sabato 20 maggio 2017

Passato remoto...

... di Leonardo Padura Fuentes.

La scheda del libro sul sito della casa editrice

Cuba, 1989. Mario Conde, tenente della polizia cubana, indaga sulla scomparsa di Rafael Morìn Rodríguez, dirigente del Ministero dell'Industria, uomo capace, integerrimo e intelligente, a detta di tutti. Conde ha conosciuto l'uomo in gioventù, quando frequentavano la stessa scuola superiore, e non ne ha mai avuto una grande opinione, forse perché Morìn ha sposato la bellissima Tamara, amore inconfessato della sua adolescenza, che ancora dopo diciassette anni lui non ha dimenticato. C'è davvero qualcosa di sospetto nella vita dell'uomo scomparso, oppure sono i vecchi pregiudizi e i vecchi rancori che offuscano la mente di Conde?
 
Questo romanzo è il primo che ha come protagonista Mario Conde, tormentato investigatore di polizia. A trentaquattro anni Conde si trascina dietro un bagaglio di rimpianti notevole; la sua vita non ha preso la piega che lui sperava quando da adolescente credeva di avere il mondo nelle proprie mani. Quella sensazione di ottimismo e onnipotenza è svanita, ma Conde la ricorda ancora bene, ed ogni giorno si alza chiedendosi cosa è andato storto, e quando.
Rafael Morìn Rodríguez sembra invece essere tutto quello che Conde non sarà mai. E' riuscito a realizzare i suoi ambiziosi progetti; è diventato un pezzo grosso, è ricco, stimato e soprattutto ha sposato Tamara, l'amore della vita di Conde.
Trovarsi ad indagare sulla sua sparizione costringe il poliziotto a fare i conti con un passato che sembra distante nel tempo ma con cui in realtà non ha mai chiuso.
La narrazione dell'indagine viene così alternata a flashback del passato, che sono ricchi e interessanti più della trama gialla che dovrebbe essere la struttura portante del romanzo.
Ne viene fuori il ritratto di una generazione, nata negli anni della Rivoluzione Cubana, e il ritratto di un paese diverso da quello cui siamo abituati a pensare. Un paese dove la povertà è tangibile ma dignitosa; dove non c'è spazio per l'allegria che siamo abituati ad associare ai popoli caraibici.
E' un ritratto molto triste, amaro e ricco di rimpianti ma povero di speranze per il futuro, come se la Rivoluzione avesse congelato sogni ed illusioni e tarpato le ali alla maggior parte dei giovani, anziché dare loro una speranza in un futuro migliore.
 
Il romanzo è interessante per questa voce che emerge tra le pagine e ci racconta una Cuba inusuale, più che per l'atmosfera gialla o noir.
 
Non posso certo dirmi un'esperta di narrativa sud-americana. La mia esperienza si ferma alla lettura della bibliografia completa di Isabel Allende e sporadicamente di qualche altro autore (per esempio: La breve favolosa vita di Oscar Wao, di Junot Diaz). Eppure sto cominciando a capire una cosa: un tratto distintivo di questa narrativa è l'impossibilità di scindere la narrazione della storia dalla narrazione del contesto e dell'ambiente. Il Cile, Cuba, la Repubblica Dominicana sono ben presenti tanto quanto i personaggi in carne ed ossa.
Questa caratteristica mi ricorda molto le opere di uno dei miei autori preferiti, Maurizio de Giovanni.
Oltretutto, come de Giovanni, anche Padura Fuentes rompe il circolo vizioso degli stereotipi e sceglie una narrazione da un punto di vista inusuale della sua patria.
Non  a caso una volta Maurizio de Giovanni ha detto: Napoli è l'unica città sudamericana fuori dal Sud America.
Ed evidentemente alcuni scrittori napoletani anche qualcosa di sudamericano in loro.
 
Ecco, questo parallelismo serve a far capire che tipo di romanzo è Passato remoto. La scelta di scrivere un noir è funzionale al bisogno di raccontare la vita, e gli esseri umani, in tutte le loro sfaccettature, ma soprattutto quelle meno brillanti, meno edificanti, più amare, ma anche più vive e più vere.
 
A parer mio, se cercate semplicemente un giallo o un noir, questo libro non fa per voi; se volete conoscere Cuba da un punto di vista diverso, allora avete trovato il vostro libro.
 
Voto: 7

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