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sabato 24 agosto 2019

Morte di una sgualdrina. I casi di Hamish Macbeth #2...

... di M. C. Beaton.

Una sgualdrina con un cuore di pietra: ecco chi è Maggie Baird. Né gentile né generosa, ma certamente molto, molto ricca. Così, quando la sua auto prende fuoco con lei dentro, ci sono almeno cinque candidati per il ruolo di assassino. Tutti e cinque sono ospiti nella sua lussuosa residenza nelle Highlands: la timida nipote Alison e quattro uomini, una volta suoi amanti, ora chiamati a una sorta di competizione che avrà come premio il matrimonio con Maggie. Tutti e cinque sono in difficoltà finanziarie e tutti hanno avuto la possibilità di manomettere la macchina.
Hamish Macbeth avrà bisogno di dosi massicce del suo straordinario buonsenso e della sua capacità di comprensione dell’animo umano per risolvere il caso. (Sinossi dal sito della casa editrice Astoria)

In questa sua seconda avventura, il poliziotto scozzese Hamish Macbeth si ritrova trasferito in città, e deve lasciare la sua amata Lochdubh, paesino delle Highlands. Hamish si strugge di nostalgia, ma non è il solo: anche gli abitanti di Lochdubh sentono la sua mancanza, e faranno di tutto per far sì che Hamish venga riassegnato al luogo cui appartiene. Quando finalmente ci riescono, accade l'evento che dà il titolo al romanzo: Maggie Baird muore in un incidente a dir poco sospetto. Dato il passato della vittima, e una schiera di pretendenti interessati al suo patrimonio, l'indagine non sarà semplice.

Questo nuovo caso di Hamish Macbeth segna, a parer mio, un deciso passo avanti rispetto al romanzo precedente. Il romanzo appare infatti più solido, con una trama meglio strutturata,  personaggi più focalizzati e una narrazione meno dispersiva.
L'ambientazione è la medesima - bellissima - del romanzo precedente. Le Highlands si rivelano nella loro quotidiana, tranquilla bellezza.
La trama è articolata e vivace. Prende spunto dal trasferimento di Hamish per mettere in scena tutti gli attori della tragedia che avverrà di lì a poco.
L'inizo è pertanto interessante, perchè le vicende prendono il via  da fatti che apparentemente non hanno niente a che vedere con il delitto che verrà commesso di lì a poco.

Sicuramente il fulcro del romanzo è Hamish, investigatore all'apparenza pigro e indolente, ma in realtà scaltro e acuto. Quello che mi colpisce di lui è la sua indole tranquilla, di uomo che, nonostante tutto, sa di essere esattamente nel posto in cui dovrebbe essere, e di stare svolgendo il lavoro per cui è nato. Mi piace questa sua pacatezza, questa mancanza di "ansia da prestazione" che si respira nei gialli di questa serie.
Mancanza di ansia non vuol però dire che non ci sia interesse ad andare avanti nella lettura; il giallo si ispira ai canoni classici del genere, innestando nel filone elementi di novità, rappresentati proprio dalla fusione dell'investigazione con la perfetta ricostruzione della tranquilla vita di un paesino delle Highlands scozzesi.
Per quanto traumatico, il delitto fa parte delle vicende della vita moderna, purtroppo, ed è da questo punto di vista che Hamish indaga e cerca di sbrogliare la matassa.
Il numero di sospettati è sufficientemente ampio da garantire la complessità del mistero; ed allo stesso tempo è sufficientemente ristretto da consentire al lettore la sua personale indagine. Quest'ultimo elemento, per me, è fondamentale in un giallo: devo avere la possibilità di formulare le mie ipotesi e trarre le mie conclusioni.

Ben riuscito anche il finale, che chiude la vicenda ma lascia al lettore la voglia di continuare con la serie.
Voto: 7

giovedì 21 febbraio 2019

Agatha Raisin. Amore, bugie e liquori. Agatha Raisin misteries #17...

... di M. C. Beaton.

La scheda del libro sul sito della casa editrice Astoria Edizioni

James, l'ex marito di Agatha Raisin, è tornato a Carsely, e chiede ad Agatha di accompagnarlo in una vacanza a sorpresa. Convinta di fare un viaggetto romantico con l'uomo che non è ancora riuscita a dimenticare, Agatha accetta, per ritrovarsi non nella splendida località esotica che sognava, ma in un paesino triste e grigio chiamato Snoth-on-Sea, un tempo rinomata località balneare e ora decadente cittadina di mare.
Depressa, Agatha litiga con una donna orribile nella sala da pranzo dell'albergo, e quella notte stessa la donna viene trovata strangolata sulla spiaggia con la sciarpa di Agatha...

Una serie che dopo diciassette romanzi riesce ancora a divertire, interessare e sorprendere è una serie da non perdere.
Ecco, così è la serie che narra le avventure di Agatha Raisin, cinquantenne con la paura di invecchiare (e rimanere sola), burbera, poco diplomatica, con il tatto di un elefante in una cristalleria. Agatha però è anche una donna acuta, intelligente e intraprendente. L'agenzia investigativa che ha fondato va a gonfie vele, e quando James, sfuggente amore della sua vita, si presenta alla sua porta, Agatha crede di toccare il cielo con un dito. Ma James è sempre il solito egocentrico, e la romantica vacanza non è altro che un soggiorno deprimente nella località marina, ora in disarmo, che lui frequentava da bambino.
Ben presto, a distogliere la mente di Agatha dal rammarico per la vacanza non proprio perfetta, arriva un omicidio. E qui comincia una delle avventure più movimentate di Agatha.
Questo romanzo infatti è una girandola di avvenimenti, un susseguirsi di colpi di scena e di capovolgimenti di fronte.
La trama è narrata con la solita ironia e leggerezza e scorre piacevole e veloce.
Si tratta di una trama particolarmente articolata, al contrario di quasi tutti gli altri romanzi della serie, ambientati nella quiete dei Cotswold e di impianto abbastanza statico.
Il ritmo è qui davvero frizzante; a volte il romanzo prende quasi il tono di una commedia degli equivoci, dal sapore un po' shakespeariano, con tutta una serie di personaggi, già noti ai fan, che entrano e escono dalla scena in teoria per aiutare Agatha, ma in realtà per ingarbugliare ancora di più le cose.
Questa pennellata, chiamiamola così, non toglie nulla al mistero da risovere, ma anzi, ne mette ancora di più in evidenza la complessità.
Mi è piaciuta inoltre la presenza di tutti i personaggi precedentemente incontrati durante i diciassette volumi della serie. Queste presenze, unite alla vivacità della trama e al ritmo scoppientante, rendono Amore, bugie e liquori uno dei migliori romanzi della serie.

Il mistero è sufficientemente complesso; Agatha è in gran forma e strappa più di qualche sorriso. Allo stesso tempo però la sua creatrice la fa crescere e maturare, dal punto di vista dei sentimenti. Finalmente Agatha apre la mente e cerca di liberarsi dalle sue ossessioni amorose, con alterni risultati. Agatha Raisin è una protagonista ben costruita. È una donna lontana dalla perfezione, con le sue ossessioni, le sue idiosincrasie e la sua testardaggine. Riesce a farci sorridere quando Beaton ne mette a nudo i difetti; ma non scade mai nel macchiettistico.
Io la trovo adorabile perchè è una persona profondamente consapevole dei propri limiti, ma che morirebbe piuttosto che ammetterli con chiunque altro che non sia la sua coscienza.

Il finale è in puro stile Raisin, con le indagini che vanno in senso e Agatha che si intestardisce in un altro e che, a furia di fare domande, ficcanasare e rimuginare riesce a catturare il colpevole quando anche la polizia ha già gettato a spugna accontentandosi di una soluzione parziale.

Insomma, io mi sono divertita moltissimo a leggere questo romanzo, e non posso che consigliarlo agli amanti della serie, nochè esortare chi non l'abbia ancora fatto, a fare la conoscenza di Agatha Raisin.

Voto:7 e 1/2

sabato 29 settembre 2018

Morte di una moglie perfetta. I casi di Hamish Macbeth...

... di M. C. Beaton.


Hamish Macbeth è un giovane poliziotto in un paesino delle Highlands scozzesi, Lochdubh. Innamorato della sua terra, all'apparenza pigro e indolente, Hamish è un poliziotto capace e dotato di grande intuito. Da sempre innamorato di Priscilla, si sente mancare il terreno sotto i piedi quando la giovane rientra dal suo soggiorno londinese in compagnia di un uomo che sembra essere il suo fidanzato. Le cose si complicano ulteriormente quando a Lochdubh si trasferisce Trixie Thomas, donna perfetta, moglie perfetta, cittadina modello, che dichiara guerra a tutte le cattive abitudini della vita di paese: fumo, alcool, cibi poco salutari. Dietro la facciata perfetta di Trixie e del suo matrimonio però, si nasconde qualcosa, e quando Trixie viene avvelenata, Hamish si mette alla ricerca del colpevole.

Come forse già saprete, M. C. Beaton è l'autrice, da me adorata, della serie gialla con protagonista Agatha Raisin e della serie ambientata in epoca Regency 67 Clarges Street
Con questo romanzo facciamo la conoscenza di un nuovo personaggio, Hamish Macbeth, indolente poliziotto delle Highlands scozzesi. Nonostante sembri pigro e non interessato quasi a nulla, Hamish sa benissimo come muoversi a Lochdubh, e sa benissimo come si indaga e come si risolve un crimine.
In questo romanzo si trova a dover indagare sulla morte di Trixie, donna perfetta, massaia efficiente e anche piccola imprenditrice. Purtroppo però, Trixie non era così benvoluta come sembrava in apparenza, e qualcuno decide di toglierla di mezzo. 

Una veduta delle Highlands scattata - da me - dal castello di Stirling
Vi è mai capitato che un libro vi sia piaciuto ma che, allo stesso tempo, vi vengano in mente un sacco di ragioni per cui a molti altri lettori potrebbe non piacere? Ecco, finita questa storia io mi sono ritrovata con questa stranissima sensazione, e dunque nella recensione che segue vi dirò perchè a me è piaciuto parecchio, ma anche perchè, secondo me, a voi potrebbe non piacere.

In primo luogo, io ho amato l'ambientazione. Le Highlands scozzesi... no, dico le Highlands!! Per me, che sono patita di tutto ciò che è scozzese, è stato splendido leggere un libro ambientato in quei luoghi, e lo è stato non solo per una mewra questione geografica, ma anche per il fatto che la trama è ben radicata in quel tipo di contesto, e non funzionerebbe in nessun altro. La vita del paesino, tradizionalista e un po' isolato, è ben descritta e mi ha fatto immergere in quella realtà che - ripeto - io amo tantissimo. Leggere questo libro è stato come aprire una finestra e guardare la vera Scozia, terra di miti, eroi e leggende, senza il velo di romanticismo di cui di solito si ammanta nei romanzi. Invece con Morte di una moglie perfetta siamo trasportati nel quotidiano, ed è stato un cambiamento che ho apprezzato.

Interessante anche la caratterizzazione di Hamish come uomo della Highlands. Hamish è perfettamente integrato nel posto dove vive, lo ama e non desidera vivere da nessuna altra parte, a costo di dover rinunciare a promozioni e avanzamenti di carriera. Ho amato questo personaggio legato visceralmente alle proprie radici, soddisfatto di ciò che è, felice di ciò che ha (forse perchè anche io, se vivessi nelle Highlands, non vorrei andare da nessuna altra parte).

Morte di una moglie perfetta è, inoltre, un libro piacevole e scorrevole, che si legge con facilità e che riserva qualche frecciatina alla società moderna, sebbene la vena ironica che ho imparato a conoscere e ad amare nella serie di Agatha Raisin qui sia meno evidente.

Per quel che riguarda la trama gialla, ho apprezzato la costruzione della storia e l'impianto narrativo, anche perchè, come detto, il tutto era ben inserito nel contesto sociale e geografico. Ma mi rendo conto (come ho detto nella premessa) che un lettore meno sensibile al fascino della Scozia potrebbe trovare l'indagine e soprattutto la sua conclusione un po' inconsistente. L'investigazione infatti non ha un ritmo serrato nè l'azione è particolarmente stringente.
È stato come se l'attenzione dell'autrice fosse concentrata su altro (personaggi minori, vita quotidiana del villaggio e vicende sentimentali e personali di Hamish), e l'indagine fosse soltanto uno degli elementi della trama, ma non il più importante.

Altra cosa da segnalare e che, questa sì, davvero non mi è piaciuta, è stato il fatto che questo libro, il primo tradotto in italiano, è in realtà il quarto della serie di Hamish Macbeth. Come in tutti i romanzi della Beaton, anche qui i personaggi hanno una loro storia personale complessa e in continua evoluzione. E cominciare a leggere la storia di Hamish dal quarto volume mi ha lasciato un senso di straniamento molto fastidioso. La mancanza dei primi tre volumi si sente, secondo me, e parecchio.
Io non so quale sia stata la ragione di questa scelta editoriale, ma sarebbe il caso, se proprio non fosse possibile pubblicare in italiano i primi tre volumi, di includere nei prossimi romanzi una prefazione che faccia il sunto delle vicende di Hamish raccontate nei romanzi precedenti.

In ogni caso, io ho amato questo romanzo dal ritmo tranquillo, ambientato in uno dei posti più belli del mondo, che me ne ha fatto respirare l'aria, insieme a quel pizzico di mistero che rende i piccoli villaggi letterari irresistibili ai miei occhi. Tornerò sicuramente a Lochdubh!

Voto: 7

martedì 12 settembre 2017

L'avventuriera. 67 Clarges Street # 5...

... di M. C. Beaton.

La scheda del libro sul sito della Astoria Edizioni

Londra, epoca Regency. La casa signorile situata al numero 67 di Clarges Street ha una pessima fama. C'è chi dice che porti sfortuna, altri che sia infestata dal fantasma del nono conte di Pelham, suicidatosi proprio in quella casa. Fatto sta che molte cose spiacevoli sono successe lì, e ora la casa è vuota e viene affittata solo durante la Stagione, quel periodo che va dalla primavera all'estate, in cui le giovani dell'alta società sbarcano a Londra in cerca di un marito. La servitù della casa - Rainbird il maggiordomo, Mrs. Middleton la governante, Angus il cuoco, Joseph il valletto, Alice la cameriera, Jenny la domestica, Lizzie e Dave gli sguatteri - non se la passa bene. L'amministratore paga stipendi da fame e addebita al proprietario spese più alte, intascando la differenza. Ma, dopo tante vicissitudini, i domestici sono quasi una famiglia, e hanno risparmiato per comprare un pub tutto loro. L'arrivo di una signora bella ma sconosciuta, e all'apparenza molto avara, fa temere alla servitù che per quella stagione ci saranno poche ricevimenti e feste, e di conseguenza poche mance. Perciò tentano di spaventarla per mandarla via, ma ad un certo punto Rainbird viene a conoscenza di un particolare che farà ricredere tutti loro sulla nuova inquilina. Come accaduto in precedenza, Rainbird e compagni la prenderanno sotto la loro ala protettrice per assicurarle il lieto fine che merita.
 
Siamo arrivati alla quinta e dunque alla penultima delle avventure ambientate nella casa di Clarges Street. La servitù è ad un passo dal coronare il proprio sogno di mettersi in proprio, e liberarsi dal giogo che il malvagio e avido amministratore Palmer ha imposto su di loro. Serve un'ultima stagione per accumulare mance e aumentare il gruzzolo dei risparmi.
Giunti così vicini alla libertà, i domestici cominciano a farsi spregiudicati, le loro avventure guadagnano spazio e le loro azioni si fanno sempre più incisive e determinanti ai fini della trama.
La storia della bella sconosciuta, Emily Goodenough, ricca ma senza amici importanti, e con una parlata talvolta grossolana e volgare, e quelle dei domestici si intrecciano strettamente e non danno luogo a due distinte trame, ma costituiscono un'unica narrazione, divertente e ironica come sempre.
L'autrice gioca con gli equivoci, i segreti (perché Emily ne ha uno, di segreto, molto grosso e pericoloso per la sua vita sociale), gli inganni e gli intrighi. La mescolanza di questi elementi le riesce particolarmente bene.
Il romanzo è scorrevole, piacevole da leggere e divertente.
Una menzione speciale merita anche questa volta il personaggio di Lizzie. Da sguattera analfabeta e trascurata, si trasforma in una signorina compita, elegante e soprattutto intelligente. Quello che mi ha colpito di lei, e che trovo molto significativo, è che con i suoi ragionamenti riesca a mettere in dubbio verità che vengono date per scontate come fossero dogmi. Non è una cosa semplice da fare, specie se queste affermazioni provengono da persone amate e stimate. Eppure in Lizzie c'è un insopprimibile bisogno di capire, di migliorare e di attivarsi per farlo, senza accettare passivamente quello che accade.
Se c'è una morale in questa serie libri, credo sia questa.
E nonostante si tratti di libri leggeri (ma non superficiali), io credo che il messaggio in fondo ci sia, perché la Beaton non manca di criticare la cosiddetta buona società, scegliendo come protagonisti personaggi che per qualche ragione ne stanno ai margini, ma che alla fine si rivelano molto più veri e meritevoli di chi è nato tra privilegi e opportunità.
In questo senso Lizzie è emblematica, e resta la mia preferita.

È altresì particolarmente evidente che siamo ormai quasi giunti alla conclusione della serie. La stagione non termina in questo libro, ma prosegue nel prossimo e ultimo volume della serie, dal promettente titolo La vendetta di Rainbird.

Voto 7 e 1/2

mercoledì 28 giugno 2017

Agatha Raisin e la casa infestata...

di M. C. Beaton.


La scheda del libro sul sito della Astoria Edizioni

Con l'aiuto dell'ambiguo Paul Chatterton, suo nuovo vicino, Agatha questa volta indaga sul caso di una vecchia casa di proprietà di una sgradevole e anziana signora, la quale sostiene che la sua dimora sia infestata dai fantasmi. Agatha e Paul decidono di passare una notte nel cottage in questione, ed effettivamente qualcosa accade. Una strana nebbiolina comincia a filtrare sotto le porte... Agatha fugge urlando in preda al panico, ma quando poi il fenomeno paranormale si rivelerà essere ghiaccio secco, appare evidente che qualcuno tenta di spaventare l'anziana donna. Poiché la lista di persone che potrebbero essere responsabili dei fatti è molto lunga, e soprattutto  per riabilitarsi agli occhi di Paul, Agatha decide di indagare. Quando poi la vecchia signora viene uccisa, l'indagine si fa ancora più seria e serrata.

Come probabilmente già saprete, Agatha Raisin è una ex PR londinese, che è andata in pensione anticipatamente coronando il sogno di trasferirsi nei Cotwolds, deliziosa regione della campagna inglese costellata di villaggi e cottage. Qui, nel villaggio di Carsley, Agatha crede di trovare il paradiso in terra. Ma le abilità apprese nello spietato mondo delle pubbliche relazioni londinesi - trafficare, blandire, minacciare persino per ottenere un risultato - non sono utili nella tranquilla cmapagna inglese, e Agatha si ritrova ad essere una signora di mezza età, senza amici e con troppo tempo libero e poca autostima (cosa che a Londra mascherava con una esagerata aggressività).
 
In questa quattordicesima indagine, nonostante di acqua ne sia passata sotto i ponti, M. C. Beaton riesce a non ripetersi e a rendere  l'avventura ben definita e diversa dalle altre.
Intendiamoci, gli elementi di base di questi romanzi sono sempre gli stessi: la personalità di Agatha, i delitti che coinvolgono persone all'apparenza banali e la campagna inglese.
A questo però l'autrice sa aggiungere ogni volta quel tocco di mistero che rende ogni storia unica e interessante.
Prendiamo l'ambientazione: è quanto di più classico si possa immaginare, ma l'autrice riesce a modernizzarla e renderla dinamica.
La vittima, all'apparenza una vecchia signora petulante e maleducata in cerca di attenzioni, è più complessa (e più antipatica) di quanto sembri all'inizio. E questo oltre a fornirci spunti interessanti, allarga anche il giro dei sospettati.
La protagonista, Agatha, non è ferma e compiutamente matura come gli altri detective del giallo classico, e soprattutto non è mero strumento di risoluzione del caso. Agatha è una donna in crisi che non sa di essere in crisi, e sta seguendo un lento percorso di mutamento personale. Sta cominciando a capire molto di se stessa, e poco degli altri (ma ne è consapevole).  Sebbene continui a fantasticare ad occhi aperti sui vicini che di volta in volta occupano il cottage che fu del suo ex-marito James Lacey, riesce, di tanto in tanto, a rimettere i piedi per terra, e ad usare il senso pratico, che non le manca affatto, anche quando si tratta di questioni di cuore.
 
In più Agatha comincia a codificare lentamente, e a tratti inconsciamente, la sua cifra stilistica investigativa: domandare tutto a tutti, frugare di qua e di là possibilmente senza che la polizia lo venga a sapere, tenere gli occhi aperti e aspettare. Incredibilmente, il metodo funziona.
 
La trama gialla è simpatica, piene di svolte e vicoli ciechi, ma comunque lineare nella sua logicità, e semplice da seguire. Non per questo la soluzione è meno apprezzabile, anzi, tutt'altro, perché fino all'ultimo minuto chiunque dei sospettati potrebbe avere commesso il delitto in questione.
Ci vuole il tocco personale di Agatha e le sue intuizioni per arrivare alla verità e salvare anche una vita umana.
 
Voto: 7 e 1/2.

mercoledì 3 maggio 2017

Agatha Raisin e il caso del curioso curato...

... di M. C. Beaton.

 
"Detesto quando cominci ad annoiarti," disse la moglie del pastore, con ansia. "Ho l’impressione che tutte le volte che tu cominci ad annoiarti, poi ammazzano qualcuno."
 
Agatha Raisin è tornata a Carsely, da sola, e decisa a rimanerlo. James Lacey, il suo ex marito, è sparito dal monastero in Francia dove diceva di volersi ritirare per prendere gli ordini. Il suo nuovo vicino, John Armitage, affascinante scrittore di gialli, è partito col piede sbagliato facendole delle profferte sessuali considerandola una donna facile. Così, quando nel villaggio arriva un nuovo e giovane curato, Agatha decide di snobbarlo. Ben presto però, si rende conto che il curato è molto affascinante, e quando lui mostra interesse verso di lei, Agatha non sa resistere e accetta il suo invito a cena. Peccato però che subito dopo quella cena, l'uomo venga trovato pugnalato a morte...
 
In questa tredicesima avventura, Agatha ha detto basta agli uomini ed ai misteri. Peccato che entrambi sembrano capitarle tra capo e collo anche quando lei non vorrebbe.
Prediamo John Armitage, affascinante scrittore di gialli che ha preso possesso del cottage accanto al suo, quello che una volta era di James. L'uomo sembra sinceramente pentito di averla considerata una sc**ata facile, e tenterà di rimediare per tutto il romanzo, ma con scarso successo. Ma Agatha se lo troverà comunque tra i piedi per tuta la durata dell'indagine.
 
E poi c'è il curato. Giovane, entusiasta e terribilmente bello. Agatha cade nella rete del suo fascino con tutte le scarpe, e solo l'occhio lungo della signora Bloxby, amica, confidente e moglie del parroco di Carsely, fa notare alla nostra eroina che qualcosa non torna. Il giovane non è così perfetto e così simpatico come sembra.
Quando l'uomo viene ucciso, Agatha è stata l'ultima a vederlo vivo (a parte l'assassino ovviamente) e si troverà invischiata nelle indagini, un po' per noia, un po' perché non riesce a non impicciarsi dei fatti altrui.
Questa sua mania di impicciarsi in realtà nasce dal senso di vuoto che si sente dentro. Ferita come non mai dal comportamento di James, Agatha, in questo romanzo, per la prima volta ha paura: non del feroce assassino che se ne va in giro per i Cotwolds, ma delle relazioni umane, degli uomini, e del fatto che aprendosi ancora potrebbe soffrire di nuovo.
 
Ho amato questo giallo per varie ragioni.
Prima di tutto, Agatha: nonostante credo che lei sia la meno accomodante e la detective dilettante più irritante e piena di difetti della storia della letteratura, M. C. Beaton la costruisce in una maniera impeccabile. Agatha sa essere meschina, per poi vergognarsi delle sue meschinità, e tentare di rimediare. Come la maggior parte degli esseri umani. Agatha piace perché è vera, perché sa essere piccola piccola oppure grande nelle sue intuizioni; perché non è perfetta, sbaglia, gira a vuoto, cade e si rialza.
 
La trama è costruita sugli elementi classici del giallo all'inglese: un curato di campagna (esiste qualcosa di più inglese, insieme al the e al pudding?) ucciso con una stilettata in un posto dove non avrebbe dovuto essere. L'indagine farà emergere bugie, invidie, rancori, ricatti, presenti anche in un ambiente ristretto come il villaggio di Carsely.
Ma quello che anima il romanzo, è come sempre, il metodo alternativo che Agatha usa per indagare, e che in questo gradevole romanzo giallo, lei sembra cominciare a  codificare ufficialmente: fare domande in giro, smuovere le acque, tanto qualcosa prima o poi succederà.
 
"Bene, allora andremo a sentire Crinsted. Oh, la biblioteca mobile dovrebbe passare da Carsely in settimana. Farò due chiacchiere anche con la signora Brown."
"Pensi che la cosa sarà di qualche utilità?" chiese stancamente la moglie del pastore.
Agatha sentì rinascere in sé lo spirito dell’investigatrice che negli ultimi tempi l’aveva abbandonata. "In passato andando in giro a fare domande ho finito per smuovere le acque. Qualcosa succederà."
 
Il metodo permette anche di sverlare e descrivere una serie di personaggi secondari amabili o detestabili, ma sempre ben descritti, interessanti e originali.
E, ad ogni modo, il sistema investigativo sembra funzionare... o quasi. Agatha infatti riesce a risolvere il mistero soltanto prendendo incredibili cantonate, che ci porteranno fino al doppio colpo di scena finale, interessante quanto inaspettato.
 
Voto: 7 e 1/2

mercoledì 12 aprile 2017

SegnaliAMO!

Buon pomeriggio e buon mercoledì. Benvenuti al secondo appuntamento con questa rubrica in cui segnalo i libri che troveremo prossimamente in libreria, e di cui sono (quasi) sicura mi innamorerò!

Questa settimana volevo segnalarvi l'arrivo di un nuovo capitolo delle divertenti avventure di Agatha Raisin, il personaggio creato dalla penna di M. C. Beaton.

Il 13 aprile uscirà in libreria Agatha Raisin - Amore, bugie e liquori.
Dal sito della casa editrice Astoria Edizioni:

James è tornato, si è ritrasferito a Carsely e chiede ad Agatha di fare una vacanza insieme, con destinazione a sorpresa! Convinta di andare in un posto caldo e affascinante del Mediterraneo per una seconda luna di miele, Agatha accetta con grande entusiasmo: la sua delusione nel ritrovarsi a Snoth-on-Sea, luogo di dolci ricordi d'infanzia di James e attualmente orribile cittadina vittima di un tempo inclemente, sarà altrettanto grande. Anche l'albergo scelto non è più quello di una volta: cupo, squallido, un pessimo servizio e frequentazioni ancora peggiori, tra cui Geraldine Jankers, donna appariscente e volgare con la quale Agatha ha un più che vivace scambio di battute. Quando viene trovata morta, soffocata da una sciarpa di Agatha, la nostra eroina si trova nei guai... E, quel che è peggio, James, pensando come sempre solo a se stesso, la pianta in asso!
 
Agatha Raisin è una signora di mezza età da sempre in lite con il suo aspetto fisico, le sue rotondità, la sua età e il resto del mondo. Trasferitasi da Londra nella regione dei Cotswold, Agatha diventa una detective dilettante, e si muove nel mondo del crimine con la determinazione di un bulldog e la grazia di un elefante in una cristalleria. Eppure è un personaggio che con i suoi difetti, anche grazie all'ironia leggera della Beaton, resta nel cuore dei lettori.
 
Se volete dare un'occhiata alle recensioni dei libri della serie di Agatha, cliccate qui.
 
Alla prossima!  

martedì 17 gennaio 2017

La carriera di un libertino. 67 Clarges Street...

... di M. C. Beaton.


La scheda del libro sul sito della Astoria

In questo quarto episodio della serie di 67 Clarges Street, la casa dalla fama sinistra viene affittata per la famosa season londinese a un ufficiale dell'esercito britannico di ritorno dalla guerre conto Napoleone. L'uomo, lord Guy Carlton, desidera dimenticare gli orrori della guerra affogandoli nei piaceri che la vita può offrirgli. Durante una memorabile e licenziosa festa, lord Carlton attira la disapprovazione della servitù della casa, diretta dal maggiordomo Rainbird, e il disprezzo di una morigerata e bellissima donna, Esther, che vive poco distante, e di cui lord Carlton si innamora all'istante. Rainbird e la "tribù" di domestici, nonostante tutto, correranno in suo aiuto.
 
La storia che è alle spalle della casa situata al 67 di Calrges Street è ormai nota: sembra che porti sfortuna. Appartenente al decimo duca di Pelham, che poca se ne cura, lasciandone la gestione ad un disonesto amministratore, la casa è stata teatro di tragici eventi: il suicidio del nono duca di Pelham, la morte in circostanze non chiarite della figlia di un affittuario, la morte di un presunto assassino. Per questo la dimora viene affittata ad un prezzo molto basso, e gli stipendi della servità sono da fame. Con l'arrivo della season e di un eventuale inquilino, la casa si rianima e i domestici sperano in mance sostenziose.
Man mano che ci avviciniamo alla fine della serie, composta da sei libri, le vicende della servitù - Rainbird il maggiordomo, Mrs. Middleton la governante, Angus il cuoco, Joseph il valletto, Alice la cameriera, Jenny la domestica, Lizzie e Dave gli sguatteri - prendono sempre più spazio. Ciò è bene, perché lo schema delle vicende degli inquilini è più o meno sempre lo stesso: lui o lei cerca una moglie/marito adeguata/o (o non la cerca affatto perché non sa di volerlo... ma come disse qualcuno che scriveva durante la stessa epoca in cui sono ambientati i romanzi: È una verità universalmente riconosciuta, che uno scapolo in possesso di un'ampia fortuna debba avere bisogno di una moglie.); alcuni ostacoli di natura per lo più economica e/o sociale si frappongono; i domestici prendono a cuore la questione e corrono al salvataggio; happy ending.
Nonostante questo schema ripetuto, le storie che si svolgono nella casa non stancano mai.
Ogni personaggio porta il suo contributo umano, e le vicende sono descritte dall'autrice con ironia e leggerezza che non diventa mai superficialità.
Ogni volta che si legge un libro di questa serie, non si può non restarne affascinati. M. C. Beaton riesce sempre ad aggiungere qualcosa che rende la lettura estremamente piacevole.
Qui abbiamo un soldato di ritorno dal fronte che riesce a scandalizzare tutta la città con un'unica, selvaggia, licenziosissima festa, e rischia di pagare un caro prezzo per questa sua trasgressione.
Le macchinazioni sue e di Rainbird per recuperare un po' di dignità perduta sono spassose e perfettamente riuscite; ma la parte che più ho trovato interessante è che al di là sotto della superficie "leggera" del romanzo, l'autrice riesce, come sempre, a mostrarci le miserie di una società - quella dell'epoca regency - tremendamente ipocrita, classista e superficiale.
In particolare c'è un episodio che mette a nudo, con la consueta ironia, le contraddizione della compagine sociale: quando la morigerata Esther decide di salvare una giovane innocente dalla grinfie di una donna che vorrebbe costringerla a diventare una prostituta, la riprovazione sociale cade su di lei, perché si suppone che una donna per bene ignori l'esistenza stessa delle prostitute. Ma la stessa riprovazione sociale aveva colpito anche Lord Guy perché aveva riempito la casa di Clarges Street di prostitute. Quindi, frequentare le prostitute (specie sotto gli occhi di tutti) è disdicevole; ma evitare che una donna si prostituisca è disdicevole alla stessa maniera.
Questo perché in qualche modo la società inglese riteneva che ognuno avesse un posto assegnatogli dalla volontà divina, ed era sacrilego tentare di cambiarlo.
A tal proposito merita una menzione la piccola Lizzie, la sguattera della casa, a cui una precedente inquilina ha insegnato a leggere, scrivere e far di conto. In lei c'è il germe di una coscienza sociale e di una voglia di libertà che rendono il personaggio meno marginale di quanto possa sembrare inizialmente. Lizzie è il personaggio che maggiormente evolve di stagione in stagione.

“Santo cielo,” esclamò Alice sgranando gli occhi. “La nostra Lizzie ha messo un annuncio per trovare marito. Perché, Lizzie?”
“Non voglio più fare la serva,” disse Lizzie, torcendo il grembiule con le dita rovinate dal lavoro. “Ma mancano due Stagioni soltanto,” gemette Rainbird, “e poi potremo comprare quel pub, e allora sarai indipendente.”
“Non lo sarò mai per davvero, con rispetto Mr Rainbird, signore,” disse Lizzie. “Vedete, manterremo ognuno la nostra posizione. Sarà così, lo so. Voi e Mrs Middleton sarete i capi; MacGregor starà in cucina; Joseph, Alice e Jenny faranno i camerieri; Dave si occuperà degli orinali e io farò la sguattera, come sempre.”

Lizzie è l'unica che ha capito come funzionano le cose, e che non le accetta passivamente, anzi, cerca di darsi da fare per cambiarle.

Un romanzo storico ambientato in epoca Regency, leggero, piacevole, ironico, divertente ma assolutamente non superficiale.
Voto: 7 e 1/2

venerdì 16 settembre 2016

La perfida madrina...

...di M.C. Beaton.

La scheda del libro sul sito della Astoria Edizioni

Dalla presentazione della serie:

67 Clarges Street.
In una serie costituita da sei volumi, M.C. Beaton racconta le avventure legate a una dimora situata a Mayfair, quartiere elegante ed esclusivo di Londra, affittata di anno in anno, all’epoca della Reggenza, a inquilini che volevano sfruttare la Stagione, ovvero quel periodo che andava dalla primavera all’estate e durante il quale, attraverso balli e feste, si organizzavano matrimoni tra la ricca gioventù inglese.
La casa di Clarges Street appartiene al decimo duca di Pelham, essendosi il nono suicidato. Non solo per questo la casa non è stata affittata per due Stagioni: durante quella successiva al suicidio, il figlio degli affittuari aveva perso al gioco l’intero patrimonio di famiglia e la figlia era stata trovata morta in Green Park senza apparenti ragioni. L’alone di sfortuna che circonda la dimora fa sì che si siano abbassati i prezzi dell’affitto.
La casa è quindi vuota a eccezione della servitù, l’altra vera protagonista della serie. Trattata malissimo dall’intermediario del duca, le viene dato uno stipendio da fame, e quindi conta sugli inquilini per avere qualche mese più ricco.
Il maggiordomo Rainbird, il cuoco Angus MacGregor, la governante Mrs Middleton, le cameriere Jenny e Alice, Joseph il valletto e gli sguatteri Lizzie e Dave costituiscono un gruppo a cui è impossibile non affezionarsi.
Scritti con l’usuale folgorante umorismo di Beaton, questi libri ci regalano un delizioso intrattenimento accompagnato da un’ottima ricostruzione del periodo storico.

Harriet Metcalf ha solo venticinque anni ed è sola al mondo, ma un amico di famiglia, morendo, ha pensato che lei fosse la persona più adatta a fare da madrina alle sue due figlie, Sarah ed Annabelle, e a gestire il loro ingente patrimonio fino a che non compiranno ventuno anni.
Harriet ama molto le ragazze, ma non sa che le due sorelle invece la odiano dal profondo del cuore.
Quando Harriet deciderà di portarle a Londra per la Stagione mondana e affitterà la casa sita al numero 67 di Clarges Street, non sa che andrà incontro a diverse avventure, e troverà che lo staff della casa sarà pronto ad aiutarla nelle disavventure riuscendo anche a cambiare il finale della sua storia.

La perfida madrina è il terzo volume della serie.
Avvertiamo, dopo i primi due romanzi, che qualcosa sta cominciando a cambiare nell'economia della saga. Molto più spazio è riservato alle vicende della servitù, che gioca un vero ruolo risolutivo per arrivare ad una felice conclusione della vicenda.
La storia che riguarda Harriet e le sue pupille, affittuarie per questa Stagione, non acquista vero mordente finchè la servitù non entra in gioco.
Le due sorelle sono odiose e sciocche al punto giusto, ma escono di scena un po' troppo velocemente, a parer mio, e senza la giusta espiazione per tutto ciò che hanno combinato.
Harriet apparentemente sembra una figura un po' troppo scialba e ingenua, anche se ha una insospettabile vena polemica, ma in realtà viene usata dall'autrice per mettere in luce l'ipocrisia della società dell'epoca, dove il denaro e la posizione sociale contavano più di qualsiasi altra cosa, più dell'onestà e della moralità. L'importante era salvare le apparenze.
Quando si doveva combinare un matrimonio poi, ogni altro aspetto passava in secondo piano, e l'ipocrisia la faceva da padrona.

Delizioso anche il ritratto che la Beaton fa dell'alta società inglese, dove essere disapprovati era molto, molto più facile che essere accettati.

Che ragazzine orribili e noiose, pensò il marchese. Ma erano poi davvero così sgradevoli? Si stavano comportando esattamente come ci si aspettava che si comportassero delle giovani signore dell’alta società. Nel bel mondo non era raro trovare vivacità, spirito e una certa dose di anticonformismo. Ma non ci si aspettava, tanto per fare un esempio, che la propria moglie se ne andasse in giro a parlare in modo aperto e brutalmente sincero come Harriet Metcalf.

Come si evince dal brano precedente, essere come voleva la società significava essere banali e noiose. Essere se stesse, significava essere brutali e volgari.

Ben delineata anche la estrema caratterizzazione classista della società.
Ma essendo questo ovviamente un romanzo, è bello vedere Harriet unire le forze con i domestici di Calrges Street per arrivare al lieto fine.

Non il migliore della serie, ma comunque piacevole.
Voto: 6 e 1/2.

 
 

lunedì 5 settembre 2016

Jane la bruttina...

...di M.C. Beaton.


La scheda del libro sul sito della Astoria Edizioni.

A Londra, al 67 di Clarges Street, nel quartiere di Mayfair, c'è una casa signorile che ha una brutta fama. L'ultimo proprietario, il conte di Pelham, si è suicidato all'interno dell'edificio, e il suo erede non si occupa granchè della sua proprietà e della servitù che lì vive e lavora. L'amministratore intasca il denaro che andrebbe speso per la casa e i bisogni della servitù, ridotta alla fame e al freddo. L'unica speranza è che arrivi un inquilino che prenda in affitto la casa per la stagione mondana, portando con sé feste, ricevimenti e dunque mance.
Le preghiere della servitù vengono esaudite e al 67 di Clarges Street arrivano, accompagnate dai genitori, le sorelle Euphemia e Jane Hart.
La madre della due ragazze punta tutto su Euphemia, perché, come non si stanca mai di ripetere, Jane è bruttina e insignificante. Sarà Euphemia la star della stagione, quella a dover fare un debutto spettacolare e a trovare un marito ricco, secondo la genitrice. Ma la donna non ha fatto i conti con la servitù, che prenderà sotto la sua ala Jane.
 
Secondo volume della serie ambientata al 67 di Clarges Street, Jane la bruttina è un romanzo molto piacevole. Non possiede l'originalità divertita del primo volume della serie, L'avaro di Mayfair, perché la storia scorre su binari molto ordinari. Lei è, più che bruttina, poco valorizzata, e oscurata da una sorella affascinante solo se rimane con la bocca chiusa; la madre parteggia per la bella senz'anima trascurando la figlia meno appariscente ma più assennata.
Il padre si rende conto di essere sposato con una sciocca arpia, ma raramente interviene per quieto vivere.
Fin troppo scoperti i richiami (fatte le dovute proporzioni) alle situazioni e atmosfere della famiglia Bennet di Orgoglio e Pregiudizio.
L'elemento dirompente è anche qui la presenza della serivitù, sei personaggi male assortiti ma che formano una vera e propria famiglia capitanata dal maggiordomo Rainbird. Un po' per dispetto alla signora Hart, severa e avara con la servitù, un po' per senso di giustizia, i domestici prendono a benvolere Janee l'aiuterà a realizzare i suoi sogni; ci metterà lo zampino anche la domestica francese giunta al seguito della signora Hart. Oltre a far girare la testa a Rainbird, sarà protagonista di un intrigo che susciterà scandalo a Mayfair.

Come detto, niente di nuovo sotto il sole, eppure ci troviamo davanti ad un romanzo piacevolissimo, ironico, divertente e anche consolatorio. Qui gli intrighi dei pettegoli e degli invidiosi non vanno a buon fine; esiste una giustizia universale che aggiusta le situazioni complicate e raddrizza i torti, il tutto narrato con leggerezza e ironia.
Gli unici a restare sempre, chi più, chi meno, senza il meritato lieto fine sono i domestici, legati al 67 di Clarges Street, e costretti a sperare in un nuovo inquilino per la stagione successiva, sognando che sia l'anno della svolta per la loro vita.

Voto: 7

Agatha Raisin e i giorni del diluvio...

...di M. C. Beaton.



La scheda del libro sul sito della Astoria Edizioni

E così, il matrimonio di Agatha con James non ha funzionato. Lui ha preferito ritirarsi in un convento in Francia piuttosto che restare con lei. Agatha è depressa, si sente uno straccio e James le manca. Dopo un periodo in cui si lascia completamente andare, Agatha decide che è arrivato il momento di reagiree si iscrive ad un corso di pilates ad Evesham. Qui incrocia casualmente una giovane donna in procinto di sposarsi. Giorni dopo, durante una piena del fiume seguite a piogge torrenziali, Agatha vede il cadavere di quella giovane donna galleggiare sul fiume, vestita da sposa e con un bouquet in mano. 
 
Questa dodicesima avventura della signora Raisin è il giallo meglio riuscito tra quelli della serie che ho letto finora.
Agatha riprende in mano la sua vita dopo lo smarrimento seguito all'abbandono di James - che onestamente spero di non rivedere mai più - e indaga praticamente da sola, riuscendo a dare il meglio di sé.
L'incontro casuale con una ragazza giovane e graziosa che sta per sposarsi tocca qualche corda nel cuore di Agatha, che poi la rivede, del tutto casualmente, galleggiare, ormai cadavere, trasportata dalla piena del fiume. Coinvolta emotivamente a causa delle sue vicende sentimentali, decide di indagare anche se non è in alcun modo coinvolta nell'omicidio.
 
L'intreccio giallo è interessante e coinvolgente. Alcuni elementi, come il ritrovamento del cadavere sul fiume, il vestito da sposa e il bouquet, sono intriganti e aggiungono qualcosa in più alla classica indagine per omicidio. Ma quello che più mi ha soddisfatto è stato trovare finalmente un'indagine ordinata, con interrogatori alle persone informate, indizi trascritti ordinatamente e non trascurati, un'indagine condotta, insomma, con metodo. Certo, il metodo risente comunque della particolarità del carattere di Agatha e del fatto che comunque, non è né una poliziotta né un'investigatrice. la nostra eroina quindi dovrà trovare un modo per intrufolarsi nella vita delle persone senza farsi mandare a quel paese (e senza farsi incriminare per intralcio alle indagini).
Sarà proprio questo suo nuovo modo di fare indagini, senza lasciarsi trasportare dall'impulsività, ma pretendendo che ogni dettaglio vada a posto, a portare Agatha al successo.
Difatti la donna coglie un dettaglio che non si incastra col resto della ricostruzione, e sarà proprio la caparbietà con cui cercherà di collocarlo al posto giusto a condurre alla soluzione del caso, come nella migliore tradizione del giallo deduttivo classico.
 
Voto: 7 e 1/2

domenica 4 settembre 2016

Agatha Raisin e l'amore infernale...

...di M.C. Beaton.


La scheda del libro sul sito della Astoria Edizioni.

Incredibile ma vero, Agatha Raisin, ex PR londinese, anni 53, caratteraccio burbero, prepotente ed allo stesso tempo affamato d'amore, è riuscita a coronare il suo sogno e a sposare James Lacey, l'affascinante vicino. Nonostante tutti le ripetano che James non è l'uomo per lei, che è rigido, freddo e non sa cosa sia la tenerezza, Agatha è decisa a far funzionare il loro matrimonio. ma subito dopo la luna di miele, le cose cominciano ad andare molto male. I due continuano a vivere ognuno nel prorpio cottage; James critica senza pietà qualunque cosa Agatha faccia, e intreccia anche una ambigua relazione con una giovane donna appena giunta a Carsely.
Quando la donna viene uccisa, Agatha indaga per scagionare suo marito, che nel frattempo, come suo solito, si è dato alla fuga.
 
Decisamente non c'è pace per Agatha. Com'è quell'antico adagio? Stai attenta a ciò che desideri perché potresti ottenerlo. Ecco, questo è proprio ciò che accade alla nostra eroina in questo undicesimo romanzo.
Tornata nella familiare cornice di Carsely, nei Cotswolds, Agatha scopre che non è tutto oro quello che luccica, e James non è il marito che lei aveva sognato. Non c'è nessuna tenerezza tra loro; il dialogo è scarso, e James vorrebbe una moglie obbediente ed esemplare come un soldatino. la goccia che fa traboccare il vaso è la notizia che Agatha  - ora che ha molto tempo libero, non dovendo più dare la caccia al suo vicino - vorrebbe tornare al lavoro. James si oppone senza neanche chiedersi il perché di questa decisione. Così Agatha torna nel suo cottage sbattendo la porta, fino a che una giovane donna, Melissa, bussa alla sua porta recandole una notizia sconvolgente. Da qui in poi gli eventi precipitano. melissa viene uccisa; nel cottage di James ci sono segni di lotta e tracce di sangue, e James stesso sembra sparito nel nulla.
Agatha deve fare i conti con la dure realtà: non sa nulla di suo marito, non è nemmeno sicura che lui sia innocente. Masi aggrappa a questa convinzione come ad un salvagente.
 
Probabilmente si tratta del romanzo meno giallo della serie (almeno di quelli letti finora) e più "storia di Agatha". Tocca i temi già accennati in precedenza con più approfondimento e sensibilità.
I temi a cui mi riferisco sono l'amore non in giovane età, la solitudine, la vita di coppia. E mai come prima Agatha è un personaggio a tutto tondo, che soffre e acquista una sua dimensione al di là dei suoi buffi difetti e dello stereotipo della (ex) donna in carriera londinese burbera e competitiva.
Credo che si tratti anche di una tappa fondamentale della serie, una sorta di giro di boa, ma naturalmente ne avrò la conferma soltanto continuando la lettura.
In ogni caso resta un punto ferma per chi ama la serie e la sua protagonista. Un po' meno magari per chi è alla ricerca esclusivamente di un intreccio giallo.
Qui naturalmente l'intreccio c'è, ed è anche interessante - mi piace il tema della malattia mentale mescolato ad una indagine per omicidio, aggiunge un tocco di suspence in più al dipanarsi della storia - ma è strettamente legato alle vicende personali di Agatha perché possa essere apprezzato come romanzo a se stante.

Vi lascio con un'immagine di un cottage nei Cotswolds, gli altri grandi protagonisti di questa serie. Io adoro questa ambientazione.
Immagine tratta dal sito Visitengland.com

Voto: 7


Agatha Raisin e le fate di Fryfam...

...di M.C. Beaton.


La scheda del libro sul sito della Astoria Edizioni

Agatha irrequieta e infelice come sempre, al suo ritorno da Wyckhadden scopre che James è partito di nuovo, e una volta tanto, decide di non seguirlo, ma di andare a soggiornare nel Norfolk, perché un'indovina le ha detto che lì troverà l'amore. Scettica, ma troppo affranta per restare a Carsely, affitta un cottage a Fryfam. Ma qui non trova l'allegro e accogliente ambiente campagnolo dei Cotswolds, ma un gruppetto di signore infelici quanto lei e un pochetto acide. Per darsi un tono, racconto di essersi ritirata nella quiete del Norfolk per scrivere un romanzo, e per portare avanti la finzione scrive il primo capitolo di una giallo intitolato Omicidio al maniero, dove un proprietario terriero viene ucciso con un vecchio rasoio. E quando l'omicidio da lei descritto si verifica, Agatha si trova, come al solito, nei guai.
 
Ancora senza James e ancora in fuga, in questo decimo romanzo Agatha comincia a capire il valore di quello che ha lasciato nei Cotswolds. Laggiù si è fatta degli amici, e ci sono persone che tengono a lei. Eppure Agatha si autoimpone un lungo esilio nel Norfolk, ma già al suo arrivo capisce di aver fatto un errore. Perfino il paesaggio della contea le da noia (troppo piatto, dice lei, rimpiangendo le colline dei dintorni di Carsely).
A proposito, questo è il tipico paesaggio del Norfolk:
 
La foto è presa dal sito Shaping Norfolk's future
Il villaggio di Fryfam si rivela essere molto chiuso, e ha tradizioni e usi completamente sconosciute ad Agatha. Addirittura gli abitanti sussurrano a mezza voce che esseri antichi abitino le campagne, e quando Agatha vede delle luci ondeggiare nel suo giardino, non sa se credere a quello che ha visto, o preoccuparsi perché sta perdendo il senno.
Una serie di piccoli furti infastidisce la popolazione, fino al furto, proprio al maniero del villaggio, di un quadro di grande valore; al furto segue l'omicidio del signore del maniero, un ricco imprenditorie fissato con la nobiltà terriera e le sue anacronistiche abitudini.
Dunque abbiamo il furto di un quadro, un premio assicurativo a sei zeri, e l'omicidio di un uomo molto ricco. Tra i vari sospettati c'è che aveva interesse a commettere il furto, ma non l'omicidio e che viceversa avrebbe guadagnato dall'omicidio, ma non dal furto; c'è un testamento scomparso, una moglie infelice e un'amante con un marito particolarmente geloso e violento. La trama perciò si presenta particolarmente ingarbugliata. ma la soluzione si rivela all'altezza dell'intrigo, e non delude.
La sensazione è che quando non ci sia James tra i piedi, le indagini di Agatha ne guadagnino in interesse e vitalità.
 
Voto: 7

Agatha Raisin e la strega di Wyckhadden...

...di M. C. Beaton.



La scheda del libro sul sito della Astoria Edizioni

Dopo l'esito disastroso della sua ultima indagine (l'assassino ha usato sulla sua testa un sapone depilatorio) Agatha si rifugia nella località turistica di Wyckhadden a leccarsi le ferite. Qui alloggia in un alberghetto a conduzione familiare e conosce un gruppo di anziani ospiti fissi. Per sconfiggere la noia delle lunghe serata invernali, Agatha e il gruppetto fanno conoscenza con la strega del villaggio, che manco a dirlo, viene trovata assassinata in casa sua proprio da Agatha.
 
Altro giro, altra corsa. Agatha non sta mai ferma e la sua nona avventura si svolge stavolta in una ridente località balneare inglese... che poi tanto ridente non è perché siamo in pieno inverno e il clima inglese certo non fa sconti. Ma Agatha ha bisogno di allontanarsi un po', per aspettare che i capelli ricrescano come si deve (non vuole farsi vedere da James in quelle condizioni), e per mettere un po' di distanza fra lei e una relazione che non ingrana. A causa del clima e della scarsità di occasioni mondane, Agatha passa il suo tempo con un gruppetto di persone anziane che sono ospiti fissi dell'albergo, e con cui ha il terrore di venire accomunata a causa dell'età.
La strega del villaggio le vende una pozione che fa miracoli per i suoi capelli, e anche un filtro d'amore. Agatha è scettica, ma la lozione sembra far ricrescere a vista d'occhio i suoi capelli...magari anche il filtro potrebbe funzionare? Come già abbiamo imparato nelle precedenti avventure, Agatha non è proprio la tipica gentildonna inglese, e se può prendere una scorciatoia (leggasi: barare) lo fa senza pensarci due volte. E perciò proverà il filtro su una cavia ignara, penserà di aver trovato l'amore, e riuscirà a mandare tutto all'aria come solamente lei sa fare.
 
La vittima è appunto la strega del villaggio, alla cui morte ne segue ben presto un'altra, e la cerchia di sospettati è ristretta al gruppo di ospiti dell'albergo di Agatha.
Come nella miglior tradizione del giallo inglese, un gruppetto eterogeneo di persone con più di qualche segreto nel proprio passato, costretti dal caso e del clima all'interno di spazi ristretti, si trovano a dover affrontare l'eventualità che uno di loro sia un assassino.
 
Ho amato questo libro. Sia per la scarsa presenza di James (sempre più volubile e arrogante, in una parola, insopportabile), sia per l'ambientazione in una caratteristica località balneare inglese, con i padiglioni e il molo di legno su cui passeggiare e andare a respirare l'aria buona di mare.
 

Una cosa del genere, insomma. E io al fascino del tipicamente inglese non posso resistere. (A proposito, quella in foto è Worthing, nel West Sussex). Il gruppo ristretto, l'atmosfera opprimente e claustrofobica dell'albergo, il mistero che ruota intorna alla strega (erborista e indovina, o semplice ciarlatana) omaggiano i canoni classici del giallo inglese, aggiungendo il dirompente caratteraccio di Agatha come elemento di novità che riesce a scombinare le carte in tavola.

Agatha è tornata, ed è più in forma che mai.
Consigliato.

Voto: 7 e 1/2
 

sabato 3 settembre 2016

Agatha Raisin e il mago di Evesham...

...di M. C. Beaton.


La scheda del libro sul sito della Astoria Edizioni

Agatha decide che è arrivato il momento di prendersi più cura di se stessa. Sentendo, come sempre, la vecchiaia che incombe, e vedendo spuntare i primi capelli grigi, decide di recarsi da un parrucchiere di Evesham, villaggio vicino a Carsely. L'uomo, soprannominato il mago per la sua bravura, si rivela davvero un talento nel suo campo... almeno finchè non decide di farsi avvelenare nel suo negozio, sotto gli occhi di Agatha e altre clienti. 
Agatha indaga e scoprirà che Mr. John, così si faceva chiamare la vittima, aveva alle spalle un passato poco pulito.

E vabbè, prima o poi doveva succedere. Arrivata all'ottavo capitolo della serie di Agatha Raisin, mi sono trovata davanti una storia che non mi ha convinto fino in fondo. L'indagine è più inconcludente e pasticciata del solito; Agatha gira a vuoto più che mai. Stavolta le situazioni sono particolarmente forzate. Certo, capisco che ambientare una lunga serie di romanzi in un ambiente ristretto non è facile, e qualche forzatura ci sta (se ci soffermassimo sul tasso di omicidi dei Cotswolds dovremmo dedurre che siamo più o meno ai livelli di una zona di guerra) ma qui, secondo me, si esagera. Abbiamo una concentrazione di situazioni estreme (omicidi, vittime di reati che non denunciano, etc.) quantomeno inusuale per un piccolo villaggio. Mi spiego meglio.
Abbiamo una intera schiera di donne sposate insoddisfatte e facili da sedurre e da ricattare. Insomma, una o due ci possono anche stare ma di più?... possibile che poi le voci in paese non girino? Che il parrucchiere (il mago del titolo) non si faccia una fama negativa? Evesham non è Londra, tutta questa concentrazione di facili prede mi è sembrata un po' sospetta.
Anche la soluzione del mistero è deludente. Insomma, alla fine il colpevole è sotto gli occhi, ed è la categoria di "colpevoli" più scontata del mondo (no, non è il maggiordomo, ma siamo a quel livello) che risulta davvero difficile pensare che la polizia non abbia indagato in quella direzione e ci sia voluta l'intuizione di Agatha per svelare le trame del colpevole.
In questo romanzo più che negli altri sembra proprio che la polizia si sia assopita. Mentre Agatha gira a vuoto si spera che almeno loro procedano con ordine e metodo e invece no.

Agatha resta sempre la brillante pasticciona scorbutica e combinaguai. Sempre più clueless quando si tratta di uomini, ma sempre determinata a spuntarla ogni oltre previsione. La protagonista è l'unica cosa che salvo di questo romanzo.

Da leggere soltanto come punto di passaggio verso i prossimi romanzi della serie.

Voto: 6

venerdì 2 settembre 2016

Agatha Raisin e la sorgente della morte...

...di M. C. Beaton.



La scheda del libro sul sito della Astoria Edizioni.

Agatha Raisin, 50enne ex PR londinese, è appena tornata da Cipro dove ha tentato di rimettere insieme i pezzi della sua relazione con James Lacey, suo vicino di casa alquanto incostante e sfuggente. Abbandonata e ignorata da James, accetta di svolgere un lavoro di pubbliche relazione da free lance per una ditta che ha intenzione di commercializzare l'acqua di una sorgente in un villaggio vicino. Ma l'opposizione al progetto è molto più feroce di quello che Agatha immagina, e alla fine ci scapperà pure un omicidio.
 
In questo settimo volume della serie, Agatha si trova a dover coniugare le due metà del suo mondo: l'attività come PR e la vita tranquilla e a misura d'uomo dei Cotswolds, che oramai fa parte di lei più di quanto le piaccia ammettere. E in questa storia le due anime di Agatha si scontrano, perché è lei - indirettamente - a portare scompiglio nella placida routine di un villaggio vicino Carsely, accettando di curare il lancio sul mercato di una nuova acqua minerale.
I residenti sono divisi, e così lo sono i consiglieri comunali: tre sono a favore, tre contro, e il presidente del Consiglio, che deve ancora esprimersi, viene assassinato prima di rendere nota la sua decisione. Dunque, quale fazione aveva interesse a zittirlo per sempre?
Come al solito, la tranquilla campagna inglese è tranquilla solo se osservata dall'esterno; l'ironico compiacimento con cui M. C. Beaton porta alla luce le sottili perfidie di questa realtà vale da solo il prezzo del biglietto.
 
Come sempre l'indagine è svolta da Agatha insieme a James, che sembra disponibile solo quando si tratta di svelare un mistero, mentre per qualunque altra cosa resta l'uomo più enigmatico e sfuggente del mondo. Incomprensibili le sue crisi di gelosia quando Agatha inizia ad uscire con il suo datore di lavoro; ancora una volta bisogna constatare che l'immaturità sentimentale di Agatha impallidisce davanti all'incoerenza di James Lacey, che è attratto da Agatha per la sua non convenzionalità, ma allo stesso tempo la vorrebbe ferma, immobile e a distanza di sicurezza. Quasi come un soprammobile bizzarro da ammirare. 
 
Al primo omicidio ne segue un altro, e sarà proprio un particolare che non torna in questo secondo delitto a mettere Agatha sulla strada buona per smascherare il colpevole. L'indagine viene un po' tirata per le lunghe a causa del triangolo Agatha -James - Guy Freemont (il titolare dell'azienda che imbottiglia l'acqua).
Apprezzabile più dai i fan di Agatha, che da chi è alla ricerca di un buon giallo senza tante complicazioni sentimentali, La sorgente della morte resta comunque una tappa fondamentale nella serie, e un romanzo che tutto sommato merita la sufficienza.
 
Voto: 6 e 1/2

Agatha Raisin e la turista terribile...

di M. C. Beaton.


La scheda del libro sul sito della Astoria Edizioni

Dopo che il loro matrimonio è andato a monte, James fugge all'estero, a Cipro, per la precisione, e Agatha gli corre dietro. Qui conosce, suo malgrado, alcuni turisti inglesi. Due gruppi di tre persone  che hanno fatto amicizia in vacanza, e che peggio assortiti di così non potrebbero essere. Nonostante le evidenti diversità di cultura, modi, atteggiamenti e pensieri, sembrano andare più o meno d'accordo, finchè una di loro non viene assassinata praticamente sotto gli occhi degli altri (e di Agatha).

Con un audace cambio di scena, M.C. Beaton porta Agatha fuori dalla consueta e conosciuta cornice del villaggio di Carsely, nei Cotswolds, e ci trasporta a Cipro. Agatha insegue James in un'isola infuocata dal sole e i guai inseguono lei.
Cipro è una ambientazione ben descritta e molto presente. Ho letto che molti lettori fedeli della serie non hanno gradito la location extra britannica; io invece apprezzo molto lo sforzo che l'autrice fa per offrirci ambientazioni nuove e non ripetitive. Anche a me piace la cara, vecchia Inghilterra, ma non si può pretendere certo che una serie così longeva rimanga confinata tra le colline dei Cotswolds, in un paesino di poche anime.
Inoltre l'ambientazione, che per certi versi rieccheggia (o forse omaggia) quelle esotiche care ad Agatha Christie: l'Egitto di Assassinio sul Nilo o il Medio Oriente de La domatrice,  sarà pure mediterranea, ma i protagonisti rimangono i cittadini inglesi, con le loro manie, i loro tic e anche il loro snobismo. 
Agatha si meraviglia di come persone di estrazione sociale tanto diversa possano aver fatto amicizia e sembrare così affiatati. Il primo trio di turisti (una coppia di mezza età e un amico di famiglia) è composto da persone altolocate, snob ed eleganti; il secondo trio (una giovane coppia e un anziano amico di famiglia) sono cd. nuovi ricchi, volgarotti e chiassosi.
Un romanzo all'apparenza leggero come questo ci svela molto sulla società inglese, che non sembra essersi mai liberata da un certo classismo e da un radicato snobismo.
 
Quando la giovane donna del secondo trio viene uccisa, vengono alla luce tanti piccoli dettagli che svelano che in fondo il gruppo non era affiatato come sembrava.Sospettata, come tutti i presenti, dell'omicidio, Agatha decide di indagare.
Le indagini sono rallentate dalla situazione sentimentale della nostra eroina, sempre più immatura in fatto di uomini, divisa com'è fra James, distante e distratto come sempre, che però non ha il fegato di mettere la parola fine alla sua storia con Agatha (e come al solito preferisce darsi alla fuga quando le cose si complicano), e sir Charles, il baronetto conosciuto durante l'indagine descritta ne I camminatori di Dembley.
 
Forse non il più brillante dei romanzi di cui Agatha Raisin è protagonista, ma sicuramente un romanzo godibile e un giallo abbastanza interessante.
 
Voto: 6 e 1/2
 

mercoledì 31 agosto 2016

Agatha Raisin e il matrimonio assassino...

...di M.C. Beaton.


 

La scheda del libro sul sito della Astoria Edizioni.

E così finalmente Agatha ce l'ha fatta. Dopo l'ultimo caso risolto insieme, finalmente James Lacey, il suo bel vicino, ha deciso di chiederle di sposarlo. Agatha, crogiolandosi nella sua felicità, dimentica un piccolo, piccolissimo particolare. Il suo primo marito, Jimmy Raisin, non è morto come lei ha raccontato a James, ma è sparito chissà dove, e decide di ricomparire giusto in tempo per mandare a monte le nozze... e per farsi ammazzare. Agatha, sospettata numero uno, decide di indagare.
 
Eccoci arrivati al quinto romanzo della serie di Agatha Raisin.
Agatha è sempre uguale a se stessa, e forse è per questo che la amiamo. In fondo è rimasta la bambina spaventata e affamata dei bassifondi di Birmingham, e quando vede la possibilità di realizzare il suo sogno (sposarsi, essere felice, e allontanare la solitudine e la vecchiaia incombenti) decide di fare quello che fa di solito: prendere una scorciatoia. In parole povere, barare. Il fatto che nelle precedenti occasioni barare non si sia rivelata una buona idea non ferma la nostra eroina.
Questa volta, a mandare a monte i suoi piani, interviene Roy Silver, ex dipendente e amico (amico?) di Agatha, che per invidia e gelosia rintraccia Jimmy Raisin e lo spedisce a Carsely.
Il matrimonio ovviamente va a monte, James furioso abbandona Agatha, e Jimmy finisce ammazzato dopo che lei l'aveva minacciato di morte.
 
E' interessante notare come in ogni romanzo l'autrice ponga particolare cura nell'ampliare scenari e comprimari della storia, per evitare che la trama risulti piatta o monotona. Non ho ancora incontrato quel senso di già letto che in una serie che conta numerosi volumi (venticinque in lingua originale, di cui solo la metà tradotti in italiano, per ora) è un pericolo sempre dietro l'angolo.
Lo spunto interessante questa volta è fornito da un caso che riguarda in prima persona il passato di Agatha, personaggio a cui il lettore, a questo punto, ha finito per affezionarsi. Un passato raccontato, accennato, ma che non avevamo mai avuto modo di conoscere direttamente.
 
Una menzione speciale merita l'evoluzione del rapporto fra Agatha e James.
Nei primi volumi l'analfabeta sentimentale, per così dire, sembrava essere lei, con la sua mancanza di tatto, la sua invadenza, e la sua caccia scoperta e senza vergogna al bel vicino.
E anche se Agatha è ancora ben lontana dal prendere una laurea in questa materia, davanti ai nostri occhi i rapporti di forza mutano; Agatha comincia lentamente a comprendere le esigenze di James, mentre lui, in realtà, rimane fermo sulle sue posizioni. Certo, lei gli piace, è una donna forte e intelligente; ne è attratto, ma non abbastanza da cercare un compromesso con le sue (numerose) imperfezioni.
In una parola James Lacey è una persona rigida. Così come Agatha è veloce all'ira, ma altrettanto veloce nel perdono, lui è privo di elasticità e tenerezza. La sua reazione, di fronte alla menzogna della futura moglie, è semplicemente la fuga, l'abbandono, prima di tutto emotivo e poi fisico.
 
Quindi niente ...e vissero felici e contenti per la nostra eroina, che si butta a capofitto in questa indagine un po' per disperazione, un po' per necessità. Col suo modo di indagare brancolando nel buio per larga parte del romanzo, ben consapevole però che portare a galla gli scheletri nell'armadio delle persone coinvolte alla lunga funziona, Agatha risolverà il mistero, ma non sbroglierà la matassa della sua vita sentimentale, che si ingarbuglierà ancora di più.
 
Voto: 7
 
 

Agatha Raisin e i camminatori di Dembley...

...di M.C. Beaton.



La scheda del libro sul sito della Astoria Edizioni

Agatha torna da Londra dopo un periodo di sei mesi trascorsi a lavorare in una azienda di pubbliche relazioni. L'aveva promesso a Roy Silver, suo ex dipendente, in cambio dell'aiuto per barare all'esposizione di piante denominata Giardini Aperti di Carsely (eh sì, Agatha perde il pelo ma non il vizio!). Finchè si era trovata a Londra, anelava a tornare a Carsley, ma appena tornata lo smarrimento e la solitudine sembrano impadronirsi di nuovo di lei. Il bel vicino James non sembra così felice di rivederla, e Agatha vorrebbe escogitare qualcosa per avvicinarlo a lei.
Quando nel vicino paese di Dembley un omicidio sconvolge un gruppo di nome I camminatori di Dembley, Agatha viene coinvolta nelle indagine ed è ben lieta di farsi aiutare da James. 
 
E così siamo giunti al quarto romanzo della serie di Agatha Raisin. Della protagonista abbiamo già detto molto nelle precedenti recensioni: ex P.R., 53 anni, dispotica, brusca e autoritaria, Agatha non è cattiva. E' semplicemente una persona affamata d'affetto. Dotata della delicatezza di un rinoceronte e della fame d'amore di un bambino, il suo metodo investigativo è sicuramente poco ortodosso, ma efficace. In realtà i suoi metodi, qualunque sia lo scopo, sono sempre poco ortodossi ma efficaci.
Agatha non è esattamente la reginetta del ballo; capisce poco di sentimenti (specialmente dei suoi), e agisce di impulso e senza indorare la pillola. ma incredibilmente questa formula funziona, ed affascina il lettore.

Convenientemente l'autrice decide di allargare un po' gli orizzonti della nostra eroina, e allo stesso tempo introduce nuovi personaggi, uno dei quali, sir Charles, diventerà una presenza ricorrente.
Sir Charles è un baronetto con una vasta tenuta a Dembley, alla ricerca di una compagna di vita. Coinvolto nella vicenda e sospettato dell'omicidio, avrà modo di conoscere e apprezzare il multiforme ingegno di Agatha.
 
Ampio spazio viene dedicato anche ai personaggi secondari del romanzo e ai numerosi comprimari. La scelta introdurre nuove ambientazione e nuovi tematiche rispetto ai meccanismi ormai collaudati della vita di Carsely non può che essere apprezzabile; dopo tre romanzi, un quarto cadavere ancora nel piccolo villaggio di Carsely sarebbe suonato strano e forzato, senza contare il rischio concreto che la narrazione apparisse piatta e ripetitiva.
Ecco, quasi a prevenire i nostri dubbi, M.C. Beaton tira fuori altre carte dal suo mazzo e le butta sul tavolo.
Abbiamo un'associazione chiusa, di cui Agatha non fa parte (almeno fino a poco tempo fa) e delle cui persone in realtà non sa nulla. Coinvolta nelle indagini da una compaesana preoccupata per la nipote, membro dei camminatori di Dembley, Agatha si troverà ad indagare, accompagnata come sempre da un riluttante James.
 
Questo romanzo, nel suo svolgimento, somiglia ad un gioco di prestigio. L'autrice ci mette davanti agli occhi il colpevole e il movente, in modo che siano bene in vista, ma con un furbo gesto della mano distrae la nostra attenzione fino all'epilogo.
Non a caso anche Agatha, ancora una volta, aveva preso una cantonata gigantesca. Ma alla fin fin Agatha cade sempre in piedi, e riuscirà a sbrogliare in extremis la matassa.
 
Voto: 7
 

Agatha Raisin e la giardiniera invasata...

...di M. C. Beaton.


La scheda del libro sul sito della Astoria Edizioni

Agatha Raisin è tornata dalle vacanze per scoprire che il suo affascinante ma sfuggente vicino James ha una nuova simpatia: è Mary Fortune, una nuova arrivata a Carsely, bella donna e giardiniera provetta. Ad Agatha risulta immediatamente antipatica ... è solo gelosia, oppure c'è qualcosa di strano in quella donna, che si comporta in maniera bizzarra e spesso crudele?
Mentre la Giornata dei Giardini Aperti si avvicina, ed Agatha è decisa a primeggiare a tutti i costi, strane cose cominciano ad accadere, atti di vandalismo, pesciolini uccisi, ed alla fine un omicidio. Pane per i denti di Agatha.
 
La protagonista Agatha Raisin questa volta si trova a dover affrontare un sentimento che finora le era sconosciuto: la gelosia. James non gradisce he gli si dia la caccia e preferisce alla compagnia di Agatha quella di Mary Fortune, donna interessante e sicura di sé, che non ha bisogno di correre dietro agli uomini per farsi notare.
Eppure c'è qualcosa di strano nel suo modo di comportarsi; osservazioni crudeli buttate lì in modo apparentemente innocuo e giocoso.
 
“Quel tuo amichetto muso giallo è andato in giro a ficcare il naso in tutti i nostri giardini,” disse Mary con aria languida. Agatha la guardò, irritata. “A volte non ti capisco proprio, Mary,” disse. “Sei sempre così gentile e poi ogni tanto salti su con qualche osservazione sgradevole. Il mio amico, Bill Wong, è cinese per metà. Sua madre è di Evesham. Non mi va che qualcuno lo chiami muso giallo.” Mary rise. “Credo che tu abbia una simpatia per lui, Agatha. Mi sa che ho trovato il tuo punto debole.” Il suo sguardo si spostò su Roy, che stava tornando. “Ti piacciono giovani.” “Non fare la stronza con me, Mary,” disse Agatha, con gli occhi ridotti a fessure. “Ho avuto a che fare con stronzi professionisti, io.”
 
Agatha è la prima ad accorgersene, e quando Mary viene trovata morta con la testa infilata in un vaso da giardiniere, non può fare a meno di pensare che il carattere orribile di Mary debba esser collegato all'omicidio.
E così Agatha, coadiuvata da James, indaga.
Il modus operandi è sempre quello: Agatha con il "tatto" ( o sarebbe meglio dire con l'assenza di esso) cerca di mettere a nudo le piccole meschinità della vita di campagna. Solleva la cortina di ipocrisia così ben tenuta e curata, guadagnandosi la fama di "vecchia impicciona".
Eppure il suo metodo è efficace, sia per la risoluzione delle indagini sia per la soddisfazione del lettore.
Ho adorato andarmene in giro per Carsely insieme a Agatha, domandando, spiando, discutendo.
In questo romanzo ancor di più che nei precedenti, la vita del villaggio è in protagonista. Ho sentito gli echi dei placidi gialli campagnoli di Miss Marple mentre Agatha e James vanno con una scusa di casa in casa per scoprire cosa ci fosse sotto la patina di cordialità di Mary Fortune, e cosa davvero i paesani pensassero di lei.
Alla fine il colpevole appare la persona meno probabile a prima vista; ma anche l'unica persona, a conti fatti, che aveva modo, movente e opportunità.
L'allegro (e un po' disincantato) spaccato di vita della campagna inglese che M.C. Beaton ci offre è promosso anche come romanzo giallo.
L'unica cosa che mi impedisce di dargli un voto più alto è la sua caratteristica di giallo atipico, dove le indagini non sono né rigorose, né ben organizzate.  Gli indizi non sono ordinati e si procede a tentoni. Ma ci si diverte molto mentre si procede.
 
Voto: 7.