sabato 19 agosto 2017

La perfezione non è di questo mondo...

... di Daniela Mattalia.


Torino, ai giorni nostri. Adriano è un ottantadueenne, professore di filosofia in pensione, che ha appena perso la moglie. Eppure la vede ancora, all'ospedale Le Molinette dove è morta, ma lei non gli rivolge la parola, sembra pensierosa, affaccendata. Ma Adriano la vede davvero, o è un sintomo di una follia oramai ineluttabile? Cercando di capire cosa sta accadendo, Adriano incrocerà le vite di altri personaggi: la libraia Gemma; il giovane grafico precario Fausto con il suo cane indisciplinatissimo; Olga, una anziana signora ricoverata per una gamba rotta; Angelo, un tassista sempre presente e un po' filosofo.

La perfezione non sarà di questo mondo, va bene, ma alcune opere però ci vanno vicino.
Questo romanzo è delizioso, delicato, leggero e divertente.
L'autrice, che esordisce con questo libro, ci presenta quattro personaggi principali, più uno (il tassista Angelo) che funge da jolly e da collegamento a tutti loro.
Sembrerebbe che Adriano, Fausto, Gemma e Olga non abbiano nulla in comune, ed in effetti è così. L'unica cosa che li lega è che le loro vite sono ad un punto di svolta senza che loro se ne rendano pienamente conto. Sono persone comuni, con vite al limite della banalità che però, più o meno inconsapevolmente, entrano in contatto con i grandi temi dell'esistenza.
Adriano è rimasto vedovo, e dopo una vita passata con una compagna che adorava, sicuramente si trova ad un bivio. Ma non sa che c'è ancora qualcosa da fare, qualcosa da capire prima di poter elaborare il suo lutto.
Gemma è sul punto di perdere il lavoro, o forse no? E dovrà trovare il coraggio di non avere paura di cambiare, di amare, di vivere.
Olga invece è messa su una strada inconsueta da un incidente che le cambierà letteralmente la vita.
Fausto invece vive un po' come fa il suo simpatico cane Archibald: correndo giocoso, senza fermarsi a pensare, prendendo quello che di bello c'è in giro. L'incontro casuale con Adriano lo aiuterà a cambiare punto di vista.
E su queste vite al bivio aleggia l'ombra della morte. 

E' interessante notare che l'autrice abbia scelto di usare la morte per parlarci della vita.

"Ma quelle dei romanzi sono vite inventate," aveva obiettato Adriano.
"Gli scrittori non inventano" aveva replicato lui. "O meglio, inventano per capire. E si cerca di capire la realtà. Sempre". 

E' come se guardassimo le vite dei protagonisti mettendole a fuoco con una lente fornitaci da chi ora non c'è più... o meglio, da chi non dovrebbe esserci più ma continua ad indugiare su questo piano di esistenza materiale.
Il libro ruota intorno alla domanda di Adriano: sua moglie è davvero ancora qui, o il vecchio professore di filosofia comincia a dare i numeri? E mentre cerchiamo una risposta intorno a noi scorre la vita che l'autrice ci racconta. Con profondità, ma senza essere pesante. Con ironia, ma senza deridere i protagonisti.
Mi pare un bel modo di parlarci del dolore, del lutto, della vita che va avanti, che lo si voglia o no, e dell'amore, che non muore.
Insomma, questo romanzo mi è piaciuto tantissimo. E' una lettura gentile, delicata, stimolante e piacevole. 
Consigliatissimo.

Voto: 8

4 commenti:

  1. Buondì!
    Ci sto facendo seriamente un pensierino, la tua recensione l'ho trovata molto invogliante, devo esser sincera. Spulcio qualche altra recensione, ma non troppe, che sono tutte come questa poi mi tocca fare i conti col portafogli a fine mese!
    Un abbraccio grande.

    Roby | Dolci&Parole

    RispondiElimina
  2. Lo sapevo! Che l'ho detto che lo sapevo? Comunque lo sapevo che ti sarebbe piaciuto!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Aggiungo anche questo alla lunga lista di cose per cui ti devo ringraziare :)

      Elimina