...di Minette Walters.
(vincitore del CWA Gold Dagger Award nel 1994)
In un piccolo paese del Dorset, la ricca e anziana Mathilda Gillespie vive nella tenuta di famiglia, Cedar House. Mathilda conduce un'esistenza solitaria, odiata e temuta da tutti per la sua cattiveria e acidità. Una mattina viene ritrovata morta nella viasca da bagno, con indosso "il morso della bisbetica" (strumento di tortura medievale destinato alle donne che parlavano troppo) e le vene tagliate.
Suicidio o omicidio?
Sarah Blackney, medico di Mathilda nonchè unico essere umano verso cui l'anziana donna mostrava un po' di gentilezza, non riesce a darsi pace e a credere che si sia trattato di un suicidio. Collaborando alla indagini, Sarah scopre che il passato di Mathilda era stato tutt'altro che facile e qualcosa, proprio dal suo passato, può aver scatenato gli eventi che hanno portato alla sua morte.
Il segreto di Cedar House è un bel giallo che parte da un impianto classico: una persona temuta ed odiata, ricca ma solitaria, viene trovata morta. I dettagli ambigui e inquietanti, uno su tutto l'orrendo strumento di tortura che Mathilda aveva in testa, rendono questa morte sospetta. L'indagine si snoda dapprima in modo convenzionale, partendo da un testamento scioccante e contestato, poi però il romanzo prende una piega diversa, e decisamente più moderna, mescolando all'impianto classico alcuni elementi tipici dei mistery più recenti.Questa commistione, che sulla carta mi avrebbe fatto storcere il naso, si è rivelata particolarmente riuscita.
Walters dà vita ad un giallo dalla classica atmosfera inglese svecchiando il genere. Fanno capolino nella trama, infatti, la violenza, gli abusi e le brutture del mondo che, nei gialli classici, tendono a restare fuori. L'unico elemento che turno la quiete dalla campagna inglese è, di solito, l'omicidio, che va risolto perchè la vita possa tornare a scorrere come prima, uguale a se stessa.
Qui l'autrice invece introduce degli elementi disturbanti, che i protagonisti non potranno ignorare una volta risolto il mistero; la morte non è una semplice lacerazione nel tessuto della tranquilla esistenza dei protagonisti, è un punto di arrivo, e di ripartenza.
L'indagine ruota intorno al lento disvelarsi dei segreti sepolti nel passato della vittima. L'autrice coinvolge il lettore aggiungendo alla narrazione brani tratti dal diario della vittima, i quali, pur senza rivelarci, fino alla fine, movente o colpevole, gettano una luce nuova sulla vittima, troppo frettolosamente bollata da tutti (anche dal lettore, secondo me) come una vecchia bisbetica (per non dire di peggio).
Invece Walters conferisce alla vittima una profondintà ed una dignità notevoli, costruendo, seppure ex post, un personaggio sfaccettato e complesso.
Altrettanta complessità hanno sia Sara Blackney che suo marito, in piena crisi matrimoniale. Meno riuscita invece è, a parere mio, Joanna, figlia della defunta, che resta l'unico personaggio a non mostrare una evoluzione e a non avere una personalità particolarmente solida.
Il giudizio sui questo romanzo è ampiamente favorevole, perchè unisce ad un'atmosfera classica, da epoca d'ora del giallo inglese, con elementi più moderni, ed un ritmo più inclazante rispetto ai mistery classici.
Voto: 7
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