giovedì 26 maggio 2016

L'amante giapponese...

...di Isabel Allende.

La scheda del libro

Irina, giovane immigrata moldava negli Stati Uniti, lavora in una casa di riposo. Qui conosce Alma Belasco, un'anziana signora che non sembra affatto il tipo da casa di risposo: energica, attiva e ricchissima. La donna prende a benvolerla, e piano piano Irina verrà a conoscenza della burrascosa vita di Alma e del suo rapporto con uomo giapponese, Ichimei Fukuda.
La vita di Alma, di origini ebraico-polacche e mandata dai genitori negli Stati Uniti durante l'infanzia per sfuggire alla persecuzione nazista, si intreccia con quella di Ichimei, figlio del giardiniere, in un rapporto che durerà decenni, e attraverserà la storia del paese.
 
Probabilmente, in un'altra vita, Isabel Allende era una sirena. Non trovo altra spiegazione a questo suo incredibile talento nel narrare in maniera così suadente le vicende dei suoi personaggi. E il lettore non è semplicemente interessato, è completamente preso, perso incantato.
Prendiamo l'incipit:

Irina Bazili iniziò a lavorare a Lark House, alla periferia di Berkley, nel 2010, a ventitré anni compiuti e con poche illusioni, perché passava da un impiego all'altro, cambiando di continuo città, da quando ne aveva quindici.

Con poche righe, già siamo dentro alla storia, al fianco di Irina, e già sappiamo, quasi senza accorgercene, un sacco di cose di lei. Che è giovane, che non ha avuto un'adolescenza serena, che qualcosa la costringe a spostarsi continuamente, come se fosse in fuga.
Proseguendo nella lettura, precipiteremo sempre di più dentro la storia.
Anzi, le storie. Ce ne sono, in questo romanzo, tre di storie che si intrecciano: quella di Alma, quella di Ichimei e quella di Irina.
Sono, ognuna a modo suo, tre storie di fuga, di violenza e di amore.
La Allende salta con disinvoltura dall'una all'altra, a volte raccontando spezzoni di vita vissuta senza un preciso ordine cronologico, ma la sua bravura è tale che mai il lettore si sente smarrito.

Così passiamo dall'infanzia di Alma negli anni trenta, piccola profuga solitaria in casa degli zii, separata da genitori e fratello, all'infanzia parallela di Ichimei, il figlio del giardiniere, compagno di giochi di Alma, che improvvisamente scompare, internato con gli altri americani di origine giapponese in un campo di concentramento (pagina infame della storia americana recente) dopo l'attacco a Pearl Harbour; dalla giovinezza sregolata della protagonista, alla faticosa esistenza di Ichmei e della sua famiglia per riprendersi dagli anni, terribili, della guerra; dal matrimonio di Alma con il cugino, a quello di Ichimei con una ragazza di origine giapponese come lui.
Le vite di Alma e Ichimei sembrano destinate a convergere, ma allo stesso tempo c'è sempre qualcosa che trama per tenerli lontani.
Questa relazione che dura da più di mezzo secolo attrae e incuriosisce Irina, che non ha molti punti fermi nella vita (diciamo pure nessuno); insieme a Seth, nipote di Alma, cerca di scoprire quanto più possibile sul passato di Alma, che rimane sempre molto misteriosa riguardo Ichimei. Qual è la verità sul loro rapporto? E cosa c'è dietro le misteriose fughe di Alma dalla casa di riposo? Chi lascia ogni giorno due gardenie davanti alla porta di Alma? Domande a cui Irina e Seth tentano di dare risposta.
Questa curiosità crescente avvicinerà Seth a Irina, che però sembra avere uno scheletro nell'armadio che la costringe ad allontanare chiunque le si affezioni.

L'amante giapponese è un romanzo che parla d'amore e ci mostra le diverse facce di questo sentimento con la delicatezza, la profondità e quel tocco di magia tipiche di Isabel Allende. Allo stesso tempo, l'autrice sa guardare in faccia alla realtà; bandisce la stucchevole e trita retorica de" l'amore vince ogni cosa". No, ci sono battaglie che l'amore non può vincere, ma non per questo muore, ma non per questo cessa di essere importante.

Abbiamo detto spesso che amarci è il nostro destino, ci siamo amati nelle vite precedenti e continueremo a incontrarci nelle vite future. O forse non c'è né passato né futuro e tutto accade simultaneamente nelle dimensioni infinite dell'universo. In questo cao, siamo insieme costantemente, per sempre.
E' meraviglioso essere vivi. Abbiamo ancora diciassette anni, Alma mia. 

Un conferma, caso mai ce ne fosse stato bisogno.
Voto: 8

1 commento:

  1. L'Allende..una sirena! hai proprio ragione. Il suo talento narrativo mi stupisce e mi rapisce sempre.

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