La scheda del libro sul sito della Sellerio
Pisa, 1901. Il re Vittorio Emanuele III assisterà alla rappresentazione dell'opera lirica Tosca. A teatro arrivano le Guardie Reali, nella persona del tenente Pellerey, per assicurarsi che le misure di sicurezza siano adeguate e che gli anarchici particolarmente attivi nella regione non creino problemi. Quando tutto sembra sotto controllo, quando oramai l'opera si avvia alla conclusione, la (finta) fucilazione del protagonista Cavaradossi si trasforma in tragedia. Il tenente Pellery conduce le indagini, in qualche modo coadiuvato da Ernesto Ragazzoni, eccentrico giornalista del quotidiano La Stampa, anarchico e poeta.
Il romanzo è sapientemente costruito attorno ai dialoghi e agli interrogatori portati avanti da Pellerey.
Una folla di personaggi si muove intorno al povero tenente mentre conduce questa indagine delicatissima: una soprano giovanissima e attraente, i figuranti che facevano parte del plotone d'esecuzione, il maestro d'armi tronfio e presuntuoso, l'impresario, il direttore del teatro e quello dell'orchestra. Qualcuno di loro ha sparato al tenore che interpretava Cavaradossi davanti a re d'Italia. Bisogna scoprire in fretta chi, come e soprattutto capire se il movimento anarchico abbia a che fare con questo omicidio.
Ogni personaggio ci viene presentato e tratteggiato attraverso gli interrogatori del tenente dei Carabinieri, e ancora di più, attraverso i suoi pensieri inespressi, che rendono la lettura spassosa.
Oltre a Pellerey, figura centrale del romanzo è Ernesto Ragazzoni, poeta dal carattere e dai modi non convenzionali, acuto, intelligente ma anche eccentrico e raramente sobrio. Sarà proprio l'intelligenza del giornalista a fornire al tenente la chiave per la soluzione del giallo.
Ho già letto altri romanzi gialli di Marco Malvaldi, anzi credo di averli letti praticamente tutti (forse me ne mancano un paio). E sono giunta alla conclusione che nei romanzi gialli a sfondo storico riesca a dare il meglio di sé. Questo romanzo è praticamente perfetto. Una base storica accurata (laddove l'autore si è preso delle licenze poetiche, si è premurato di farcelo sapere nelle pagine finali); alcuni episodi poco noti riguardanti personaggi del calibro di Puccini e Rossini; un protagonista realmente esistito (Ragazzoni) ma non molto noto (almeno io ignoravo la sua esistenza) a cui l'autore ha dato uno spessore vivido e verosimile; ed infine, un intreccio giallo sapientemente orchestrato e ottimamente narrato e risolto. Aggiungete a ciò la tipica ironia di Malvaldi, ed avrete davvero un piccolo capolavoro del suo genere.
L'autore mi è parso davvero ispirato nella stesura di questo romanzo; bravissimo a fondere la finzione narrativa con i dettagli storici. L'ironia, a tratti pungente, è comunque misurata e non ruba la scena alla narrazione, ma la rende comunque particolarmente piacevole e scorrevole.
Mi ha favorevolmente colpito la padronanza con cui Malvaldi parla di opere liriche e di musica classica, riuscendo ad usare questa sua conoscenza dei dettagli per creare una storia notevole.
Consigliatissimo.
Voto: 8
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