giovedì 9 marzo 2017

Il giardino degli incontri segreti...

...di Lucinda Riley.

La scheda del libro sul sito della casa editrice Giunti

In seguito ad un evento tragico che ha sconvolto la sua vita, Julia, giovane pianista di successo, torna nel Norfolk, dove aveva trascorso momenti felici durante la sua infanzia. I suoi ricordi sono legati a Wharton Park, la tenuta dove suo nonno lavorava come giardiniere e coltivava orchidee rare. L'erede della tenuta, Kit, trova un diario nascosto sotto le assi del pavimento nel cottage dove i suoi nonni abitavano, e decide di donarglielo. Julia porta il diario a sua nonna Elsie, la quale le racconterà la storia del diario e di un segreto tenuto nascosto per oltre settant'anni.

Io adoro le storie che parlano di grandi famiglie aristocratiche e di segreti sepolti tra le pieghe del tempo, perciò questo romanzo mi aveva inizialmente intrigato. Purtroppo, però, alla fine si è rivelato molto deludente.

L'andamento del romanzo è più o meno questo: Julia, la pianista di fama internazionale, è in depressione dopo un tragico evento che più o meno si intuisce, ma che riusciremo a scoprire solo dopo circa 250 pagine. Le basta rincontrare un tizio che ha visto per tipo 10 minuti quando aveva 11 anni perché lei decida di uscire dalla depressione e lui si innamori perdutamente di lei. Perché? Perché sì.
Il tizio ha trovato un diario nella sua tenuta di famiglia, dove i nonni di Julia lavoravano come giardiniere e cameriera, così Julia decide di portarlo alla nonna per farsi raccontare la storia di questo diario e del perché fosse nascosto sotto le assi del pavimento nel cottage dove i suoi nonni vivevano.
A questo punto ho pensato: evvai! Finalmente succede qualcosa!
E invece no. Alle paranoie di Julia, (legittime, per carità, visto quello che ha passato, però non si può costruire un romanzo solo sulle paranoie!) si sostituiscono le paranoie di un'altra tizia, Olivia, però sono paranoie del 1939. Paranoie vintage, insomma.
Fino a metà del libro questo è tutto.

Una piccola luce in fondo al tunnel la si intravede nella seconda metà del libro, quando finalmente, dopo pagine e pagine di storie inconcludenti, scopriamo il segreto e il ruolo del giardino nel romanzo. Entrambi riguardano Harry, erede di Wharton Park e quello che gli accadde subito dopo la Seconda Guerra Mondiale. Ecco, questa parte, ambientata tra Bangkok e l'Inghilterra nel 1946 ha una trama passabile e focalizzata, una trama che racconta qualcosa e punta decisa in una direzione. Precedentemente invece mi era sembrato di girare a vuoto; davvero ancora adesso non riesco a capacitarmi della profonda inutilità dei pagine e pagine sulle feste a cui Olivia partecipa durante la season londinese, visto che non aggiungono nessun elemento utile allo sviluppo della trama.

Dicevo che intravedevo una luce in fondo al tunnel...ma in realtà si trattava del treno che stava per sopraggiungere.
Non solo dopo che il segreto è stato svelato il romanzo si trascina ancora per 100 pagine, ma l'autrice tira fuori un colpo di scena talmente improbabile e talmente a casaccio che mi è sembrato di essere finita in una soap opera di terza categoria. Il colpo di scena è talmente assurdo che anche la comparsa del classico gemello malvagio di cui nessuno conosceva l'esistenza sarebbe stata meno ridicola.
Oltretutto, il grandioso colpo di scena poggia su un particolare che proprio non torna. Per chi non vuole spoiler, sappiate che c'è un grosso buco nel punto dove dovrebbe esserci l'appiglio per questo plot twist. Per chi invece si sente coraggioso, ecco lo spoiler (selezionare col mouse per leggere):

il colpo di scena è che Julia scopre che il marito morto insieme al figlioletto in un tragico incidente stradale non è morto, ed è stato un anno in giro per l'Europa (trattasi di un pianista di fama internazionale come lei, nessuno lo riconosce ma vabbè). Ma il particolare assurdo è che dopo l'incidente, l'auto ha preso fuoco, e sul luogo sono stati ritrovati i resti carbonizzati di due persone, un bambino e un adulto. Di chi sono quei resti? Non solo nessuno lo spiega, ma nessuno se lo chiede quando lui ricompare.

Le ultime cento pagine diventano la fiera dell'assurdo, con situazioni surreali e forzate, condite da dialoghi improbabili e imbarazzanti.
Senza svelarvi nulla, vi chiedo di seguirmi nel mio ragionamento.
Immaginate di essere sul punto di riprendervi da un Tragico Evento™, quando improvvisamente scoprite la verità su questo Tragico Evento™ e altresì scoprite che chi ve l'ha rivelata è anche il responsabile di quanto è accaduto.
Fatto? Bene. Adesso, se potete, immaginate di avere, subito dopo, questa conversazione con quella persona.

«Tu non sei felice, vero, Julia? Ti prego, dimmi perché.»
«Magari mi devo solo riadattare» rispose semplicemente, non volendo proseguire la conversazione.
Y le strinse la mano e si versò un altro bicchiere. «Sì, forse è così. Mi sembri molto cambiata.»
«Ma non possiamo tornare quelli di prima?» [...]
Julia sospirò. «Lo spero, Y, lo spero tanto.»

Cioè ma... davvero? Ma che domanda è??? E' infelice, toh guarda che strano. La sua vita era andata in pezzi, e quando si stava riprendendo arrivi tu, caro Y, a buttare un'altra granata sui cocci che lei stava raccogliendo, e le chiedi perché è infelice? E osservi, con molto acume, che è cambiata? E soprattutto lei non ti manda ca...lcolare quanti granelli di sabbia ci sono in spiaggia? Ma sul serio?

Come se ciò non bastasse, la Riley aggiunge un altro simpaticissimo colpo di scena (forse erano in offerta al discount per scrittori) che è totalmente inutile, e gettato a casaccio nella trama tanto per. Anche saltando le pagine in oggetto a piè pari, la trama non avrebbe perso nulla, anzi, e non avrei nemmeno perso il filo della storia.
Anche questo colpo di scena, poi, è condito da dialoghi di una banalità disarmante, frasi da Baci Perugina mescolate a massime di psicologia spicciola. Siamo al livello di eh, signora mia, qui una volta era tutta campagna. Venezia è bella ma non ci vivrei. Non ci sono più le mezze stagioni. Di notte tutti i gatti sono bigi.

Può un romanzo non particolarmente originale ma tutto sommato leggibile e scorrevole mandare tutto all'aria nelle ultime cento pagine?
Sì, può. Sconsigliato.
Voto: 4 (il voto sarebbe stato 6 se l'autrice si fosse fermata prima). 

2 commenti:

  1. Sono troppo belle queste tue recensioni/stroncature!
    Grazie
    ciao da Lea

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  2. Ebbene si, ti avevo avvertito che era un libro assurdo, surreale e dire puzzle di situazioni slegate è fargli un complimento! Anche io sul mio articolo l'ho praticamente demolito ma non sono stata così buona come te! Una delusione proprio, belle premesse ma poi ha solamente allungato il brodo inutilmente!

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