venerdì 7 luglio 2017

Voce di lupo...

... di  Laura Bonalumi.

La scheda del libro sul sito della Piemme

Marco ha tredici anni, e la morte del suo migliore amico lo spinge a fuggire tra i boschi che ama tanto, sperando, in questo modo, di ritrovare se stesso, la serenità perduta e la forza di affrontare il mondo dopo aver perso una delle persone a che amava di più.
 
Questo romanzo per ragazzi tratta di un tema molto delicato: l'elaborazione del lutto. Marco, il protagonista che narra la storia in prima persona (interrotto solo per dare brevemente spazio ai pensieri di Chiara, sua amica, e dei suoi genitori), è un ragazzino come tanti che deve fronteggiare qualcosa di difficile da accettare: la morte improvvisa di qualcuno cui vogliamo bene. In più Marco si sente in colpa, perché il suo amico, Giacomo, è morto davanti ai suoi occhi per un incidente durante un'escursione in montagna, ambiente che entrambi adoravano.
Marco decide di elaborare il lutto a modo suo, fuggendo dalle offerte di aiuto, dagli sguardi compassionevoli e dalle domande a metà strada fra la curiosità morbosa e la pena. Ha bisogno di solitudine, di ritrovare se stesso, e capisce che deve farlo da solo.
Ecco, questo è l'aspetto che ho più apprezzato del romanzo. C'è una profonda saggezza nel messaggio di fondo di questa storia: ognuno di noi ha bisogno di tempo e di spazio per elaborare il dolore ed imparare a conviverci. E il fatto che in questo caso si tratti di un ragazzino appena adolescente non cambia questa verità. Marco è un protagonista che, sebbene ferito, dimostra grande maturità, e paradossalmente la dimostra proprio compiendo un gesto avventato come la fuga da casa. Capisce di cosa ha bisogno e agisce di conseguenza.
Troppo spesso forse noi adulti vorremmo i ragazzi felici e spensierati, esigiamo quasi che lo siano, dimenticandoci che i sentimenti, anche quelli negativi come il dolore o la rabbia, hanno bisogno di tempo per essere metabolizzati e non vanno soffocati, ma accolti e compresi.
Con molto delicatezza e credibilità l'autrice si cala nella testa di Marco, cercando di spiegare a noi lettori le sue ragioni; e benché da adulta non posso non pensare alla pericolosità della situazione in cui Marco si caccia, devo ammettere che le sue ragioni, spiegate lucidamente, sono razionali e logiche.
 
Nonostante trovi che questo libro sia stato scritto bene, non mi ha soddisfatto in pieno. Belle le riflessioni, bello il contesto e profondo e commuovente lo spunto narrativo di partenza, ma a parer mio tutte queste premesse sono state sfruttate poco. Il romanzo è molto (troppo?) breve e molto poco "storia".
Probabilmente il problema è mio perché non amo le trame che sono ferme dal punto di vista narrativo, che non sono dinamiche, insomma.
Avrei preferito qualche evento in più, piuttosto che una lunga e solitaria riflessione di Marco sul valore dell'amicizia, sulla vita e sulla morte. Questo non toglie che le riflessioni siano anche belle e profonde, come ho già detto sopra, ma a me non sono bastate. A tratti mi sono anche annoiata un po'.
Anche il finale non mi ha detto molto, anzi, mi è sembrato ampiamente prevedibile.
 
Voto: 6 e 1/2
 

1 commento:

  1. ciao Lisse, io invece ho amato particolarmente questo libro anche se capisco le tue critiche sulla storia complessiva.
    Sai io credo che come libro per ragazzi sia esemplare, trasmette emozioni senza appesantire la storia con troppe cose. L'ho difatti consigliato anche a mia figlia. una volta che lo avrà letto vedremo cosa ne penserà e ne parleremo assieme :D

    RispondiElimina