mercoledì 20 luglio 2016

Le prime quindici vite di Harry August...

...di Claire North.



Scheda del libro (NNE editore)

Ogni volta che muore, Harry August rinasce esattamente nello stesso luogo e nello stesso anno. Un potere o una condanna, che Harry affronta vivendo vite sempre diverse, così da fuggire a un’esistenza prevedibile, cercare la sua strada e dare un senso al tempo che si ripete in circolo, all’infinito. Non sa perché succeda né che ci sono altri come lui, fino al giorno in cui una bambina gli dice: “La fine del mondo sta arrivando. Adesso tocca a te”.
Le prime quindici vite di Harry August è la storia di quello che Harry fa dopo aver ricevuto questo messaggio, quando capisce che il progresso si sta muovendo troppo in fretta e sta cambiando la Storia e l’intera umanità.
In un intrigo che si svela come scatole cinesi da una vita all’altra, Harry attraversa il Novecento fino ai giorni nostri, dalle guerre mondiali al boom economico, passando per le scoperte scientifiche e gli sviluppi sociali del secolo. Una storia di viaggi e sogni, amicizia e tradimento, amore e solitudine, di gioia, lealtà e dello scorrere inesorabile del tempo. (sinossi tratta dal sito della NN Editore).
 
Le prime quindici vite di Harry August è un libro veramente molto particolare. Una storia di viaggi nel tempo, che in realtà, non è un vero e proprio viaggio nel tempo. E' più come se il protagonista restasse fermo e il tempo oscillasse sotto di lui avanti e indietro come un pendolo, sempre con la stessa ampiezza d'oscillazione, però.
Harry August, tecnicamente, non torna indietro nel tempo. O meglio, la sua coscienza lo fa, ma esclusivamente quando cessa di vivere.
Quando muore, rinasce esattamente allo stesso modo e nello stesso luogo e tempo, ma semplicemente con la consapevolezza di aver già vissuto una, dieci, quindici vite. Una sorta di reincarnazione limitata, se vogliamo.
Dopo le prime tre o quattro vite, Harry scopre di non essere il solo. Ce ne sono altri come lui, che si riuniscono in Club segreti e che cercano di aiutarsi come possono. I Club si tramandano messaggi a ritroso, i bambini avvicinano i vecchi kalachakra (i viaggiatori, per capirci) e portano loro messaggi da riferire a ritroso nel tempo, a quelli vivi nel momento della loro (ri)nascita.
 
Il secondo cataclisma si verificò nella mia undicesima vita. Era il 1996 e stavo morendo della mia solita morte, sospeso in una calda nebbia di morfina, quando lei scivolò nella stanza come un cubetto di ghiaccio sulla schiena.
   Aveva sette anni, e io settantotto. [...]
 «Per poco non ti mancavo, dottor August».[...]
   Cercai di parlare, ma la lingua incespicò nelle parole e non uscì niente.
   «Il mondo sta per finire» proseguì. «Il messaggio è passato da bambino ad adulto, di generazione in generazione da qui a mille anni. Il mondo sta per finire e noi non possiamo evitarlo. Ora tocca a te».
   Scoprii che il thai era l’unica lingua che volesse uscire dalle mie labbra in una forma coerente, e fui capace di articolare soltanto: «Perché?».
   Tengo a precisare, non perché il mondo stava per finire. Ma: perché doveva importarmi?
   Lei capì cosa intendevo e sorrise. Si chinò e mi sussurrò all’orecchio: «Il mondo sta per finire, come deve essere, da sempre. Ma la fine sta accelerando».
   Quello fu l’inizio della fine.
 
Il mondo sta finendo, e il sospetto è che qualche kalachakra privo di scrupoli ne sia responsabile. Vivere vita dopo vita, ricordando tutto quanto si è appreso, studiato, realizzato, tutti gli eventi storici, economici e politici della propria vita può essere fonte di un potere enorme. Potere che non andrebbe usato, stando alle regole dei Club. Ma non tutti sono d'accordo nel sottostare a queste regole.
Comincia così una lotta spietata, senza tempo e confini, per scovare e boicottare chi sta accelerando la fine del mondo.
 
Le continue morti e nascite di Harry e dei personaggi che via via lo affiancano nella sua impresa rendono questo libro originale. Qualcosa che non avevo mai letto.
Allo stesso tempo, il ciclo descritto è quello che mi ha più infastidito durante la lettura. Lo so, è strano. Ma più andavo avanti, più trovavo difficile tenere a mente eventi, personaggi, chi è morto dove, quando e perché, senza contare che continuare a mantenere la sospensione dell'incredulità è stato estremamente difficile. Insomma, mentre la storia dell'inseguimento attraverso il tempo e lo spazio di chi stava accelerando la fine del mondo si dipanava, io mi trovavo a pensare come armonizzare l'idea di un mondo che va avanti, verso la sua fine, con l'idea di una esistenza che ciclicamente si riavvolge su se stessa. Avrei potuto farmene una ragione se Harry fosse stato l'unico, ma l'idea che ce ne fossero tanti mi rendeva difficile conciliare le due cose.
Forse sono io che non ho capito il libro fino in fondo. O forse non devo farmi domande e godermi questa storia e i suoi spunti intriganti e originali.
Ma non ci sono riuscita fino in fondo, e il libro mi è piaciuto a metà.
 
Resta una storia suggestiva, che merita la sufficienza per l'originalità del tema.
Voto: 6 e 1/2.

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