domenica 8 gennaio 2012

I delitti di uno scrittore imperfetto...

...di Mikkel Birkegaard.

Forse qualcuno ricorderà che tempo fa lessi e recensii il libro di esordio di questo scrittore, I libri di Luca, un romanzo che partiva da un'idea intrigante e poi andava via via perdendosi.
Poichè avevo amato quello spunto iniziale, ho deciso di dare a Mikkel Birkegaard una seconda possibilità, e ho letto I delitti di uno scrittore imperfetto.

La trama:

Frank Fons è uno scrittore danese famoso, anche se i suoi thriller sono controversi: c'è chi li ama, e chi ne detesta l'ultra realistica violenza. A causa di questo suo modo di concepire la scrittura, Frank ha perso sua moglie e le sue figlie, che si sono allontanate da lui.
Poco prima di partire per la fiera del libro di Copenaghen per presentare il suo ultimo libro, Frank scopre che una donna è stata uccisa seguendo lo schema di un omicidio presente nel suo ultimo libro, ancora inedito.
Frank comincia ad indagare, mentre gli omicidi ispirati ai suoi lavori non accennano a fermarsi.

Incipit:

Fino a poco tempo fa avevo ucciso solamente sulla carta.
In compenso ero bravo. Così bravo da poterci campare e così navigato da poterlo considerare il mio lavoro. In un paese piccolo come la Danimarca è quasi un privilegio poter fare lo scrittore a tempo pieno, anche se secondo qualcuno non sono un vero scrittore, né i miei libri sono libri veri.
In tutta la mia carriera ho dovuto accettare di essere criticato, talvolta persino messo in ridicolo, e di tanto in tanto nel profondo del cuore ho dato ragione ai giornalisti. Può essere difficile ammetterlo, però in certe situazioni ho riconosciuto nei miei libri quella distanza e quel vuoto rilevati dal dente avvelenato dei critici.
Ma nella storia che seguirà in queste pagine c'è in gioco tutto un altro genere di cose.

Ok, un assassino in libertà che copia gli omicidi creati dalla fantasia di uno scrittore non è una gran novità, ma questo, purtroppo è solo il male minore.
I delitti di uno scrittore imperfetto, è, a parer mio, un thriller mal riuscito, una storia in cui l'autore non sapeva esattamente dove andare a parare.
Infatti ci viene promesso un thriller, e una caccia al serial killer, ma la trama viene continuamente interrotta da lunghi flashback sulla vita passata di Frank Fons, sull'università, i suoi amici, su come è diventato scrittore, come ha conosciuto la moglie, la loro vita felice, i figli, i problemi, la separazione, l'alcolismo. Tutto molto interessante, se non fosse che il 90% di questi flashback non hanno assolutamente niente a che vedere con la trama. Alcuni personaggi del passato di Frank non hanno nessunissima valida ragione - dal punto di vista dell'intreccio - per essere presenti in questa storia. Eppure ci sono, per la gioia di grandi e piccini (ma anche no).
I flashback ottengono soltanto lo scopo di spezzare il ritmo e allungare il brodo. Quel che vogliono mostrarci sul carattere e l'esistenza di Frank Fons avrebbero potuto farlo agevolemente con un terzo dello spazio occupato, pagina più, pagina meno.

Ora, qualcuno potrebbe obiettare che forse sono io che non ho capito niente della trama e il vero scopo di Birkegaard era narrarare la crisi esistenziale dello scrittore, prendendo come semplice pretesto la scia di omicidi che lo costringono a riflettere sulla sua vita, su se stesso e sul suo rapporto con la violenza (che è il suo pane quotidiano, alla fin fine).
L'obiezione potrebbe essere fondata se non fosse per un piccolissimo particolare: se si vuol scrivere di uno scrittore alcolizzato, solo e in crisi e parlare della sua miserabile vita, pieno di rimorsi e di rimpianti, non si inizia un romanzo dicendo: fino a poco tempo fa avevo ucciso solo sulla carta. Se invece lo si fa, è ovvio che poi il lettore si aspetta un thriller. Si aspetta ritmo. Suspence. E se non li trova, rimane deluso.

In ogni caso, anche a voler cosiderare I delitti una storia dalle due facce, la parte thriller resta traballante ed inconsistente, con una trama piatta e senza brillanti trovate narrative.
Una menzione speciale merita il capitolo in cui finalmente scopriamo perchè Frank Fons è separato dalla moglie e un'ordinanza del Tribunale gli impedisce di vedere le figlie. Fino alla rivelazione del segreto, si intuisce che esso ha qualcosa a che vedere col fatto che nei suoi libri lui descriva i dettagli raccapricianti degli omicidi con un realismo inquietante; perciò mi sarei aspettata qualcosa di forte, che Frank si fosse macchiato di qualche grave colpa, e invece...

Invece la moglie - che lo sopporta quando beve e si impasticca, che arriva sul punto di lasciarlo quando in un attimo di distrazione la figlia affidata a lui si tira addosso un cassetto pieno di coltelli (ma non si ferisce gravemente), ma alla fine lo perdona -  lo lascia in un attimo quando legge il suo ultimo libro (badate bene, non il primo, ma l'ultimo di una lunga serie di romanzi splatter), che è particolarmente violento, perchè ha paura che faccia del male alle sue figlie.
Ta-Da! Ecco l'oscuro segreto della vita dello scrittore geniale e maledetto! La moglie lo lascia perchè si accorge che lui scrive romanzi splatter! Complimenti per l'acume e la tempestività!!
Poco importa che mai Frank abbia dato l'impressione di essere un sadico, o un cattivo padre, o un negligente (tranne l'incidente del cassetto). La moglie innamorata legge il suo ultimo romanzo e lo lascia senza una parola perchè ha paura che faccia del male alle sue figlie. Vabbè.

L'autore non si da nemmeno pena di svelarci nessuno dei misteri inseriti nella trama, come ad esempio dove il killer abbia preso una copia di un libro inedito, o come facesse a sapere tanti particolari sulla vita dello scrittore e come mai fosse sempre un passo avanti a lui.
Addirittura (SPOILER - selezionare col mouse per leggere! -) nel finale non ci viene spiegato chi è l'assassino. Non si capisce se Frank sia pazzo, e sia sempre stato lui a commettere gli omicidi, o se effettivamente esista un lettore fanatico che da vita alla scena di violenza da lui descritte nei suoi libri.
Io propenderei per la seconda ipotesi, ma in questo caso l'incipit accattivante (fino a poco tempo fa, avevo ucciso solo sulla carta) diventa una presa per i fondelli, perchè non si amalgama con le conclusioni. Nel caso invece fosse la prima ipotesi quella giusta, è difficile dire se tutti i conti tornano.FINE SPOILER

Non è tanto il finale aperto a darmi fastidio, quanto la sensazione di incompiutezza, di indecisione che attraversa tutta la trama.

L'unica cosa che salvo di questo romanzo è lo stile, che è agile, leggero, scorrevole e aiuta senz'altro ad arrivare in fondo ad un romanzo che non offre grandi emozioni.

Per concludere, rieccovi la novità del 2012, la tabellina riassuntiva!

Pro: uno stile agile, a tratti accattivante, che rende in ogni caso agevole la lettura.

Contro: ritmo spezzettato da troppi flashback inutili;
             trama banale, piatta, diluita;
             finale abbastanza indecifrabile.

Voto finale: 4

2 commenti:

  1. sempre interessanti le tue recensioni

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  2. Veramente x me l'assassino è il poliziotto giovane...che criticava la scarsa aderenza alla realtà dei gialli, e lo fa anche nell'ultimo rapporto, quello che chiude il romanzo. Sono andata a rileggermi le pagine-poche-in cui compare e tutto collima...tuttavia non si sa come si fosse procurato il libto della mostra prima di essa. Bah...

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