La scheda del libro sul sito della Sellerio Editore
Sembra un periodo tranquillo a Vigata, ma una troupe che sta girando una fiction televisiva di produzione italo-svedese arriva in paese turbando gli equilibri della cittadina. Ai vigatesi viene chiesto di cercare vecchi filmini in superotto per aiutare la ricostruzione della Vigata negli anni '50, epoca in cui è ambientata la serie tv. Un ingegnere scova in soffitta dei filmati girati dal padre che sono strani e anche un po' inquietanti. Per sei anni, dal '57 al '63, anno della sua morte, l'uomo ha filmato un muro bianco, allo stesso giorno e alla stessa ora. Incuriosito, l'ingegnere chiede aiuto a Montalbano, che finirà per appassionarsi al mistero. Le sue indagini però verranno interrotte da un fatto gravissimo: due uomini armati fanno irruzione nella scuola media di Vigata, causando un conflitto a fuoco. Chi sono, e perché l'hanno fatto?
Camilleri è un maestro. Ci vuole uno scrittore speciale per rendere interessante un semplice muro bianco.
La storia prende il via dal ritrovamento di questi curiosi filmati d'epoca, della durata di pochi minuti ciascuno, in cui si vede esclusivamente un muro bianco. Il commissario Montalbano, sempre più scontroso e insofferente per lo scompiglio portato in paese della troupe svedese (e soprattutto dalle belle attrici nordiche), si appassiona alla vicenda e cerca di ricostruire le motivazioni di un uomo anziano che, anche quando era in fin di vita, non ha mancato di riprendere, in un preciso giorno dell'anno, quel particolare muro. Montalbano si troverà a scavare nel passato di questa famiglia, e porterà alla luce dolori e segreti. Un cold case davvero particolare, originale e pur nella sua semplicità, intrigante e avvincente.
Le indagini saranno interrotte da un evento di una certa rilevanza: una sparatoria nella scuola media di Vigata. Per arrivare agli autori materiali, sarà necessario scavare nelle vite delle persone coinvolte. Sarà necessario studiare le persone e comprenderle; nonostante con l'età il nostro commissario diventi sempre più "orso", capire l'animo umano resta una delle cose che gli riescono meglio.
Le soluzioni di entrambi gli enigmi che gli si parano davanti arriveranno proprio grazie alla profonda empatia di Montalbano per chi soffre, o è costretto a subire un'ingiustizia.
Un'altra cosa che mi ha colpito è che il romanzo è stato pensato nel 2015; eppure leggendolo adesso sembra stato scritto sull'onda emotiva di recenti fatti di cronaca. Mi viene da citare la psicosi terrorismo, ad esempio, che emerge dopo l'irruzione nella scuola, anche quando l'atto, certo gravissimo, non ha nessuno dei caratteri dell'attentato di una certa matrice.
E ci sono altri temi, che non posso svelare perché direbbero troppo sulla direzione che prenderanno le indagini, che sono attualissimi, come se il romanzo fosse stato scritto l'altro ieri.
Questo romanzo ha una bellezza tutta sua; è profondo, a tratti toccante, perché, attraverso due vicende molto diverse, ci parla del disagio e dell'esclusione. Da voce a paure molte intime, e a ferite che non si rimarginano.
Anche la lingua usata, il siciliano come nei precedenti romanzi, diventa più complessa, più stretta. Non ho difficoltà a comprendere la parlata di Camilleri da anni ormai, ma qui, un paio di volte, mi sono dovuta fermare e cercare il significato di alcune parole.
La mia opinione però è sempre quella di non farsi scoraggiare da questo; la bravura di Camilleri è tale che permette di prendere familiarità con il siciliano molto velocemente.
Questo è il primo libro che il maestro Camilleri non ha potuto scrivere, ma ha dovuto dettare a causa di un problema alla vista. Chissà se il delicato modo che ha questo romanzo di raccontare la sofferenza umana, in tutte le sue forme, deriva anche da questo.
Voto: 8
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