tag:blogger.com,1999:blog-38770054087635462272024-03-06T06:03:24.108+01:00Pane, libri e mocaccinoLeggere vuol dire spogliarsi d'ogni intenzione e d'ogni partito preso, per essere pronti a cogliere una voce che si fa sentire quanto meno ci s'aspetti, una voce che viene non si sa da dove, da qualche parte al di là del libro, al di là dell'autore, al di là delle convenzioni della scrittura. (I. Calvino)Lissehttp://www.blogger.com/profile/15253167968416021842noreply@blogger.comBlogger481125tag:blogger.com,1999:blog-3877005408763546227.post-3485301499083696242023-05-17T18:38:00.005+02:002023-05-17T18:38:57.767+02:00La libreria dei gatti neri...<p> ... di Piergiorgio Pulixi.</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj2Elc9-ShFEpAaB2eKLPj1GjX0zFdh-iZ-BctYzJIN5ZMy6N6k9pxKo_HUCLMOVnYbhS0scMPwjQoPme5D1MlheNXyuc8I6oO3uP873YLea2ihMrfcIsKqs3T-_7nyQRDptRNeH6M7DnxylXvyxFkhCfJoD-3rfQEMEX_iTichpUCM097mTh9XrHPR/s813/lib.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="813" data-original-width="536" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj2Elc9-ShFEpAaB2eKLPj1GjX0zFdh-iZ-BctYzJIN5ZMy6N6k9pxKo_HUCLMOVnYbhS0scMPwjQoPme5D1MlheNXyuc8I6oO3uP873YLea2ihMrfcIsKqs3T-_7nyQRDptRNeH6M7DnxylXvyxFkhCfJoD-3rfQEMEX_iTichpUCM097mTh9XrHPR/s320/lib.jpg" width="211" /></a></div><i>«Un pensionato malinconico, un frate fin troppo vivace, un’ottantenne fissata con i serial </i><i>killer, una ragazzina che si veste dark e sogna di uccidere qualcuno
e un libraio sull’orlo del fallimento. È davvero questa la combriccola
di investigatori a cui vuoi affidare la tua indagine?»</i><div style="text-align: justify;">
Grande appassionato di gialli, Marzio
Montecristo ha aperto da qualche anno nel centro di Cagliari una piccola
libreria specializzata in romanzi polizieschi. Il nome della libreria,
Les Chats Noirs, è un omaggio ai due gatti neri che un giorno si sono
presentati in negozio e non se ne sono più andati, da lui soprannominati
Miss Marple e Poirot. Nonostante il brutto carattere del proprietario,
la libreria è molto frequentata, ed è Patricia, la giovane
collaboratrice di Montecristo, di origini eritree, a salvare i clienti
dalle sfuriate del titolare. La libreria ha anche un gruppo di lettura,
“gli investigatori del martedì”, un manipolo di super esperti di gialli
che si riuniscono dopo la chiusura per discettare del romanzo della
settimana. È una banda mal assembrata ma molto unita, di cui Marzio è
diventato l’anima, suo malgrado. Un anno prima il gruppo si è dimostrato
capace di aiutare una vecchia amica di Montecristo a risolvere un vero
caso da tutti considerato senza speranza. Ora la sovrintendente Angela
Dimase torna a chiedere la loro collaborazione per un’indagine che le
sta togliendo il sonno: un uomo incappucciato si è presentato a casa di
una famiglia, ha immobilizzato due coniugi e il loro figlioletto e ha
intimato all’uomo di scegliere chi doveva morire tra la moglie e il
figlio; se non avesse deciso entro un minuto, li avrebbe uccisi tutti e
due. Il sadico killer viene presto soprannominato «l’assassino delle
clessidre», visto che sulla scena del crimine ne lascia sempre una.
Riusciranno gli improbabili “investigatori del martedì” a sbrogliare
anche questo caso, intricato quanto agghiacciante, permettendo alla
polizia di fermare il feroce assassino prima che colpisca di nuovo? </div><div style="text-align: justify;"> </div><div style="text-align: justify;">L'ultimo libro di Pulixi, recensito su questo blog, non mi aveva fatto una grande impressione, però, ehi, chi sono io per resistere al fascino di un giallo ambientato in una libreria? In una libreria che vende gialli? In una libreria che vende gialli e le cui mascotte sono due gatti chiamati Poirot e Miss Marple?</div><div style="text-align: justify;">Sono una lettrice di gialli semplice, se infili nel tuo romanzo citazioni letterarie dell'epoca d'oro del giallo, e mi strizzi l'occhio una pagina sì e una no, io non posso resistere.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Purtroppo, benchè abbia apprezzato tantissimo i vari omaggi letterari disseminati tra le pagine del romanzo, non posso dire che<i> La libreria dei gatti neri</i> mi abbia convinto fino in fondo.</div><div style="text-align: justify;"> </div><div style="text-align: justify;">Marzio Montecristo è un gran bel personaggio, devo riconoscerlo. Caustico, sfacciato, franco fino all'eccesso, colto e in fondo umano, sa catturare l'attenzione del lettore.</div><div style="text-align: justify;">Peccato non possa dirsi lo stesso dei suoi comprimari, gli investigatori del martedì, di cui a stento ricordo i nomi. Ci sono tanto per riempire gli spazi vuoti, ma non sono davvero caratterizzati, ed a pensarci bene, qualcuno di loro potrebbe essere eliminato e il lettore neanche se ne accorgerebbe.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">La trama, sebbene parta "col botto", e sia piuttosto intrigante, si affloscia man mano che viene sviluppata. Non perchè la storia non sia meritevole di attenzione, ma perchè viene, a parer mio, banalizzata dall'autore.</div><div style="text-align: justify;">Cercando di non fare spoiler, due sono stati gli elementi che hanno spento il mio entuisiasmo. Il primo, è che gli investigatori del martedì hanno trovato la soluzione al caso collegandosi ad un sito e scaricando una serie di informazioni. Perchè trovo così scandalosa questa cosa? Semplicemente perchè le informazioni scaricate erano dati sensibili che NON SONO ASSOLUTAMENTE A DISPOSIZIONE DEL PUBBLICO. E attenzione: i protagonisti non hackerano il sito, si collegano e scaricano. Altra domanda che mi sono fatta, a riguardo, è stato come mai la polizia non abbia minimamente pensato di ottenere questi banalissimi dati per risolvere il caso e trovare collegamento tra le vittime e movente. Questo sì resta un mistero.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Secondo elemento deludente, la vera ciligina sulla torta, è il seguiente. Il colpevole viene incastrato mostrando a un testimone una foto del suddetto colpevole modificata facendo indossare alla figura in foto un passamontagna. E il testimone identifica senza ombra di dubbio l'assassino. Da una foto di un tizio in passamontagna. Ho già detto che il tizio in foto indossava un passamontagna?</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Altra cosa che mi ha infastidito, è stata che questa: il romanzo strizza l'occhio agli amanti del giallo classico, gioca con le citazioni letterarie e le atmosfere classiche, ma contravviene a due delle regole del <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Decalogo_di_Knox" target="_blank">Decalogo di Knox</a> per il giallo deduttivo. In particolare, viola la n. 8: <i>l'investigatore non può scoprire alcun indizio che non sia istantaneamente presentato anche al lettore</i>. Per carità, trattasi di una scelta legittima dell'autore, ma una scelta che io trovo molto, molto fastidiosa.</div><div style="text-align: justify;">Per quel che riguarda l'altra regola violata, lascio ai lettori il compito di scoprirla.</div><div style="text-align: justify;"> </div><div style="text-align: justify;">In sintesi, <i>La libreria dei gatti neri</i> mi è sembrato un giallo con un buon protagonista e con una bella idea di partenza che però è stata sviluppata in maniera superficiale e pigra, quasi come se l'autore non avesse voglia di impegnarsi più di tanto per sbrogliare la matassa da lui stesso creata.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Voto:5<br /></div>Lissehttp://www.blogger.com/profile/15253167968416021842noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3877005408763546227.post-61115214312491686772022-11-04T12:43:00.000+01:002022-11-04T12:43:46.083+01:00La settima luna...<p> ...di Piergiorgio Pulixi.</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjoUkaQQBqlwpsC6bH2mVX5NNM1RihUdxq8-bbuI-8efJyR4GMvg9hMT19HHMdCMVSjALwhoQ1dYQFr32QBXzf4pP7VlfCcX5uVm23PQRdGCx2u6HVTrAJ6OK9KlZMLD-tGux1lo_GnxSbz1F2MzdeER551KcjwAmwMVrlzsH09hvCvyn15YxUEF0Cu/s827/9788817163118_0_536_0_75.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="827" data-original-width="536" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjoUkaQQBqlwpsC6bH2mVX5NNM1RihUdxq8-bbuI-8efJyR4GMvg9hMT19HHMdCMVSjALwhoQ1dYQFr32QBXzf4pP7VlfCcX5uVm23PQRdGCx2u6HVTrAJ6OK9KlZMLD-tGux1lo_GnxSbz1F2MzdeER551KcjwAmwMVrlzsH09hvCvyn15YxUEF0Cu/s320/9788817163118_0_536_0_75.jpg" width="207" /></a></div><p style="text-align: justify;">Il vicequestore Vito Strega sta festeggiando in uno splendido hotel nel Supramonte, in Sardegna, la risoluzione di un difficile caso. Con lui c'è la sua squadra, composta dagli ispettori Eva Croce, Mara Rais e Bepi Pavan.</p><p style="text-align: justify;">La meritata vacanza viene interrotta da una telefonata della questura di Pavia. In una zona paludosa del Parco del Ticino, nei pressi di Garlasco, è stato ritrovato il cadavere di una ragazza nuda, legata ed inginocchiata, con indossa una maschera bovina. La scena del crimine ricorda molto da vicino un vecchio caso risolto da Vito Strega, e nessuno meglio di lui e della sua squadra lo conosce. C'è un emulatore in libertà? O qualcuno sta cercando di attirare l'attenzione del vicequestore e dei suoi? </p><p style="text-align: justify;">Cominciamo questa recensione con un bel disclaimer: questo romanzo è il quarto di una serie, ma io ne ho affrontato la lettura senza leggere i precedenti. So benissimo che non si dovrebbe fare, ma io l'ho fatto <strike>perchè sono una figlia del demonio</strike> perchè mi è capitata la possibilità di prenderlo in prestito da un'amica, ed ero curiosa di leggere qualcosa di questo autore. Dunque qualcuno dei rilievi che farò potrebbe essere dettato dal fatto che sono piombata su questa serie noir partendo dalla fine.</p><p style="text-align: justify;">Vito Strega e la sua affiatatissima squadra non si sono ancora ripresi dalla risoluzione del caso precedente, quello di un serial killer noto come il Dentista (e onestamente non voglio sapere il perchè di questo soprannome), quando sono chiamati in soccorso della questura di Pavia, per indagare su un caso che inizialmente pareva essere una "banale" scomparsa, ma che purtroppo si rivela un efferato omicidio, con dettagli rituali che ricordano qualcosa di cui Strega si è già occupato anni prima.</p><p style="text-align: justify;">Teresa Polello, ragazza modello, amata da tutti, bella, intelligente, buona, <strike>salutava sempre,</strike> scompare nel nulla per diversi giorni, fino al ritrovamento del suo cadavere, che trasforma le ricerche di una persona scomparsa in una delicata indagine per omicidio, indagine condotta col timore che si tratti dell'opera di una serial killer che potrebbe colpire ancora.</p><p style="text-align: justify;">La prima cosa che mi ha lasciata perplessa è stato il fatto che l'indagine vera e proprio inizia verso la metà del romanzo. Prima, ci sono circa 200 pagine in cui Strega e i suoi si danno (metaforicamente parlando) grosse pacche sulle spalle complimentandosi per la brillante risoluzione del caso del Dentista (e dopo la ventesima volta che mi si ricorda che il caso è stato brillantemente risolto, ecco, credo di aver capito, grazie per la premura, comunque) mentre nei dintorni di Garlasco polizia e volontari cercano senza sosta una donna scomparsa e sospettano un allontanamento volontario. </p><p style="text-align: justify;">Questo dilatarsi del prologo del romanzo non mi ha colpita favorevolmente, e mi ha anche un po' annoiata. Certo, magari ha aiutatato a conoscere meglio i personaggi, ma arrivati al quarto volume di una serie, c'è davvero bisogno di un così corposo numero di pagine per riprendere le fila delle vicende di Strega & co.?</p><p style="text-align: justify;">I personaggi poi, sono un altro punto che mi ha lasciato perplessa. Ho trovato fastidiosissima la tendenza degli stessi a fare commenti e battute sull'aspetto fisico e sul peso di chiunque, soprattutto colleghi, anche conosciuti da poco. Capisco il clima goliardico e cameratesco creatosi tra i membri della squadra, ma a parer mio la tendenza è esagerata, e il troppo stroppia. Allo stesso tempo, oltre a queste continue battutine sul peso di Bepi Pavan, o sul peso di chiunque, o sull'altezza di una collega appena conosciuta, o addirittura sui problemi neurologici di un agente ferito in servizio, mi sembra che i personaggi siano caratterizzati poco o nulla, tratteggiati più attraverso clichè che attraverso un vero approfondimento. La diversa provenienza geografica dei membri della squadra sottolineata inserendo frasi in dialetto ne è un esempio. Non solo non basta a rendere originale, unico, riconoscibile un personaggio, ma è anche una abusata scorciatoia per tratteggiare un personaggio, a parer mio.<br /></p><p style="text-align: justify;">Un dettaglio poi verso la fine del romanzo ha rafforzato la mia idea che i personaggi siano scarsamente approfonditi e "curati", per così dire: durante una scena d'azione un agente che collabora con Strega viene ferito in modo serio (e abbastanza raccapriciante); subito dopo la risoluzione del conflitto, di questo agente perdiamo le tracce, Strega abbraccia i suoi sollevato per lo scampato pericolo, lui e le ispettrici ricominciano a darsi (metaforicamente parlando) grosse pacche sulle spalle per aver superato una situazione difficile, e nessuno che spenda una parola per chiedersi come sta X (non faccio il nome per non fare spoiler). Non sappiamo neanche se X sia vivo o morto, o sia stato almeno caricato su di un'ambulanza. Ma per carità, l'importante è che Pulixi si premuri di farci sapere che Vito Strega considera i suoi collaboratori come la sua famiglia.</p><p style="text-align: justify;">Lo svolgimento della trama, nella seconda metà del romanzo, è moderatamente interessante; diverse false piste vengono indagate, poi abbandonate, poi riprese, il che rende l'impianto narrativo credibile e anche sufficientemente movimentato. Il finale non è scontato ma allo stesso tempo, chiuso il volume, non sono riuscita a togliermi di dosso quella sensazione di "già letto, già visto". </p><p style="text-align: justify;">Voto: 6-<br /></p><p style="text-align: justify;"> <br /></p>Lissehttp://www.blogger.com/profile/15253167968416021842noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-3877005408763546227.post-28582237056383804592022-10-05T19:59:00.007+02:002022-10-05T19:59:53.857+02:00Io ti ho trovato...<p>... di Lisa Jewell.</p><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjihry2MnuESmDUFGvxMGc6ZxlDNfOKJ029j_5nLkBGV4xaFYRNl9tOUZ9EbulgUVTEdQXZa0lIybwiND8v6SNwiXR_t1GsfaYWsV43lgEz3Zn9_4gjpcLg8RqQxb6g8EIzGGpTyGu8mU4tezSkXddr1nWGvyVy_Hcym-GZKnWB01uc14VOxMDYcfNU/s1417/71p9zcRbIGL.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1417" data-original-width="923" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjihry2MnuESmDUFGvxMGc6ZxlDNfOKJ029j_5nLkBGV4xaFYRNl9tOUZ9EbulgUVTEdQXZa0lIybwiND8v6SNwiXR_t1GsfaYWsV43lgEz3Zn9_4gjpcLg8RqQxb6g8EIzGGpTyGu8mU4tezSkXddr1nWGvyVy_Hcym-GZKnWB01uc14VOxMDYcfNU/s320/71p9zcRbIGL.jpg" width="208" /></a></div><p></p><p style="text-align: justify;">Alice Lake vive in un piccola cottage sulla costa dello Yorkshire con i
suoi tre figli, due cani e tanti problemi. Un giorno vede un uomo seduto
sulla sabbia, sotto la pioggia, e senza pensarci troppo, lo avvicina e,
quando scopre che l'uomo non ricorda neanche il suo nome, decide di
offrirgli aiuto e un riparo.</p><p style="text-align: justify;">In quello stesso villaggio, vent'anni prima, una tragedia senza colpevoli e senza risposte aveva coinvolto tre adolescenti.<br /></p><p style="text-align: justify;">Quella stessa sera, a Londra, una donna denuncia la scomparsa del marito, Carl Monrose.</p><p style="text-align: left;">Tre storie all'apparenza distanti, ma che hanno qualcosa che le lega, un segreto ben custodito, in grando di mettere in pericolo la vita di Alice e della sua famiglia.</p><p style="text-align: justify;">Lisa Jewell è l'autrice di <i><a href="http://panelibriemocaccino.blogspot.com/2019/01/ellie-allimprovviso.html" target="_blank">Ellie all'improvviso</a> , </i>un thriller psicologico molto ben costruito. Con <i>Io ti ho trovato</i>, Jewell si conferma una abilissima narratrice, non delude le aspettative e ci regala un altro thriller ben scritto, lucido, solido, razionale, dove le motivazioni dei personaggi sono credibili e la loro psicologia ben approfondita e descritta.</p><p style="text-align: justify;">La trama si sviluppa su tre livelli, due nel presente e uno nel passato; tutti e tre hanno pari peso narrativo, alternandosi con regolarità e costruendo con inesoarabile lentezza un'atmosfera di dramma incombente che spinge il lettore a leggere ancora una pagina, o due...o dieci.</p><p style="text-align: justify;">I protagonisti sono Alice, donna dalla vita complicata, pochi soldi, tre figli da tre uomini diversi, che però non ha ancora persona la fiducia nel genere umano, ed è disposta ad aprire la sua casa ad uno sconosciuto semplicemente perchèlo vede disperato. Non le importano le chiacchiere velenose degli abitanti del villaggio. Alice fa quello che ritiene giusto, e nonostante le sue fragilità e il disordine enlla sua vita è un bell'esempio di donna forte <br /></p><p style="text-align: justify;">Lyly Monrose probabilmente è l'opposto di Alice; all'apparenza ha una vita perfetta, agiata ed appagante. Ma quando è costretta a cercare suo marito Carl, uomo perfetto, compagno devoto e innamorato, il quale una sera non è rientrato dal lavoro e sembra semplicemente svanito nel nulla, si ritrova a mettere in discussione ogni cosa. La polizia guarda Lily con sufficienza, convinta che l'uomo l'abbia semplicemente lasciata e abbia fatto perdere le sue tracce, ma continuando a scavare nella vita di suo marito, la donna trova parecchie cose che non quadrano.</p><p style="text-align: justify;">Infine, negli anni 90, una famiglia tranquilla e felice è in vacanza nello Yorkshire. Gray e Kristie, i due figli adolescenti, fanno quello che tutti gli adolescenti del mondo fanno: stringono amicizie, si innamorano, vanno alle feste e non ascoltano i loro genitori, ma purtroppo sulla loro strada incontreranno una persona di cui non avrebbero dovuto fidarsi.<br /></p><p style="text-align: justify;">La trama non appare, fin da subito, troppo complicata; allo stesso tempo però non è facile individuare quali pieghe prenderà la storia. Il lettore più navigato, ovviamente, immaginerà subito che i tre livelli narrativi sono in qualche modo destinati ad intrecciarsi, ma il modo in cui lo faranno rimane in bilico fino alle ultime pagine.</p><p style="text-align: justify;">L'autrice non ha bisogno di sensazionali colpi di scena per tenere avvinto il lettore; ci riesce benissimo con la solidità e la semplicità della storia che racconta. Ci riesce con la tranquillità con cui descrive i personaggi mentre intorno a loro le nubi si addensano, creando una empatia col lettore che conferisce una forte fascino al suo romanzo.</p><p style="text-align: justify;">Non ci sono alti e bassi in questo romanzo, ma una trama misteriosa che aggiunge un dettaglio ad ogni capitolo, che procede senza scossoni ma riesce perfettamente nell'intento di inquietare il lettore, trascinandolo all'interno di storie all'apparenza ordinarie, che proprio per la loro banalità risultano ancora più spaventose ed inquietanti.</p><p style="text-align: justify;">L'ho già detto che le atmosfere di Jewell mi inquietano non poco? E che le sue trame sono inquietanti? Alla definizione di inquetante, sul dizionario, ci starebbe bene la copertina di uno dei suoi romanzi.</p><p style="text-align: justify;">Unico difetto rilevato, come avevo scritto già per il precedente romanzo, è che il finale, seppur non scontato, non offre mirabolanti colpi di scena di quelli che ti fanno dire: "non ci sarei mai arrivato". Per alcuni lettori, secondo me, questo potrebbe essere un problema; io trovo invece che sia un po' la cifra stilistica di questa autrice, che per mostrarci il volto del Male non ha bisogno di sangue a profusione, colpi di scena inimmaginabili o alti clichè del genere.</p><p style="text-align: justify;">Voto: 7 e 1/2 <br /></p>Lissehttp://www.blogger.com/profile/15253167968416021842noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3877005408763546227.post-29455271584436096292022-09-06T08:37:00.005+02:002022-09-06T08:37:59.535+02:00I segreti di Sunnylakes...<p style="text-align: justify;"> ...di Inga Vesper.</p><p style="text-align: justify;"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiz2mzF4MG6WaNJq5FontcBKi0ky6RmA-6KkGLvRdqfADepfuRVcUPcuSU8-Ry0JjlSF3mUt2DZO1Rkt5BLtk4ZBpul4zR85oIM46SEbC7y1mOZW3daAUBcWxasFtS7NYAgS3YW8yqFXc9xxiVo2OBn8WG6w2I9gFMVpzyGTL09gwLmqY7WyiN3IkjH/s822/sunny.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="822" data-original-width="536" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiz2mzF4MG6WaNJq5FontcBKi0ky6RmA-6KkGLvRdqfADepfuRVcUPcuSU8-Ry0JjlSF3mUt2DZO1Rkt5BLtk4ZBpul4zR85oIM46SEbC7y1mOZW3daAUBcWxasFtS7NYAgS3YW8yqFXc9xxiVo2OBn8WG6w2I9gFMVpzyGTL09gwLmqY7WyiN3IkjH/s320/sunny.jpg" width="209" /></a></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: trebuchet;"><span>In un caldo pomeriggio dell'estate del 1959, Ruby, domestica a ore presso le ricche famiglia bianche di Sunnylakes, arriva a casa degli Haney e si accorge che qualcosa non va. Una delle bambine degli Haney è da sola in giardino, spaurita, l'altra piange nella sua culla e della loro mamma non c'è traccia. In cucina, una macchia di sangue sul pavimento indica che qualcosa di brutto è successo. La polizia dapprima arresta Ruby, poi la rilascia a malincuore: una domestica nera sarebbe un colpevole facile e comodo da sbattere in cella. Nonostante la forte diffidenza, Ruby decide di collaborare col detective Blanke per capire cosa sia successo a Joyce Haney, una donna dolce ed infelice, che considerava Ruby un'amica, e non una semplice domestica.</span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: trebuchet;"><span> </span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: trebuchet;"><span>Benvenuti nella ridente provincia americana e soprattutto benvenuti nel 1959! È lì che questo libro ci fa volare, ricreando con accuretezza l'atmosfera e i luoghi di quell'epoca.</span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: trebuchet;"><span> </span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: trebuchet;"><span> </span></span><span style="font-family: trebuchet;"><span>Tutto
ruota intorno alla domanda: che fine ha fatto Joyce? È stata rapita?
Uccisa? Può una donna dalla vita perfetta essersi allontanata
volontariamente? Ma la vita di Joyce, tutto sommato, è davvero così
perfetta? E cosa si nasconde dietro l'enorme ipocrisia delle famiglia
alto borghesi di Sunnylakes? </span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: trebuchet;"><span> </span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: trebuchet;"><span>Ruby, la domestica afro-americana scopre le tracce di un delitto in casa della ricca famiglia bianca per cui lavora, e naturalmente si trova invischiata e viene trattata come la sospettata numero uno, benchè non avesse avuto nè movente nè opportunità. </span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: trebuchet;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: trebuchet;"><span>Fin da subito i capitoli narrati dal punto di vista di Ruby si fanno soffocanti, quasi claustrofobici intorno a lei. La ragazza è combattuta tra il desiderio di sapere cosa è successo a Joyce, e di aiutarla se ancora viva, e il semplice istinto di autoconservazione.</span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: trebuchet;"><span>Nella perfetta e idilliaca provincia americana, niente è semplice per una persona afro-americana, neanche scegliere di fare la cosa giusta.</span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: trebuchet;"><span>Il tema della scelta è molto presente nel romanzo, anzi, oserei dire che tutto ruota intorno ad esso. È davvero possibile scegliere il corso della nostra vita, a dispetto dei ruoli imposti dalla società e degli ostacoli che il destino ci mette davanti?</span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: trebuchet;"><span>La risposta appare scontata per Ruby, che nonostante i suoi sforzi, sembra non avere altra scelta che quella di percoerrere la triste via di fatica e mortificazioni che la vita le indica; ma non è facile neanche per Joyce, che, nonostante la sua vita apparentemente perfetta, è profondamente infelice.</span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: trebuchet;"><span>Ovviamente le due situazioni non sono paragonabili, in quanto Ruby è apppressa da un sistema che la qualifica, se non formalmente, sostanzialmente, come cittadino di categoria inferiore.</span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: trebuchet;"><span><br /></span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: trebuchet;"><span>Il romanzo è narrato da diversi punti di vista. Oltre a quello di Ruby, già citato, ci sono quello del detective Blanke e della stessa Joyce. Questa scelta stilistica, sebbene non nuova, si è rivelata interessante. Le voci sono ben costruite, coerenti e ben differenziate tra di loro. Riescono a illuminare ciascuna un aspetto diverso della vicenda: cruda, realistica e movimentata quella del detective; sognante e riflessiva quella di Joyce. Quella di Ruby, come già accennato, è la più interessante a parer mio, perchè riesce felicemente ad unire lo sviluppo della trama gialla con alcune spunti di critica sociale.</span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: trebuchet;"><span><br /></span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: trebuchet;"><span>I segreti di Sunnylakes, infatti, è un romanzo che riesce nel non facile compito di unire una vena dii critica e riflessione ad una buona trama gialla. La trama, dopo qualche incertezza inziale, scorre fluida e appassiona il lettore. Gli spunti di riflessione sono particolarmente ben integrati nella narrazione e non la appesantiscono. </span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: trebuchet;"><span>Il risultato è un romanzo coinvolgente, che presenta al lettore un'epoca diversa (ma neanche troppo lontana, purtroppo), gliela fa conoscere e al contempo gli narra una storia, triste, delicata, malinconica. L'ultimo capito narrato dal punto di vista di Joyce è decisamente stuggente.</span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: trebuchet;"><span><br /></span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: trebuchet;"><span>Unico difetto del romanzo, un finale un po' sfilacciato e che la tira per le lunghe, con scene non descritte proprio chiaramente (onestamente io sto qui a chiedermi come X possa essere seduto in macchina con Y, avere una pistola e tenerla in mano facendo credere a chi guarda da fuori che sia Y a tenere la pistola... e vorrei sapere anche l'utilità di avere un pistola e puntarsela addosso da soli...).</span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: trebuchet;"><span><br /></span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: trebuchet;"><span>Voto:7<br /></span></span></div>Lissehttp://www.blogger.com/profile/15253167968416021842noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3877005408763546227.post-21433816276690630862022-08-05T23:28:00.000+02:002022-08-05T23:28:10.474+02:00La gazza...<p> di Elizabeth Day.</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj8OxDUE6lLiiCPhNKT_47OsfBVk7Jss3fI58iO0YqoWq_cYOjW6vyvjO1c20TFBCVFxO9xwEo_1bFmj4B_jHL6msq29WhbB_NJdO0d5fofGjAZi03jbZD9JWqqnrxwT8Z3DQ41cb3cKh0NxKxoA0DBTOBezGF1g0l6P9gBI4ubEAOMreWGYCqAtl49/s1417/gazza.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1417" data-original-width="853" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj8OxDUE6lLiiCPhNKT_47OsfBVk7Jss3fI58iO0YqoWq_cYOjW6vyvjO1c20TFBCVFxO9xwEo_1bFmj4B_jHL6msq29WhbB_NJdO0d5fofGjAZi03jbZD9JWqqnrxwT8Z3DQ41cb3cKh0NxKxoA0DBTOBezGF1g0l6P9gBI4ubEAOMreWGYCqAtl49/s320/gazza.jpg" width="193" /></a></div><div style="text-align: justify;">Marisa si è appena trasferita in una nuova casa per iniziare la sua vita insieme a Jake. Anche se si sono conosciuti online, lui è l'uomo perfetto, dolce, premuroso, che non ha paura di impegnarsi.</div><div style="text-align: justify;">Presto cominciano a pianificare di mettere su famiglia, e tutto sembra andare per il verso giusto finchè Jake non le propone una coinquilina, per guadagnare qualcosa e ridurre le spese in atessa che la loro famigliola cresca. E così nelle loro vite arriva Kate, bella, in carriera, sicura di sà, ed onnipresente nelle loro vite. Piano piano il fastidio di Marisa si trasforma in disagio, e poi in paura. <span>Qualcosa non va in Kate: quella donna coltiva qualche oscuro disegno e non si fermerà finché non l’avrà realizzato. </span></div><div style="text-align: justify;"><span> </span></div><div style="text-align: justify;"><span>La trama che leggete qui sopra è per forza di cose approssimativa e parziale; inoltre parlare di questo romanzo senza fare spoiler è piuttosto difficile, ma vedrò di provarci, principalmente perchè questo è un romanzo che DOVETE ASSOLUTAMENTE LEGGERE se amate i thriller psicologici (ma anche se non li amate perchè è un libro che presenta molteplici sfaccettature).</span></div><div style="text-align: justify;"><span><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span><i>La gazza </i>comincia in sordina ma ben presto avvolge il lettore come un serpente farebbe con le sue spire. Dopo un breve, apparente idillio, la vita di Marisa si riempie sempre più i segnali inquietanti (a partire dall'ingresso in casa della gazza che dà il titolo al romanzo, presagio di sventura) e l'atmosfera diventa sempre più oppressiva e claustrofobica. Senza bisogno di scene cruente o eclatanti colpi di scenza, Day riesce a trascinarci a fondo insieme a Marisa, la cui vita viene rubata, un pezzetto alla volta, dall'inquietante Kate.</span></div><div style="text-align: justify;"><span> </span></div><div style="text-align: justify;"><span>Quando pensiamo che si sia toccato il fondo, e stiamo formulando le prime teorie (consiglio da amica: lasciate stare le teorie, è tempo perso, tanto non ci azzeccate), c'è un primo, inaspettato plot twist che a dispetto della sua imprevedibilità è perfettamente coerente con la trama e perfettamente incastrato nell'intreccio.</span></div><div style="text-align: justify;"><span> </span></div><div style="text-align: justify;"><span>Quando pensiamo di aver ormai capito tutto, e pensiamo altresì che ormai sappiamo dove la trama andrà a parare, ecco che arriva un altro inaspettato plot twist, anch'esso ben inserito nella struttura del romanzo.</span></div><div style="text-align: justify;"><span>Insomma, leggendo questo romanzo non bisogna dare nulla per scontato, perchè niente (e nessuno) è come sembra. </span></div><div style="text-align: justify;"><span>Personalmente, questo è quello che chiedo ad un buon thriller, e che di solito mi basta.</span></div><div style="text-align: justify;"><span>Ma devo aggiungere che<i> La gazza</i>, oltre a questo, tocca temi molto profondi e sensibili, che fanno riflettere (temi che non nominerò perchè sono potenziali spoiler) e riesce a parlare di argomenti delicati e allo stesso tempo riesce a costruire un perfetto page-turning come non ne leggevo da anni.</span></div><div style="text-align: justify;"><span><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span>Certo non posso finire la recensione senza trovare almeno un piccolo difetto a questo romanzo. </span></div><div style="text-align: justify;"><span>Il finale è stato, per me, un po' troppo consolatorio e poco in linea con l'atmosfera claustrofobica della storia. </span></div><div style="text-align: justify;"><span>Nel complesso però il romanzo è validissimo ed io lo consiglio caldamente a tutti.</span></div><div style="text-align: justify;"><span><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span>Vot: 7 e 1/2<br /></span></div><p style="text-align: left;"><br /></p>Lissehttp://www.blogger.com/profile/15253167968416021842noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3877005408763546227.post-52317958763163571992022-08-05T23:03:00.002+02:002022-08-05T23:03:30.312+02:00Il dubbio delle signorine Devoto...<p> ... di Renzo Bistolfi.</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjRcICC1OivbCzP9YtvdRU-WRw5a_N7eku5BD5BE3QTjSrHKVxkKwqtZAXsSE9sR2wKl_qGCB5pTjDR3V2UsG3KWylTMbEajkBKQsrgJTkZ_abd-5s8ua3QK-9TczqbWLdORgIynZyqX1K0UGfDpDaDTvbbddrc7JT_gtVcZ8qBFocNKKx9LoLW_bT_/s792/devoto.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="792" data-original-width="536" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjRcICC1OivbCzP9YtvdRU-WRw5a_N7eku5BD5BE3QTjSrHKVxkKwqtZAXsSE9sR2wKl_qGCB5pTjDR3V2UsG3KWylTMbEajkBKQsrgJTkZ_abd-5s8ua3QK-9TczqbWLdORgIynZyqX1K0UGfDpDaDTvbbddrc7JT_gtVcZ8qBFocNKKx9LoLW_bT_/s320/devoto.jpg" width="217" /></a></div><div style="text-align: justify;"><span>Sestri Ponente, 17 luglio 1960. Nella via Privata Vassallo tutto
sembra svolgersi secondo usanze e ritmi ben precisi. Le sorelle Siria,
Santa e Mariannin Devoto si preparano per il vespro al santuario di
Virgo Potens per verificare – in realtà criticare – i lavori voluti dal
parroco; Luigina Leoncini, appollaiata alla sua finestra, trascorre il
tempo a osservare le vite altrui; il dottor Cabella non conosce riposo,
se c'è di mezzo la salute dei suoi pazienti; e così Isa, che si
destreggia tra gli appuntamenti del suo lavoro ufficiale da infermiera a
domicilio, e quelli ufficiosi, atti a rallegrare i vecchietti del
vicinato. Tuttavia, non è ancora buio quando il subbuglio si impossessa
del quartiere: Isa viene trovata morta in casa, il marito, ubriaco e
confuso, accanto a lei con l'arma del delitto in mano. Un delitto di
rapida soluzione, giacché la confessione del marito arriva presto a
chiudere il caso. Qualcosa però non torna, ne è convinto il maresciallo
Galanti, e ancor di più lo sono le signorine Devoto, che iniziano a
raccogliere informazioni sfruttando l'incrollabile stima di cui godono e
la loro innata e provata capacità dispennare le oche senza farle
gridare. E mentre i dubbi prendono sempre più consistenza, aumentano i
crimini e i pericoli, nel loro ormai non più quieto quartiere...</span></div><div style="text-align: justify;"><span> </span></div><div style="text-align: justify;"><span>Diversi anni fa, ho letto <i>I garbati maneggi delle signorine Devoto</i>, uno dei primi romanzi di Renzo Bistolfi, ed il primo con protagoniste le sorelle Devoto, e devo dire che non mi avevano impressionato nè l'uno nè le altre.</span></div><div style="text-align: justify;"><span>Eppure nel corso degli anni ho avuto modo di leggere altro di questo autore, e devo concludere che è decisamente, indubitabilmente, indiscutibilmente migliorato.</span></div><div style="text-align: justify;"><span>Questo nuovo romanzo sulle anziane sorelle genovesi mi ha folgorato.</span></div><div style="text-align: justify;"><span><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span>Siria, Santa e Mariannin sono tre anziane sorelle della buona borghesia genovese. Sono rimaste ferme ad un mondo che probabilmente esisteva prima della guerra, un mondo fatto di buone maniere, parole sussurrate, guanti di pizzo e decoro. Nonostante l'apetto un po' vintage ed innocuo, le tre sorelle nascondono acume, ingegno, coraggio e grande solidità, oltre ad un incrollabile senso etico.</span></div><div style="text-align: justify;"><span>Con tatto e delicatezza, accompagnano il marescello Galanti verso la soluzione del caso di omicidio di una conoscente, personaggio ambiguo e chiacchierato, di cui marito ha confessato, senza troppa convinzione, l'omicidio.</span></div><div style="text-align: justify;"><span><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span>Con una ironia e una garbata leggerezza, di cui avevo tanto lamentato la mancanza nella recensione de <i><a href="http://panelibriemocaccino.blogspot.com/2016/01/i-garbati-maneggi-delle-signorine-devoto.html" target="_blank">I garbati maneggi della signorine Devoto</a>, </i>le sorelle indagano e ci portano alla scoperte dei segreti nascosti dietro la facciata di rispettabilità dei protagonisti.</span></div><div style="text-align: justify;"><span>L'ambientazione profuma di tè e biscottini al burro; la trama procede con passo inesorabile e logico rigore verso la sua soluzione. Il giallo è interessante, la soluzione non scontata, gli indizi solidi. I personaggi coinvolti, sebbene siano tanti, sono tutti pennellati con ironia ed accuratezza.</span></div><div style="text-align: justify;"><span>Gli amanti del giallo classico non resteranno scontenti, anzi, si troveranno ad apprezzare la solida costruzione dell'intreccio giallo e la logica concatenazione degli indizi.</span></div><div style="text-align: justify;"><span> </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="color: red;"><span style="font-size: medium;"><i>La vita, care
sorelle, è come un pianoforte. Occorre pigiare i tasti giusti
nell’ordine giusto, nevvero, altrimenti si ottengono solo suoni
sconclusionati e la melodia non prende corpo. Il filo che ci ha portate
fin qui, care mie, è un filo logico, annodato tra le chiacchiere, le
dicerie, le conoscenze. Un filo logico che parte da una ciarla sbagliata
e questa ciarla ci ha suscitato un’intuizione. </i></span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="color: red;"><span style="font-size: medium;"><i> </i></span></span><span></span></div><div style="text-align: justify;"><span><span>Ma anche <i>i diversamente giallisti</i> troveranno che questo libro è delizioso.</span></span></div><div style="text-align: justify;"><span>Il romanzo si legge velocemente, ed è uno di quei libri che dispiace lasciare una volta finiti, perchè senti che ti mancherà qualcosa, perchè senza che ce ne accorgessimo Renzo Bistolfi ci ha reso parte di un mondo sparito, ma che istintivamente amiamo ritrovare nelle pagine dei romanzi.</span></div><div style="text-align: justify;"><span><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span>Voto: 8<br /></span></div>Lissehttp://www.blogger.com/profile/15253167968416021842noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3877005408763546227.post-64791371202847963982022-08-05T22:31:00.002+02:002022-08-05T22:31:48.887+02:00Questioni di sangue...<div><p> ... di Anna Vera Viva.</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhx2csodPcUs-5KzRHa4CPmGIKsKkN2Uj-ZXZ-I3UIEgbCNGWNirH3o_tlspkgEYvPFuCs1B7LBhe2jJawJEeMUHwrMv7usUAJo2o-HVvmSyxHgoA6FtbGQa-cHIdV89hO-JwGZFavNPXkYOzGS4HcP9nCPIBy6-W8tZHM-06HnI7za28OyQrT8TRKz/s824/questioni.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="824" data-original-width="536" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhx2csodPcUs-5KzRHa4CPmGIKsKkN2Uj-ZXZ-I3UIEgbCNGWNirH3o_tlspkgEYvPFuCs1B7LBhe2jJawJEeMUHwrMv7usUAJo2o-HVvmSyxHgoA6FtbGQa-cHIdV89hO-JwGZFavNPXkYOzGS4HcP9nCPIBy6-W8tZHM-06HnI7za28OyQrT8TRKz/s320/questioni.jpg" width="208" /></a></div></div><div style="text-align: justify;">Raffaele torna dopo quarant'anni a Napoli, nel Rione Sanità, il luogo dove è nato ma che ha lasciato da bambino alla morte della madre. Ci torna come parroco della chiesa di quartiere, e ritrova suo fratello, Peppino, che è diventato il boss di quel luogo.</div><div style="text-align: justify;">Lo scontro è inevitabile, eppure qualcosa li unisce inesorabilmente, il richiamo del sangue. Quando un cadavere viene ritrovato in un appartamento del quartiere, e Peppino risulta essere uno dei tanti che avrebbe avuto motivo di eleminare la vittima, Raffaele non riesce a fare finta di niente, e decide di mettere la sua conoscenza dell'animo umano al servizio della verità. Raffaele ha bisogno di sapere se suo fratello è uno spietato assassino, o se in lui c'è ancora qualcosa che può essere salvato.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Se <i>Questioni di sangue</i> fosse un quadro, sarebbe una tela dipinta con colori vividi, con uno sfondo dai toni accecanti, di quelli che saltano subito fuori dalla cornice.</div><div style="text-align: justify;">Il romanzo inizia subito forte, e la vicenda prende immediatamente i contorni del dramma doloroso. Il Rione Sanità assurge subito a protagonista, col suo carico di umanità dolente, di sentimenti appassionati e vita vissuta <i>con la pressione sempre altissima, con i battiti costantemente accelerati, con una sensazione di emergenza che stimolava la continua produzione di adrenalina.</i></div><div style="text-align: justify;"><i> </i></div><div style="text-align: justify;"><span style="color: red;"><span style="font-size: medium;"><i>Ci si sentiva scoppiare di vita - è vero - ma non erano ritmi che si potessero tenere a lungo senza subire danni irreparabili. Per sopravvivere senza lesioni bisognava nascere con gli anticorpi. Bisognava nascere napoletani. </i></span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><i> </i></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: small;"> In questa frase è spiegato tutto il senso e la potenza dell'appartenenza ad un luogo speciale (nel bene e nel male) come è Napoli, e il suo cuore antico, il Rione Sanità. L'ambientazione è descritta senza pietismi, senza pregiudizi, con colori vivi e reali.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: small;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: small;">Raffaele ritorna dopo quarant'anni, si crede estraneo e invece non lo è. Scopre che non ha mai potuto recidere il legame fortissimo con la sua terra, e la sua riscoperta delle origini a cui era stato improvvisamente strappato è un romanzo nel romanzo e offre riflessioni ed emozioni non da poco.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: small;"> Raffaele ritorno come parroco, ed ha tutte le intenzioni di rimboccarsi le maniche e di dare il suo contributo alla rinascita del quartiere. Questo lo porterà inevitabilmente a scontrarsi con il fratello, ormai indiscusso boss della camorra e un rapporto pacifico tra due figure così antitetiche sembra impossibile. Eppure l'autrice riesce a costruire magistralmente la relazione tra i due fratelli, in un modo ambiguo eppure credibile, giocando con l'incoerenza della vita, il dualismo dei sentimenti umani e l'impossibilità di ignorare i legami di sangue.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: small;">Il romanzo sarebbe stato profondamente interessante anche solo così, ma su questo sfondo si innesta una trama gialla di tutto rispetto, con una vittima odiosa, un'indagine classica, una miriade di sospettati e di moventi. Eppure la verità sarà una sola, e la meno scontata e quella più sorprendente ed amara.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: small;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: small;">Se proprio dovessi trovare un difetto a questo romanzo, direi accanto alla ottima costruzione dei personaggi principali (Raffaele e Peppino), quelli secondari a volte peccano di ingenuità e hanno tratti strereotipati: la perpetua pettegola, il giovane che si redime, la bella del quartiera un po' str***a e così via.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: small;">Ma è qualcosa che si perdona facilmente, e finita l'ultima pagina resta la sensazione di un romanzo ben scritto, denso di storie e significati.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: small;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: small;">Voto: 8<br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: small;"> </span><br /></div>Lissehttp://www.blogger.com/profile/15253167968416021842noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3877005408763546227.post-78756881818027141172022-07-06T15:31:00.002+02:002022-07-06T15:31:41.332+02:00Un volo per Sara...<div><p> ... di Maurizio de Giovanni.</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjZtUL2WfY_LkXm79rFdb_uiRIOLH7WPvfNEfa_soBaKyrBy9ENMs_wtpqkDq6wLos1n9IuNZwidwb-8SxA0_S_om_ITIEg1PFur7Yg1bIEV92doYFOJmym8fYJfse3P1tcYaylBFeBryqAINiGXgo_12a-np97dROPxBCNqa_dv7cc9BwmpbPv4Ldx/s424/sara.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="424" data-original-width="285" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjZtUL2WfY_LkXm79rFdb_uiRIOLH7WPvfNEfa_soBaKyrBy9ENMs_wtpqkDq6wLos1n9IuNZwidwb-8SxA0_S_om_ITIEg1PFur7Yg1bIEV92doYFOJmym8fYJfse3P1tcYaylBFeBryqAINiGXgo_12a-np97dROPxBCNqa_dv7cc9BwmpbPv4Ldx/s320/sara.png" width="215" /></a></div></div><div style="text-align: justify;">Un piccolo aeroplano turistico diretto in Sardegna si schianta nel mar
Tirreno con a bordo diverse persone. Tra loro, un noto imprenditore che
ha rilasciato la sua ultima intervista poco prima del decollo, con il
vociare degli altri passeggeri sullo sfondo, tutti tranquilli e
sorridenti, ignari dell’imminente tragedia. Quando l’agente dei Servizi
in pensione Andrea Catapano sente le voci delle vittime – lui che non
vede ma sa ascoltare meglio di chiunque altro – un ricordo nitido
riaffiora. Così decide di chiamare l’ex collega Teresa Pandolfi, ora a
capo dell’Unità investigativa. Il disastro potrebbe celare un mistero
che risale agli anni di Tangentopoli. E se la caduta del velivolo non
fosse stata un incidente, ma il nesso tra una vicenda degli anni Novanta
e il nostro presente? L’unica che può scoprire la verità è la donna
invisibile, Sara Morozzi. Affiancata dall’ispettore Davide Pardo e da
Viola, Mora si trova a investigare su personalità pubbliche intoccabili,
scavando dentro gli ingranaggi del potere d’Italia a suo rischio e
pericolo, senza paracadute.<i> (Sinossi tratta dal sito della Casa Editrice <a href="https://rizzoli.rizzolilibri.it/libri/un-volo-per-sara/">Rizzoli</a>)</i></div><div style="text-align: justify;"><i><br /></i></div><div style="text-align: justify;">Sara Morozzi è un ex agente di polizia, che ha lavorato per oltre vent'anni in una unità segreta vicina ai Servizi, col compito di indagare nell'ombra nei casi più delicati. Sara ha la capacità di passare inosservata, ma anche quella di capire le persone attraverso il loro linguaggio del corpo. Agli occhi di Sara tutti dicono più di quanto vorrebbero.</div><div style="text-align: justify;">Sara però è anche una donna che si porta sulle spalle il peso di due grandi tragedie, e dei relativi sensi di colpa. Per questo, quando i suoi ex colleghi le chiedono aiuto, non riesce a negare loro la propria disponibilità.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">La trama tocca argomenti interessanti e richiama fatti della storia italiana non troppo distanti nel tempo. Questo conferisce al romanzo una solida struttura narrativa, una trama credibile e ben congegnata.</div><div style="text-align: justify;">Ma la vera peculiarità di questo romanzo è, secondo me, la cappa persistente di malinconia che lo avvolge. </div><div style="text-align: justify;">Questo è un romanzo <i>triste</i>: non nel senso di deprimente, ovviamente, ma nel senso che ci narra il lato più malinconico, triste e senza speranza dell'animo umano e dei suoi sentimenti. Però lo fa con tale naturalezza e delicatezza da non risultare pesante, tutt'altro.</div><div style="text-align: justify;">Questo romanzo è un volo leggero nell'animo umano, alla scoperta dei lati più dolorosi delle relazioni e dei sentimenti. Eppure il messaggio che se ne ricava non è pessimista. Nella sua malinconia c'è rimpianto, sicuramente, ma anche la dolcezza che deriva dall'aver amato.</div><div style="text-align: justify;">Ancora una volta la trama serve a Maurizio de Giovanni per parlarci degli esseri umani, per indagare le profondità dell'animo e i modi, sempre diversi, di reagire al dolore e alla sconfitta.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">La trama ruota intorno alla scomparsa di un aereo privato, con a bordo una decina di persone. Tra loro un famosissimo imprenditore, ricchissimo, amato, eppure con qualche ombra (mai provata) nel suo passato imprenditoriale. I riflettori dell'opinione pubblica sono ovviamente puntati su di lui: se non si è trattato di un incidente, chi avrebbe avuto interesse ad uccidirlo? Chi avrebbe osato tanto?</div><div style="text-align: justify;">Eppure, mentre tutti piangono la nota personalità, un ex collega di Sara nota qualcosa di stonato... e se fosse tutto fumo negli occhi? Se il noto imprenditore non fosse che un danno collaterale? </div><div style="text-align: justify;">Gli scenari che così si aprono diventano molto più interessanti e stimolanti per il lettore. Il mistero si infittisce, sembra svelarsi e poi infittirsi di nuovo fino all'epilogo.</div><div style="text-align: justify;">Ecco, l'epilogo merita un discorso a parte. Forse da qualche parte, nel buio umido di una cantina, una setta di scrittori si incontra nell'ombra e pianifica finali come quello di <i>Un volo per Sara</i>. Finali amari, che prima ti illudono poi ti danno una mazzata, che ti fanno sfogliare la pagine bianche alla fine del libro cercando invano un indizio, una consolazione, una scritta piccola piccola che dice "andrà tutto bene". Finali meravigliosi, per quanto duri e tristi, che da soli valgono il prezzo del romanzo.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Voto: 8<br /></div><div style="text-align: left;"><p><br /></p></div>Lissehttp://www.blogger.com/profile/15253167968416021842noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3877005408763546227.post-81889665507435917762022-07-06T14:59:00.003+02:002022-07-06T14:59:11.307+02:00Il segreto di Cedar House...<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj8t61n3noid-Tdie0ONT-M5BUAasEtEt4Vmck2DzGCXz32XiYCgpH0vs1dbSQgstUkyHFsW5sScwR-AAIPye61Ij8_oZmDBLE8q0zhom459ISXye0_feIbTu42q1oJP5mP7-3KuuZyfDewPi3dJnKkx3mavK_ifCvkgd0v8sRRqQiQHIrS615hTMjn/s296/cedar.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="296" data-original-width="200" height="296" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj8t61n3noid-Tdie0ONT-M5BUAasEtEt4Vmck2DzGCXz32XiYCgpH0vs1dbSQgstUkyHFsW5sScwR-AAIPye61Ij8_oZmDBLE8q0zhom459ISXye0_feIbTu42q1oJP5mP7-3KuuZyfDewPi3dJnKkx3mavK_ifCvkgd0v8sRRqQiQHIrS615hTMjn/s1600/cedar.jpg" width="200" /></a></div><br /><p></p><p style="text-align: justify;"> ...di Minette Walters.</p><p style="text-align: justify;">(vincitore del <a href="https://en.wikipedia.org/wiki/Gold_Dagger">CWA Gold Dagger Award</a> nel 1994)<br /></p><p style="text-align: justify;">In un piccolo paese del Dorset, la ricca e anziana Mathilda Gillespie vive nella tenuta di famiglia, Cedar House. Mathilda conduce un'esistenza solitaria, odiata e temuta da tutti per la sua cattiveria e acidità. Una mattina viene ritrovata morta nella viasca da bagno, con indosso "il morso della bisbetica" (strumento di tortura medievale destinato alle donne che parlavano troppo) e le vene tagliate. </p><p style="text-align: justify;">Suicidio o omicidio?</p><p style="text-align: justify;">Sarah Blackney, medico di Mathilda nonchè unico essere umano verso cui l'anziana donna mostrava un po' di gentilezza, non riesce a darsi pace e a credere che si sia trattato di un suicidio. Collaborando alla indagini, Sarah scopre che il passato di Mathilda era stato tutt'altro che facile e qualcosa, proprio dal suo passato, può aver scatenato gli eventi che hanno portato alla sua morte.</p><p style="text-align: justify;"><i>Il segreto di Cedar House</i> è un bel giallo che parte da un impianto classico: una persona temuta ed odiata, ricca ma solitaria, viene trovata morta. I dettagli ambigui e inquietanti, uno su tutto l'orrendo strumento di tortura che Mathilda aveva in testa, rendono questa morte sospetta. L'indagine si snoda dapprima in modo convenzionale, partendo da un testamento scioccante e contestato, poi però il romanzo prende una piega diversa, e decisamente più moderna, mescolando all'impianto classico alcuni elementi tipici dei mistery più recenti.Questa commistione, che sulla carta mi avrebbe fatto storcere il naso, si è rivelata particolarmente riuscita.</p><p style="text-align: justify;">Walters dà vita ad un giallo dalla classica atmosfera inglese svecchiando il genere. Fanno capolino nella trama, infatti, la violenza, gli abusi e le brutture del mondo che, nei gialli classici, tendono a restare fuori. L'unico elemento che turno la quiete dalla campagna inglese è, di solito, l'omicidio, che va risolto perchè la vita possa tornare a scorrere come prima, uguale a se stessa. <br /></p><p style="text-align: justify;">Qui l'autrice invece introduce degli elementi disturbanti, che i protagonisti non potranno ignorare una volta risolto il mistero; la morte non è una semplice lacerazione nel tessuto della tranquilla esistenza dei protagonisti, è un punto di arrivo, e di ripartenza.</p><p style="text-align: justify;">L'indagine ruota intorno al lento disvelarsi dei segreti sepolti nel passato della vittima. L'autrice coinvolge il lettore aggiungendo alla narrazione brani tratti dal diario della vittima, i quali, pur senza rivelarci, fino alla fine, movente o colpevole, gettano una luce nuova sulla vittima, troppo frettolosamente bollata da tutti (anche dal lettore, secondo me) come una vecchia bisbetica (per non dire di peggio). </p><p style="text-align: justify;">Invece Walters conferisce alla vittima una profondintà ed una dignità notevoli, costruendo, seppure ex post, un personaggio sfaccettato e complesso.</p><p style="text-align: justify;">Altrettanta complessità hanno sia Sara Blackney che suo marito, in piena crisi matrimoniale. Meno riuscita invece è, a parere mio, Joanna, figlia della defunta, che resta l'unico personaggio a non mostrare una evoluzione e a non avere una personalità particolarmente solida.</p><p style="text-align: justify;">Il giudizio sui questo romanzo è ampiamente favorevole, perchè unisce ad un'atmosfera classica, da epoca d'ora del giallo inglese, con elementi più moderni, ed un ritmo più inclazante rispetto ai mistery classici.</p><p style="text-align: justify;"><br /></p><p style="text-align: justify;">Voto: 7<br /></p>Lissehttp://www.blogger.com/profile/15253167968416021842noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3877005408763546227.post-74156894358303792222022-06-06T14:24:00.003+02:002022-06-06T14:24:36.255+02:00Il passo falso...<p>... di Marina Morpurgo.</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi8WsOKb_R9ybgHLb8XfZmdMtLW0W8GTyoBdRwsxnnDTAXqMc1Ty_7Mry5PBdYnwXDgy0l5NvPTM7k9oRxmlxSzhR59LufI_5q6KaS64mWrPPsOn3yOsusrj2DSdDrEGpvcD7h6QjXHLFNuWOuieBi1bOkIoHj-8DOvw4s07_MpCUsFUnW6TcjGUE6P/s507/Moprurgo5Passofalso_sito72dpi.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="507" data-original-width="360" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi8WsOKb_R9ybgHLb8XfZmdMtLW0W8GTyoBdRwsxnnDTAXqMc1Ty_7Mry5PBdYnwXDgy0l5NvPTM7k9oRxmlxSzhR59LufI_5q6KaS64mWrPPsOn3yOsusrj2DSdDrEGpvcD7h6QjXHLFNuWOuieBi1bOkIoHj-8DOvw4s07_MpCUsFUnW6TcjGUE6P/s320/Moprurgo5Passofalso_sito72dpi.png" width="227" /></a></div><div style="text-align: justify;"><i><span style="font-family: arial;">Il professor Emilio Rastelli è un pediatra in pensione. Da sempre un
uomo ruvido, difficile e chiuso, non ha mai voluto parlare del suo
passato, e in particolare della sua famiglia. Ma ora che la demenza
senile comincia a intaccare il suo autocontrollo, dietro al suo
caratteraccio sembra mostrarsi un’ombra assai più oscura: forse il
professor Rastelli non è chi ha sempre sostenuto di essere.</span></i><br /><i><span style="font-family: arial;">
Inutile cercare risposte da lui, che ormai alterna momenti di lucidità
ad altri di agitazione e delirio, che la moglie e il badante faticano a
contenere. Ma un vago indizio c’è, perché il professor Rastelli spesso
fugge di casa e ogni volta viene ritrovato mentre si aggira lungo la
costa orientale del lago di Como.</span></i><br /><i><span style="font-family: arial;">
Lentamente, in un racconto parallelo, emergono due ragazzi, le cui
esistenze si sono incrociate tra il 1943 e il 1944: Giuseppe, ebreo,
figlio di un’inglese e di un italiano, in fuga per la sopravvivenza, e
Antonio, giovane camicia nera che con indifferenza compie razzie ai
danni di ebrei e antifascisti. Entrambi belli e biondi, entrambi
giovani, entrambi gravitano sulle sponde del Lario.</span></i><br /><i><span style="font-family: arial;">
Morpurgo, pur tenendo il lettore incollato alla pagina e non
abbandonando il suo stile lieve e ironico, ci regala una lezione di
storia mostrando una volta di più come il destino possa forgiare, in
modo casuale, le esistenze di vittime e carnefici. (dal sito della casa editrice <a href="https://www.astoriaedizioni.it/catalogo/marina-morpurgo-il-passo-falso/">Astoria</a> )</span></i></div><div style="text-align: justify;"><i><span style="font-family: arial;"><br /></span></i></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial;">Conoscevo Marina Morpurgo come ottima tradutrice dei miei adorati gialli della serie "I casi di Agatha Raisin", e questo è la prima volta che leggo un suo romanzo. Sicuramente non sarà l'ultima, perchè questa lettura mi ha conquistato.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial;"> </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial;">Con uno stile leggero, snello, lieve e a tratti ironico, Morpurgo ci racconta le storie dei tre protagonisti, le quali sembrano essere molto distanti tra di loro, ed inizialmente non riusciamo neanche a capire il perchè l'autrice abbia scelto di narrarci tre vicende che all'apparenza non hanno nulla in comune.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial;">Inizialmente sembra di leggere tre romanzi diversi. L'effetto può anche essere un po' straniante ma non allontana il lettore dalle pagine, tutt'altro; l'abilità dell'autrice sta nel farci desiderare di saperne di più, nonostante un vago senso di confusione iniziale.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial;">La trama, o meglio, <i>le trame</i>, sono ben costruite e soltanto nelle ultimissime pagine il nesso che le lega verrà svelato.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial;">Personalmente non mi considero una lettrice ingenua, mi capita spesso di capire dove un autore voglia andare a parare quando c'è un mistero da risolvere, eppure questa volta Morpurgo ha saputo immaginato un finale dolce amaro che non mi aspettavo.<br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial;"> </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial;">Ho letto che il romanzo è liberamente ispirato a delle vicende reali, che hanno coinvolto la famiglia dell'autrice negli anni della Seconda Guerra Mondiale.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial;">Ciò appare evidente se si considerano i persoanggi. Nonostante ognuno di loro si trovi a condividere la scena con altri due co-protagonisti, tutti sono solidi, reali, egregiamente tratteggiati. Lo stesso vale anche per i comprimari, l'odiosa nonna di Giuseppe su tutti. </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial;">Credo che la parte migliore del romanzo sia proprio questa,. ovvero l'aver saputo raccontare la nostra storia recente rendendola romanzo, nobilitando entrambe le faccie della narrazione.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial;">Marina Morpurgo non si abbandona a nessun <i>pippone</i> (conesso tempo sentitemi l'uso del termine non proprio ortodosso) moralistico, eppure ci fa riflettere su tante cose: l'ordinario eroismo della gente comune, la faccia banale e ordinaria che può assumere il male, la mescolanza di odio, amore, rancore e vendetta che possono cambiare il corso di una vita che sembrava segnata, e quanto sia facile deviare il corso del destino. Basta un passo (letteralmente!) per modificare il corso delle cose.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial;"> </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial;">Allo stesso tempo questo è un romanzo vero, non un trattato di storia travestito: è capace di emozionare il lettore, intrattenerlo, divertirlo e commuoverlo.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial;">E no, non mi è scappata una lacrimuccia nel finale. Mi era solo entrato un ventennio di storia italiana nell'occhio.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial;"><br /></span><i><span style="font-family: arial;"></span></i></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial;">Consigliatissimo.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial;"> </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial;">Voto: 8<br /></span><i><span style="font-family: arial;"></span></i></div>Lissehttp://www.blogger.com/profile/15253167968416021842noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3877005408763546227.post-28768325624467045982022-05-06T12:14:00.001+02:002022-05-06T12:14:35.159+02:00La logica della lampara. Le indagini di Vanina Guarrasi #2...<p> ... di Cristina Cassar Scalia.</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiraAb5UfWeXc3oDtv3z94RpZhrD0hqGSJ0bi_hNwascqRaI2_oRVjZFulvT0UNExcMY8FmTgVxLLfzXOelnUwFmuilgVsMgcUvuQT1n7JExoe3BbIl3MWCuhVuvM9xqzBrhukWRNHaQhay9TiwXsY_o20LMjuqj9mamw85qFFriu6FIbb5GYxNYyo6/s839/9788806241346_0_536_0_75.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="839" data-original-width="536" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiraAb5UfWeXc3oDtv3z94RpZhrD0hqGSJ0bi_hNwascqRaI2_oRVjZFulvT0UNExcMY8FmTgVxLLfzXOelnUwFmuilgVsMgcUvuQT1n7JExoe3BbIl3MWCuhVuvM9xqzBrhukWRNHaQhay9TiwXsY_o20LMjuqj9mamw85qFFriu6FIbb5GYxNYyo6/w255-h400/9788806241346_0_536_0_75.jpg" width="255" /></a></div><div style="text-align: justify;"><i><span style="font-family: inherit;">"La pesca con la lampara ha una sua logica precisa. Si accende la
luce, non si fa rumore, si sta fermi il piú possibile e nel frattempo si
armano le reti. Prima o poi anche i pesci meglio nascosti vengono a
galla. A quel punto non possono scapparti piú. Vanina pensò che era
l'immagine perfetta per descrivere quel caso."</span></i></div><div style="text-align: justify;"><i><span style="font-family: inherit;"> </span></i></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;">La vicequestora </span><span style="font-family: inherit;">Vanina Guarrasi</span><span style="font-family: inherit;">, in questa sua seconda avventura, si trova ad indagare sulla sparizione di una giovane e bella avvocatessa. Avvertita da due telefonate anonime, Vanina riceve l'aiuto insperato di due testimoni oculari, che hanno visto buttare una grossa valigia da una scogliera la sera della scomparsa. Ben presto, troverà indizi che la porteranno con certezza ad associare la sparizione e la valigia. Ma chi ha ucciso la giovane? E perchè? Per dare una risposta a questi interrogativi, Vanina dovrà indagare tra i personaggi più influenti di Catania, dove non è tutto oro quello che luccica, nessuno è sincero e dietro una apparente verità se ne nasconde sempre un'altra.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;"><br /></span><i><span style="font-family: inherit;"></span></i></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;">Cominciamo col dire che <i>La logica della lampara</i> è un gran bel giallo. Ha una trama solida, ben costruita, misteriosa il giusto, con un finale "a cascata" che per ben tre volte, dopo aver dato risposta ad un domanda, ce ne pone subito un'altra. </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;">Nella prima metà, però, la trama soffre un po' per un'eccessiva lentezza dello sviluppo, secondo me. L'indagine stenta a decollare, o meglio, è impantanata in mezzo a tutti i lacci e laccioli tipici della burocrazia fatta di autorizzazioni, tempi morti, risultanze scientifiche che non arrivano e così via. Tutto molto realistico, ovviamente, ma avrei gradito un pelino di sintesi in più sul tema.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;">Nella seconda metà del romanzo, il ritmo si fa più rapido e mano man che le tessere del puzzle diventano più chiare, si riesce ad apprezzare in pieno la perfetta costruzione del caso e della sua risoluzione. Le suddette tessere, comunque, andranno a posto soltanto nelle ultimissime pagine con un finale molto articolato, come detto, ma credibile, verosimile e per nulla macchinoso.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;">Insomma, il romanzo mi è piaciuto, e anche tanto. <br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;"><br /></span><i><span style="font-family: inherit;"></span></i></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;">Quello che dopo due romanzi ancora non mi convince è la protagonista, Vanina Guarrasi. Per carità, brava è brava. È una tosta, sa badare a se stessa, sa fare il suo lavoro. Eppure non mi fa sangue, non mi fa simpatia e non riesco a capire perchè tutti la trovino simpatica, irresistibile o entrambe le cose. È chiusa, scontrosa, asociale e pure un filino arrogante, ma pare sempre circondata da persone desiderose della sua compagnia.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;">Ho anche l'impressione che la sua squadra esista semplicemente in quanto prolungamento dei suoi pensieri e della sua volontà, senza che nessuno degli altri poliziotti riesca a spiccare con una sua personalità netta e ben delineata. Insomma, come se esistessero solo per eseguire gli ordini di Vanina e per non lasciarla sola in ufficio.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;"> <br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;">Un'altra cosa che mi infastidisce è la descrizione dell'ambientazione. Credo che l'autrice indulga un po' troppo su certi aspetti tipici della sicilianità, in particolare su quelli legati al cibo, che invece di dare colore all'ambientazione, creano una sensazione di dejavù. Il cibo come rito, l'abbondanza dei pasti, la descrizioni dei piatti tipici sono già stati usati prima e meglio (mi perdoni l'autrice, ma il paragone è con il grande Camilleri, che considero ad un livello non raggiungibile), e a parer mio qui non aggiungono niente di nuovo o di speciale all'ambientazione.<br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;">In certi momenti - ma questo può essere un mio problema - vedevo dietro alcune scene l'ombra di Camilleri, di Salvo Montalbano e di certe sue manie.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;">Forse è inevitabile, leggendo un poliziesco ambientato in Sicilia, con protagonista un commissario (o vicequestore, per essere precisi) doversi confrontare con un pilastro indiscusso del genere, Salvo Montalbano, e quelli che a me sembrano fastidiosi dejavù sono in realtà un omaggio al personaggio creato da Andrea Camilleri.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;"> </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;">In conclusione, <i>La logica della lampara</i> è un giallo solido, con la trama che, nonostante alcune sottotrame riguardanti le vicende personali della protagonista e della sua squadra, è il punto focale del romanzo ed è solida, interessante e ben scritta.<br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;"> Voto: 7<br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;"><br /></span><i><span style="font-family: inherit;"></span></i></div>Lissehttp://www.blogger.com/profile/15253167968416021842noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3877005408763546227.post-76537847137661203762022-05-05T14:34:00.000+02:002022-05-05T14:34:30.660+02:00La chiave dei ricordi...<p> ...di Kathryn Hughes.</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgrrCYXw-XVho4tMYgJnNKCqHlhqzttVK7PmumgLoVNUhdy9wXoowDRcEOtv1sNlY_xyUXd_eiQap-xwuhhiWUfF2QQOcMPnQQYwR7gFmUu__FQjYtQdpBJbT9CpU8AESzx2Y3oLscvOVhOM8krrApvbF17QmM1hzbIRxn5Hv1Csk_kPG7vHWYb7mMj/s813/9788842931522_0_536_0_75.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="813" data-original-width="536" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgrrCYXw-XVho4tMYgJnNKCqHlhqzttVK7PmumgLoVNUhdy9wXoowDRcEOtv1sNlY_xyUXd_eiQap-xwuhhiWUfF2QQOcMPnQQYwR7gFmUu__FQjYtQdpBJbT9CpU8AESzx2Y3oLscvOVhOM8krrApvbF17QmM1hzbIRxn5Hv1Csk_kPG7vHWYb7mMj/s320/9788842931522_0_536_0_75.jpg" width="211" /></a></div><div style="text-align: justify;">Sarah ha 38 anni ed è appena passata attraverso un divorzio sofferto e la morte della madre. Mentre si prende cura del padre, decide di scrivere un libro su Ambergate, il manicomio della sua cittadina, ora dismesso, dove suo padre ha lavorato in gioventù. Nonostante incontri la velata ostilità del genitore, Sarah comincia ad esplorare l'edificio abbandonato dell'ospedale psichiatrico, finchè un giorno non si imbatte in un deposito dimenticato che custodisce vecchie valige appartenute ai pazienti. Una in particolare attira l'attenzione della donna, perchè sembra custodire una storia drammatica che attende da decenni di essere raccontata.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Ispirandosi alle vicende di un vero presidio per la salute mentale, Kathryn Hughes narra una storia al tempo stesso affascinante e dolorosa, quella delle vite dei pazienti degli ospedali psichiatrici negli anni 50 e 60.</div><div style="text-align: justify;">E lo fa con una delicatezza ed empatia che trascinano il lettore al centro della narrazione.</div><div style="text-align: justify;">Il romanzo è strutturato su due piani temporali, uno ambientato nel 2006 ed un altro 50 anni prima.</div><div style="text-align: justify;">Protagoniste di quest'ultima ambientazione sono l'infermiera <span class="readable" id="reviewTextContainer2245627654"><span id="freeText11618470527503017728">Ellen Crosby, all'inizio del suo lavoro, e la giovane paziente Amy. La storia di Amy è la parte centrale del romanzo, e quella intorno a cui ruota tutto.</span></span></div><div style="text-align: justify;"><span class="readable" id="reviewTextContainer2245627654"><span id="freeText11618470527503017728">Mi è piaciuto molto come l'autrice ha saputo coniugare il dipanarsi della storia di questa paziente (a cui è legato "il segreto della valigia" che Sarah si impegna a svelare) con la descrizione dei trattamenti e della vita quotidiana dei pazienti psichiatrici dell'epoca. Non è il primo romanzo che leggo sul tema, ma ogni volta resto stupita, indignata e tremendamente triste per il modo in cui queste persone venivano trattate. Nessun rispetto per la dignità dei pazienti, nessuna speranza di cura, solo privazioni, cure invasive del tutto inutili e indifferenza (quando non vera e propria crudeltà). Il merito maggiore del romanzo è proprio quello di essere riuscito porre in evidenza questi temi fondendoli in maniera naturale con l'evolversi della trama.</span></span></div><div style="text-align: justify;"><span class="readable" id="reviewTextContainer2245627654"><span id="freeText11618470527503017728">La narrazione è molto scorrevole, la storia intrigante e i personaggi, sebbene tratteggiati con poche pennellate, risultano credibili e sono approfonditi il giusto. Il tema del romanzo è uno di quelli duri, amari, non facili, ma qui viene sviluppato con delicatezza e lascinado che un tenue filo di speranza ci guidi attraverso l'intera trama.</span></span></div><div style="text-align: justify;"><span class="readable" id="reviewTextContainer2245627654"><span id="freeText11618470527503017728"><i>La chiave dei ricordi</i> è il classico romanzo che hai voglia di leggere perchè vuoi assolutamente conoscere il segreto attorno a cui si sviluppa la storia. </span></span></div><div style="text-align: justify;"><span class="readable" id="reviewTextContainer2245627654"><span id="freeText11618470527503017728">Quando un romanzo mi dà questa sensazione, io lo classifico automaticamente tra i buoni romanzi.</span></span></div><div style="text-align: justify;">Il finale, benchè contenga la tanto agognata rivelazione (che, almeno per me, non è stata affatto scontata) ha qualche pecca.</div><div style="text-align: justify;">Capisco che l'autrice, dopo l'amarezza inevitabile che suscita il tema del romanzo, abbia optato per un finale abbastanza "dolce", ma penso abbia un pochino ecceduto nella quantità di zucchero, cedendo anche a qualche semplificazione narrativa e a qualche ingenuità.</div><div style="text-align: justify;"><i>La chiave dei ricordi </i>resta comunque una lettura molto piacevole e consigliata.</div><div style="text-align: justify;"><br /><span class="readable" id="reviewTextContainer2245627654"><span id="freeText11618470527503017728"></span></span></div><div style="text-align: justify;">Voto: 7<br /><span class="readable" id="reviewTextContainer2245627654"><span id="freeText11618470527503017728"></span></span></div>Lissehttp://www.blogger.com/profile/15253167968416021842noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3877005408763546227.post-60331164614525935542022-04-25T14:43:00.000+02:002022-04-25T14:43:46.635+02:00La ragazza che cancellava i ricordi...<p>... di Chiara Moscardelli.</p><p style="text-align: justify;"> </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiMMKwXrE18X9Y9naIMB1zvcR_PLFPGmuTOvN_zlMo_cLZJdlmb5RsJ7oD3Cpj47q23GpbsGfGu57ihFGCR6XxDBHHcb2WlyK3P-pLPtzS0aYV9Gp4uUHscBVZ63GlLQCIXDgOzx_aFOADxbPVEKB7-n-VoZtwzgdGXj9GfrlNDq7xCVPia-30zsF5R/s839/9788806250751_0_536_0_75.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="839" data-original-width="536" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiMMKwXrE18X9Y9naIMB1zvcR_PLFPGmuTOvN_zlMo_cLZJdlmb5RsJ7oD3Cpj47q23GpbsGfGu57ihFGCR6XxDBHHcb2WlyK3P-pLPtzS0aYV9Gp4uUHscBVZ63GlLQCIXDgOzx_aFOADxbPVEKB7-n-VoZtwzgdGXj9GfrlNDq7xCVPia-30zsF5R/w255-h400/9788806250751_0_536_0_75.jpg" width="255" /></a></div>Olga è una tatuatrice specializzata nel coprire cicatrici e vecchi tatuaggi e nel portare alla luce la vera essenza delle persone che tatua. Ogni suo disegno è ricco di significato e svela qualcosa di chi lo porta impresso sulla pelle. Di se stessa, invece, Olga svela pochissimo. Un passato tormentato, una madre con l'Alzheimer e un padre misterioso che appare e scompare quando meno te lo aspetti sono le cose che l'hanno portata a vivere in un paesino speduto al confine con la Svizzera. Olga sta sulle sue, non vuole amici, non vuole relazioni, fino a che, suo malgrado, resterà coinvolta nella sparizione di Melinda, una escort che è stata sua cliente e che è la cosa più simile ad un'amica nella sua vita.<p></p><p style="text-align: justify;">Con <i>La ragazza che cancellava i ricordi</i>, Chiara Moscardelli crea un personaggio femminile molto interessante. Olga è una donna autonoma ed indipendente fino all'eccesso. Una donna che sa cavarsela da sola in ogni situazione, e crede che questo basti per poter rinunciare alla compagnia degli altri esseri umani.</p><p style="text-align: justify;"><i>Nessun uomo è un'isola </i>è la citazione che ricorre lungo tutto il romanzo, più che altro per essere (apparentemente) smentita. Un leit motiv, che, pagina dopo pagina acquisterà un peso sempre più significativo, fino a quando Olga sarà costretta ad accettare quella affermazione come ineluttabile verità. Olga si renderà conto, infatti, che nonostante i suo sforzi, i fili che ci legano agli altri sono importanti, curano le nostre ferite, anche quelle più profonde e sono quello che rende la vita degna di essere vissuta. Questi legami, inoltre non sono solo quelli amorosi, ma anche e sopratutto quelli che si instaurano tra amiche. Altro tema significativo all'interno del romanzo,infatti, è la solidarietà tra donne. Senza annoiare il lettore con ramanzine moralistiche Moscardelli riesce a mostrarci le potenzialità della collaborazione al femminile, magari con un ottimismo e una fiducia nell'umanità un po' ingenui, ma che hanno il sapore della speranza e dell'augurio. Nel romanzo, infatti, le donne sono raramente in conflitto tra loro, ma anzi la trama si sviluppa proprio perchè questa connessione tutta al femminile diventa come il proverbiale sassolino che scatena una valanga. Mi è piaciuto molto il fatto che l'autrice, oltre a raccontarci una storia, ci abbia lasciato qui e lì piccoli spunti di riflessione, senza che ciò interrompesse la narrazione.<br /></p><p style="text-align: justify;">Passando ad esaminare la trama, devo dire che è abbastanza articolata per tenere il lettore avvinto alle pagine. In realtà gli intrecci sono due: uno riguarda il passato di Olga, dominato da un padre misterioso e da una madre che stava dimenticando pian piano ogni cosa; il secondo riguarda una catena di sparizioni che, come detto, arriveranno a toccare Olga da vicino.</p><p style="text-align: justify;">Olga, come personaggio principale, è ben delineato e coerente nella sua evoluzione. I personaggi secondari sono tratteggiati a grandi linee ma sufficientemente bene. Nessuno di loro è un "cartonato" bidimensionale che sullo sfondo. <br /></p><p style="text-align: justify;">La scrittura dell'autrice è matura, asciutta e ben curata. Il tono della narrazione è cupo e mesto ma non mancano momenti di leggerezza legati proncipalmente al giornalista Gabriele Pasca, personaggio secondario della storia. Da segnalare anche le deliziose citazioni di serie tv che hanno lasciato il segno nel cuore di chi era adolescente negli anni 80 e 90 <span style="font-size: x-small;">(una su tutte: non credo che il nome del gatto di Melinda, Remington, sia una semplice coincidenza... alzi la mano chi, tra le su menzionate ex adolescenti, non aveva una cotta per Remington Steele, interpretato da un giovane Pierce Brosnan) </span><br /></p><p style="text-align: justify;">Unico neo, a parer mio, il finale. La risoluzione del casoè un po' ingenua e arriva, secondo me, con qualche coincidenza fortuita di troppo, con qualche "aiutino" della sorte un po' forzato, e con diversi interventi provvidenziali di personaggi che si trovano al posto giusto al momento giusto. </p><p style="text-align: justify;">Ciò nonostante, <i>La ragazza che cancellava i ricordi</i> è un romanzo di qualità, ben scritto e godibile. </p><p style="text-align: justify;">Consigliato.</p><p style="text-align: justify;">Voto: 7<br /></p>Lissehttp://www.blogger.com/profile/15253167968416021842noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3877005408763546227.post-35519188045296368812022-04-05T21:14:00.000+02:002022-04-05T21:14:43.055+02:00I delitti di Via Medina-Sidonia...<p> ... di Santo Piazzese.</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh9284W9Cp91p9aAsScTksQz0Cwt3SXaxd9JTTNcnmt7U12MFNhP7BB737ZiiKQXpAjZjP5YBdxwfXRVJU4uogQ0XiyFZxHO1m9FXQAQ3hG8PLTNhBW_emcqPvC_-TLn-9KQjFhfwmxq0lM_9RMqjk6D7NzRaupKTwb0nTVB3X3WKNhsfet7MCf4D9P/s313/1024-3.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="313" data-original-width="225" height="313" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh9284W9Cp91p9aAsScTksQz0Cwt3SXaxd9JTTNcnmt7U12MFNhP7BB737ZiiKQXpAjZjP5YBdxwfXRVJU4uogQ0XiyFZxHO1m9FXQAQ3hG8PLTNhBW_emcqPvC_-TLn-9KQjFhfwmxq0lM_9RMqjk6D7NzRaupKTwb0nTVB3X3WKNhsfet7MCf4D9P/s1600/1024-3.jpg" width="225" /></a></div><p>Sinossi:</p><p>Palermo come una Parigi coloniale. Un gattopardo attuale indaga a ritmo di blues sul duplice omicidio dell'Orto botanico.</p>
<div class="intro_libro" style="text-align: justify;"><p>«I sani, buoni,
misteriosi delitti, che gli mancano tanto; quelli che rendono vivibili
tutti i paesi civili di questo mondo. Quelli con un bel movente, quelli
da scavarci dentro, come Maigret, come Marlowe, o - più realisticamente -
come don Ciccio Ingravallo, per arrivare alla fine ai meccanismi
elementari della psiche. Da noi, però, c'è la mafia che oscura tutto, e
non concede a un detective brillante alcuna possibilità di uscire dalla
routine». Ma il delitto, il duplice delitto, che insanguina Palermo, nei
giorni del pieno scirocco, i giardini botanici, è di quelli sani buoni e
misteriosi: senza mafia, radicato invece in una complicanza annosa di
gelosie e inconfessabili colpe, in un ambiente di ozi e stranezze
universitarie. Conduce l'indagine una specie di prototipo palermitano,
colto e nullafacente, raffinato e sensuale, ironico e sentimentale, così
simile - per chi conosce Palermo - a una versione sprovincializzata e
moderna dei siciliani-dei di cui diceva il principe Fabrizio del <em>Gattopardo</em>
(o a un miscuglio meridionale di Marlowe e Philo Vance). Ed è questo
suo senso metastorico di superiorità che gli permette di condurre
l'indagine con la facilità, e la felicità, di chi insegue un ritmo. Un <em>blues palermitano</em>.<i> (Sinossi dal sito della casa editrice <a href="https://sellerio.it/it/catalogo/Delitti-Via-Medina-sidonia/Piazzese/480" target="_blank">Sellerio</a>)<br /></i></p></div><p style="text-align: justify;"><i>I delitti di Via Mediana-Sidonia </i>è un romanzo colto, raffinato e scritto benissimo, con un lessico vario e ricercato. Santo Piazzese è padrone delle parole, gioca con gli spunti e le citazioni colte che semina qua e là, e si capisce benissimo che sa di cosa sta parlando, sia quando l'argomento è l'arte o la musica o il cinema o la letteratura.</p><p style="text-align: justify;">Però... però io mi sono annoiata a morte a leggere questo romanzo.</p><p style="text-align: justify;">Perchè? Perchè per avere uno straccio di trama da seguire ho dovuto scavare, pagina dopo pagina, nell'assoluto autocompiacimento con cui Santo Piazzese ci snocciolava nomi di musicisti jazz and blues, marche pregiatissime di whiskey, episodi storici curiosi ma per nulla attinenti alla trama. Le citazioni colte, in questo caso, soffocano la narrazione, non la esaltano. Santo Piazzese scrive benissimo, per carità, ma ne è troppo consapevole e lascia che questo gli prenda la mano. </p><p style="text-align: justify;">Il protagonista, il biologo Lorenzo La Marca, sembra condividere questo indolente autocompiacimento con il suo autore, e spesso mi sono chiesta dove finisse il personaggio e dove cominciasse lo scrittore. Anche qui, per caità, niente di male, se fossi riuscita a percepire un senso in tutto questo sfoggio di cultura. La sensazione, costante per tutto il romanzo, è che in realtà non stessimo andando da nessuna parte, come se in fin dei conti raccontarci una storia fino in
fondo non fosse importante, o non fosse l'obiettivo principale
dell'autore. </p><p style="text-align: justify;">Inoltre, a me pare che Lorenzo La Marca indaghi controvoglia, che di per sè potrebbe anche non essere una caratteristica negativa, se non fosse che questa svogliataggine del protagonista rende lo svolgimento del romanzo quasi immobile. L'indolenza del protagonista rallenta ulteriormente il ritmo di un romanzo già lento e sonnolento di suo.</p><p style="text-align: justify;">Veramente memorabile resta l'ambientazione palermitana, affascinante, originale, non tanto nella scelta del luogo quanto nel punto di vista da cui si è scelto di raccontarla.<br /></p><p style="text-align: justify;">La cosa curiosa è che ho deciso di leggere questo romanzo dopo aver letto un racconto dello stesso autore con il medesimo protagonista, <i>Come fu che cambiai marca di whiskey</i>, e ne ero rimasta particolarmente colpita. Lì la medesima formula (citazioni colte + protagonista autocompiaciuto e svogliato + atmosfera noir) funzionava alla grande, e dava vita ad un breve noir di ambientazione mediterranea, godibile ed originale.</p><p style="text-align: justify;">Forse l'ampio respiro del romanzo non si addice alla formula scelta dall'autore? Ai lettori l'ardua sentenza.</p><p style="text-align: justify;">Voto: 5<br /></p>Lissehttp://www.blogger.com/profile/15253167968416021842noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3877005408763546227.post-26237751388406091702022-04-05T11:24:00.004+02:002022-04-05T11:24:29.764+02:00Angeli per i Bastardi di Pizzofalcone...<p> ... di Maurizio de Giovanni.</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhW3nhaFuUA9xfDDAGXl9iiIatiDzRkEK6SGsVXZIAYIR_W1hk-lUORobC5QlUdfcSz4GPWLco_iD_NyVrYTPyHcX1b8sj0iepxOj0WiklHMnTd1n74x1ehiFA1acwgkVB92pH2Mix1NpIkZ6rn-q9veZord2Z1AuIeUPKeLUMWmDUl9d_l6b8ag53r/s839/9788806250713_0_536_0_75.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="839" data-original-width="536" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhW3nhaFuUA9xfDDAGXl9iiIatiDzRkEK6SGsVXZIAYIR_W1hk-lUORobC5QlUdfcSz4GPWLco_iD_NyVrYTPyHcX1b8sj0iepxOj0WiklHMnTd1n74x1ehiFA1acwgkVB92pH2Mix1NpIkZ6rn-q9veZord2Z1AuIeUPKeLUMWmDUl9d_l6b8ag53r/s320/9788806250713_0_536_0_75.jpg" width="204" /></a></div><div style="text-align: justify;">Nando Iaccarino era un meccanico dalle mani d'oro. Riparava auto d'epoca, aveva pochi e selezionati clienti e conduceva una vita solitaria e modesta.</div><div style="text-align: justify;">Eppure qualcuno lo ha ucciso nella sua officina con un colpo di testa e tocca ai Bastardi di Pizzofalcone scoprire chi e perchè, anche se non ci sono indizi, non ci sono tracce, nè moventi plausibili.</div><div style="text-align: justify;">Anche se ognuno dei Bastardi sta attraversando un momento difficile della propria vita, l'indagine non può aspettare e la vittima chiede giustizia.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Leggere un nuovo capitolo della serie de I Bastardi di Pizzofalcone è come tornare a casa ogni volta.</div><div style="text-align: justify;"> </div><div style="text-align: justify;">Per chi non li conoscesse <span style="font-size: x-small;">(e dove avete vissuto finora?!?)</span>, I Bastardi di Pizzofalcone è una serie letteraria <span style="font-size: x-small;">(e anche televisiva ma, dopo che mi hanno cambiato a tradimento il finale di Buio io fingo che quella non esista)</span> che narra le vicende di un piccolo commissariato nel quartiere Pizzofalcone a Napoli. Il commissariato e i suoi agenti portano sulle spalle il peso di una vicenda criminosa che ha coinvolto agenti infedeli del commissariato prima del loro arrivo. Da qui, l'appellativo di Bastardi che non riescono a scrollarsi di dosso. Sono tutti poliziotti trasferiti al commissariato per ragioni punitive o disciplinari, una squadra improbabile che lavorando insieme riesce a dare il meglio di sè in ogni indagine. Oltre alla risoluzione del caso, grande spazio trovano le vicende umane e personali dei Bastardi, personaggi complessi, sfaccettati e in continua maturazione.<br /></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">In questo romanzo gli elementi che hanno reso celebre e amata la serie ci sono tutti: c'è la squadra, un gruppo affiatato ma con precise individualità, c'è l'umanità di ciascun componente e l'empatia che ognuno di loro riesce a generare con il lettore, e c'è, naturalmente, l'indagine.</div><div style="text-align: justify;">La particolarità del romanzo, stavolta, è che si tratta di una storia meno corale delle altre. Sembra che i Bastardi siano chiusi ognuno nella propria bolla, alle prese con qualcosa che possono risolvere soltanto da soli.</div><div style="text-align: justify;">Interessante l'evoluzione che ognuno di loro porta avanti romanzo dopo romanzo. Questa evoluzione è particolarmente significativa qui, dove sembra essere arrivati oramai ad un punto di svolta. Potrei sbagliarmi, ma a parer mio non siamo troppo lontani dalla conclusione della serie. Molte situazioni, relazioni e dubbi sono arrivati al loro momento decisivo, ed esigono una risoluzione.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">La trama propriamente gialla occupa meno spazio del solito ma è è intrigante e ben costruita. Dietro un omicidio apparentemente senza senso si nasconde una segreto doloroso, e scoprirlo è stato affascinante.</div><div style="text-align: justify;"> </div><div style="text-align: justify;">Ma la cosa che mi è piaciuta di più è che il fil rouge che lega le varie anime e i vari personaggi di questo romanzo è la malinconia, il rimpianto. Anche la risoluzione della trama giallaè legata al rimpianto e alla nostalgia.</div><div style="text-align: justify;">Si percepisce una vena di tristezza, pagina dopo pagina, che con la sua delicata amarezza ti rimane nel cuore e ti conquista.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Voto: 7 e 1/2<br /></div>Lissehttp://www.blogger.com/profile/15253167968416021842noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3877005408763546227.post-62649073469249677842022-03-06T12:39:00.003+01:002022-03-06T12:45:11.387+01:00Violeta...<p style="text-align: justify;"> ... di Isabel Allende.</p><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-left: 0px; margin-right: 0px; text-align: left;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEigJ424lwYm4J1S-8uf1XT6l4vqCxK1Bq5PuY9exHP_c4SZl5KonulioFHc9pg2dmn3gEiOJIsI2H1yhM8_uR_ZCo_t2uSDFiLcHQ5DrU_D2OgAFku-OYuTzLZ3WMdhqKGS7IPVFKdWjLFfdkpqn-QFrXJ7nT9Q59YeHxocPXB81PpynkljiFiNO7-r=s2560" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="2560" data-original-width="1633" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEigJ424lwYm4J1S-8uf1XT6l4vqCxK1Bq5PuY9exHP_c4SZl5KonulioFHc9pg2dmn3gEiOJIsI2H1yhM8_uR_ZCo_t2uSDFiLcHQ5DrU_D2OgAFku-OYuTzLZ3WMdhqKGS7IPVFKdWjLFfdkpqn-QFrXJ7nT9Q59YeHxocPXB81PpynkljiFiNO7-r=s320" width="204" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><br /></td></tr></tbody></table><p style="text-align: justify;"></p><p style="text-align: justify;"></p><div style="text-align: justify;">Violeta nasce in una notte tempestosa, alle porte della capitale di un paese sudamericano. Nasce in una grande tenuta da una famiglia ricca e antica, ma tutto questo non impedirà alla Storia di irrompere nella sua vita, modificandone il corso. Dalla pandemia di febbre spagnola alle vicende politiche del suo paese, tra matrimoni, amanti, lutti e pericoli, Violeta attraverserà in '900 armata della sua tenacia, della sua intelligenza e nell'incrollabile legame che la tiene unita alla sua grande famiglia allargata.</div><div style="margin-left: 40px; text-align: justify;"> </div><div style="text-align: justify;">Speravo che questo romanzo segnasse il ritorno di Allende all'antico, a quella prosa incantatrice che chiunque abbia letto La casa degli Spiriti non può dimenticare. Speravo in una epopea lunga e corposa, una saga familiare avvincente e intrigante, ma purtroppo - lo dico subito, così ci leviamo il pensiero - non è stato così.</div><p style="text-align: justify;">Ho fatto una fatica infinita a finire questo romanzo. Non perchè sia di difficile lettura. Lo stile scorrevole e la prosa elegante ma fluida di Allende non sono cambiate. L'abilità di questa scrittrice di narrare storie non è mutata. Il problema in realtà sta nel fatto che non c'è stato alcun elemento nel romanzo che mi invitava alla lettura, a proseguire, a immergermi nelle pagine.</p><p style="text-align: justify;">Ecco, parlaimo appunto di "immersione" nella storia. Il romanzo è narrato in prima persona da Violeta, che ne è anche la protagonista. Eppure Violeta rimane quasi trasparente agli occhi del lettore.</p><p style="text-align: justify;">Io so che Violeta è testarda perchè lei me lo dice, me lo racconta, ma non me lo mostra mai. Io so che Violeta è triste, preda della passione, o sta soffrendo perchè è lei che me lo racconta, e devo crederle sulla parola. C'è sempre una barriera tra la protagonista e il lettore, che si traduce in una mancanza di empatia e perciò di coinvolgimento.</p><p style="text-align: justify;">Onestamente, mi è sembrato di leggere il riassunto di un romanzo, e non un romanzo vero e proprio. Una sintesi ben scritta, per carità, ma pur sempre una sintesi, una fredda cronaca in cui la protagnista snocciola senza tanta passione i fatti che hanno riempito la sua vita.</p><p style="text-align: justify;">Altra sensazione che mi ha disturbato molto è stata l'impressione che, nonostante tutto, Violeta abbia attraversato il corso della storia e le sue vicissitudini senza essere mai davvero scalfita da alcunchè, oppure senza mai essere realmente in pericolo. </p><p style="text-align: justify;">All'interno della storia succede di tutto, ma il lettore può stare ben sicuro che qualcuno o qualcosa arriverà a salvare la protagonista. Non sono neanche riuscita a liberarmi della sensazione che alcuni personaggi secondari esistono al solo scopo di proteggere Violeta, e questo perchè alcuni di loro sono scarsamente delineati e approfonditi.</p><p style="text-align: justify;">Anche la stessa Violeta, secondo me, manca di approfondimento e soprattutto di evoluzione.</p><p style="text-align: justify;">Insomma, per concludere, questo romanzo è stato una grossa delusione, o meglio, un'occasione sprecata, e mi sento di consigliarlo solo ai fan sfegatati di Isabel Allende.</p><p style="text-align: justify;">Voto: 5 <br /></p>Lissehttp://www.blogger.com/profile/15253167968416021842noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3877005408763546227.post-31171488415361977182022-02-06T08:37:00.004+01:002022-02-06T08:37:54.412+01:00Mexic Gothic...<p style="text-align: justify;"> di Silvia Moreno Garcia.</p><p style="text-align: justify;"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEgUbFCU9Neiiamx8J16dt1miuPlt9kwkDLTgtP5n6QgucBz-g2k4iZeGsC5ZhuBheSBOp7vR-IKAMkJqZVnsqp1UKgGWsU1vRBKAssWMyFisFEbc6T4V54BoqjFWnBRRjtCK6Ug9r2BZAg7vgMxptzNaBkJx-Uss65qz_bNMA8qT9uzmOKQn1tzCVFQ=s499" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="499" data-original-width="325" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEgUbFCU9Neiiamx8J16dt1miuPlt9kwkDLTgtP5n6QgucBz-g2k4iZeGsC5ZhuBheSBOp7vR-IKAMkJqZVnsqp1UKgGWsU1vRBKAssWMyFisFEbc6T4V54BoqjFWnBRRjtCK6Ug9r2BZAg7vgMxptzNaBkJx-Uss65qz_bNMA8qT9uzmOKQn1tzCVFQ=w260-h400" width="260" /></a></div> Noemì, elegante ereditiera di Città del Messico, riceve una lettera disperata e a tratti delirante di sua cugina Catalina, che la implora di salvarla. Catalina ha spostato un nobiluomo di origini inglesi, e si è trasferita con lui in una remota regione di campagna. <p></p><p style="text-align: justify;">Nonostante l'apparenza frivola e svagata, Noemì è una donna forte, coraggiosa e molto sicura di sè. Decide così di partire per capire cosa sta succedendo alla cugina. Raggiungerà High Place, dimora della nuova famiglia di Catalina, e ben presto si renderà conto che qualcosa di misterioso e terribile si nasconde fra quelle mura.</p><p style="text-align: justify;"> </p><p style="text-align: justify;">Ultimamente sto leggendo un sacco di romanzi thriller, gotici o horror. Questo perchè ho bisogno che la mia ansia si concentri su qualcos'altro (misteri, sparizioni, soprannaturale) e non su... beh, su quello che c'è fuori.</p><p style="text-align: justify;">Perchè ciò accada, ovviamente, è necessario che il romanzo sia ben costruito, misterioso senza essere incomprensibile, ed abbia la giusta dose di inquietudine che fluisce tra le pagine.</p><p style="text-align: justify;">Ebbene, <i>Mexican Gothic</i>, da questo punto di vista fa egrergiamente il suo lavoro, e a parer mio, fa anche qualcosa in più.</p><p style="text-align: justify;">Prende i temi classici del genere, tra cui la damigella in pericolo, la casa misteriosa, il fascino tentatore del male e non ultima, l'ambientazione inglese, e tenta di dar loro una ventata di originalità.</p><p style="text-align: justify;">Partiamo dall'ultimo elemento citato, la classica ambientazione inglese nella classica dimora di campagna.</p><p style="text-align: justify;">Moreno Garcia sceglie di ambientare il suo romanzo gotico in Messico, e la prima cosa che ci viene in mente pensando a quel paese non è certo la nebbia che sale dalla brughiera. L'autrice però "trasporta" un pezzetto di Inghilterra tra le montagne messicane, costruendo una storia affascinante riguardo la casa e dando nuova linfa all'atmosfera cupa e desolata di questo genere di romanzo. La storia che scopriamo sul passato di High Place è intrigante e allo stesso tempo svela squarci di storia messicana che non sono proprio notissimi. <br /></p><p style="text-align: justify;">Anche la protagonista, Noemì, ha poco della classica ingenua e delicata fanciulla in lotta contro le forze del male. È scaltra, consapevole, emancipata ed anche tosta. Questo personaggio mi è piaciuto molto perchè ben delineato e dotato di quel pizzico di ironia che non guasta.</p><p style="text-align: justify;">Noemì si troverà a cercare di combattere il misterioso potere che da anni sembra dominare la regione in cui si trova High Place, dove nulla accade se non approvato dalla famiglia di High Place. Allo stesso tempo dovrà cercare di non cedere allo charme del marito di Catalina, così affascinante ma allo stesso tempo pericoloso e ambiguo. Noemì ha la forza di resistere alle lusinghe, alle tentazioni e anche ai pericoli. Mostra una solidità d'animo che la rende un personaggio ben riuscito e che il lettore può amare senza riserve.<br /></p><p style="text-align: justify;">Forse gli unici ad essere meno originali della media, in questo romanzo, sono gli antagonisti, che sebbene incarnino perfettamente ( o forse proprio per questo) il Male, la Tenebra in versione inquietante ma fascinosa, sono abbastanza scontati.</p><p style="text-align: justify;">A far pendere la bilancia a favore del romanzo e della sua originalità, comunque, è il finale, che ci dà una spiegazione di tutti i fatti misteriosi e sconcertanti accaduti a Noemì (e anche alla povera Catalina) a metà strada fra il soprannaturale e il terreno, cosa che io ho apprezzato molto.</p><p style="text-align: justify;">Consigliato agli amanti del genere.</p><p style="text-align: justify;">Voto: 7<br /></p>Lissehttp://www.blogger.com/profile/15253167968416021842noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3877005408763546227.post-61908803422649402182022-01-19T12:44:00.000+01:002022-01-19T12:44:00.633+01:00Il sale della terra...<p> ... di Jeanine Cummins. </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEiQEQAVMT6jpvx6I7yxg2q1etYR0RrxKw-pJlG2KQb8x9Jp8g70aSyOCWIjPgKO597eRFnV7A22IMhJXyy9TJ-0uDiZ5yZg5W1teu9oJ8lwwsFvsalYIv9zZK3FtLzdRZkTT2h2O2c84N8sN5euEFNCQ4KyNpxS-M6JzvLrjj9-HYRTw0LnAwEoSzHO=s499" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="499" data-original-width="319" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEiQEQAVMT6jpvx6I7yxg2q1etYR0RrxKw-pJlG2KQb8x9Jp8g70aSyOCWIjPgKO597eRFnV7A22IMhJXyy9TJ-0uDiZ5yZg5W1teu9oJ8lwwsFvsalYIv9zZK3FtLzdRZkTT2h2O2c84N8sN5euEFNCQ4KyNpxS-M6JzvLrjj9-HYRTw0LnAwEoSzHO=s320" width="205" /></a></div><div style="text-align: justify;">Lydia vive ad Acapulco con il marito Sebastiàn e il figlio Luca, e conduce un'esistenza normale e tranquilla fino al giorno in cui un commando di sicari stermina 16 membri della sua famiglia. Solo Lydia e il piccolo Luca si salvano fortuitamente. Traumatizzata, terrorizzata e sola, la donna inizia un lungo viaggio clandestino per abbandonare il Messico senza che il cartello di naroctrafficanti che la vuole morte li scopra, ben sapendo che, se è vero che la morte la insegue, è anche vero che il viaggio che la attende è pericoloso e pieno di orrori.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><i>Il sale della terra</i> affronta un tema che io ritengo non possa essere ignorato al giorno d'oggi. L'immigrazione, spesso forzata da violenze, fame, guerra, violazione dei diritti umani o estrema povertà, è qualcosa che non possiamo fare finta che non ci riguardi, solo perchè, tutto sommato, siamo nati nella parte privilegiata del mondo.</div><div style="text-align: justify;">Perciò ero molto ben disposta verso questo romanzo.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Fin dalle prime pagine, però, ho cominciato a pensare che ci fosse qualcosa che non andava, una sorta di dissonanza. </div><div style="text-align: justify;">Questa sensazione mi ha accompagnato per tutto il romanzo, che ha avuto perlomeno il pregio di essere scorrevole e di veloce lettura.</div><div style="text-align: justify;">In pratica, ci ho messo più tempo ad elebaorare e scrivere questa recensione che ha leggere il libro in questione.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Dopo molte riflessioni ho capito cosa mi ha tanto disturbato: Cummins scrive una storia tragica, tremenda e tristissima, piena di episodi agghiaccianti che dovrebbero essere un pugno nello stomaco del lettore ma lo fa con una superficialità e con un ingenuità tali da rovinare un tema significativo come questo.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Lydia e Luca si salvano perchè erano in bagno al momento della strage. I killer sterminano una famiglia intera, e per ragioni che non spoilero sanno benissimo che Lydia è lì ma non la trovano (la cercano eh, ma non la trovano, #tuttoaposto), e già così, secondo me, cominciamo male.</div><div style="text-align: justify;">Le proporzioni della strage sono ragguardevoli; ho letto da persone più informate di me che una cosa del genere avrebbe fatto scalpore e sarebbe stata per settimane sui quotidiane nazionali anche in un paese funestato da numerosi omicidi dei narcos. Invece questo evento assume, tra le pagine del romanzo, una dimensione praticamente normale, come se certe cose succedessero un giorno sì e l'altro pure. (Attenzione, non sto dicendo che non accadono; sto dicendo che sono eventi gravissimi e eccezionali che scuotono l'opinione pubblica; descriverli come "normale amministrazione in Messico" significa offrire un'immagine falsata della realtà).</div><div style="text-align: justify;"> </div><div style="text-align: justify;">In effetti il romanzo non è esente da stereotipi e banalizzazioni. </div><div style="text-align: justify;"> </div><div style="text-align: justify;">Il Messico è ridotto a un semplicistico miscuglio di narcos e corruzione, senza alcun tentativo di approfondimento. L'immigrazione invece è un fato ineluttabile, gli Stati Uniti un paradiso in terra, un sogno proibito, senza che mai, mai, mai venga mossa la più piccola critica nei confronti della politica anti immigrazione statunitense, che ha causato e continua a causare immani sofferenze.</div><div style="text-align: justify;"> <br /></div><div style="text-align: justify;">Un altro esempio di quanto affermo sopra è il linguaggio usato dai personaggi. </div><div style="text-align: justify;">I personaggi sono nella stragrande maggioranza di lingua spagnola e dunque si presume che parlino tra di loro in spagnolo. Perciò non mi spiego il senso di buttare qua e là parole in spagnolo nel discorso diretto <i>visto che si presume che il dialogo che sto leggendo si stia già svolgendo interamente in spagnolo.</i></div><div style="text-align: justify;">Mi pare un mezzuccio per buttare tra le righe un po' di colore, qualche parolina spagnola che fa tanto esotico, olè! Un mezzuccio a cui si ricorre quando l'ambientazione non è sufficientemente approfondita.</div><div style="text-align: justify;"> </div><div style="text-align: justify;">E a proposito di approfondimento, i personaggi ne mancano totalmente. Lydia e Luca forse sarebbero appena appena sufficienti, in quanto ad approfondimento, ma i comprimari sono perfettamente bidimensionali e sembra siano stati messi lì perchè possano cavare Lydia e Luca d'impaccio quando serve. In particolare c'è un personaggio che compare causualmente nell'ultimo quarto del romanzo, aiuta i due protagonisti a superare un ostacolo, e convenientemente sparisce senza tanti complimenti prima della fine.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Ma il difetto peggiore del romanzo è, a parer mio, l'aver scelto di narrare una storia come questa attraverso un personaggio che non ha nulla della tipica migrante disperata. È vero, Lydia scappa da un vissuto terribile, ma è ricca, colta e ha i documenti in regola <i><span style="font-size: x-small;">(e secondo me anche una fortuna sfacciata, perchè durante il viaggio evita sempre il peggio merntre intorno a lei succede qualunque cosa)</span></i>. Ha quasi sempre una scelta, una soluzione, laddove le migliaia di disperati che tentano di varcare il confine non ce l'hanno.</div><div style="text-align: justify;">Per carità, non ci sarebbe nulla di male a raccontare la storia di questa donna sullo sfondo dell'esodo dei migranti centro e sud americani; il problema è che l'autrice ha dichiarato (nella postfazione) di voler dare, col suo romanzo, un volto alla massa di persone anonime che tentano la fuga verso il nord america, ma ha deciso di usare un personaggio che non rappresenta proprio nessuno, neanche se stessa, secondo me. </div><div style="text-align: justify;">Anche la caratterizzazione del <i>villain </i>della storia stride tantissimo col contesto e allontana ancora di più la trama dalla sua pretesa universalità.<br /></div><div style="text-align: justify;"> </div><div style="text-align: justify;">Nonostante le migliori intenzioni, la storia raccontata in questo libro non riesce ad emozionare nonostante i contenuti forti; la superficialità di ambientazioni e personaggi non suscita alcuna empatia e la pretesa di narrare una storia universale resta solo un'intenzione e nulla di più.</div><div style="text-align: justify;"> </div><div style="text-align: justify;">Voto: 4 e 1/2</div><div style="text-align: justify;"> </div><div style="text-align: justify;">(Ultima notazione, e poi giuro, la smetto. In Messico e tra gli statunitensi di origine messicana e centroamericana il libro è stato oggetto di forti polemiche. Le accuse principali rivolte a Cummins sono state quella di aver scritto un libro sull'immigrazione che non turbasse troppo i <i>bianchi</i> che dovessero leggerlo e quella di essersi appropriata di una parte della cultura latino americana e averla ridotta a stereotipo)<br /></div><div style="text-align: justify;"><br /></div>Lissehttp://www.blogger.com/profile/15253167968416021842noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3877005408763546227.post-15353310217452297612022-01-04T11:30:00.007+01:002022-01-04T11:30:00.190+01:00Loro...<p>... di Roberto Cotroneo.</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEjl0tz7mcTi5Ib8_XDix3gQ73wxOtnRZDO2ZyRDa_zo95rL3KflNV_pZRf3U4eUAWOVg8bRf7_9nktmhJsfjd_TJkBtZsLaJZ74GuU2jgd78hvyjijeydDuBQ__LCUNZpY3CIFj2rGRK5rsVOFtw47f62NFLRQcE8DE1YsaMOOu1U7bTLTXH-0enYdG=s320" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="320" data-original-width="192" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEjl0tz7mcTi5Ib8_XDix3gQ73wxOtnRZDO2ZyRDa_zo95rL3KflNV_pZRf3U4eUAWOVg8bRf7_9nktmhJsfjd_TJkBtZsLaJZ74GuU2jgd78hvyjijeydDuBQ__LCUNZpY3CIFj2rGRK5rsVOFtw47f62NFLRQcE8DE1YsaMOOu1U7bTLTXH-0enYdG" width="192" /></a></div><div style="text-align: justify;">Nell'estate del 2018, Margherita prende servizio come istitutrice di due gemelle di una aristocratica famiglia romana, gli Ordelaffi. La ragazza si trasferisce nella loro splendida residenza di campagna, una casa progettata da un architetto famoso, fatta di immense vetrate e dove tutto è curato nel minimo dettaglio. Eppure c'è qualcosa di inquietante nella casa, nelle due gemelle Lucrezia e Lavinia, e perfino nel personale addetto alla villa, a cominciare dal giardiniere Gaetano.</div><div style="text-align: justify;">Quando delle oscure presenze cominciano a manifestarsi, Margherita non sa più a chi deve credere, e si trova ad essere trascinata nel misterioso abisso che circonda la casa e la famiglia che la abita.</div><div style="text-align: justify;"> </div><div style="text-align: justify;">Margherita sembra aver trovato il lavoro dei sogni in una villa, un capolavoro d'architettura, abitata da genete ricca, colta, raffinata. Come spesso accade il sogno si rivela più simile ad un incubo, e la ragazza scrive un memoriale in cui ci racconta perchè è fuggita il più lontano possibile da quella bellissima e luminosa casa fatta di vetri.</div><div style="text-align: justify;"> </div><div style="text-align: justify;">Iniziando la lettura già sappiamo che qualcosa di orribile avverrà, e che la protagonista fuggirà terrorizzata. Questo espediente narrativo crea fin dall'inizio una cappa di di inquietudine e di ansia<i> <span style="font-size: x-small;">(come se a me ne servisse altra...)</span> </i>che rimane, secondo me, la parte più riuscita del romanzo.</div><div style="text-align: justify;"> </div><div style="text-align: justify;"><i>Loro </i>è un romanzo ben costruito, scritto con una stile scorrevole e una lingua pulita e curata nel dettaglio.<br /></div><div style="text-align: justify;"> </div><div style="text-align: justify;">Anche i personaggi sono ben costruiti soprattutto nelle loro ambiguità, o meglio, nel loro sfacciato dualismo.</div><div style="text-align: justify;">Il leit motiv che scorre attraverso le pagine del romanzo, infatti, è proprio il dualismo. Ogni cosa qui ha un lato luminoso ed un lato oscuro: la casa, le gemelle, perfino il giardiniere.</div><div style="text-align: justify;">La casa è quanto di più moderno e confortevole si possa immaginare, eppure nasconde segreti e presenze inquietanti, e ben presto tutto quel vetro che lascia entrare la luce del sole e del giorno ci appare più una trappola che una sicurezza.</div><div style="text-align: justify;">Le gemelle sono adorabili, educate, intelligenti eppure c'è in loro qualcosa di preoccupante, una sottile inquietudine, una saggezza antica e perciò non proprio naturale... e non proprio benevola. Nel loro parlare con lo sguardo e con mezze frasi che solo loro posso comprendere, con quell'accennare a cose che solo loro hanno visto e solo loro sembrano comprendere rende l'atmosfera claustrofobica. Ogni passo che la protagonista muove sembra un pericoloso balzo verso il regno dell'ignoto e ben presto Margherita non sa più di chi deve fidarsi, chi (o cosa) va combattuto e chi va salvato, o chi (o cosa) deve temere.<br /></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Eppure nonostante queste pregevolissime premesse,<i> Loro</i> è un romanzo che non mi ha convinta fino in fondo. <i> </i></div><div style="text-align: justify;"><i>Loro</i> è come un arciere che ha scoccato molte frecce, ma ha sempre mancato il bersaglio nonostante l'apprezabile gesto atletico.</div><div style="text-align: justify;"> </div><div style="text-align: justify;">Innanzitutto, più procedevo nella lettura, più sentivo nella mia testa rimbombare gli echi di quel classico del romanzo gotico che è <i>Giro di vite</i>, di Henry James. Molte, troppe similitudini: l'isitutrice sola contro tutti di fronte all'ignoto che bussa alla porta, due bambini legatissimi tanto da escludere il mondo esterno, ma soprattutto quell'atmosfera di sospensione, immersi nella quale non sappiamo più cosa è vero e cosa invece è follia... almeno fino al finale, fino al famoso " giro di vite".</div><div style="text-align: justify;">Ho avuto quasi l'impressione che si trattasse di un<i> reboot </i>moderno del celebre classico.</div><div style="text-align: justify;"> </div><div style="text-align: justify;">Comprendo perfettamente che in un romanzo di questo tipo, le risposte non possono essere ovvie, ma lo scrittore deve suggerirle, pù che metterle nero su bianco; ma in questo libro ho avuto la sensazione che tutto l'impianto costruito, i molti indizi seminati, gli avvenimenti inspiegabili, le apparizioni misteriose non reggano al colpo di scena finale, che, anzichè valorizzare tutto quanto narrato in precedenza, lo svilisce e lo banalizza, sciogliendo il senso di opprimente inquietudine come neve al sole. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Perciò mi sento di consigliare il romanzo solo solo se siete fan del genere. Si tratta comunque di una lettura scorrevole e veloce, con qualche spunto apprezzabile.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Voto: 6<br /></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div><p></p></div>Lissehttp://www.blogger.com/profile/15253167968416021842noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3877005408763546227.post-11393363295011824542022-01-03T13:00:00.005+01:002022-01-03T13:01:47.432+01:00Il filo avvelenato...<p style="text-align: left;"> ...di Laura Purcell.</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEh09uktYRKFMuvh9xnoidY2Sp1bBRTCodAF7hTut4Kxt7C7xMNpzBEdvd_Rg276rnYTc3y-5ZawHSB7rKMCr5SbxJorFpUtIfojSJ3a80T8E9ldolMvBCu3xt9LvrNQDElnADt35bphvL6atC2KRgraCZKddRJ81Ej8zjXarigcYwZQi9Ubi6eImgpz=s475" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="475" data-original-width="309" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEh09uktYRKFMuvh9xnoidY2Sp1bBRTCodAF7hTut4Kxt7C7xMNpzBEdvd_Rg276rnYTc3y-5ZawHSB7rKMCr5SbxJorFpUtIfojSJ3a80T8E9ldolMvBCu3xt9LvrNQDElnADt35bphvL6atC2KRgraCZKddRJ81Ej8zjXarigcYwZQi9Ubi6eImgpz=s320" width="208" /></a></div><p style="margin-left: 40px; text-align: justify;">Inghilterra, prima metà dell'Ottocento. </p><p style="margin-left: 40px; text-align: justify;">Dorothea Truelove è una signorina di buona famiglia, benestante e bene educata. Nonostante la disapprovazione del padre si dedica a opere di carità nel carcere femminile di Oakgate. Qui incontra Ruth Butterham, in attesa di processo per omicidio.</p><div style="margin-left: 40px; text-align: justify;">Ruth è giovane, povera e non ha potuto finire la scuola, ma ha un talento nel cucito e nel ricamo. Ma soprattutto ha una storia da raccontare, una storia che dapprima sembra simile a quella di mille altre ragazze povere e senza nessuno al modo; poi prende una piega inaspettata, terribile, fatta di segreti, sangue, morte e anche di poteri oscuri.</div><p style="margin-left: 40px; text-align: justify;"> Dorothea deve crederle oppure bollare il racconto come la fantasia di una povera pazza che ha ormai un piede sul patibolo? </p><p style="margin-left: 40px; text-align: justify;"> </p><p style="text-align: justify;">Laura Purcell è l' autrice dell'inquietantissimo <i>Gli amici silenziosi</i>, la cui lettura mi ha lasciato estatsiata circa un annetto fa, e mi ha convinta a leggere questo nuovo romanzo. Non me ne sono pentita, anzi. </p><p style="text-align: justify;">L'ambientazione spazio temporale (Inghilterra, XIX secolo) è simile tra i due romanzi, ma all'autrice va riconosciuto il grande merito di restare nel campo del romanzo gotico cambiando completamente le carte in tavola.</p><p style="text-align: justify;">Se nel primo romanzo avevamo la classica ambientazione di una vecchia casa infestata sperduta nella campagna inglese, qui ci troviamo nella Londra post rivoluzione industriale. Ma i lati oscuri delle persone e i misteri insondabili dell'esistenza non sono stati spazzati via dalla modernità e dal conseguente benessere (che ovviamente non è alla portata di tutti).</p><p style="text-align: justify;">Alcune pagine per la loro cruda durezza e per il modo semplice e lineare in cui espongono le terribili condizioni di vita di chi è povero e senza protettori potrebbero essere uscite da un romanzo di Dickens.</p><p style="text-align: justify;">Ed è proprio in queste pagine, in mezzo a questa dura realtà, che si insinuano l'oscurità e il soprannaturale. </p><p style="text-align: justify;">Il dubbio striscia nella mente di Dorothea, determinata ad ascoltare fino alla fine la storia di Ruth perchè ella possa riconoscere i suoi crimini e pentirsi; ma il dubbio si insinua anche nella mente del lettore: cosa stiamo leggendo? La cronaca di una storia tristissima, l'epilogo di una esistenza destinata suo malgrado al male, alla distruzione e alla follia? O la storia soprannaturale di un'innocenza che si mescola inconsapevolmente all'odio, con conseguenze nefaste?</p><p style="text-align: justify;">Ecco, per tutto il romanzo l'autrice gioca sul filo di questa dualità, riuscendo, a mio parere, a scrivere pagine che sanno catturare l'interesse del lettore sia quando ci parlano delle condizioni di vita dei proletari, sia quando scrive pagine più spiccatamente gotiche.</p><p style="text-align: justify;">Dov'è il vero orrore?, sembra dirci Purcell. Di cosa dobbiamo avere paura? Questa continua sospensione tra le due anime del romanzo è quello che tiene avvinto il lettore fino alla fine, e che dà alla storia un sapore originale.<br /></p><p style="text-align: justify;">Anche i personaggi vivono sul filo dell'ambiguità, specialmente Dorothea, della quale non riusciamo mai a capire se abbia intenzioni buone e disisnteressate, o se il suo voler fare del bene sia una maschera, una studiata forma di manipolazione di chi le sta intorno.</p><p style="text-align: justify;">Nel finale, io un'idea me la sono fatta.</p><p style="text-align: justify;">E a proposito del finale, penso che sia la parte migliore di tutto il romanzo. Fornisce, a parer mio, le risposte ai dubbi del lettore (anche quella che alla domanda che ci trascina attraverso il romanzo: il racconto di Ruth è realtà o follia?). È necessario però che il lettore stesso le vada a cercare. </p><p style="text-align: justify;">È un finale triste, che, nel momento in cui sembra voler consolare il lettore, gli svela invece nuovi abissi di malvagità insiti nell'animo umano. Una visione amara e pessimistica dell'essere umano, che si sposa perfettamente con l'atmosfera del romanzo gotico, perchè ci lascia con il cuore in gola fino alla fine e con la consapevolezza che sì, c'è da aver paura perchè il male è tutto intorno a noi, ed è ben nascosto. Ed è questa la cosa che inquieta di più.</p><p style="text-align: justify;">Voto: 8<br /></p><p style="text-align: justify;"> <br /></p>Lissehttp://www.blogger.com/profile/15253167968416021842noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-3877005408763546227.post-51793055447181787942019-11-27T13:32:00.001+01:002019-11-27T13:32:06.628+01:00Le spose sepolte...... di Marilù Oliva.<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh2lKq144aq9V7FFnxSNbdIxmihaGAsqcWmHyMrG347aFCq6Ckjlsqg-xTZXev0PE0nDJWxRTktpGRLmtWAHnLCFw93OV6ZOSNzrGpSW8v2ROgzTyQZK2e9Bida-bPycVX-Fb77oPdt6w8/s1600/spose.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="500" data-original-width="299" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh2lKq144aq9V7FFnxSNbdIxmihaGAsqcWmHyMrG347aFCq6Ckjlsqg-xTZXev0PE0nDJWxRTktpGRLmtWAHnLCFw93OV6ZOSNzrGpSW8v2ROgzTyQZK2e9Bida-bPycVX-Fb77oPdt6w8/s320/spose.jpg" width="191" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
Dove sono finite quelle donne misteriosamente sparite da anni, mogli e
madri di cui i mariti sostengono di non sapere nulla? Uno dopo l’altro, i
loro resti vengono ritrovati grazie a un killer implacabile che
costringe chi le ha fatte scomparire a confessare dove si trovano le
loro ossa e poi uccide i colpevoli, sempre assolti dai tribunali per
mancanza di prove. Il rituale è feroce e spietato: l’assassino
vuole così rendere giustizia alle spose sepolte. I pochi indizi lasciati
sulla scena del crimine conducono a un piccolo paese, Monterocca,
soprannominato la Città delle Donne, un territorio nell’Appennino
bolognese circoscritto da mura ed elementi naturali, governato da una
giunta completamente al femminile. Il team investigativo, in cui spicca
la giovane ispettrice Micol Medici, si trova catapultato in una realtà
di provincia quasi isolata dal mondo, con una natura montana che fa da
contorno e molti misteri avvolti nella nebbia. Un inquietante enigma
conduce gli inquirenti al Centro Studi Rita, un’azienda farmaceutica che
sta sintetizzando un anestetico speciale: lo stesso utilizzato dal
serial killer come siero della verità per far confessare i colpevoli. Ma
quanti altri segreti si nascondono dentro i confini del piccolo paese?
Solo Micol ha l’innata capacità di scoprirli, anche se questo potrebbe
costarle la vita…(Sinossi dal sito della casa editrice <a href="https://www.harpercollins.it/9788869053016/le-spose-sepolte/">HarperCollins</a>).</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Dopo aver letto <i>Musica sull'abisso</i>, della stessa autrice, mi era rimasta la curiosità di scoprire qualcosa sul passato di Micol Medici, e perciò ho recuperato <i>Le spose sepolte</i>.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Marilù Oliva ci racconta la storia di un serial killer; il genere è ultimamente inflazionato, ma la bravura dell'autrice sta nell'aver introdotto nella narrazione un elemento originale ed intrigante. Il serial killer sulle cui tracce si metterà Micol Medici con la sua squadra è uno spietato assassino, sì, ma sceglie le sue vittime tra coloro che sono fortemente sospettati di aver ucciso e fatto sparire le proprie mogli, ma sono riusciti a farla franca per mancanza di prove. Il misterioso killer riesce anche a far confessare alle sue vittime dove si trovano i poveri resti di coloro che hanno ucciso, permettendo di dare una pietosa sepoltura a persone scomparse magari da anni.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Mi è piaciuta questa dicotomia presente nella figura dell'assassino, che è sì spietato, ma mosso da una sorta di volontà di ristabilire, a modo suo, la giustizia. Certo un killer così tratteggiato fa riflettere. Ma quello che ho apprezzato di più è stato che, nonostante il serial killer sia una sorta di vendicatore per le vittime di un crimine odioso e purtroppo diffuso, mai ho avuto l'impressione che l'autrice lo giustificasse, o parteggiasse per lui. Insomma, due torti non fanno una ragione e uccidere a sangue freddo un assassino non fa di te un eroe; in un periodo storico in cui armarsi e farsi giustizia da soli sembra essere la panacea universale, ho apprezzato questo equilibrio narrativo.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Altro elemento che ho apprezzato, è stata l'ambientazione nel paesino di Monterocca. La città di sole donne, come ha avuto a chiarire l'autrice durante una presentazione cui ho avuto la fortuna di assistere, è un'utopia (nel presente) e allo stesso tempo un sfida (per il futuro).</div>
<div style="text-align: justify;">
Nell'economia del romanzo rappresenta invece, secondo me, un altro aspetto della dicotomia che ho rilevato prima riguardo al serial killer.</div>
<div style="text-align: justify;">
Monterocca è un posto idilliaco, eppure nasconde segreti.</div>
<div style="text-align: justify;">
Queste ambiguità fatte di luci e ombre, dubbi e certezze, mi sono piaciute molto, e credo sia grazie ad esse se ho trovato la lettura così stimolante.</div>
<div style="text-align: justify;">
Insomma, ho trovato l'ambientazione veramente ben costruita e dettagliata, ed è stata una delle cose che ho apprezzato di più nel romanzo. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Interessanti i personaggi, ben delineati anche quelli secondari.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Anche la trama è buona, con un finale all'altezza delle premesse.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Voto: 7</div>
Lissehttp://www.blogger.com/profile/15253167968416021842noreply@blogger.com5tag:blogger.com,1999:blog-3877005408763546227.post-13436778906958302902019-11-26T20:39:00.001+01:002019-11-26T20:39:25.499+01:00Gli scomparsi di Chiardiluna. L'attraversaspecchi #2....... di Christelle Dabos.<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhGzDoJ_jvwnlvMjCnHFIsRvdOfch16_FouojgcBYGqRGKc-k27vIFHKwpLnPQdsHvxF-OdNlbryB5Y7W0uA-t3r-nbuBS1Fs9C2zmymHooEl7TjecxOpQj_ZTy82cm02t_BvfLKOm7pO0/s1600/chiardiluna.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="348" data-original-width="241" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhGzDoJ_jvwnlvMjCnHFIsRvdOfch16_FouojgcBYGqRGKc-k27vIFHKwpLnPQdsHvxF-OdNlbryB5Y7W0uA-t3r-nbuBS1Fs9C2zmymHooEl7TjecxOpQj_ZTy82cm02t_BvfLKOm7pO0/s320/chiardiluna.jpg" width="220" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
Sulla gelida arca del Polo, dove Ofelia è stata sbattuta dalle Decane
perché sposi suo malgrado il nobile Thorn, il caldo è soffocante. Ma è
soltanto una delle illusioni provocate dalla casta dominante dell’arca, i
Miraggi, in grado di produrre giungle sospese in aria, mari sconfinati
all’interno di palazzi e vestiti di farfalle svolazzanti. A Città-cielo,
capitale del Polo, Ofelia viene presentata al sire Faruk, il gigantesco
spirito di famiglia bianco come la neve e completamente privo di
memoria, che spera nelle doti di lettrice di Ofelia per svelare i
misteri contenuti nel Libro, un documento enigmatico che nei secoli ha
causato la pazzia o la morte degli incauti che si sono cimentati a
decifrarlo. Per Ofelia è l’inizio di una serie di avventure e
disavventure in cui, con il solo aiuto di una guardia del corpo
invisibile, dovrà difendersi dagli attacchi a tradimento dei decaduti e
dalle trappole mortali dei Miraggi. È la prima a stupirsi quando si
rende conto che sta rischiando la pelle e investendo tutte le sue
energie nell’indagine solo per amore di Thorn, l’uomo che credeva di
odiare più di chiunque al mondo. Sennonché Thorn è scomparso...(Sinossi dal sito della casa editrice <a href="https://www.edizionieo.it/book/9788833570532/gli-scomparsi-di-chiardiluna-l-attraversaspecchi-2">Edizioni E/O</a>)</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Dopo il primo volume, <i><a href="https://panelibriemocaccino.blogspot.com/2018/09/fidanzati-dellinverno-lattraversa.html">Fidanzati dell'Inverno</a>,</i> ritorna la saga fantasy con protagonista la giovane Ofelia, attraversaspecchi e lettrice di oggetti di professione, incastrata in un ambiente che non è il suo e minuscolo ingranaggio di intrighi politici di portata planetaria.</div>
<div style="text-align: justify;">
Ofelia vive in una Terra che, dopo un misterioso disastro, si è diviso in frammenti galleggianti detti arche; per soddisfare il bisogno di una alleanza fra arche, è stata promessa in sposa all'enigmatico e introverso Thorn, e catapultata in una società fatta di cortigiani, che vivono di intrghi, tradimenti, bugie e colpi bassi, necessari a mantenere il favore del distratto ma potentissimo Faruk, una sorta di capotribù degli abitanti dell'arca del Polo.</div>
<div style="text-align: justify;">
<i><br /></i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Gli scomparsi di Chairdiluna</i> si rivela, fin dalle prime pagine, all'altezza del romanzo che lo precede.</div>
<div style="text-align: justify;">
L'ambientazione, che ritengo essere il punto di forza di questa saga, viene approfondita e arricchita di particolari che riguardano non solo il presente di questo mondo strano e fragile, ma anche il passato. Devo sottolineare che le informazioni riguardo il periodo precedente al disastro che ha frantumato il mondo sono intriganti, e dosate con sapiente moderazione. I flashback creano un'atmosfera di aspettativa e curiosità, e invogliano il lettore a proseguire.</div>
<div style="text-align: justify;">
Non che ce ne fosse bisogno, per quel che mi riguarda. La trama è più articolata ed interessante del precedente volume; si nota però una certa tendenza dell'autrice a diluire rivelazioni e informazioni nella prima parte del romanzo, cosa che avevo notato anche durante la lettura del primo volume della serie. Questo tende a far sì che circa metà del libro abbia un ritmo lento; a volte la mancanza di comunicazione tra i personaggi raggiunge livelli eccessivi. Questo può risultare frustrante per il lettore, perchè è evidente che tale espediente ha il solo scopo di non arrivare troppo rapidamente a svelare gli elementi fondamentali che compongono la storia. </div>
<div style="text-align: justify;">
La seconda metà invece risulta essere più dinamica e perciò anche più scorrevole.<br />
<br />
La trama resta originale e introduce nuovi personaggi e nuove ambientazioni. Una menzione particolare merita Farouk, guida dei clan che popolano Polo, che con la sua memoria ondivaga e i suoi poteri mentali fuori controllo rende inquietante l'atmosfera e getta numerose ombre sul futuro di Ofelia e Thorne.<br />
<br />
<i>Gli scomparsi di Chiardiluna</i> non fa che conferma la buona impressione che già avevo avuto leggendo <i>Fidanzati dell'Inverno</i>. Questa serie è originale, interessante, sa intrattenere il lettore e portarlo dentro mondi nuovi che sono tutti da scoprire.<br />
Il senso di meraviglia e di attesa che Christelle Dabos riesce a trasmettere mentre narra la sua storia è la parte migliore del romanzo.<br />
<br />
Voto: 7e 1/2</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
Lissehttp://www.blogger.com/profile/15253167968416021842noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3877005408763546227.post-10918490133256333242019-11-26T18:18:00.002+01:002019-11-26T18:18:09.980+01:00Penelope Poirot fa la cosa giusta...... di Becky Sharp.<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjKw9Dgyg_OjGn9Z70YJqew9ARdD0yBZevzlaScvT597FnL6kDV_cnxaeeItE1y0h61aQS09SFhj-eN4vhJk8RBYLO9m91pVqjs00iKuXjnr8TptK1YG4y4Jt3d_L9T0Ry8jP2ziB3IReI/s1600/Penelope-Poirot_web.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="999" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjKw9Dgyg_OjGn9Z70YJqew9ARdD0yBZevzlaScvT597FnL6kDV_cnxaeeItE1y0h61aQS09SFhj-eN4vhJk8RBYLO9m91pVqjs00iKuXjnr8TptK1YG4y4Jt3d_L9T0Ry8jP2ziB3IReI/s400/Penelope-Poirot_web.jpg" width="248" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
Con il sangue che le scorre nelle vene, Penelope Poirot sprizza talenti:
la vocazione per risolvere misteri, la propensione a vivere
artisticamente, il palato fine e la penna feroce di una critica
gastronomica perfetta.<br />
La passione, si sa, quando arde divora, e Penelope Poirot è provata
nello spirito quanto ammorbidita nel corpo; stile Botticelli, dice lei,
stile krapfen, pensa e non dice Velma Hamilton, la sua nuova, perplessa
segretaria.<br />
È il momento di cambiare, di partire: c’è una clinica salutistica, nelle
colline del Chianti, che promette di depurare corpo e mente.<br />
Ha un bel sapore gotico, avvolta così dai rampicanti, stemperato dalla luce dorata che occhieggia dalle persiane.<br />
A cena il cibo è mesto, ma il bellissimo giardiniere sa come fartelo
dimenticare. La donna alta e misteriosa scatena rivalità, odio e
simpatia; la famosa scrittrice il desiderio insopprimibile di rubarle il
marito.<br />
Penelope non rinuncia al tacco dodici e alla volpe bianca neppure quando
trascina Velma ad abbandonare ogni principio in osteria, e basta una
pasticca alla violetta per coprire un altro vizio clandestino.<br />
Poi, nelle sedute libido-dinamiche, scavano tutti insieme buche
immaginarie per disseppellire i segreti. Operazione non priva di rischi:
certi segreti, allo scoperto, esplodono.<br />
C’è odore di gelo nell’aria di novembre, e il delitto, quando accade, è sulla neve bianca.<br />
Neve che cade imperterrita sull’assassino, sulle prossime prede, sulla nuova trappola.<br />
Con il sangue che le scorre nelle vene, Penelope Poirot non ci casca.<br />
In certi casi, solo lei sa qual è la cosa giusta. (Sinossi dal sito della casa editrice <a href="http://www.marcosymarcos.com/libri/penelope-poirot-fa-la-cosa-giusta/">Marcos y Marcos</a>)</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Ci sono pochi personaggi , nella mia lunga carriera di lettrice, che fatico a lasciar andare. Una, forse lo sanno anche i sassi, è Rossella O'Hara, ragion per cui ho letto tutti i sequel possibili e immaginabili di <i>Via col vento</i> ( e mene sono epntita in tutti i modi possibili e immaginabili).</div>
<div style="text-align: justify;">
Un altro personaggio è Hercule Poirot, delle cui abilità deduttive non riesco a far a meno. Dopo aver letto <i><a href="https://panelibriemocaccino.blogspot.com/2018/08/tre-stanze-per-un-delitto.html">Tre stanze per un delitto</a></i><a href="https://panelibriemocaccino.blogspot.com/2018/08/tre-stanze-per-un-delitto.html">, </a>che non sarà all'altezza della Christie, ma non è male, ho deciso di lanciarmi in questa nuova avventura, e fare la conoscenza della pronipote di Hercule Poirot.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Penelope Poirot è un personaggio decisamente sopra le righe; ha una altissima - ma scarsamente meritata, secondo me - opinione di se stessa; invadente, intrigante e convinta di sapere sempre tutto, si dedica con passione al mestiere di critica culinaria. Quando decide di partire per l'Italia per una cura disintossicante, prende con sè una segreteria, Velma Hamilton, discreta e poco appariscente giovane donna inglese.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Il romanzo non mi è piaciuto granchè. Non saprei dire se si tratti di aspettative deluse, o se più semplicemente Penelope Poirot sia riuscita a toccare tutte le corde che mi causano fastidio in un libro.</div>
<div style="text-align: justify;">
Tanto per iniziare, la protagonista non mi ha ispirato nè simpatia nè ilarità.</div>
<div style="text-align: justify;">
L'ho trovata insulsa, odiosa nelle sue manie di grandezza, e anche parecchio illusa riguardo se stessa e il mondo che la circonda. Ho preferito di gran lunga Velma, la segreteria poco appariscente, che avrebbe avuto del potenziale, secondo me, se non fosse rimasta eccessivamente incastrata, anche grazie a dei flashback piuttosto incolori, nello stereotipo della zitella inglese timida e bruttina.</div>
<div style="text-align: justify;">
Oltretutto ho odiato il modo in cui è stata tiranneggiata da Penelope per tutta la durata del romanzo.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
La trama non mi ha affascinato molto; la causa principale è da ricercarsi nel fatto che per intravedere una vittima, un delitto ed uno straccio di indagine ho dovuto attendere quasi metà del libro (150 pagine su 336). Decisamente troppo, per i miei gusti.</div>
<div style="text-align: justify;">
Mentre attendevo la svolta <i>gialla</i>, per così dire, mi sono annoiata parecchio. L'ambientazione (una clinica salutistica, le colline toscane a novembre) era potenzialmente intrigante ma a conti fatti si è rivelata piatta, a tratti deprimente. </div>
<div style="text-align: justify;">
I personaggi secondari sono piatti e banali; fatta eccezione per due o tre di loro, ho faticato a distinguere gli uni dagli altri; la maggior parte appariva palesemente messa in scena a far numero, ed era evidente che non sarebbero mai potuti rientrare nel novero dei sospettati dell'omicidio.</div>
<div style="text-align: justify;">
L'indagine non costituisce una sfida per il lettore, ed il finale, sebbene ci regali un guizzo di umanità che illumina la protagonista, è inconsistente e totalmente inappagante. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Salvo lo stile, piacevole e scorrevole, dell'autrice. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Voto: 5</div>
Lissehttp://www.blogger.com/profile/15253167968416021842noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3877005408763546227.post-72603445965396974122019-11-26T17:30:00.000+01:002019-11-26T17:30:32.286+01:00La Fattoria delle Magre Consolazioni...... di Stella Gibbons.<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiNZz7CJhhXbcOEfUNljgp5PwS2-4C2MtsUyjex6LBL0QsosFzr8c_PyYr-G05AKnRb5upzjCuOkfXNWCZc677RftViP0hLRLzvWIgiZSeipTWE6fwLLGz2rG0D4o1cyh8EACgvkZ0HAdQ/s1600/piattaGibbons.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="507" data-original-width="361" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiNZz7CJhhXbcOEfUNljgp5PwS2-4C2MtsUyjex6LBL0QsosFzr8c_PyYr-G05AKnRb5upzjCuOkfXNWCZc677RftViP0hLRLzvWIgiZSeipTWE6fwLLGz2rG0D4o1cyh8EACgvkZ0HAdQ/s320/piattaGibbons.png" width="227" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
Flora Poste è stata educata in modo eccellente a fare tutto tranne che a guadagnarsi da vivere.<br />
Rimasta orfana a vent’anni e dotata di una rendita esigua, va a vivere
presso dei lontani parenti alla Fattoria delle Magre Consolazioni nel
Sussex. Il suo arrivo alla fattoria coincide con l’inizio di uno dei
romanzi più divertenti mai scritti. I parenti sono a dir poco eccentrici
e la fattoria è sgangherata e in rovina: i piatti vengono lavati con
rametti di biancospino e le mucche hanno nomi come Rozza, Senzascopo,
Inetta e Superflua. La vecchia matriarca settantanovenne, zia Ada, che
non è più stata giusta nella testa da quando ha “visto qualcosa di
orribile nella legnaia” circa settant’anni prima, tiene in scacco
l’intera famiglia.<br />
Come Alice di Lewis Carroll, Flora non si fa intimidire da chi dice cose
senza senso e si rifiuta di essere trascinata in un mondo di matti. Non
si può, pensa Flora, rovinare la vita propria e altrui invocando
disgrazie infantili, non si può sottostare alla follia per quanto
interessante, bisogna ribellarsi… e nel giro di pochi mesi le cose alle
Magre Consolazioni cambiano in modo radicale. (Sinossi dal sito della <a href="https://www.astoriaedizioni.it/catalogo/stella-gibbons-la-fattoria-delle-magre-consolazioni/">Astoria Edizioni</a>)</div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Prima o poi doveva succedere: per la prima volta un romanzo della mia casa editrice preferita, la Astoria, mi ha lasciato perplessa, molto perplessa.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>La Fattoria delle Magre Consolazioni </i>racconta la storia di Flora, ragazza sveglia e intelligente, che rimane orfana e senza un adeguato patrimonio a sostenerla. Unica soluzione, quella di cercare ospitalità presso lontani e sconosciuti parenti. Questi parenti si riveleranno a dir poco bizzari, e Flora tenterà di mettere ordine nelle loro vite.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Nelle prime pagine, con pungente ironia, l'autrice ci presenta la protagonista intenta a discutere con un'amica su quale sia il modo migliore per evitare di dover lavorare per vivere. E questo sarcasmo irrriverente, tipico degli autori inglesi, mi aveva fatto ben sperare per il prosieguo della storia. Peccato però che tutte le mie aspettative siano andate completamente deluse pagina dopo pagina.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
La storia narrata nel romanzo è composta di piccoli eventi familiari che Flora tenta di indirizzare come desidera al fine di ottenere il suo scopo, ovvero quello di rendere confortevole il suo soggiorno alla fattoria. Ogni evento, però, è surreale e assurdo, i personaggi sono anch'essi surreali e per lo più risultano incomprensibili. Fanno cose prive di senso e di logica, impugnano oggetti che non esistono, hanno piante dai nomi bizzarri e sconosciuti (e il lettore non capirà mai cosa sono esattamente), reagiscono in maniera irrazionale a tutto ciò che capita.Tutto questo dovrebbe essere divertente, anzi, a sentire la casa editrice questo dovrebbe essere <i>uno dei romanzi più divertenti mai scritti</i>, ma onestamente io non sono riuscita a trovare un filo conduttore nelle vicende, ad afferrare le <i>gag</i> che dovrebbero essere divertentissime, a ridere di personaggi sconclusionati e assurdi.</div>
<div style="text-align: justify;">
C'è un lavorante che lava i piatti con un rametto di biancospino (sto ancora cercando di raffigurarmi la scena, e non ci riesco); una pianta dagli strani effetti chiamata succhiodendro (che cosa sia, non lo sapremo mai); ad un certo punto addirittura la protagonista usa, in un contesto temporale non meglio specificato ma che richiama in tutto e per tutto l'Inghilterra degli anni '30, un video telefono, che spunta così, dal nulla a metà romanzo e non comparirà mai più. Fino a quel momento ogni comunicazione era avvenuta via lettera, come nella miglior tradizione inglese. Ecco, questi sono solo alcuni esempi di cose che io ho trovato incomprensibili, cervellotiche e per nulla divertenti.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Forse parte del problema sta, come spesso mi capita, anche nel modo in cui il libro viene proposto al lettore: non credo abbia molto senso presentare un romanzo così particolare come uno dei più divertenti mai scritti, se non si precisa che tipo di divertimento il lettore andrà a trovare.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Per me questo romanzo è stato troppo: troppo surreale, troppo sconclusionato, troppo illogico, troppo incomprensibile, troppo nonsense per me. E troppo poco divertente.</div>
<div style="text-align: justify;">
Ben presto, infatti, è subentrata la noia. La cosa più piacevole del romanzo è stata la sensazione di sollievo quando l'ho finito.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Non escludo, comunque, visto che sono 80 che questo romanzo viene pubblicato e, a quanto pare, affascina lettori di ogni epoca, che il problema sia mio, che sia io quella che non è riuscita ad afferrare il senso del romanzo, restandone perciò delusa.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Voto: n. c.</div>
Lissehttp://www.blogger.com/profile/15253167968416021842noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3877005408763546227.post-71696602856573067972019-10-27T12:07:00.001+01:002019-10-27T12:07:04.334+01:00Morte nelle Highlands...... di Lucy Foley.<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiGu7rvytssA1pLP2P1V3sgkQczW1gbWEc7vBxS92o4jqPQWmabDUAcQHRE6xTdzzvGjfTLHfoiqCH7ar-swAkIajVUc5QZ9QRG-lXrkwwz9ijUZSMFFPuSI1E6GuHHW-pRLxNSNO5q8uM/s1600/morte.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1430" data-original-width="1000" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiGu7rvytssA1pLP2P1V3sgkQczW1gbWEc7vBxS92o4jqPQWmabDUAcQHRE6xTdzzvGjfTLHfoiqCH7ar-swAkIajVUc5QZ9QRG-lXrkwwz9ijUZSMFFPuSI1E6GuHHW-pRLxNSNO5q8uM/s320/morte.jpg" width="223" /></a></div>
La scheda del libro sul sito della casa editrice<a href="https://www.giunti.it/catalogo/morte-nelle-highlands-9788809869059"> Giunti</a><br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Come ogni anno Emma, Mark e i loro amici trascorrono l’ultimo dell’anno
insieme. Per Emma, l’ultima arrivata, l’unica a non aver frequentato
Oxford con gli altri, è l’occasione
per fare bella figura e integrarsi nel gruppo. Ma qualcosa va storto
nell’esclusivo cottage che si affaccia sulle gelide acque di Loch
Corrin. Sui boschi già imbiancati si abbatte
la peggiore tempesta di neve degli ultimi tempi e poi, improvvisamente,
uno degli ospiti scompare. Le condizioni meteo sono così proibitive che i
soccorsi non possono
arrivare e nessuno può andare via. Quando l’ospite viene ritrovato –
morto – tutti sono dei potenziali sospettati. Ci sono Heather, la
manager del resort, Doug, l’ex marine ora
guardiacaccia, una inquietante coppia di islandesi e poi gli amici:
Miranda e Julien, tanto belli quanto snob, Samira e Giles con la loro
bambina di 6 mesi, Nick e il suo fidanzato
americano, e infine Katie, l’unica single del gruppo. Chi è l’assassino?
Ma, soprattutto, chi è la vittima?
Nella migliore tradizione del giallo alla Agatha Christie, Lucy Foley
sfida il lettore a scovare la verità in una fitta rete di intrighi e
bugie. Una lettura compulsiva e ricca di colpi di scena.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Nove amici decidono di festeggiare il l' arrivo del nuovo anno in un lussuoso resort sulle Highlands. E, dal mio punto di vista, questa ambientazione già vale da sola il costo del romanzo. </div>
<div style="text-align: justify;">
L'ambientazione è davvero ben fatta ed estremamente adatta al tipo di storia che Foley si appresta a raccontarci. La neve cade e rende un posto particolarmente isolato irrangiungibile e inquietante. Non aiuta a sollevare il nostro senso di angoscia il fatto che i protagonisti siano nove amici di lunga data, affiatati (almeno all'apparenza) tra di loro. Anzi, la vicenda prende, proprio per questo, tinte ancora più fosche.</div>
<div style="text-align: justify;">
Gli amici si conoscono da una vita, hanno ricordi e un passato in comune, eppure, anno dopo anno, si rendono conto che questo tipo di raduno comincia a star loro stretto. Sono cresciuti, sono cambiati, non sono così disposti a perdonarsi l'uno altro errori e piccole cattiverie; alcune cose sepolte nel passato, poi, cominciano a tornare a galla, e bisognerà farci i conti. </div>
<div style="text-align: justify;">
Il passato che ritorna è uno degli elementi che preferisco nei thriller. Trovo che crei un senso di profondo mistero intorno alle vicende e ai personaggi.</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
Aumenta il senso di mistero e di paura anche il fatto che l'autrice abbia scelto di narrarci la storia alternando capitoli che raccontano il <i>prima</i> della scomparsa a capitoli che raccontano il <i>dopo. </i>Il tutto senza farci sapere chi sia la persona scomparsa, e cosa esattamente le sia accaduto.</div>
<div style="text-align: justify;">
Anche i punti di vista dei vari personaggi vengono alternati e questo ci aiuta ad avere una visione d'insieme ampia e varia, e ci permette di scoprire qualcosa di più sui vari componenti del gruppo. Ognuno di loro ha segreti e peccati da confessare, che il lettore scopre con crescente sgomento e che aiutano a dare spessore ad ognuno dei nove amici, che pertanto risultano ben delineati e credibili.</div>
<div style="text-align: justify;">
I personaggi esterni alla cerchia di amici, Heather e Doug in particolare, invece, mi hanno lasciato perplessa. Credo che l'amalgama dei due e del loro passato con le storie dei nove protagonisti non sia perfettamente riuscita. Questo ha, in alcuni punti, spezzato il ritmo della narrazione (specie laddove si faceva riferimento al passato dei due). </div>
<div style="text-align: justify;">
Inoltre ho notato che il romanzo, per quanto ben strutturato, in alcuni tratti diventa prolisso. Un po' di sintesi non avrebbe guastato.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
A metà strada fra un giallo di Agatha Christie, con i personaggi intrappolati in uno spazio ristretto, e un thriller di taglio moderno, <i>Morte nelle Highlands </i>è, nel complesso, un romanzo ben fatto, che regala momenti di suspense e una bella e claustrofobica atmosfera di mistero.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Voto: 7 e 1/2</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
Lissehttp://www.blogger.com/profile/15253167968416021842noreply@blogger.com1