domenica 1 ottobre 2017

Piccole grandi bugie...

...di Liane Moriarty.

La scheda del libro sul sito della Mondadori

A  Pirriwee, una piccola cittadina di provincia australiana, Jane, giovane madre single del piccolo Ziggy, stringe amicizia con Madeleine e Celeste.
Jane parla poco del suo passato, e ancor meno del padre di suo figlio ed è evidente che nasconde qualcosa.
Madeleine, madre di tre bambini, è una sorta di ape regina, abituata ad averla vinta su tutto. Ma anche lei ha subito una sconfitta che le brucia ancora, l'abbandono del suo primo marito, che ora ha deciso di tornare a vivere proprio accanto a Madeleine e alla sua nuova famiglia.
Celeste è una donna bellissima, con un marito bellissimo e due figli perfetti. Eppure è sempre nervosa, assente, spaurita.
Quando Ziggy viene accusato di bullismo da una compagna di scuola, Madeleine e Celeste prendono Jane sotto la loro ala protettrice per cercare di fare chiarezza sull'episodio.
Ma come una piccola spinta fa cadere una dopo l'altra le tessere nel gioco del domino, questo evento scatenerà una cascata di avvenimenti e metterà in luce le piccole grandi bugie che le vite apparentemente perfette nascondono.
 
Mi sono avvicinata a questo libro dopo aver visto l'ottima serie tv tratta dal romanzo. E devo dire che, pur sapendo benissimo cosa sarebbe accaduto, la storia mi è piaciuta tantissimo. Nonostante sapessi praticamente già tutto, mi risultava assai difficile staccarmene.
 
La cosa che più mi è piaciuta è la struttura del romanzo.
La storia inizia dalla fine: siamo ad una serata di beneficenza per la scuola elementare della cittadina. Qualcosa è successo, qualcuno è morto. Ma chi? Come? Chi ne è il responsabile (se un responsabile esiste)? E cosa è successo esattamente?
Per scoprirlo dobbiamo ricostruire gli eventi negli ultimi mesi di vita dei protagonisti.
 
Mentre accompagna la figlia minore a scuola, Madeleine prende una storta e viene aiutata da Jane, che sta portando Ziggy alla stessa scuola. C'è qualcosa in Jane che alla sofisticata ed elegantissima Madeleine fa tenerezza: la sua giovane età forse, o le sue insicurezze, o forse quella coda di cavallo stretta stretta che sembra fatta apposta per mortificare i suoi capelli.
Madeleine è quel tipo di persona che amplifica i propri sentimenti: l'odio è per sempre, ma anche l'amicizia e la gratitudine lo sono. E questa è la ragione per cui difende Jane e suo figlio a spada tratta quando il piccolo viene accusato di essere un bullo, mettendo così in moto tanti piccoli eventi concatenati tra loro, che porteranno inesorabilmente alla tragedia finale.
Infatti, nelle vite patinate e perfette degli abitanti di Pirriwee ci sono parecchie imperfezioni, coperte alla meno peggio con - appunto - bugie piccole e grandi.
Ma l'arrivo di Jane, che sembra non appartenere a quel mondo, con i suoi silenzi, i suoi abiti dimessi e sempre di colore scuro, con quel figlio taciturno, sconvolge gli equilibri e comincia a metterle a nudo.
Utilizzando i piccoli dettagli della vita quotidiana come tessere di un mosaico, l'autrice ci racconta una storia di ordinario mistero e di ordinaria violenza. Non si tratta però di quella violenza eclatante a cui ci hanno abituato i telegiornali; si tratta di una violenza subdola, nascosta e più sottile ma non meno dolorosa. 
 
Altra cosa che veramente mi ha colpito, sono i personaggi. La caratterizzazione di ognuno di loro, anche di quelli secondari, è perfettamente riuscita e perfettamente amalgamata con la trama.
Essi sono così imperfetti, e così impegnati a nascondere le crepe nella facciata. Ipocrisia, sofferenza, rancori, amore e amicizia si mescolano e si agitano nei loro animi. Solitamente questo miscuglio esplosivo viene spinto in fondo al loro animo, e ricoperto da una patina di cordialità. Ma basterà davvero poco perché quel magma risalga in superficie.
 
Il romanzo sconta forse un po'di lentezza nel suo svolgimento, ma le vicende di queste tre donne e delle loro famiglie hanno avuto su di me un effetto quasi ipnotico.
 
Voto: 7 e 1/2
 
 

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