domenica 25 febbraio 2018

Ethan Frome...

... di Edith Wharton.


La scheda del libro sul sito della BUR - Rizzoli

Avevo sentito la storia, a frammenti, da varie persone, e, come spesso accade in casi simili, ogni volta era una storia diversa. Se conoscete Starkfield, Massachusetts, conoscete anche l'ufficio postale. Se conoscete l'ufficio postale, dovete aver visto Ethan Frome fermarvisi dinnanzi col suo calesse, gettare le redini sulla groppa incavata del suo cavallo baio, e trascinarsi fino al bianco colonnato, attraversando il marciapiede di mattoni; e dovete aver chiesto chi fosse. Fu qui, molti anni fa, che lo vidi per la prima volta: e il suo aspetto mi colpì.

Ethan Frome è un piccolo possidente che vive a Starkfield, nel  New England, dove gli inverni sono lunghi e freddi, e la vita monotona e dura. Sposato con una donna perennemente malata e concentrata su se stessa, riscopre le emozioni che la vita può regalare attraverso la giovane Mattie, cugina di sua moglie Zeena. Ma l'amore da solo non basta a cambiare il destino, e quello di Ethan sembra segnato...
 
Ethan Frome è essenzialmente il racconto di un triangolo amoroso.
Ambientato durante uno degli interminabili inverni nella piccola cittadina di Starkfield e narrato in prima persona come un lungo flashback da un narratore estraneo ai fatti, il romanzo ci racconta le vicende di Ethan in un momento ben preciso: quello in cui si rende conto di essersi innamorato della cugina di sua moglie, Mattie Silver, che vive in casa loro e che è giovane, interessata alla vita, entusiasta, curiosa. Di contro Zeena è chiusa, cupa, acida, perennemente malata e dedita a discutere dei suoi sintomi, veri o presunti. Un atteggiamento che, unito alla durezza della vita che la coppia conduce e all'asprezza del clima, ha fatto chiudere Ethan completamente in se stesso. L'uomo sembra convinto che la vita non possa oramai riservargli niente di buono, ed è rassegnato a vivere di rimpianti. Fino che non giunge Mattie a dare una spallata alla triste routine di Ethan.

Quest'ultimo è il perno della narrazione, e il personaggio più interessante. Nonostante nelle primissime righe del romanzo sia descritto come un rudere d'uomo, emana comunque da lui una sensazione di forza e di solidità.

L'ambiente in cui si muove è estremamente povero e scarno. Nei brevi giorni in cui si svolgono le vicende raccontate nel flashback, il gelo e la neve la fanno da padrone, e rendono l'isolamento di chi vive in campagna ancora più marcato. Questa solitudine fisica, per così dire, è accompagnata allo stesso tempo da una solitudine spirituale. Ethan e sua moglie sono distanti, e vivono isolati pur essendo uniti in matrimonio. Quando Mattie compare sulla scena le cose cambiano e perfino il duro panorama invernale sembra cambiare davanti agli occhi dei protagonisti. Quando Ethan e Mattie sono insieme, infatti, l'autrice non ci descrive semplicemente il freddo (onnipresente nel romanzo), la desolazione e il deserto gelato; ci descrive invece lo scintillio dei raggi di luna sul ghiaccio, il bianco immacolato della coltre di neve appena formatasi, il silenzio incantato dei boschi in inverno. Insomma, sembra che l'amore riesca a infondere bellezza anche alla durezza della vita contadina.
 
È incredibile come, a distanza di oltre cento anni dalla sua prima pubblicazione, Ethan Frome riesca a parlarci con tanta semplicità ed efficacia dell'amore. Si tratta di un amore puro, intenso eppure delicato, che si nutre di sguardi e di piccoli gesti, ma è capace di riscattare un'intera vita di amarezza e privazioni. È quel tipo di amore che nobilita ed eleva lo spirito. Ma c'è nel romanzo un che della tragedia greca; il destino, il fato ineluttabile, è in agguato.
 
I personaggi, in particolare Ethan e Mattie, sembrano saperlo. Sembrano intuire che la felicità è appena oltre la loro portata, e non potranno mai raggiungerla. Eppure la vedono, la assaporano, ma non potranno mai afferrarla. E questo da al romanzo un'aura di struggente tristezza, fino ad un epilogo che rimescola tutte le carte in tavola, e in cui il destino sembra farsi beffe di tutti.

Di solito mi avvicino ai classici più per imparare qualcosa sull'evoluzione della letteratura che per il puro e semplice piacere di leggere una storia. Ma in questo caso devo dire che Edith Wharton ha scritto un romanzo di una forza incredibile, che buca le pagine con il suo stile asciutto ed essenziale, che ci racconta una storia d'amore cruda, dolorosa e, secondo me, indimenticabile.

Voto: 8
 

4 commenti:

  1. Sai che questo romanzo proprio non lo conoscevo? Devo dire però che sei riuscita a incuriosirmi parecchio!

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    1. Io l'ho letto perché si incastrava perfettamente per una delle reading challenge che seguo, e ne sono rimasta folgorata!

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  2. Che bello trovare la recensione di un romanzo (o forse racconto lungo) che ho amato. Il finale lo ricordo nitidamente anche a distanza di più di venti anni. Grande Edith.
    Ciao da lea

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    1. È molto intenso, vero? Indimenticabile di sicuro.

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