martedì 24 maggio 2016

Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte...

...di Mark Haddon.

La scheda del libro

Christopher Boone ha 15 anni ed ha la sindrome di Asperger, una forma di autismo. Questo non influenza affatto la sua intelligenza, ma gli rende difficile capire le persone, persino le loro espressioni facciali, e capire il mondo. Christopher vive col padre, un uomo semplice e taciturno che lo ama profondamente, ma che non riesce a capirlo fino in fondo. La madre se n'è andata molto tempo prima, e questa ferita sembra segnare ancora il cuore di suo padre.
Un giorno Christopher trova il cane della sua vicina, Wellington, morto nel giardino. Qualcuno lo ha ucciso. Decide di percorrere le orme del suo eroe letterario preferito, Sherlock Holmes, e scoprire chi ha fatto questo, e perché, e scrivere un libro giallo sulla vicenda.
 
Vincitore di diversi premi letterari (qui ne trovate alcuni), Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte è un libro sorprendente. I capitoli non sono numeri in ordine crescente, ma ognuno reca un numero primo. Perché per Christopher i numeri primi sono importanti.
 
I numeri primi sono ciò che rimane una volta eliminati tutti gli schemi: penso che i numeri primi siano come la vita. Sono molto logici ma non si riesce mai a scoprirne le regole, anche se si passa tutto il tempo a pensarci su.
 
Inizialmente il romanzo si presenta come un giallo, un mistero da risolvere, ma in realtà non lo è. O meglio, il mistero da risolvere non è quello che ci aspetteremo di dover risolvere. Il vero enigma non è nemmeno Christopher, ma piuttosto il mondo che lo circonda, che per lui è un insieme di fatti, suoni, parole che non sempre hanno una logica, e che per questo lui non riesce ad afferrare, per quanto si sforzi.
La storia è strutturata come un'indagine gialla, e procede secondo canoni "classici" per circa tre quarti del libro. Poi la trama prende un'improvvisa svolta che metterà Christoopher di fronte a delle scoperte che lo riguardano molto da vicino, e a cui non è preparato.
Il protagonista, che ragiona in maniera così dissonante rispetto alla maggior parte dei lettori, intenerisce (a volte quasi commuove) e allo stesso tempo intriga.
 
La sua storia è scritta in prima persona, con uno stile semplice e lineare. 
E' straordinariamente sorprendente come Mark Haddon sia riuscito a calarsi nella mente di un ragazzino con la sindrome di Asperger, e come sia riuscito a rappresentarne con semplice lucidità i pensieri e i ragionamenti perfettamente logici, ma che non si adattano ad un modo che logico non è.
Per questo Christopher è così appassionato di matematica: la matematica è logica, e sai cosa ti riserva. Puoi capirla, se ci ragioni.
Perciò il ragazzo inventa le sue regole di logica da applicare alla vita, per mettere un po' d'ordine in quel caos per lui incomprensibile.
Per esempio, quando esce per andare a scuola con lo scuolabus, conta le auto che passano: se riesce a vederne tre o più rosse di fila, sarà una bella giornata, se invece ne vedrà 3 o più gialle, sarà una brutta giornata.
Questo sforzo disperato di capire, di non soccombere, di organizzarsi per resistere alla vita senza esserne travolti, fa di Christopher un eroe coraggioso. Un personaggio che non si dimentica facilmente. E il merito è ovviamente dello scrittore che ha saputo renderlo così vivo con naturalezza, senza pietismi, senza intenti didattici e senza giudizi.
Il libro, che non è lunghissimo, scorre via con facilità, ed ogni pagina è una nuova scoperta, sia per quel che riguarda lo strano caso su cui Christopher sta investigando, sia per quel che riguarda i suoi passi in avanti nella gestione degli eventi quotidiani, dei sentimenti e della vita.
A poco a poco quasi vi dimenticherete del mistero da risolvere, e tutto quello che vorrete sarà stare in compagnia di Christopher.
 
E so di potercela fare perché sono andato a Londra da solo e perché ho risolto il mistero di Chi ha ucciso Wellington? [...] e sono stato coraggioso e ho scritto un libro e questo significa che posso fare qualunque cosa.
Voto: 8 e 1/2

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