sabato 22 luglio 2017

Guida rapida agli addii...

...di Anne Tyler.


La scheda del libro sul sito della Guanda

Aaron e Dorothy sono una coppia all'apparenza male assortita, eppure vivono in armonia fino al giorno in cui la grossa quercia dietro la loro veranda cade sulla casa uccidendo Dorothy e lasciando Aaron in preda al dolore. Quando Dorothy inizia ad apparirgli nelle situazioni più disparate, Aaron cerca di scoprire se c'è una ragione, se Dorothy sta tentando di comunicargli qualcosa e se semplicemente la mente sta cominciando a fargli brutti scherzi.
 
La cosa più sorprendente, quando mia moglie tornava dal regno dei morti, era la reazione degli altri. Per esempio un pomeriggio, all’inizio della primavera, stavamo facendo una passeggiata in Belvedere Square quando incrociammo il nostro vecchio vicino di casa Jim Rust. «Che sorpresa» mi disse. «Aaron!» Poi scorse Dorothy al mio fianco. Lei lo guardava da sotto in su, proteggendosi dal sole. Jim sgranò gli occhi e si girò di nuovo verso di me. Gli dissi: «Come va, Jim?» Lui cercò chiaramente di darsi un contegno. «Oh... benissimo» disse. «Cioè... voglio dire... certo che ci manchi. Il quartiere non è più lo stesso senza di te!» Era concentrato solo su di me, e più precisamente sulla mia bocca, come se fossi io quello che stava parlando. Non guardava Dorothy. Si era girato di qualche centimetro per escluderla dalla visuale. Mi fece pena. Dissi: «Be’, salutami tutti, allora» e proseguimmo. Al mio fianco Dorothy sbottò in una delle sue risatine asciutte.

Ecco un libro difficile da recensire. Si tratta di un romanzo che tocca un tema delicato come l'elaborazione del lutto. Lo fa con estrema delicatezza e con uno stile minimal che rende la lettura scorrevole e veloce. 
Il protagonista, Aaron, perde la moglie in maniera improvvisa e traumatica: un albero cade sulla loro casa e uccide Dorothy, mentre lui si salva solo per pura casualità.
Il romanzo è ambientato nei giorni e nei mesi immediatamente successivi all'incidente, quando Aaron, stordito, ferito e scioccato, tenta di riprendere le fila della sua vita, e si ritrova circondato da persone che, sebbene un pochino bizzarre, tentano di aiutarlo, ognuna a modo suo. Il problema è che Aaron, che ha una disabilità motoria, è cresciuto con una madre e una sorella iperprotettiva, e non vuole l'aiuto di nessuno. Ma questo sembra essere un dettaglio trascurabile per gli altri personaggi che popolano la storia.
I personaggi sono appunto la cosa che mi ha colpito di più: sono decisamente non convenzionali, a volte buffi con le loro manie, ma anche molto dolci e delicati. Facile per il lettore stabilire una certa empatia con ognuno di loro.
C'è Aaron , che è particolare non certo per la sua disabilità, ma per come la affronta, tenendo lontano tutto e tutti e innamorandosi di una donna che sembra la compagna più improbabile di tutte, ma invece, almeno all'inizio il rapporto sembra funzionare.
Dorothy, precisa, metodica, bada poco ai fronzoli e alla superficie e va dritta al punto, tanto da presentarsi al primo appuntamento con il camice da dottoressa, direttamente dall'ospedale dove lavora.
Nandina, la sorella di Aaron, sembra un sergente di ferro, ma in realtà è una persona romantica pronta a dar retta al suo cuore, senza perdere il suo aplomb, comunque.
Poi ci sono i colleghi di Aaron, che lavora nella propria piccola casa editrice, che pubblica principalmente guide rapide per affrontare qualunque evento, cambiamento, emergenza (dalla ristrutturazione della cucina al divorzio). I riferimenti alle guide e a come affrontare la vita secondo lo stile dei libricini pubblicati dalla C. E. di Aaron sono una delle cose più tenere e divertenti del romanzo.
 
Eppure, come accennavo prima, non sono sicura che il romanzo mi sia davvero piaciuto, e trovo difficile recensirlo dando il giusto risalto ai suoi pregi come ai suoi difetti. Se ho apprezzato i personaggi e la delicatezza con cui il tema viene trattato, devo però constatare che c'è qualcosa di sospeso, di incompiuto nella narrazione, che mi ha impedito di apprezzare il romanzo fino in fondo. Dorothy va e viene e ci permette di ricostruire la vita sua matrimoniale con Aaron attraverso gli aneddoti che lui (narratore in prima persona) racconta. Così scopriamo che la vita apparentemente serena dei due era condita da troppi silenzi, troppe cose date per scontate e troppa poca empatia.
La scoperta procede per salti perché il racconto non è lineare, essendo i fatti narrati non in ordine cronologico, ma seguendo il filo dei pensieri di Aaron.
Ebbene, tutto questo dove ci porta? Dov'è la trama? Qual è la storia? Il filo rosso che dovrebbe condurci tra l'incipit e l'epilogo manca, io mi sono sentita quasi come se girassi a vuoto, come se la lettura fosse stata inconcludente.
 
Anne Tyler, della quale avevo letto e apprezzato Una spola di filo blu, scrive della quotidianità, delle piccole cose che compongono la vita; ma in questo caso gli episodi narrati non riescono ad essere incisivi e a lasciare il segno nel cuore del lettore.
Insomma, un romanzo piacevole ma non indimenticabile, con un finale un po' troppo consolatorio e zuccheroso.
 
Voto: 6

1 commento:

  1. Complimenti per questa recensione! mi è davvero piaciuta!
    Inoltre, volevo informarti che ti ho nominato per il Liebster Award 2017. Spero ti faccia piacere! :)

    https://ciprovogustoalleavventure.blogspot.it/2017/07/liebster-award-2017.html

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