domenica 10 settembre 2017

La sabbia non ricorda...

... di Giorgio Scerbanenco.

La scheda del libro sul sito della Garzanti

Un uomo, un giovane siciliano, viene trovato morto sulla spiaggia di Latisana, sulla costa veneta. L'uomo è stato accoltellato, e subito le autorità pensano ad un regolamento di conti. Ma il giovane aveva una storia lunga e complessa alle spalle; in questa storia si trova coinvolta suo malgrado Michela, figlia di un alto funzionario della Polizia di Stato, che soggiorna poco distante dal luogo del delitto. Con suo padre è ospite nella villa di un amico di famiglia, nel tentativo di vincere la profonda depressione di cui soffre. Proprio il figlio del loro ospite, Roberto, sembra essere un possibile sospettato del delitto, e Michela sente che deve fare qualcosa per aiutare quel giovane avventato ma a modo suo affascinante.

La sabbia non ricorda è un romanzo giallo molto diverso da quelli cui siamo abituati al giorno d'oggi. Scritto nel 1963, ha un ritmo tranquillo ma non è né lento nè noioso. Lo sguardo dell'autore sui suoi personaggi è delicato e dolente. La scrittura e l'impianto narrativo sono molto eleganti. Il linguaggio è forbito, anche quando a parlare sono persone di scarsa cultura o con scarsa dimestichezza con l'italiano.
Tutte queste caratteristiche contribuiscono a dargli un innegabile fascino un po' retrò.
 
I personaggi sono molteplici. Di tutti viene descritta la storia con attenzione e cura nei dettagli.
Questa caratteristica è stata la cosa che più mi ha affascinata nel romanzo. Non c'è solo l'indagine, la ricerca affannosa del colpevole, ma anche la ricostruzione delle vite e dei drammi di tutte le persone coinvolte.
La mia preferita è stata Maruzza, sorella della vittima giunta dalla Sicilia nella speranza di stabilirsi col fratello e costruirsi una vita nuova. Quando arriva in Veneto non sa ancora che il fratello è stato assassinato. Il racconto della sua storia, la sua reazione e le azioni che intraprenderà di conseguenza sono ricchi di pathos e di drammaticità, e valgono da soli la pena di leggere il romanzo.

Altro personaggio minore ma ben caratterizzato è Irene, ragazza di bassa estrazione sociale, che vede attraverso Roberto un modo per fuggire dallo squallore della sua vita. E' un personaggio con luci e ombre; a prima vista, una detestabile e avida arrampicatrice sociale, ma nella realtà, una persona disillusa, ferita e stanca di lottare.

L'intreccio giallo coinvolge Michela, suo padre, Roberto e Alberto, detto Al, poliziotto nonché amico di gioventù di Michela. La soluzione non è né veloce né facile, e di certo non è scontata. In qualche modo però il raggiungimento della verità  non sembra essere la priorità dell'autore; importante è costruire l'affresco di vite intorno alla vicenda, tutte col loro carico doloroso, e tutte ugualmente interessanti. Ma soprattutto ognuna di queste esistenze tormentate reca con sé un "mattoncino", un dettaglio all'apparenza insignificante, che ha contribuito a lastricare la via che ha portato all'omicidio e alla sua soluzione. Il tormento di queste anime sembra essere il filo conduttore che le lega.
Tra l'altro, la scoperta della verità sarà portatrice di altra sofferenza e altro rimpianto nelle vite dei protagonisti.

Un giallo diverso ma interessante.
Voto: 7

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