martedì 27 gennaio 2009

La giornata della memoria

Voi che vivete sicuri
Nelle vostre tiepide case,
Voi che trovate tornando a sera
Il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo è un uomo
Che lavora nel fango
Che non conosce pace
Che lotta per mezzo pane
Che muore per un sì o per un no.

(Primo Levi, Se questo è un uomo)

Il 27 gennaio di ogni anno è la Giornata della Memoria.
I popoli di solito hanno la memoria corta, perciò ogni tanto fa bene ricordare cosa è stato, cosa è successo appena dietro l'angolo della nostra storia.
Ma una giornata così non serve soltanto a ricordare l'orrore dei campi di sterminio, di 6 milioni di vittime, di milioni di sfollati e perseguitati, costretti a nascondersi, a fuggire, a temere per la loro vita per evitare quella che Hitler chiamava "la soluzione finale".
Serve a ricordarci, citando Primo Levi, "quali insospettate riserve di ferocia e di pazzia giacciano latenti nell'uomo dopo millenni di vita civile".

Serve a ricordarci di cosa noi essere umani siamo capaci. Se è successo una volta, può succedere ancora.
E' successo in Bosnia, negli anni '90, durante la guerra. Appena l'altro ieri.
E' successo in Ruanda; in Afghanistan; in Iraq.... può succedere ancora.
"Auschwitz è fuori di noi, ma è intorno a noi, è nell'aria. La peste si è spenta, ma l'infezione serpeggia: sarebbe sciocco negarlo. In questo libro se ne descrivono i segni: il disconoscimento della solidarietà umana, l'indifferenza ottusa o cinica per il dolore altrui, l'abdicazione dell'intelletto o del senso morale davanti al principio d'autorità, e principalmente, alla radice di tutto, una marea di viltà, una viltà abissale, in maschera di virtù guerriera, di amor patrio e di fedeltà a un'idea".
(Primo Levi, dalla prefazione a L. Poliakov, Auschwitz, Ventro, Roma 1968)

Ricordiamoci di questo ogni volta che guardiamo qualcuno con sospetto, semplicemente perchè è diverso da noi. Non perchè ci ha fatto qualcosa, ma perchè nero, extracomunitario, rumeno, gay o altro.
Ricordiamocene ogni volta che siamo tentati di applicare a milioni di individui etichette sbrigative. Rumeni, tutti stupratori. Rom, tutti ladri. Mussulmani, tutti terroristi. Italiani, tutti mafiosi.
Ricordiamocene ogni volta che una legge viola un pezzetto dei diritti di una categoria meno protetta, debole o svantaggiata.
Che siano le classi ponte per separare i nostri figli dai figli degli immigrati, o una cauzione di diecimila euro perchè un extracomunitario possa richiedere una partita IVA, o che sia una compagnia aerea che si rifiuta di assumere donne con figli piccoli o persone con un disabile in famiglia.
Ricordiamoci quanto poco ci vuole.
Cominciò con le leggi razziali....come è andata a finire?
E ricordiamoci anche che "ogni tempo ha il suo fascismo: se ne notano i segni premonitori dovunque la concentrazione di potere nega al cittadino la possibilità e la capacità di esprimere ed attuare la sua volontà. A questo si arriva in molti modi, non necessariamente col timore dell'intimidazione poliziesca, ma anche negando o distorcendo l'informazione, inquinando la giustizia, paralizzando la scuola, diffondendo in molti modi sottili la nostalgia per un mondo in cui regnava sovrano l'ordine, ed in cui la sicurezza dei pochi privilegiati riposava sul lavoro forzato e sul silenzio forzato dei molti." (Primo Levi, dal Corriere della sera, 8 maggio 1974).

Non abbandoniamo mai la consapevolezza che il prezzo della democrazia è una vigilanza costante. Non lasciamo che le nostre coscienze si addormentino; continuiamo a pensare sempre con la nostra testa, a chiederci i come e i perchè di quello che setiamo, leggiamo, vediamo.
E continuiamo a protestare, nel rispetto delle leggi e dell'altrui libertà, quando sentiamo che è giusto.

Martin Niemöller scriveva:

Prima di tutto vennero a prendere gli zingari
e fui contento, perché rubacchiavano.

Poi vennero a prendere gli ebrei
e stetti zitto, perché mi stavano antipatici.

Poi vennero a prendere gli omosessuali,
e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi.

Poi vennero a prendere i comunisti,
ed io non dissi niente, perché non ero comunista.

Un giorno vennero a prendere me,
e non c’era rimasto nessuno a protestare.

E' così che certe cose hanno inizio. Non permettiamo che accada mai più.

Tutte le citazioni di questo post sono tratte da Wikiquote

3 commenti:

  1. stavo giusto pensando che oggi non riuscivo ad avere un momento da dedicare alla "memoria"... grazie al tuo post, ho avuto quel momento...grazie di cuore...mai dimenticare, mai vendicare, mai ignorare...
    alessandra

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  2. hai delle parole che toccano il cuore....anche se a fine serata sono riuscita anche io a dedicare un pensiero a questo giorno!!!!

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  3. La cosa per me drammatica è che ci deve essere "un giorno" per ricordare tutto l'orrore subito... ma come hai scritto tu i popoli hanno la memoria corta... e questo è molto triste...

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