giovedì 14 luglio 2016

L'avaro di Mayfair. 67 Clarges Street...

...di M. C. Beaton.


La scheda del libro
Londra, 1803. Ogni famiglia benestante con una figlia in età da marito ritiene che prendere in affitto una casa a Mayfair durante la stagione mondano sia un ottimo affare, anche se i prezzi sono esorbitanti. Al numero 67 di Clarges Street sorge un palazzo che rimane quasi sempre vuoto, perché gira voce che porti sfortuna. La servitù, pagata pochissima, spera e prega per un affittuario, per poter integrare lo stipendio con le laute mance di abitanti e ospiti. Per un colpo di fortuna, Mr. Sinclair squattrinato avvocato in pensione di Edinburgo, affitta la casa sperando di poter trovare un buon partito per Fiona, la pupilla del suo ricco fratello, morendo, gli ha lasciato come unica eredità la tutela della ragazza. Fiona sembra sciocca e svanita, ma è bellissima, dotata di una grazia angelica che ammalia chiunque la guarda. Forse, dopotutto, non sarà così difficile trovarle un marito ricco.
 
Così come Picasso ha attraversato un periodo rosa, uno azzurro, uno astratto, io devo essere nel mio periodo inglese: dopo Miss marple e i tredici problemi, di Agatha Christie e Snob, di Julian Fellowes, oggi è la volta di un'autrice britannica (scozzese, per la precisione), M.C. Beaton (psuedonimo di Mary Chesney.
Famosa per la serie di gialli di Aghata Raisin, io l'ho conosciuta leggendo il primo volume dei sei che compongono la serie di Clarges Street.
Una lettura leggera e veloce che però lascia soddisfatti.
L'avaro di Mayfair è un libro arguto, simpatico e divertente. Inizialmente la storia è dominata dalla figura di Mr. Sinclair, forte bevitore che spera di ricevere una grossa eredità dal fratello defunto. Quando le sue aspettative vengono deluse, e si ritrova per di più con la responsabilità di badare a Fiona, giovane orfana  della bellezza quasi ultraterrena. Così organizza un piano: fingersi ricco durante la season londinese e trovare alla ragazza un marito ricco e altolocato che possa risolvere i loro problemi.
Pian piano Fiona gli ruba la scena ed appare evidente che è in grado di badare a se stessa molto meglio di quanto Mr. Sinclair possa fare.
Fiona non si scompone mai, sorride, annuisce di fronte a domande imbarazzanti, sbatte le ciglia e si finge un po' tarda di comprendonio. Ma la semplicità e la facilità con cui sopravvivrà alle trappole e agli intrighi velenosi dell'alta società londinese ci faranno ben presto sorgere un dubbio: chi è Fiona? E, per dirla terra terra, ci fa o ci è?
 
A completare il quadro, la servitù del palazzo: poveri, affamati, incastrati in un lavoro con una paga miserevole, aspettano anche loro, come Fiona, la svolta della loro vita.
Sono loro, insieme al palazzo con la sua fama funesta (che ad onor del vero non verrà smentita neanche stavolta) a far da cornice alla storia e alle successive.
 
Tra pettegolezzi, feste danzanti, furbe trovate, intrighi, sofferenze d'amore, fughe e inseguimenti, il romanzo scorre liscio e piacevole, divertendo il lettore con leggerezza.
 
L'avaro di Mayfair è una storia d'altri tempi, raccontata con l'ironia moderna.
Voto. 7

Nessun commento:

Posta un commento