lunedì 13 marzo 2017

L'occhio del Golem. Trilogia di Bartimeus #2...

... di Jonathan Stroud.

La scheda del libro sul sito della Salani

Dopo aver sventato un attentato alla vita del Primo Ministro inglese, il giovanissimo mago Nathaniel ha fatto carriera.
Sono passati due anni dagli eventi narrati ne L'anello di Samarcanda, e ora Nathaniel lavora al Ministero degli Affari Interni. Londra è sempre scossa dalle piccole azioni di guerriglia di un movimento chiamato Reisistenza che mira a rovesciare il governo oppressivo dei maghi.
Quando però qualcosa di sconosciuto devasta edifici storici e palazzi come il British Museum, Nathaniel comincia a dubitare che dietro tutta quella distruzione ci sia la Resistenza. nella speranza di comprendere cosa sta accadendo e di salvare il suo posto al Ministero, dove vorrebbero farne un comodo capro espiatorio, Nathaniel parte per Praga, con il jinn Bartimeus al seguito (suo malgrado).
 
Per chi non avesse familiarità con la trilogia, e non avesse voglia di leggere la recensione del primo volume che trovate qui, ricordo brevemente che la storia si svolge in una Europa alternativa; la magia è sempre esistita ma negli ultimi duecento anni i maghi inglesi hanno raggiunto il potere politico, instaurato una dittatura opprimente verso i cittadini senza poteri magici (detti comuni) e creato un vasto impero. Da qualche indizio sparso qua e là direi che la storia è, approssimativamente, ambientanta negli anni '30/40 del XX secolo. La casta dei maghi governa solo in apparenza in armonia; in realtà essi sono molto impegnati a pugnalarsi l'un l'altro alle spalle, e a tenere nascosto un segreto: la loro magia è esclusivamente frutto della capacità di evocare demoni da un'altra dimensione. La loro magia si basa solo sulla forza delle creature evocate (che sono quelle che davvero possiedono poteri magici).
 
Di solito il secondo volume di una trilogia è quello meno interlocutorio, e più di transizione, ma Jonathan Stroud riesce a introdurre elementi nuovi che riescono non solo a completare il quadro che già aveva tracciato in precedenza, ma a catturare il lettore come, e forse di più, di prima.
Mentre nello scorso volume, infatti, avevamo conosciuto Nathaniel e Bartimeus, e solo di sfuggita la Resistenza e i suoi scopi, qui gli orizzonti si allargano. Il romanzo viene ancora narrato da Bartimeus e da Nathaniel, ma ai loro punti di vista si aggiunge quello di Kitty, giovane membro della Resistenza. Questo punto di vista esterno alla comunità magica ci consente di conoscere ulteriori dettagli sul mondo creato da Jonathan Stroud; allo stesso tempo i capitoli narrati dal punto di vista di Kitty sono quelli più avvincenti e ricchi di azione.

Interessante è stata l'evoluzione di Nathaniel; nei due anni trascorsi tra il primo e il secondo volume il ragazzo ambizioso, ma triste e confuso, si trasforma in un adolescente affamato di successi che sembra aver smarrito il germe di umanità che mostrava nel primo capitolo della saga. Se Nathaniel si avvia davvero a diventare come i maghi per cui lavora, ovvero classista, opportunista senza scrupoli e senza empatia, credo riusciremo a scoprirlo solo nel terzo volume della serie.
Nathaniel ha da poco compiuto quattordici anni, e nonostante ciò ha un incarico delicatissimo al Ministero, e sinceramente questo particolare è l'unico che secondo me stona in una costruzione altrimenti quasi perfetta. Va bene che a soli dodici anni ha sventato un attentato catastrofico e svelato una cospirazione di maghi dei ranghi più alti, ma affidare l'antiterrorismo a un ragazzino di quattordici anni non mi è parsa una mossa brillantissima. Ok, la società dei maghi è quella che è, mastica e sputa le persone in continuazione, e quindi ha sempre bisogno di nuove forze, ma questo mi è sembrato eccessivo.
 
Bartimeus resta ancora l'unico a narrare la storia in prima persona, e in lui ritroviamo l'ironia e la cazzima (1) (passatemi il termine) che lo contraddistinguono da sempre.

La trama è ancora più solida e avvincente; i capitoli finali hanno un ritmo incalzante e mettere giù il libro risulta difficile.
La storia è autoconclusiva ma lascia buoni margini per la costruzione del terzo volume della saga.

Consigliato. Voto: 8
 
 (1) Se non sapete cos'è la cazzima, ve lo spiega l'Accademia della Crusca.

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