martedì 14 marzo 2017

Una spola di filo blu...

...di Anne Tyler.

Red e Abby Whitshank sono sposati da tanti anni, e vivono nella grande casa di famiglia a Baltimora. hanno quattro figli, oramai adulti.
Abby coltiva il sogno, o piuttosto l'illusione, che la sua sia una famiglia perfetta, speciale, dove regna esclusivamente l'armonia. Ma in ogni famiglia esistono piccolo crepe; storie di vecchi rancori, bugie, mezze verità, frasi non dette che rimangono sospese anche per decenni. Nonostante questo, i Whitshank hanno un legame indossolubile che porta le loro vite ad intrecciarsi sempre e comunque.
In questo romanzo, Anne Tyler ci narra le loro storie.

Ci sono romanzi che scopri per caso, e che poi si rivelano essere dei piccoli gioielli. Una spola di filo blu è uno di questi.
Del resto l'autrice ha vinto il premio Pulitzer per la narrativa nel 1989 con il romanzo Lezioni di respiro. Insomma, una garanzia.

Anne Tyler ci porta a scoprire a ritroso negli anni la storia della famiglia Whitshank, una famiglia benestante ma di umili origini. Una storia all'apparenza semplice, quasi banale, ma l'autrice sembra dirci che la vita non è mai semplice, non è mai banale, anche quando appare ordinaria, perché le persone, e i legami che intessono, sono sempre complessi.

Si parte dagli anni 90, per sviluppare la storia recente di Red e Abby, dei loro figli Amanda, Jeannie, Denny e Stem; poi si torna agli anni 50 per farci scoprire come Red e Abby si siano innamorati; ed infine, torniamo ancora indietro, negli anni della Grande Depressione per scoprire qualcosa di più su Junior e Linnie, i capostipiti della famiglia.
Più indietro nel tempo nel ricostruire la storia della sua famiglia Red Whitshank non può andare, perché i suoi genitori non hanno mai voluto raccontare delle loro rispettive famiglie.

Nella famiglia Whitshank c’erano due storie che si tramandavano da generazioni. Erano considerate storie profondamente caratteristiche, che in un certo senso definivano la famiglia, e ogni Whitshank, incluso il figlio di tre anni di Stem, le aveva sentite raccontare un’infinità di volte, con tutto il loro corredo di infiocchettamenti e congetture. La prima riguardava il loro antenato più remoto di cui si avesse conoscenza, Junior Whitshank, un falegname molto apprezzato a Baltimora per l’abilità e il gusto.

Le storie della famiglia Whitshank non saranno di quelle storie che cambiano il mondo, ma sono narrate con una tale delicatezza e una tale profondità che non si può fare a meno di amarle. Ogni personaggio ha le sue mille, piccole sfaccettature, accuratamente descritte.

La prima storia di famiglia, quindi, era quella di Junior: come i Whitshank erano andati ad abitare in Bouton Road. La seconda era quella di Merrick. Merrick era figlia di suo padre, su questo non c’erano dubbi. A nove anni riuscì a farsi trasferire da una scuola pubblica a una privata, e mentre Red procedeva a fatica alla University of Maryland con la mente fissa sulla sua vera passione, l’edilizia, Merrick si trasferì al Bryn Mawr College per studiare come riuscire ad affrancarsi dalle sue origini.

Quello che rende la lettura davvero avvincente è l'intrecciarsi delle piccole storie dei membri della famiglia e di altri personaggi secondari. Non c'è mai tempo di annoiarsi perché c'è troppo da dire, troppo da vedere, troppo da capire.
A far da cornice alla vicende familiari e Denny, la "pecora nera" della famiglia; il figlio che non sa che vuole, che fugge lontano dalla casa paterna, che cambia mille lavori, che alterna lunghi silenzi con improvvise comparse sulle soglia di casa; quello che apre e chiude e la storia. Quello che alla fine comprenderemo meglio, e attraverso il cui sguardo arriveremo a comprendere anche gli altri.

La storia è narrata con uno stile semplice e lieve; l'occhio dell'autrice indugia ora su uno, ora sull'altro dei suoi protagonisti riuscendo a spiegarci le pieghe più recondite del suo carattere attraverso i suoi gesti, le sue azioni, il suo modo di affrontare le vicende della vita. Nessuna lunga analisi psicologica: la Tyler ci mostra ognuno dei personaggi in azione, fornendoci tutto il materiale per farci una nostra opinione. Insomma, a tratti mi è sembrato di essere anche io nella grande casa di Bouton Road.
Per certi versi il romanzo mi ha ricordato lo stile di Fannie Flagg, ma la differenza è che qui lo sguardo dell'autrice non è affettuosamente ironico, ma piuttosto nostalgico e lievemente malinconico.
 
Infine, una piccola riflessione: mi chiedevo, man mano che leggevo, il perché del titolo del romanzo. la mia curiosità è stata soddisfatta nel finale, quando finalmente compare sulla scena questa spola di filo; e proprio leggendo il finale ho capito una cosa. Abby comincia sempre raccontando che si innamorò di Red in uno splendido pomeriggio tutto giallo e verde...
Un'altra svolta del romanzo riguarda un secchio di smalto blu rovesciato sul portico; e infine, la conclusione del romanzo, la chiusura della trama riguarda una spola di filo blu. Credo che questi dettagli nascondano una metafora e il senso più profondo del romanzo. Se ci pensiamo, giallo e verde mescolati danno il blu. Inizialmente nella storia, nel racconto di Abby, sono distinti. Poi si fondono, si mescolano e alla fine diventano una lungo filo blu  che accompagna le vicende della famiglia Whitshank.

Una piccola grande saga familiare. Voto: 7 e 1/2
 

1 commento:

  1. Ciao :-) UNA SPOLA DI FILO BLU è un libro che ho visto il libreria e non ho ancora trovato il momento di acquistarlo e leggerlo. Credo che sia il libro a chiamare il lettore e questo ancora non lo fa in maniera prepotente... Sono sicura, però, che quando sarà il momento non ne rimarrò delusa, grazie anche alla recensione che hai scritto!!!

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