La scheda del libro sul sito della Giunti
Diana è un'avvocata tedesca ma di origini inglesi. Una mattina viene chiamata al capezzale della cara zia Emmely, che sta morendo. Diana la raggiunge ma la zia muore un paio di giorni dopo, lasciandole in eredità, oltre alla grande casa di famiglia, l'incarico di svelare un segreto. Il mistero riguarda la sorte di Grace, sua antenata, di cui, ad un certo punto nella storia della famiglia, si sono perse le tracce. Seguendo gli indizi lasciati dalla zia, Diana svelerà una storia romantica e avventurosa nascosta nelle pieghe del tempo.
15 Febbraio 1888
Carissima Grace,
non so se nel frattempo mi hai perdonato. Suppongo di no. Eppure non posso fare a meno di scriverti.
Ti immagino seduta alla finestra della tua camera mentre guardi il parco là fuori, avvolto nella nebbia, rammaricandoti per come è andata a finire. Ne hai tutte le ragioni, e io posso solo dirmi profondamente addolorata.
Le cose qui sono cambiate da quando sei partita. Mi manchi così tanto! E credo valga lo stesso per papà, anche se non lo ammetterebbe mai. Si eclissa per ore nel suo studio, e non c’è per nessuno. La mamma teme che finisca con l’isolarsi dal mondo. (La solita esagerata!) Nel frattempo è tutta presa dai frenetici preparativi per la festa che sta organizzando con l’intento di scuotere papà dal suo torpore. In realtà le preme unicamente capire quanto siano gravi le ripercussioni dello scandalo.
Chissà, magari ora starai ridendo amaramente, ammesso che tu abbia deciso di leggere questa lettera invece di gettarla direttamente nel fuoco.
Mi auguro dal profondo del cuore che tu voglia almeno concedermi una possibilità, perché ho una notizia che potrebbe infonderti nuova speranza.
Poco dopo la tua partenza, lui è apparso di fronte alla mia finestra per dirmi che presto sarebbe venuto da te. Non avendo più fissa dimora, mi ha dato in pegno qualcosa da custodire in tua assenza. Come nelle fiabe, ti salverà dalla prigionia nel tuo vecchio castello e insieme vivrete felici e contenti.
Carissima sorella, ti prometto che ci sarò sempre per te e per i tuoi cari, succeda quel che succeda. Se doveste trovarvi in difficoltà, la mia porta resterà sempre aperta: sono in debito con tutti voi.
Con immenso affetto,
Victoria
Carissima Grace,
non so se nel frattempo mi hai perdonato. Suppongo di no. Eppure non posso fare a meno di scriverti.
Ti immagino seduta alla finestra della tua camera mentre guardi il parco là fuori, avvolto nella nebbia, rammaricandoti per come è andata a finire. Ne hai tutte le ragioni, e io posso solo dirmi profondamente addolorata.
Le cose qui sono cambiate da quando sei partita. Mi manchi così tanto! E credo valga lo stesso per papà, anche se non lo ammetterebbe mai. Si eclissa per ore nel suo studio, e non c’è per nessuno. La mamma teme che finisca con l’isolarsi dal mondo. (La solita esagerata!) Nel frattempo è tutta presa dai frenetici preparativi per la festa che sta organizzando con l’intento di scuotere papà dal suo torpore. In realtà le preme unicamente capire quanto siano gravi le ripercussioni dello scandalo.
Chissà, magari ora starai ridendo amaramente, ammesso che tu abbia deciso di leggere questa lettera invece di gettarla direttamente nel fuoco.
Mi auguro dal profondo del cuore che tu voglia almeno concedermi una possibilità, perché ho una notizia che potrebbe infonderti nuova speranza.
Poco dopo la tua partenza, lui è apparso di fronte alla mia finestra per dirmi che presto sarebbe venuto da te. Non avendo più fissa dimora, mi ha dato in pegno qualcosa da custodire in tua assenza. Come nelle fiabe, ti salverà dalla prigionia nel tuo vecchio castello e insieme vivrete felici e contenti.
Carissima sorella, ti prometto che ci sarò sempre per te e per i tuoi cari, succeda quel che succeda. Se doveste trovarvi in difficoltà, la mia porta resterà sempre aperta: sono in debito con tutti voi.
Con immenso affetto,
Victoria
La storia si svolge su due piani temporali, quello del XIX secolo e quello presente, e parte bene, benissimo, con questa intrigante lettera datata 1888, che qualcosa dice, e molto non dice.
Purtroppo la promessa di una storia misteriosa, romantica e tragica non viene mantenuta.
Gli ingredienti per una bella storia ci sarebbero tutti, ma vengono malamente sciupati con un compitino svogliato e superficiale dell'autrice.
Sì, l'impressione che ho avuto leggendo il romanzo è che l'autrice non aveva voglia di impegnarsi. Aveva degli elementi degni di interesse nel piatto ma non è voluta andare oltre un uso di facciata degli stessi.
Gli elementi che promettevano bene erano il segreto di famiglia, un personaggio, Grace, che ha potenzialità e una storia avvincente; una antica foglia di palma su cui i Tamil era soliti scrivere profezie e divinazioni, e che si trova in Inghilterra quando nessuna di quelle foglie dovrebbe - in teoria - lasciare mai le "biblioteche" in cui è costudita.
Partiamo dal perno della storia: il segreto della famiglia.
Onestamente, non ho ben chiaro se zia Emmely conoscesse o meno il segreto che riguardava Grace. In ogni caso, la trovata di organizzare una caccia al tesoro incaricando il maggiordomo Mr. Green di consegnare a Diana gli elementi un po' alla volta, facendoglieli trovare come per caso, mi è sembrata alquanto ingenua. Delle due l'una: o zia Emmely sapeva del segreto, e allora tanto valeva raccontarlo alla nipote in punto di morte, o lasciarlo scritto nel testamento; oppure non lo sapeva ma aveva degli indizi, per cui tanto valeva consegnarli alla nipote chiedendole di esaudire il suo desiderio di portare alla luce il destino della loro antenata.
Ho trovato poi decisamente curiosa la scelta dell'autrice di svelare al lettore la soluzione dei misteri durante la narrazione nel piano temporale passato, ovvero prima che Diana li scopra nel presente.
In pratica il lettore è sempre un passo avanti a Diana, e l'utilità delle sue investigazioni ai fini dell'evoluzione della trama rasenta lo zero. Questo toglie ogni interesse alle vicende del piano temporale presente.
A meno che non si voglia ravvisare un barlume di interesse nella storia d'amore che, molto prevedibilmente, sboccia come per magia tra Diana e uno studioso che l'aiuta nelle ricerche.
Grace, antenata di Diana, sarebbe un buon personaggio, forte, anticonformista, intelligente, anche se l'autrice tende a farla ragionare e parlare in maniera un po' troppo moderna (quale ragazza dell'età vittoriana parlerebbe di sesso e gravidanze in maniera aperta?). Impariamo a conoscerla attraverso lunghe, estenuanti descrizioni della sua vita di tutti i giorni nella piantagione di tè in cui ha dovuto trasferirsi con la famiglia; e quando la storia si fa interessante, quando la sua ribellione diventa tangibile, il tutto viene liquidato rapidamente. Poche pagine e via.
Un brivido l'ho comunque provato quando l'ultima parte della sua storia viene svelata attraverso i diari di un uomo finito in manicomio... altro elemento interessante ma non sfruttato a pieno, anzi liquidato in poche pagine, quando oramai tutto era abbastanza chiaro.
Ho accennato ad una foglia di palma. Esistono delle biblioteche in India in cui sono conservate appunto delle foglie su cui, secondo la leggenda, è scritto il destino di ogni uomo o donna; ogni foglia è unica e ogni essere umano ha la sua. La scoperta dell'esistenza di questa tradizione mi ha intrigato molto; ed avrei trovato interessante anche la ricerca della traduzione della foglia in possesso di Diana e della sua esatta collocazione nella storia di Grace; ma come tutto il resto anche questa parte della storia finisce per rivelarsi niente di più che un elemento decorativo di facciata. In pratica la foglia di palma, a conti fatti, non ha alcuna utilità, tanto più che il segreto segretissimo attorno a cui ruota il romanzo è facilmente intuibili e nulla di nuovo aggiunge nel panorama letterario di questo genere di romanzi.
Kate Morton è molto, molto distante.
Voto: 5 (e non meno perché almeno il libro è scorrevole e la lettura abbastanza veloce).
Partiamo dal perno della storia: il segreto della famiglia.
Onestamente, non ho ben chiaro se zia Emmely conoscesse o meno il segreto che riguardava Grace. In ogni caso, la trovata di organizzare una caccia al tesoro incaricando il maggiordomo Mr. Green di consegnare a Diana gli elementi un po' alla volta, facendoglieli trovare come per caso, mi è sembrata alquanto ingenua. Delle due l'una: o zia Emmely sapeva del segreto, e allora tanto valeva raccontarlo alla nipote in punto di morte, o lasciarlo scritto nel testamento; oppure non lo sapeva ma aveva degli indizi, per cui tanto valeva consegnarli alla nipote chiedendole di esaudire il suo desiderio di portare alla luce il destino della loro antenata.
Ho trovato poi decisamente curiosa la scelta dell'autrice di svelare al lettore la soluzione dei misteri durante la narrazione nel piano temporale passato, ovvero prima che Diana li scopra nel presente.
In pratica il lettore è sempre un passo avanti a Diana, e l'utilità delle sue investigazioni ai fini dell'evoluzione della trama rasenta lo zero. Questo toglie ogni interesse alle vicende del piano temporale presente.
A meno che non si voglia ravvisare un barlume di interesse nella storia d'amore che, molto prevedibilmente, sboccia come per magia tra Diana e uno studioso che l'aiuta nelle ricerche.
Grace, antenata di Diana, sarebbe un buon personaggio, forte, anticonformista, intelligente, anche se l'autrice tende a farla ragionare e parlare in maniera un po' troppo moderna (quale ragazza dell'età vittoriana parlerebbe di sesso e gravidanze in maniera aperta?). Impariamo a conoscerla attraverso lunghe, estenuanti descrizioni della sua vita di tutti i giorni nella piantagione di tè in cui ha dovuto trasferirsi con la famiglia; e quando la storia si fa interessante, quando la sua ribellione diventa tangibile, il tutto viene liquidato rapidamente. Poche pagine e via.
Un brivido l'ho comunque provato quando l'ultima parte della sua storia viene svelata attraverso i diari di un uomo finito in manicomio... altro elemento interessante ma non sfruttato a pieno, anzi liquidato in poche pagine, quando oramai tutto era abbastanza chiaro.
Ho accennato ad una foglia di palma. Esistono delle biblioteche in India in cui sono conservate appunto delle foglie su cui, secondo la leggenda, è scritto il destino di ogni uomo o donna; ogni foglia è unica e ogni essere umano ha la sua. La scoperta dell'esistenza di questa tradizione mi ha intrigato molto; ed avrei trovato interessante anche la ricerca della traduzione della foglia in possesso di Diana e della sua esatta collocazione nella storia di Grace; ma come tutto il resto anche questa parte della storia finisce per rivelarsi niente di più che un elemento decorativo di facciata. In pratica la foglia di palma, a conti fatti, non ha alcuna utilità, tanto più che il segreto segretissimo attorno a cui ruota il romanzo è facilmente intuibili e nulla di nuovo aggiunge nel panorama letterario di questo genere di romanzi.
Kate Morton è molto, molto distante.
Voto: 5 (e non meno perché almeno il libro è scorrevole e la lettura abbastanza veloce).
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