venerdì 17 marzo 2017

Bianca come il latte, rossa come il sangue...

... di Alessandro D'Avenia.


La scheda del libro sul sito della Mondadori

Leo ha sedici anni, ed è innamorato di una ragazza di nome Beatrice. La vede a scuola e alla fermata dell'autobus, ma non le ha mai parlato. Però è innamorato. Quando lei si ammala di leucemia, il suo punto di vista sulla vita e sull'amore cambierà.  Un supplente, soprannominato da Leo "il Sognatore", contribuirà alla trasformazione e alla maturazione del giovane protagonista.

Ci sono alcuni crimini letterari che proprio non riesco a perdonare. Uno di questi è quando un autore tenta di scrivere entrando nella mente di un personaggio, e non ci riesce. Questo capita di sovente quando autori ultratrentenni tentano di immedesimarsi nel flusso di coscienza di un adolescente.
Diciamo pure che è una guerra persa in partenza, perché nel loro flusso di coscienza non riescono ad immedesimarsi nemmeno loro, gli adolescenti.
Quindi scrivere un libro in cui il protagonista sedicenne racconta in prima persona non tanto degli avvenimenti, quanto i propri pensieri e la propria visione del mondo, è già un azzardo.
Il sedicenne in questione alterna momenti in cui dice che Beatrice ha dei capelli rossi che quando li scioglie l'alba ti viene addosso, a momenti in cui non è sicuro di come si pronunci la parola condoglianze, oppure momenti in cui dimostra di non conoscere la differenza tra astrologo e astrofisico.
"[...]Tu lo sai fare bene, Leo, ci metti passione. Magari un giorno diventi un astrofisico o uno scrittore..."
"Un  astro che? No, io non sono fatto per predire il futuro"

(E no, non era una battuta.)
 
Leo descrive le cose che accadono classificandole con i colori: il bianco è il vuoto, il dolore la solitudine; il rosso è la vita, l'emozione, il tutto... e questa è una riflessione molto bella.
Poi scrive del suo professore:

Comunque il Sognatore è proprio divertente, perché ti racconta le cose come farebbe uno qualunque.
Cioè, lui è normale. Ha una vita come la mia.

(Giuro che mi ha ricordato mia figlia quattrenne quando si è dichiarata convinta che le sue maestre vivessero dentro l'asilo, e il sentire che avevano una casa, una famiglia e una vita l'ha sconvolta alquanto per qualche giorno. A quattro anni, però, non a sedici).

La mia impressione è stata che l'autore volesse descriversi un ragazzo con una maturità, una consapevolezza maggiore dei suoi coetanei, ma poi, per strizzare l'occhio ad un pubblico più vasto di adolescenti, ha inserito riflessioni, pensieri, modi di dire banali e scontati che dovevano rendere il linguaggio (e in genere il romanzo) molto più gggiovane e trendy, per così dire.

Un'altra cosa che non mi è andata giù è stata la figura del professore, il Sognatore. Ci mette circa cinque minuti a conquistare, da supplente, una classe di sedicenni annoiati; bastano due parole perché loro lo guardino come gli fosse apparsa una qualche divinità benevola. Non fatica a conquistarsi stima e fiducia; no, i ragazzi lo amano perché... perché sì. Per decreto autoriale (altro grave crimine letterario). Poi Leo decide di scoprire qualcosa di più sul professore, trova il suo blog...e il primo post in cui si imbatte è un commento entusiasta su un film. Vi prego, indovinate quale.
Sì, L'attimo fuggente. Che sforzo di fantasia! Citando un episodio de I Simpson, direi che L'attimo fuggente (splendido film!) ha rovinato una generazione di insegnanti. Non a caso, anche D'Avenia è un insegnante, e credo che la costruzione di quest'immagine dell'insegnante-angelo sceso in terra sia stata troppo sfruttata e usata. Usarla per caratterizzare un insegnante "speciale" in qualsiasi opera scritta dopo il 1995 dovrebbe essere un crimine letterario (e siamo a tre).
Ecco, magari sul rapporto tra l'alunno e il professore si poteva lavorare un po', costruirlo pagina dopo pagina, invece di farlo calare dall'alto.

In realtà il sentimento che Leo ha per Beatrice è apprezzabile, e lo trovo ben descritto; è perfettamente naturale che un adolescente si innamori di una ragazza con cui non ha parlato, e che consideri questo amore assoluto e totalizzante. Questo aspetto l'ho trovato azzeccato in pieno, così come ho trovato ben narrati sia la paura della morte che improvvisamente sorge in Leo, sia la sua confusione, il suo smarrimento quando viene a contatto per la prima volta con una malattia devastante.
Ma tutto ciò è sciupato da una narrazione altalenante, che vuole Leo capace di pensieri profondi, e dieci minuti dopo capace di esprimersi come un undicenne (quale sedicenne si riferirebbe ai genitori come ai  grandi, tanto per fare un esempio?).

I dialoghi non aiutano, in questo senso, anzi, sono uno dei punti dolenti di questo romanzo; nessuno parla in maniera naturale. Sembrano tutti recitare un copione, ansiosi di parlare per frasi fatte e di rivelarci Verità Assolute™.

Ad esempio, un tipico colloquio fra due adolescenti che hanno appena finito di studiare:

"Sai, Silvia, non credevo, ma il cielo è pieno di storie. Prima non le vedevo, adesso le leggo come in un libro. Mio padre mi ha insegnato a vedere le storie, altrimenti sfuggono, si nascondono, si tendono come fili invisibili di una trama tra una stella e l'altra..."
Silvia mi ascolta fissando i punti luminescenti sullo sfondo uniforme, l'odore della città si acquieta vicino a lei e persino le strade sembrano profumate. Silvia ha la pace nel cuore, Silvia sorride: "Le persone sono un po' simili alle stelle: magari brillano lontane, ma brillano, e hanno sempre qualcosa di interessante da raccontare... però ci vuole tempo, a volte tanto tempo, perché le storie arrivino al nostro cuore, come la luce agli occhi."


Altre volte i dialoghi sono di una banalità sconcertante:

"E qual è la verità sull'amore?"
 Mamma rimane in silenzio. Lo sapevo, non c'è risposta, niente istruzioni.
 "Devi cercarla tu nel tuo cuore. Le verità più importanti sono nascoste, ma questo non vuol dire che non esistono. Sono solo più difficili da scovare."


A quel cerca nel tuo cuore sono quasi caduta dalla sedia.
No, sul serio. Mi rifiuto di farmi rifilare banalità simili da un romanzo. Tanto valeva comprare una scatola di Baci Perugina e leggere i bigliettini uno dopo l'altro.

Il finale mi ha lasciato perplessa. E' un finale facilmente intuibile dalla piega che ha preso il romanzo, tragico, eppure non mi ha smosso niente nell'anima. Forse perché l'autore, nel descrivere l'evento tragico era troppo impegnato a fornirci una morale consolatoria per arrivare a toccare corde sensibili nel mio animo.

Voto: 5 (e non 4 perché alcune cose le ho apprezzate). 

7 commenti:

  1. Ciaooooo! Oddio no! mi dispiace che non ti sia piaciuto, io l'ho letto qualche anno fa, ma ho un ricordo bellissimo. Ho pianto un sacco, sia durante la lettura che durante il film. io ho avuto un professore di filosofia che mi ha fatto amare lo studio e la riflessione, in qualche modo mi ricorda il docente di questa storia, diciamo che non ci ho messo due ore ad adorarlo, ma comunque solo una settimana. Hai argomentato bene tutti i tuoi motivi e comunque il bello è proprio leggere pareri discordanti. A presto :-)

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    1. Credo che non fosse il momento per me di apprezzare questo libro. Ma riesco a capire perché molte persone lo hanno amato.

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  2. Ciao Lisse!
    Purtroppo non ho letto questo libro quindi non posso esprimere la mia opinione a riguardo...
    Però posso dirti che amo il tuo modo di scrivere e di argomentare i tuoi pensieri!
    Ho appena scoperto il tuo bellissimo blog e mi sono unita con piacere ai tuoi lettori fissi!
    Se ti va di ricambiare ti aspetto da me!
    http://lamammadisophia2016.blogspot.it

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    1. Grazie mille! Vengo a dare un'occhiata al tuo blog.

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  3. Noooo... sai che c'è? Che più che una questione di momento, credo sia proprio una questione di età! Siamo anziane, ormai, per storie come questa!

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    1. Ehm, siamo diversamente giuovani... e comunque sì, sono d'accordo con te!

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  4. L'ho preso in scambio da una ragazza su Acciobooks..ma dalla tua recensione e dai pareri delle altre ragazze non so se lo leggerò...più che altro per come dicono le altre: sono troppo vecchia per questa storia! =)

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