lunedì 23 ottobre 2017

I Medici. Decadenza di una famiglia...

... di Matteo Strukul.


Grazie alla disponibilità di Federica della casa editrice Newton Compton recensisco in anteprima, in collaborazione con altre blogger, il quarto volume della saga della famiglia de' Medici, opera dello scrittore veneto Matteo Strukul.
 
La Parigi del diciassettesimo secolo è l’essenza del vizio e della violenza. Maria de’ Medici, da poco sposa di Enrico IV di Borbone, si trova ben presto a fare i conti con le mire rapaci di Henriette d’Entragues. Con un documento scritto, Enrico stesso ha promesso alla propria favorita di prenderla in moglie, e ora quel foglio è l’arma con la quale ricattarlo. Ma non è l’unica minaccia: un’altra arriva da un gruppo di nobili che cospirano per rovesciare il trono. Avvertendo che le sorti proprie e del re sono sempre più critiche, Maria decide allora di affidarsi a Mathieu Laforge, spia e sicario abilissimo, capace di sventare più di una congiura. Ma la regina non sa ancora che il suo destino sarà segnato dalla lotta costante contro coloro che vogliono la fine del suo regno. Quando Enrico IV di Borbone muore, vittima dell’ennesimo complotto, all’orizzonte si profila, inarrestabile, l’ascesa di un astro di prima grandezza della politica francese: il cardinale di Richelieu. Sarà proprio lui, dopo la morte del re, ad acquisire un potere sempre maggiore, tradendo colei che più di chiunque altro ne aveva favorito la fortuna: Maria de’ Medici. (trama tratta dal sito della C. E.)
 
In questo quarto romanzo l'autore ci narra le vicende di Maria de' Medici, moglie di Enrico IV, primo Borbone a salire sul trono di Francia, comprendo un periodo che va dal 1597 al 1640.
L'ambientazione è intrigante e particolarmente adatta ad un romanzo. La corte di Francia all'epoca era dominata da personalità forti in  costante contrasto fra loro. Intrighi, bugie, segreti, e tradimenti erano all'ordine del giorno.
In questo ambiente deve inserirsi la giovane Maria, che sposa un uomo parecchio più vecchio di lei, e che non è particolarmente amata dalla nobiltà francese e per la quale resterà , come era già accaduto per la sua lontana cugina Caterina de' Medici, sempre un corpo estraneo.
 
Maria è una donna forte e consapevole delle proprie qualità e della propria abilità, che non esiterà ad usare la sua influenza sul re per indirizzare la politica interna ed esterna della Francia. Bella e intelligente, ma forse troppo impetuosa, causerà la sua stessa rovina.
Co-protagonista di questa storia lunga quasi mezzo secolo è un giovane vescovo di nome Armand-Jean du Plessis, meglio noto come Richelieu.
Richelieu regala un fremito al lettore ogni volta che entra in scena, per la sottigliezza dei suoi maneggi e naturalmente per l'indubbio fascino che questo personaggio possiede. Per inciso, viene narrata di sfuggita, e da un punto di vista totalmente diverso, la famosa relazione di Anna d'Austria, moglie di Luigi XIII (figlio di Maria) e il Duca di Buckingham, storia attorno alla quale ruota I tre Moschettieri di Dumas.
 
Le vicende narrate si susseguono veloci, gli intrighi e le congiure si dipanano una dopo l'altra. Gli amanti della Storia e del romanzo storico non potranno che gioire leggendo questo libro. Infatti l'autore ha dalla sua una solida ed accurata ricerca storiografica. Di ciò è prova, tra le altre cose, la naturalezza con cui Strukul fa muovere sulla scena anche i personaggi secondari come Condè, Concino Concini e Leonora Galigai, protetti della Regina.

Nonostante la precisione della ricostruzione storica e la cura dei dettagli, il romanzo risulta molto scorrevole e piacevole da leggere. Insomma, l'accuratezza non diventa un ostacolo alla leggibilità del romanzo.
 
Quello che davvero non mi ha convinto di questo libro, però, è stata la scelta di una narrazione a quadri, già utilizzata nei precedenti volumi della saga. In pratica lo scrittore raggruppa i capitoli per finestre temporali, e tra un gruppo di capitoli e l'altro possono passare anche diversi anni.  
Nelle note finali, l'autore ribadisce che si tratta di una scelta meditata e consapevole, e a suo parere, anche obbligata a  causa dell'ampiezza dell'arco temporale da trattare in ogni romanzo.
Prendo atto di ciò, ma continuo a pensare che una narrazione che presenta continui salti temporali allontana il lettore dai personaggi e lo coinvolge meno nella trama. Sebbene io abbia notato una maggiore coesione fra i vari gruppi di capitoli, rispetto a quanto accadeva nel terzo volume della serie, I medici. Una regina al potere, non si può non notare come a volte i collegamenti fra un lasso temporale e l'altro siano labili, o addirittura assenti. Ad esempio, ed evitando spoiler sulla trama, capita di lasciare un determinato personaggio imprigionato dalle guardie del Cardinale Richelieu, e di ritrovarlo, dopo qualche pagina e qualche anno, da tutta altra parte, senza che ci sia dato sapere come il personaggio si sia tratto d'impaccio. L'impressione è proprio quella di guardare un affresco, sicuramente pregevole, accurato, ricco di particolari, ma appunto un affresco e come tale immobile, e non una storia in divenire che cattura il lettore con il fluire della sua trama.
 
Perciò il mio voto è ampiamente sufficiente ma non completamente positivo.
 
Voto: 6 e 1/2
 
Questa è la mia opinione. Cosa avranno pensato e scritto le altre blogger partecipanti a questo review party? Per scoprirlo, correte su:
 
 
 
 
 

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