lunedì 22 febbraio 2016

La moglie dell'uomo che viaggiava nel tempo...

di Audrey Niffenegger.

È dura rimanere indietro. Aspetto Henry senza sapere dov'è e se sta bene. È dura essere quella che rimane. Mi tengo occupata. Così il tempo passa più veloce. Vado a dormire da sola e mi sveglio da sola. Faccio passeggiate. Lavoro fino a stancarmi. Osservo il vento giocare con la robaccia rimasta sepolta tutto l'inverno sotto la neve. Finché non ci si pensa sembra semplice. Perché l'assenza intensifica l'amore? Tanto tempo fa, quando gli uomini andavano per mare, le donne li aspettavano sulla spiaggia, scrutavano l'orizzonte in cerca della piccola imbarcazione. Adesso io aspetto Henry. Lui scompare senza preavviso e involontariamente. Io lo aspetto. Ogni minuto di attesa dura un anno, un'eternità. Ogni minuto scorre lento, trasparente come vetro. Attraverso ogni minuto vedo un'infinità di minuti in fila, in attesa. Perché se ne va dove io non posso seguirlo?
(incipit)
 
La moglie dell'uomo che viaggiava nel tempo è il romanzo di esordio di Audrey Niffenegger e ci narra la storia di Henry e Clare e del loro amore. Henry ha un raro disordine genetico che gli causa una sorta di "instabilità" temporale. Senza preavviso alcuno, e solo parzialmente a causa dello stress o di forti emozioni, Henry viaggia nel tempo. Nel passato conosce una bambina di nome Clare, e quando lei lo ritrova nel presente, lui non si ricorda di lei (perché in realtà i due non si sono ancora incontrati nella linea temporale di Henry) mentre lei è innamorata di lui sin dal loro primo incontro.
 
Dopo questa splendida sinossi fatta di me, spero che il cervello non vi si sia arrotolato inesorabilmente, e che possiate seguitare a leggere la recensione.
Questo romanzo è solo in parte un romanzo fantastico o di fantascienza. Niente buchi neri, teoria della relatività spazio temporale o rivelazioni paradossali alla "Luke, io sono tuo padre". 
In realtà La moglie dell'uomo che viaggiava nel tempo è prima di ogni cosa un romanzo d'amore.
Il succo di questa storia è: l'amore, quello vero, vince il tempo e lo spazio.
Lo so, detta così sembra una cosa molto banale, ma lo svolgimento di questa premessa non è affatto banale, tutt'altro. Diciamoci la verità: moltissimi romanzi partono da e/o arrivano a questa affermazione.
Prendente le Bucoliche di Virgilio, X egloga. Già allora il poeta scriveva: Omnia vincit amor. (l'amore vince su ogni cosa).
Prendete I Promessi Sposi - alla fine vince l'amore! E di Dante, ne vogliamo parlare? Il Paradiso termina con il verso l'amor che move il sole l'altre stelle. Detto tra noi, la citazione della Divina Commedia la sapevo a memoria! Beccati questa, Robert Langdon! (Se volete sapere perché ce l'ho col professor Langdon, leggete la recensione di Inferno qui)
Senza scomodare i classici della letteratura, prendete Harry Potter: alla fine, stringi stringi, sette libri ci dicono che l'amore vince ogni cosa (pure le maledizioni senza perdono di Colui-che-non-deve-essere-nominato).
Quindi, come vedete, anche i capolavori immortali della letteratura girano intorno a questa verità universale.

La storia d'amore fra Henry e Clare viene narrata in prima persona dai due protagonisti e descritta attraverso i salti temporali di Henry. Un pezzettino alla volta.
Henry e Clare vivono una storia d'amore lunga e intensa, resa ancora più intensa dall'imprevedibilità dei salti di Henry, dai pericoli che lui corre ogni qualvolta si ritrova nudo (non può portare niente con lui durante i salti, nemmeno i vestiti) nel passato (o più raramente nel futuro) e dall'ingegnosità dei piani che escogita per aiutare il se stesso "viaggiatore". Ci sono dei piccoli, deliziosi paradossi temporali, come appunto Henry più vecchio che aiuta Henry giovane o addirittura bambino a cavarsi d'impiccio; oppure ciò che nel presente Clare sa di Henry, ma Henry ancora non sa perché per lui non è ancora accaduto, ma Clare lo sa perché da bambina ha incontrato Henry proveniente dal futuro rispetto a quello che ora per loro è il presente. (Chiarissimo, nevvero?).
La storia è ovviamente tutta giocata sul filo di questo esserci e non esserci di Henry; il suo viaggiare nel tempo in maniera non programmabile né controllabile da al protagonista un punto di vista diverso sulle vicende della vita delle persone che gli sono vicine, ma soprattutto sulla sua.
Henry torna spesso sul luogo dell'incidente in cui sua madre perse la vita (incidente che lo vide uscire illeso perché proprio nel momento fatale, l'Henry bambino saltò nel tempo). Lo guarda e lo riguarda da mille diverse angolazioni e deve accettare di riviverlo senza poterlo cambiare.
Ancora, Henry guarda la sua famiglia vivere prima dell'incidente e forse questo lo aiuta ad elaborare il lutto per la scomparsa della madre e il conseguente allontanamento del padre, che nei successivi trent'anni non riesce a farsi una ragione della perdita della donna che amava.

L'inizio del romanzo è molto intrigante e incuriosisce parecchio. Il romanzo sembra trascinarsi un poco nella parte centrale ma si riprende alla grande nel finale, con un accadimento tragico e una rivelazione (che porterà anch'essa a un evento tragico).
La moglie dell'uomo che viaggiava nel tempo non è semplicemente un romanzo che si legge per sapere come va a finire la storia. Henry e Clare sono due personaggi con cui il lettore si accompagna con piacere. La loro storia è come un puzzle con i pezzi tutti scombinati. Credo che il successo che questo romanzo ha avuto dipenda proprio da questo: al lettore il compito di raccogliere ogni singola tessera e di collocarla al posto giusto. E qualche tesserina rimane anche nel cuore di chi legge.

Non leggo molti romanzi d'amore, non sono esattamente il mio genere, ma questo mi è rimasto davvero dentro. Forse per la spolverata di fantascienza data dell'elemento viaggi nel tempo, o forse semplicemente perché si tratta di un libro ben scritto, con personaggi ben caratterizzati e un finale poetico e struggente.
Voto 8.
 


2 commenti:

  1. L'ho letto anche io, tempo fa. Lo ricordo con piacere.
    Particolare, non c'è che dire. E gran bella recensione, la tua ;-)

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  2. Intrigante. Nemmeno io leggo molti romanzi d'amore, ma in questo caso mi pare che potrei fare lo sforzo. Certo che da quando partecipo a questa challenge ho ripreso a leggere forte (come direbbe Mr Gray ah ah ah), ma si sono moltiplicati anche i libri che desidero leggere.
    Bella recensione, ma non so se Omnia vincit amor!
    Lea

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