domenica 19 agosto 2018

Arabesque. Alice Allevi #6...

... di Alessia Gazzola.

 La scheda del libro sul sito della Longanesi

Ci siamo: Alice Allevi non è più una specializzanda ma una specialista in medicina legale a pieno titolo. Il suo primo caso come consulente del Tribunale è quello di una ex ballerina molto famosa, ora insegnante di danza, in apparenza deceduta per cause naturali. Nonostante lo smarrimento iniziale e la nostalgia per la sicurezza che l'Istituo di Medicina Legale le garantiva quando era specializzanda, Alice è decisa a farsi valere, e durante l'autopsia scopre un piccolo particolare che non quadra con l'ipotesi di un decesso per cause naturali. Mentre la sua relazione con il bel dottor Conforti procede tra alti (pochi) e bassi (molti), Alice inizia ad indagare.

Questo romanzo segna decisamente un passo in avanti rispetto a quello che lo precede, Un po' di follia in primavera, che onestamente mi era piaciuto poco. 

Alice ha finito finalmente la sua specializzazione; potrebbe finalmente lasciarsi alle spalle i tremendi anni passati all'Istituto di Medicina Legale di Roma e dedicarsi alla professione che ha scelto. Ma Alice non sarebbe Alice se non amasse complicarsi la vita, e perciò rifiuta tenacemente di abbandonare l'Istituto, che, nonostante tutto, è ormai da considerarsi la sua comfort zone. Questo dettaglio rende la protagonista sicuramente non perfetta ma molto umana, e rende facile al lettore identificarsi e provare empatia. Una caratteristica questa che si trova in tutti i libri della serie e che mi è sempre piaciuta.
Nel caso di Alice, poi, al timore di avventurarsi da sola nel mondo si aggiunge l'impossibilità di fare a meno della presenza quotidiana di Claudio Conforti, bello, stronzo e impossibile, ma oramai re incontrastato del cuore della nostra protagonista.
E da questa situazione deriva la prima critica che mi sento di muovere a questo libro. Ho scoperto con stupore, infatti, che nel corso del romanzo Alice compie trent'anni. Trent'anni! Il dottor Conforti, invece, ne ha ben quaranta. Insomma, siamo di fronte a due adulti a pieno titolo, e mi tocca ancora leggere di giochetti sentimentali, di tira e molla, e sceneggiate amorose del tipo: non ti parlo più perchè non mi hai telefonato subitissimo dopo aver scoperto quella cosa.
Senza svelare nulla della trama, vorrei sottolineare che un grandissimo litigio tra i due nasce perché Claudio non risponde a numerose chiamate urgenti di Alice, per poi accusarla di non aver fatto il possibile per parlare con lui, e di avergli volutamente nascosto un particolare che aveva scoperto. Ora, non voglio commentare un adulto che non riesce a capire che dieci chiamate non risposte saranno pure un segnale; quello che mi preme sottolineare è che io uno così  non lo vorrei neanche regalato. Altro che perderci il sonno! E invece Alice ci perde il sonno, l'appetito e pure la gioia di vivere.
Sebbene le schermaglie amorose tra i due siano, fortunatamente, meno stucchevoli rispetto al romanzo precedente, io a tratti ho provato fastidio a dover leggere pagine su pagine del tenore su descritto. Non è stata la parte rosa in sé a lasciarmi perplessa. Oramai, giunti al sesto volume (settimo, se si conta il breve prequel Sindrome da cuore in sospeso) appare chiaro al lettore che i libri della serie di Alice Allevi sono un mix di giallo e romance, e criticare questa loro caratteristica non avrebbe senso. Ciò è ancora più vero se si considera che, tutto sommato, la fusione delle due anime gialla e rosa è particolarmente riuscita in questo romanzo.
Ho trovato infatti la trama ben costruita, lo sviluppo coerente senza eccessive lungaggini, e la fusione tra la vita privata e quella professionale della protagonista ben riuscita. Anzi, l'idea di inserire nella trama i primi incarichi di Alice come consulente tecnico del Tribunale ha portato, a parer mio, una ventata di novità e di rinnovato interesse nella serie.
Quello che proprio non ho digerito è stato l'approccio alla vita sentimentale dei due protagonisti, che ho trovato troppo adolescenziale e immaturo.

Quello che invece ho apprezzato maggiormente nel romanzo è stato, come accennato, lo spazio dedicato alla nuova vita professionale di Alice, che si muove con la consueta insicurezza ma che allo stesso tempo ostenta una nuova autonomia investigativa. Questa nuova veste da professionista conferisce maggior spessore alle indagini, e la trama nel complesso ne guadagna.
L'intreccio investigativo è infatti interessante; gli indizi ben piazzati e le rivelazioni ben dosate. Peccato però che tutto si perda nel finale, quando il mistero viene risolto grazie al ritrovamento casuale di un reperto che ha praticamente la firma dell'assassino sopra, reperto che poteva tranquillamente saltar fuori anche prima, ma che opportunamente fa la sua comparsa quando Alice ha avuto modo di eseguire le indagini a modo suo. Per intenderci: se il reperto fosse stato cercato e trovato subito, delle indagini non ci sarebbe stato alcun bisogno. Per questo la soluzione mi ha lasciato insoddisfatta.

Nel complesso, non mi sento di bocciare totalmente questo romanzo, che pur con qualche difetto, regala qualche ora piacevole in compagnia di un personaggio particolarmente amabile e ben riuscito (al netto della sua sbandata per Claudio Conforti, che fatico a comprendere).
Voto: 6 e 1/2

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