mercoledì 29 agosto 2018

La ragazza della nave...

di Arnaldur Indriðason.

La scheda del libro sul sito della casa editrice Guanda

Nel 1940, con la Seconda Guerra Mondiale in pieno svolgimento, l'Islanda richiama in patria tutti i suoi cittadini che si trovano in zone controllate dai nazisti. La nave Esja salpa dal porto finlandese di Petsamo per riportarli tutti a casa. Invano una ragazza aspetta il suo fidanzato sul molo. Lui non arriva, e lei è costretta a salpare senza di lui, senza sapere cosa gli è accaduto, se sia finito nelle mani dei nazisti per la sua attività contraria al loro regime.

Tre anni dopo, Reykjavík è occupata dalle truppe americane.  L’investigatore Flóvent e il giovane soldato canadese Thorson indagano su un caso di aggressione: un giovane con indosso una uniforme americana viene ritrovato ucciso sul retro di una bettola frequentata dai soldati, ma nessun soldato americano manca all’appello. Negli stessi giorni, il cadavere di un uomo annegato in mare viene riportato a riva dalle correnti. Forse si tratta di un incidente, ma durante l'autopsia emerge qualcosa di strano...

Credo che la mia relazione con il giallo nordico finisca qui, con la lettura de La ragazza della nave.
La sinossi mi aveva intrigato moltissimo; il periodo storico dell'ambientazione è tra quelli che preferisco e che sanno sempre riservare sorprese; la diversità di piani temporali mi ha sempre intrigato. Eppure, non ho amato questo libro. Per nulla.
Vi spiego perchè.

Come accennato, la storia prende il via nel 1940, con l'esodo dei cittadini islandesi dalla Scandinavia occupata dai nazisti. Lo storico viaggio dell'Esja è un episodio minore, per così dire, della Seconda Guerra Mondiale, ma ha un grande fascino, secondo me, perchè ha il duplice merito di farci conoscere meglio cosa è stata la guerra nell'estremo nord dell'Europa e di farci conoscere la varia umanità in fuga dalla guerra e dall'occupazione nazista. L'atmosfera del viaggio e della snervante attesa della ragazza del titolo, così come l'angoscia di quel lungo viaggio e la paura di venir affondati dai sottomarini tedeschi sono rese molto bene e a parer mio sono la parte migliore del romanzo.
L'ambientazione in generale è molto ben curata, e si conferma il punto di forza del giallo nordico, secondo me.

I due diversi piani temporali, che si alternano mi hanno invece un po'confusa inizialmente. Essendo separate da soli tre anni, non si coglie immediatamente la diversità cronologica delle due storie. Non mi è sembrato che l'autore abbia fatto uno sforzo per diversificare le due narrazioni, che hanno il medesimo passo, la medesima voce. Onestamente, se non avessi letto la sinossi non so quanto tempo ci avrei messo per capire la differenza temporale.

Purtroppo, la cosa che mi ha convinto di meno è stata proprio l'indagine, anzi, le indagini, perchè ben presto diventeranno tre: due nel presente, e una nel passato, riguardante il viaggio dell'Esja.
Quello che mi ha infastidito di più è stata la reticenza di ogni singolo testimone o sospettato a rispondere alle domande della polizia, e l'arrendevolezza con cui Flóvent desiste dall'esigere risposte. Posso capire un simile comportamento quando l'investigatore si trova davanti un ufficiale delle esercito americano occupante, che rifiuta con sdegno di sottoporsi a interrogatorio (i rapporti tra popolazione e autorità locali e esercito erano molto tesi), ma non posso capacitarmi di un tale atteggiamento quando Flóvent interroga comuni cittadini, molti dei quali vivono ai margini della legge. In un giallo investigativo, questa cosa è frustrante, molto, molto frustrante, e rallenta il ritmo all'inverosimile.
Oltretutto il mistero in sè è facilmente intuibile e i collegamenti fra le varie morti sono più che evidenti al lettore che segue entrambi i piani temporali. Pessima poi la scelta di confermare quello che il lettore ha già immaginato con l'espediente di Tizio che ascolta una conversazione tra due persone, le quali, a distanza di anni, rievocano con precisione nomi, date e modalità di un crimine cui hanno preso parte. 
Anche la soluzione al mistero del cadavere portato a riva dalle correnti è facilmente intuibile e non riserva grandi colpi di scena.

Insomma, un romanzo con una ambientazione e una premessa suggestive, ma con un'indagine che ha veramente poco da dire.
Voto: 5

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