lunedì 9 maggio 2016

In fondo al tuo cuore. Inferno per il Commissario Ricciardi...

... di Maurizio De Giovanni.


La scheda del libro sul sito Einaudi.
 
Napoli, luglio 1932. In città fervono i preparativi per l'attesissima festa del Carmine.
Il commissario Ricciardi e il fido brigadiere vengono chiamati ad indagare sul caso di un notissimo ginecologo e professore universitario precipitato dalla finestra del suo studio. Incidente, suicidio o omicidio?
L'anima del morto sussurra al commissario un nome, Sisinella, che non è il nome della moglie.
Il commissario comincerà a seguire questa esile traccia, e scoprirà che lo stimato professore aveva uno o due (e forse anche tre) scheletri nell'armadio. 
 
Ogni volta che scrivo di Ricciardi mi rendo conto che riassumere la trama è riduttivo.
Difficile sintetizzare sottotrame, sentimenti, passioni e azioni dei personaggi.
Come sempre  la morte violenta sarà solo l'evento conclusivo di tutta una serie di azioni, scelte ed eventi che si sono messi in moto già da tempo.
Una morte violenta non è mai una cosa che succede all'improvviso, che viene da lontano, e Ricciardi lo sa.
Per questo il suo modo di indagare è attento, oltre che ai fatti, alle persone e ai loro sentimenti. 
Qui abbiamo uno stimato professore di ginecologia che cade dalla finestra del suo studio al quarto piano. Il suo ultimo pensiero cosciente è un pensiero d'amore, ma più andiamo avanti nella lettura, e meno empatia proviamo per quest'uomo.
Il commissario scava a nel suo passato, che si rivela torbido, con molte ombre e poche, pochissime luci.
Il moltiplicarsi di queste ombre crea una trama interessante e non scontata. C'è molto da scoprire, e la direzione delle indagini cambia più volte.
La rivelazione del colpevole segna un punto interessante nella trama. A conti fatti, non sappiamo chi sia più colpevole, se la vittima o il carnefice. Come nella vita, le cose non sono tutte bianche o tutte nere. E la scoperta dell'autore del crimine non sarà semplice da accettare.
 
Continuano anche le vicissitudini sentimentali per il commissario. Enrica decide di allontanarsi da Napoli per provare a dare un taglio netto a questa non-relazione che la sta (giustamente) logorando. 
Livia, l'altra donna, bellissima, intelligente, elegante e (secondo me) insopportabile, è pronta a fare l'ennesimo tentativo per conquistare il commissario. 
Mentre sta vivendo un periodo molto duro dal punto di vista personale, Ricciardi arriverà finalmente a cercare una svolta nel suo platonico rapporto a distanza con Enrica, con esiti che non vi racconterò per non togliervi il gusto della lettura. Dico solo questo: quando mai una cosa è stata semplice per il commissario Ricciardi?
 
Quelli di De Giovanni sono gialli un po' atipici, lenti ma non noiosi, che badano a raccontarci, oltre alla soluzione del mistero, le motivazioni, le passioni e le ragioni che spingono il colpevole (e non solo lui) all'azione.
Questi elementi sono gli stessi che spingono Ricciardi all'azione. Non è la sete di giustizia, che spinge il commissario, e neanche la propria etica o la propria morale.
Semplicemente, lui deve chiarire cosa è successo, perché l'omicidio genera dolore, che si diffonde come i cerchi in uno stagno, dopo che si è gettata una pietra. E Ricciardi non può rimanere indifferente.
E' la maledizione del commissario.
Ricciardi si porta appresso la sua croce, la sua sconfitta. Perché lui sa che non può vincere. Che prenda il colpevole oppure no, ci sarà sempre e comunque molto dolore, molto più tangibile di quanto gli altri esseri umani possano immaginare.
Ricciardi è uno sconfitto, ma non un perdente. Non può vincere, ma gioca lo stesso.
In fondo, ognuno di noi gioca a un gioco che non può vincere. Forse per questo amo tanto il commissario e le sue storie.
 
Voto: 8.

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