lunedì 30 gennaio 2017

Se una notte d'inverno un viaggiatore...

...di Italo Calvino.
 

La scheda del libro sul sito Mondadori

Un Lettore, di cui non conosceremo mai il nome, vorrebbe soltanto leggere in santa pace il romanzo che ha appena comprato. Ma non ci riesce, perché, a causa di un errore nell'impaginazione, il suo libro si interrompe a pagina 34. Si reca così in libreria per cambiare la sua copia, e qui conosce la Lettrice, che ha il suo stesso problema. In libreria scopre che il romanzo che ha iniziato non è quello di Calvino che pensava di aver comprato, ma il romanzo di un autore polacco intitolato Fuori dall'abitato di Malbork, e decide di procurarsene una copia per terminarlo. Ma anche questo romanzo si rivelerà incompleto, e il Lettore, suo malgrado, salterà di romanzo in romanzo, di incipit in incipit, e di avventura in avventura, senza riuscire a terminare nessuno dei romanzi che aveva iniziato.

L'incipit del romanzo è spiazzante. Calvino si rivolge al Lettore, dandogli familiarmente del tu.
 
Stai per cominciare a leggere il nuovo romanzo Se una notte d’inverno un viaggiatore di Italo Calvino. Rilassati. Raccogliti. Allontana da te ogni altro pensiero. Lascia che il mondo che ti circonda sfumi nell’indistinto.
 
 Il romanzo infatti è scritto in seconda persona. Scelta insolita, ma che ha le sue motivazioni.
 
L’idea di fondo, la «trovata», semplicissima e straordinaria, di Se una notte d’inverno un viaggiatore è la seguente: mettere al centro del libro (di ciò di cui il libro racconta o riferisce) un personaggio che di solito ne sta al di fuori, che di solito viene dopo il libro, cioè il lettore. Dalla prima riga all’ultima è il lettore, al quale lo scrittore si rivolge con il «tu», a tenere il campo, a filtrare vicende e riflessioni, insomma fare da protagonista. (dalla postfazione di Giovanni Raboni).
 
Ovviamente la storia può essere letta come la surreale e divertente epopea di un Lettore qualunque alla ricerca delle pagine perdute di un romanzo, che lo porteranno a fare praticamente il giro del mondo e ad imbattersi in personaggi bizzarri, scrittori in crisi, falsari di libri,  complotti strampalati e dittature da operetta.
Al Lettore si affianca la Lettrice, che però a un nome, Ludmilla, che sebbene meno coinvolta (almeno in apparenza) in questa sorta di caccia al tesoro, è una continua fonte di ispirazione per il Lettore perché, ad ogni incontro con il Lettore, esprime un desiderio riguardo quello che vorrebbe leggere.

Il romanzo che più vorrei leggere in questo momento, – spiega Ludmilla, – dovrebbe avere come forza motrice solo la voglia di raccontare, d’accumulare storie su storie, senza pretendere d’importi una visione del mondo, ma solo di farti assistere alla propria crescita, come una pianta, un aggrovigliarsi come di rami e di foglie...
In questo ti trovi subito d’accordo con lei: lasciandoti alle spalle le pagine lacerate dalle analisi intellettuali, sogni di ritrovare una condizione di lettura naturale, innocente, primitiva...
 
Questo è, come ebbe a dire lo stesso Calvino, un romanzo sul piacere di leggere romanzi. L'autore in particolare si concentra sulla parte di ogni romanzo che genera più tensione e che più si carica di aspettative, l'incipit.
Calvino scrive dieci incipit di dieci romanzi  (più un racconto apocrifo de Le mille e una notte), romanzi diversi per stile, genere e scelte narrative. E per dieci volte riesce a farci immergere in atmosfere diverse ma perfettamente ricostruite.

La fascinazione romanzesca che si dà allo stato puro nelle prime frasi del primo capitolo di moltissimi romanzi non tarda a perdersi nel seguito della narrazione: è la promessa d’un tempo di lettura che si stende davanti a noi e che può accogliere tutti gli sviluppi possibili. Vorrei poter scrivere un libro che fosse solo un incipit, che mantenesse per tutta la sua durata la potenzialità dell’inizio, l’attesa ancora senza oggetto. Ma come potrebb’essere costruito, un libro simile? S’interromperebbe dopo il primo capoverso? Prolungherebbe indefinitamente i preliminari? Incastrerebbe un inizio di narrazione nell’altro, come le Mille e una notte?

Queste parole, pronunciate da Silas Flannery, autore di uno dei romanzi che il Lettore non riesce a terminare, svelano il senso e l'obiettivo del romanzo.
I finti romanzi all'interno del libro sono:

Se una notte d'inverno un viaggiatore
Fuori dall'abitato di Marlbork
Sporgendosi dalla costa scoscesa
Senza tenere il vento e la vertigine
Guarda in basso dove l'ombra si addensa
In una rete di linee che si allacciano
In una rete di linee che si intersecano
Su un tappeto di foglie illuminato dalla luna
Intorno a una fossa vuota
Quale storia attende laggiù la fine?
Chiede, ansioso d'ascoltare il racconto.

Come potete agevolmente notare, i titoli formano un nuovo incipit, e anche questo frutto dell'ironia di Calvino e della sua voglia di giocare col lettore.

Ma come tutte le opere di Calvino c'è anche un secondo livello di lettura. Perché oltre al gioco letterario delle narrazioni interrotte, e dell'affannosa ricerca da parte del Lettore, in questo romanzo viene affrontato il tema rappresentazione della realtà e del rapporto verità e menzogna (sarebbe stato interessante scoprire cosa avrebbe detto Calvino della parola scritta ai tempi di Internet). La misteriosa setta di falsari che sta portando scompiglio nel mondo dell'editoria è il pretesto per riflettere su questi argomenti. Come cambia la realtà quando viene immortalata nella pagina stampata? Cosa è il vero e cosa è il falso una volta che è stato messo nero su bianco?

Tutto quello che ho scritto finora è facilmente reperibile anche in qualunque saggio o scritto critico su Calvino. Suppongo che quello che volete sapere, se avete avuto la pazienza di arrivar fin qui, è il mio punto di vista sull'opera.
Di sicuro non è un romanzo di facile lettura, e non si tratta di narrativa di evasione. La prosa di Calvino è ricca ma complessa e richiede un'attenzione costante. Il punto è: vale la pena di compiere questo sforzo, e perché?
Secondo me il gioco vale la candela. Perché questo è un romanzo dedicato a tutti i Lettori, che Calvino dimostra di conoscere bene e di amare. E a loro si rivolge non solo per raccontargli una storia, ma anche per farli ragionare sul come e sul cosa leggono, e per farli avvicinare cons spirito critico alla lettura. Ma il suo scopo non è certo quello di farci una lezioncina.
L'autore strizza l'occhio a noi lettori, ci dice: lo so, lo so come vi sentite. Lo so cosa vuol dire essere un lettore. Conosco le vostre manie, le vostre frustrazioni, le gioie, i dolori, i pregi i difetti, i desideri, le debolezze.
Leggere Se una notte d'inverno un viaggiatore è come tornare a casa dopo un lungo viaggio.

A proposito di casa e di quanto Calvino capisca noi lettori:

La tua casa, essendo il luogo in cui tu leggi, può dirci qual è il posto che i libri hanno nella tua vita, se sono una difesa che tu metti avanti per tener lontano il mondo di fuori, un sogno in cui sprofondi come in una droga, oppure se sono dei ponti che getti verso il fuori, verso il mondo che t’interessa tanto da volerne moltiplicare e dilatare le dimensioni attraverso i libri.

Da questo romanzo, poi, è tratta la citazione che fa da header al mio blog:

Leggere vuol dire spogliarsi d’ogni intenzione e d’ogni partito preso, per essere pronta a cogliere una voce che si fa sentire quando meno ci s’aspetta, una voce che viene non si sa da dove, da qualche parte al di là del libro, al di là dell’autore, al di là delle convenzioni della scrittura: dal non detto, da quello che il mondo non ha ancora detto di sé e non ha ancora le parole per dire.

Credo che questa sia la più bella definizione di cosa vuol dire leggere che io abbia mai letto.
Perché leggere è sicuramente un hobby, un piacere, un modo per rilassarsi, ma è anche altro, perché i libri belli, quelli con la L maiuscola, oltre a raccontarti una storia ti lasciano altro dentro. Ti cambiano, ti spingono a riflettere, cambiano la tua prospettiva sulle cose, ti svelano un pezzetto di realtà, anche se questo pezzettino di mondo non rientra strettamente nel tema del libro.
Per dare concretezza a quanto affermo, vi faccio un esempio. Avrete sicuramente sentito parlare de Il Signore degli Anelli, anche se magari non lo avete letto. E sapete sicuramente che viene spesso sintetizzato come un romanzo che racconta l'eterna lotta tra il bene e il male. Beh, a me questa trilogia ha fatto riflettere su altro. Il finale mi ha dato modo di meditare sul significato dell'amicizia e sul concetto che potrei sintetizzare, in termini più moderni, come nessuno di salva da solo.
Questi temi non sono esattamente i temi principali de Il Signore degli Anelli.
Ma in ogni libro, c'è una voce che ti parla al di là delle pagine. Fosse anche solo per dirti chiudi 'sto libro, che è meglio.
Se non te ne sei mai reso conto, è arrivato il momento di aprire Se una notte d'inverno un viaggiatore.
Se te ne eri già reso conto, è arrivato il momento di aprire Se una notte d'inverno un viaggiatore.

Un voto a questo romanzo non posso darlo. Preferisco lasciarvi con un famosissimo brano tratto dalle sue pagine. Leggetelo e ditemi se Calvino non è (stato) uno di noi.
 
Già nella vetrina della libreria hai individuato la copertina col titolo che cercavi. Seguendo questa traccia visiva ti sei fatto largo nel negozio attraverso il fitto sbarramento dei Libri Che Non Hai Letto che ti guardavano accigliati dai banchi e dagli scaffali cercando d’intimidirti. Ma tu sai che non devi lasciarti mettere in soggezione, che tra loro s’estendono per ettari ed ettari i Libri Che Puoi Fare A Meno Di Leggere, i Libri Fatti Per Altri Usi Che La Lettura, i Libri Già Letti Senza Nemmeno Bisogno D’Aprirli In Quanto Appartenenti Alla Categoria Del Già Letto Prima Ancora D’Essere Stato Scritto. E così superi la prima cinta dei baluardi e ti piomba addosso la fanteria dei Libri Che Se Tu Avessi Più Vite Da Vivere Certamente Anche Questi Li Leggeresti Volentieri Ma Purtroppo I Giorni Che Hai Da Vivere Sono Quelli Che Sono. Con rapida mossa li scavalchi e ti porti in mezzo alle falangi dei Libri Che Hai Intenzione Di Leggere Ma Prima Ne Dovresti Leggere Degli Altri, dei Libri Troppo Cari Che Potresti Aspettare A Comprarli Quando Saranno Rivenduti A Metà Prezzo, dei Libri Idem Come Sopra Quando Verranno Ristampati Nei Tascabili, dei Libri Che Potresti Domandare A Qualcuno Se Te Li Presta, dei Libri Che Tutti Hanno Letto Dunque È Quasi Come Se Li Avessi Letti Anche Tu. Sventando questi assalti, ti porti sotto le torri del fortilizio, dove fanno resistenza
   i Libri Che Da Tanto Tempo Hai In Programma Di Leggere,
   i Libri Che Da Anni Cercavi Senza Trovarli,
   i Libri Che Riguardano Qualcosa Di Cui Ti Occupi In Questo Momento,
   i Libri Che Vuoi Avere Per Tenerli A Portata Di Mano In Ogni Evenienza,
   i Libri Che Potresti Mettere Da Parte Per Leggerli Magari Quest’Estate,
   i Libri Che Ti Mancano Per Affiancarli Ad Altri Libri Nel Tuo Scaffale,
   i Libri Che Ti Ispirano Una Curiosità Improvvisa, Frenetica E Non Chiaramente Giustificabile.
Ecco che ti è stato possibile ridurre il numero illimitato di forze in campo a un insieme certo molto grande ma comunque calcolabile in un numero finito, anche se questo relativo sollievo ti viene insidiato dalle imboscate dei Libri Letti Tanto Tempo Fa Che Sarebbe Ora Di Rileggerli e dei Libri Che Hai Sempre Fatto Finta D’Averli Letti Mentre Sarebbe Ora Ti Decidessi A Leggerli Davvero.
   Ti liberi con rapidi zig zag e penetri d’un balzo nella cittadella delle Novità Il Cui Autore O Argomento Ti Attrae. Anche all’interno di questa roccaforte puoi praticare delle brecce tra le schiere dei difensori dividendole in Novità D’Autori O Argomenti Non Nuovi (per te o in assoluto) e Novità D’Autori O Argomenti Completamente Sconosciuti (almeno a te) e definire l’attrattiva che esse esercitano su di te in base ai tuoi desideri e bisogni di nuovo e di non nuovo (del nuovo che cerchi nel non nuovo e del non nuovo che cerchi nel nuovo).
   Tutto questo per dire che, percorsi rapidamente con lo sguardo i titoli dei volumi esposti nella libreria, hai diretto i tuoi passi verso una pila di Se una notte d’inverno un viaggiatore freschi di stampa, ne hai afferrato una copia e l’hai portata alla cassa perché venisse stabilito il tuo diritto di proprietà su di essa.

2 commenti:

  1. Ciao Ragazza, hai ragione, questa recensione è più lunga del solito, ma ne è valsa la pena :-) Devo leggere questo libro.

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