama; dovete leggere questo libro con curiosità, lasciandovi trasportare dal turbolento fiume in piena che sono le parole dello scrittore.
E dire che a metà libro stavo quasi per rinunciare, perchè mi sentivo persa. Invece vale la pena di arrivare fino in fondo...ma magari non fate come me: non cominciate la saga dei Malaussène da questo libro, che è l'ultimo.
Cominciate da Il paradiso degli orchi, lì dove tutto è iniziato.

sabato 8 novembre 2008

Là dove si bruciano libri...

...si finisce per bruciare anche gli uomini.
(H. Heine)

Parafrasando questa celebre frase, dove si finisce se si comincia ad attaccare fisicamente o con minacce i giornalisti e i professionisti della carta stampata, sia essa dei libri o dei giornali?
Prima le minacce a Roberto Saviano da parte della criminalità organizzata; poi questo e questo.

La libertà di espressione, di pensiero, di opinione e di parola, nei limiti stabiliti dalla nostra Costituzione, è sacra e va difesa.

venerdì 7 novembre 2008

Siamo tutti Saviano


Una bella iniziativa a sostegno di Roberto Saviano: l'immagine e l'idea sono del blog Saviano continua

Il diavolo e la signorina Prym...

...di Paulo Coehlo.

L'uomo ha bisogno di quello che ha in sé di peggiore, per raggiungere ciò che di migliore esiste in lui.

Il diavolo e la signorina Prym è una favola per adulti.
Ho letto in giro per la rete giudizi molto contrastanti su questo libro, forse perchè l'argomento che tratta è molto spinoso. Si parla infatti della lotta tra il Bene e il Male, e dell'eterna domanda: gli uomini sono buoni o cattivi?
E' sempre difficile dare un giudizio su un libro; bisogna essere consapevoli che inevitabilmente sarà influenzato dai propri personalissimi gusti, dai propri orientamenti e dal proprio background. In questo caso, dare un giudizio è ancora più difficile, proprio a causa dei temi toccati.
Certo è che una storia così non può lasciare indifferenti.

In un piccolo villaggio sperduto di 281 anime (è proprio il caso di dirlo) arriva uno straniero.
La vecchia Berta, che ha fama di essere una strega e passa le sue giornate seduta davanti alla sua casa, capisce subito che con lui è arrivata anche il diavolo.
Lo straniero è ossessionato da una cosa sola: scoprire se gli uomini sono buoni o cattivi, ed ha un elaborato piano per rispondere alla propria domanda.
Infatti l'uomo fa alla signorina Chantal Prym e poi a tutto il villaggio una proposta diabolica: darà loro - a tutti loro - tanto oro da non poterlo spendere in una vita se, entro una settimana, commetterenno un omicidio.

In un villaggio dove tutti si conoscono, ma dove i giovani emigrano, dove non ci sono più bambini e si percepisce inesorabilmente la lenta decadenza che porterà alla morte della comunità, questa proposta rappresenta una bella tentazione: quell'oro potrebbe ridare vita al villaggio, rilanciare l'economia locale e migliorare le vite di tutti. Ma è davvero questa la ragione per cui gli abitanti sono tentati dalla proposta? Oppure la lenta agonia del paese diventa un alibi per accettare questa proposta allucinante, un'alibi per l'avidità di ognuno, un'occasione per liberare il male che è dentro ogni uomo?

Cosa decideranno gli abitanti del villaggio? Cosa sceglieranno tra il bene e il male?
A questa domanda Coelho risponderà in maniera originale e profonda alla fine di questo breve romanzo, non prima di aver toccato molti temi: la lotta tra il bene e il male, Dio e il diavolo, la banalità del male, se sia vero o meno che il fine giustifica i mezzi, se sia moralmente accettabile il sacrificio insensato di uno per il bene di molti, se sia vero o meno che molti di noi non commettono il male perchè non ne hanno il coraggio...

Temi molto interessanti, e indubbiamente legati alla coscienza più intima di ognuno di noi.
Per questo il romanzo potrebbe anche risultare sgradito, perchè tocca argomenti molto intimi, molto personali, a cui ognuno di noi da risposte private, e l'intera storia potrebbe apparire pretestuosa, forse un po' arrogante, perchè in effetti da quelle risposte che tutti dovremmo trovare nella nostra coscienza.
A parer mio il romanzo comunque merito di essere letto, e soprattutto, letto con la mente sgombra di pregiudizi.
In ogni caso, ci farà riflettere sia che siamo d'accordo con la visione dell'autore, sia che ci sentiamo di respingerla.

Personalmente, l'ho trovata una lettura piacevole, venata d'ottimismo, ed ho scoperto, a fine lettura, che me ne aveva lasciato addosso un po'.

mercoledì 5 novembre 2008

Michael Crichton...

...ci ha lasciati oggi.

Autore di cosiddetti techno-thriller, ci ha regalato romanzi notevoli.
Tra i miei preferiti: Timeline e naturalmente Jurassic Park.

Michael Crichton su wikipedia

Uno slogan al giorno/2

Non mi posso rassegnare. Questa riforma della scuola uccide il diritto allo studio.

"Agitatevi perché avremo bisogno di tutto il vostro entusiasmo. Organizzatevi perché avremo bisogno di tutta la vostra forza. Studiate perché avremo bisogno di tutta la vostra intelligenza".

(A. GRAMSCI)

martedì 4 novembre 2008

BLOG CANDY TIME!!

Pane, libri e mocaccino compie un anno tra pochi giorni.

Ho deciso di festeggiare l'evento con un bel blog candy. Tra tutti quelli che lasceranno un commento qui sotto, estrarrò due fortunati vincitori che si porteranno a casa un segnalibro fatto a mano da me!! Che onore, eh?!?

Un segnalibro sarà sicuramente quello nella foto (e detto tra noi, per scattare questa foto ho anche fatto cadere la macchina fotografica) e un altro sarà....beh, lo sto realizzando in questo momento, se l'esperimento sarà positivo, bene, altrimenti realizzerò un secondo segnalibro gufoso.



La scadenza del blog candy è martedì prossimo a mezzanotte; se pubblicizzate il blog candy sul vostro blog potete lasciare due commenti.

lunedì 3 novembre 2008

I libri di Luca...

...di Mikkel Birkegaard.
Immaginate che la frase "un libro può cambiarti la vita" non sia più una metafora. Immaginate che sia reale.
Pensate a quante volte avete detto "i libri ci parlano"....e immaginate che sia vero, nel senso letterale del termine.
Ecco, da queste premesse muove il romanzo I libri di Luca, dell'autore danese Mikkel Birkegaard.
Uscito in patria nel 2007, è diventato subito un caso letterario, e, leggendo le primissime pagine del romanzo, non è difficile capire perchè.

Il desiderio di Luca Campelli di morire circondato dai suoi libri si realizzò una tarda sera di ottobre.

Così comincia il romanzo, e noi siamo immediatamente catapultati nel mondo dei libri di Luca.
Luca è un libraio italiano da tempo residente a Copenaghen, che gestisce una libreria antiquaria molto rinomata. Improvvisamente però, di ritorno da un viaggio, Luca muore in circostanze misteriose.
Toccherà a suo figlio, il giovane avvocato Jon Campelli, con cui non era certo in buoni rapporti, dipanare le fila del mistero, ed insieme a lui, anche noi scopriremo che Luca era molto di più di un semplice libraio; infatti egli era un lector, un individuo dotato di poteri paranormali che si manifestano attraverso la lettura.
Leggendo ad alta voce, infatti, Luca poteva caricare - per usare la terminologia del romanzo - il testo, e influenzare chi lo ascoltava e rendere le esperienze che ogni lettore vive quando è immerso in un libro molto reali, vivide, intense.
Luca faceva parte della Società Bibliofila, che raccoglie individui dotati dei medesimi poteri, e che si prefigge di far ricorso a tali abilità solo per diffondere l'amore per la lettura e la cultura.
Eppure sembra che Luca sia stato ucciso usando i poteri di un lector...cosa sta davvero succedendo all'interno della Società? Chi trama nell'ombra per distruggere il lavoro della Società Bibliofila?

L'idea di partenza del romanzo è strabiliante, accattivante, orginale e soprattutto dotata di un fascino irresistibile per chi - come me - ama i libri.
I libri - ci dice Birkegaard - non sono semplici oggetti... sono strumenti a cui una mente dotata può dare vita. E' come se l'autore avesse capovolto le metafore sui libri, per dare consistenza a tutto l'immaginario "libresco" che ogni vero lettore si porta nel cuore.
Insomma, il sogno di ogni bookworm.
La scoperta graduale dell'esistenza dei poteri, di cosa sono davvero, del mondo di società segrete che li circondano è interessantissima. Certo, il ritmo non è serrato ma l'autore riesce a mettere nella narrazione quel tocco che incuriosisce e spinge a proseguire la lettura.
Arrivati a metà del romanzo, l'intreccio si è fatto robusto e il mistero abbastanza fitto.
Perchè non dobbiamo dimenticare che I libri di Luca è anche un giallo, e che la vicenda prende le mosse da un misterioso omicidio.
Purtroppo, proprio qui stanno anche le pecche della narrazione.
Se quando racconta di complotti segreti e inimaginabili, sospesi in atmosfere magiche, Mikkel Birkegaard da il meglio di sè, quando comincia a fare incursioni nel thriller e nel giallo, il romanzo mostra limiti evidenti.
Prendiamo il colpo di scena di metà romanzo: chi dei personaggi "ambigui" che popolano la storia è buono, e chi è che invece lavora per i"cattivi"? Di chi si possono fidare i protagonisti, e di chi no? Ecco, la risposta a questa domanda è talmente telefonata, ma talmente telefonata che a un certo punto mi ero convinta che non poteva essere come io pensavo che fosse (scusate le involuzioni lingustiche, sto cercando di spiegarmi senza svelare troppo della trama!).
E invece no. Era proprio come si capiva fin dall'inizio. Peccato lo avessero capito tutti meno i nostri eroi!

Emblematico poi quello che io chiamo il caso della cartolina: siamo sempre a metà romanzo; la storia ormai è incasinata al punto giusto per tenere il lettore avvinto; i "buoni" sono nei guai e devono assolutamente trovare il covo dei "cattivi" in tempi molto brevi, e non sanno come fare.
Ecco che spunta un personaggio secondario, per di più un tizio che si era ritirato in una speduta fattoria e conduceva vita da eremita, che porge ai "buoni" una cartolina di Luca (ve l'ho detto che Luca è morto all'inizio del romanzo, vero?), con su scritto: quelli sono qui (sic!!).
Va bene, la cartolina era stata scritta un mese prima, ed era arrivata solo allora (le coincidenze della vita, eh?!?) ma come giustificare il fatto che non era nemmeno indirizzata al tizio che l'ha poi effettivamente ricevuta? Ma era indirizzata al figlio di Luca?!?

Anche la distinzione fra "buoni" e "cattivi" appare ingenua, troppo netta e marcata, senza sfumature; il lettore la fa a colpo d'occhio, senza che nessuno dei personaggi del romanzo possa creargli qualche dubbio, qualche difficoltà di collocazione.
Il malvagio di turno, la nemesi del protagonista, vorrebbe agire e tramare nell'ombra - forte anche di una copertura all'apprenza plausibile, ma che crolla dopo 5 minuti - ma non appena apre bocca, si vede da lontano un miglio che è lui "il cattivone" del romanzo.

Insomma, quando il romanzo dovrebbe acquistare il respiro di un giallo-thriller, tende a mostrare limiti sostanziali. Le scene d'azione sono le meno riuscite del romanzo e difficilmente possono tenere col fiato sospeso anche il lettore meno smaliziato.
Purtroppo la seconda metà del libro è tutta dedicata alla risoluzione dell'intreccio giallo ed il voto finale del romanzo naturalmente ne risente.
Ma nonostante queste notazioni negative, non mi sento di bocciare completamente I libri di Luca. Magari non è il caso di spendere 18 euro per questo romanzo; conviene aspettare un'edizione economica o farselo prestare.

In ogni caso resta valida l'idea orginale e affascinante di partenza, cosa che di questi tempi non è poco.

sabato 1 novembre 2008

Uno slogan al giorno

Da uno dei tanti striscioni di protesta:

Se la scuola vi sembra un costo, provate l'ignoranza.

No alla riforma Gelmini, sì al diritto allo studio.