martedì 26 luglio 2016

Serenata senza nome. Notturno per il commissario Ricciardi...

...di Maurizio De Giovanni.



La scheda del libro sul sito Einaudi

Il commissario Ricciardi è tornato. Più dolente che mai.
Questa volta deve risolvere il caso di un ricco commerciante di stoffa ucciso in un vicolo mentre andava a concludere un affare. L'uomo ha ancora con sé l'ingente somma che trasportava. In più, la sera prima, era stato minacciato di morte da un uomo emerso dal passato di sua moglie, la giovane e bella Cettina.
Vinny Sannino, pugile che ha fatto fortuna in America, si è ritirato dai combattimenti dopo aver ucciso sul ring un avversario. E' tornato in Italia per cercare la donna che aveva amato, per trovarla sposata e distante.
Cosa ha mosso la mano dell'assassino, la fame o l'amore?

Il commissario Ricciardi e il brigadiere Maione si trovano davanti tre piste,tutte ugualmente palusibili: la rapina interrotta da qualcuno o qualcosa, la rivalità commerciale o la rivalità in amore.
La verità scaturirà come sempre dall'intuizione di Ricciardi ma quello che ho apprezato maggiormente è che l'intuizione, come accade nei migliori gialli, non è un'illuminazione che arriva dall'alto. I dettagli che puntano in una direzione sono sotto gli occhi del lettore fin dall'inizio. Basta vederli per capire cosa c'è che non quadra. Sotto questo punto di vista il romanzo non delude affatto, tutt'altro.
La storia è resa ancora più interessante dai puntuali riferimenti storici e ambientali alla Napoli (e all'Italia) del regime fascista. La delazione, la propaganda, la velocità con cui si può fare carriera o cadere in disgrazia se si è invisi al regime sono tutti elementi che concorrono a definire la storia e a renderla bella, amara e credibile.

Alla storia si intrecciano le vicende personali del commissario e degli altri personaggi.
Per stornare da lui i sospetti di pederastia che il regime nutre su di lui grazie ad una frottola inventata da Livia, mortalmente gelosa di Ricciardi, il commissario frequenta Bianca, già conosciuta in Anime di Vetro, che per gratitudine e amicizia si presta a questa necessaria messa in scena (Livia, se per caso sei in ascolto, Ricciardi può anche averti perdonato, io no. Sappilo).
Veniamo accompagnati lungo il dipanarsi della trama da una nota canzone napoletana, Voce 'e notte. Come quasi tutte le canzoni più famose, anche questa parla di un amore perduto. Due persone che si amano separate dall'altrui volontà o dal destino, che tutto quello che possono fare è affidare al vento le parole per raccontare il dolore della loro perdita.
Il senso della perdita attraversa tutto il romanzo, ed è qualcosa con cui tutti i personaggi, anche quelli secondari, si trovano a dover affrontare.
Vinny Sannino, che il regime odia perchè ritiratosi dai combattimenti invece di essere il nuovo fiore all'occhiello della propagnada italica, ha perso in un esilio volontario in America quindici anni della sua vita, e al ritorno scopre che ha perso pure Cettina.
Il brigadiere Maione ha perso il suo informatore, il travestito Bambinella, che ha seri problemi con l'uomo che ama, e si rende conto che, suo malgrado, non ha perso solo un informatore ma anche un amico.
Il commissario Ricciardi, con con quello spirito così sprezzante della propria felicità, invece, abbraccia la perdita con coraggio e dignità. L'accoglie, una volta presa la sua decisione, con sollievo quasi. A volte, se ami qualcuno, devi lasciarlo andare.
Ma se torna da te, sarà tuo per sempre. E, a quanto pare, la persona che Ricciardi vuol lasciare libera ha scelto di non volare lontano, ma di tornare indietro.
Restiamo in attesa del prossimo romanzo per sapere se ho ragione oppure no.

Un menzione speciale merita la sottotrama che riguarda Bambinella. La sua storia d'amore tormentata, ostacolata ferocemente dai pregiudizi, rischiosa per la sua incolumità addirittura ha un epilogo tanto doloroso quanto delicato e commuovente.

E intanto, per tutta la durata del romanzo piove. Perchè quando c'è nell'aria un dolore così struggente, nemmeno nella città del sole il cielo è azzurro.

Consigliatissimo. Uno dei migliori libri della serie del commissario Ricciardi, secondo solo, a parer mio, a Giorno dei morti (il mio preferito).
Voto 7 e 1/2.

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