lunedì 16 luglio 2018

L'anello mancante. Cinque indagini di Rocco Schiavone...

... di Antonio Manzini.


Questa antologia ci prensenta cinque indagini del vicequestore Rocco Schiavone, romano trasferito ad Aosta per motivi disciplinari. Le indagini si svolgono tutte in quest'ultima città, ma il lasso temporale va da poche settimane dopo l'arrivo di Rocco nella nuova sede, al periodo in cui ormai è (suo malgrado) integrato nella cittadina così lontana e così diversa da Roma.

Credo che oramai il personaggio di Rocco Schiavone non abbia bisogno di presentazioni, ma per chi ancora non lo conoscesse, va detto che si tratta di un poliziotto a prima vista indisponente, a tratti odioso, non troppo onesto. Insomma, il peggio che si possa immaginare. Ma Rocco Schiavone possiede in primo luogo un grande talento per le indagini, poi una caparbietà che gli impedisce di lasciare le cose a metà, ed infine una personale empatia e una sua dolorosa umanità. Quando il lettore riesce a superare l'iniziale diffidenza, queste caratteristiche glielo renderanno caro.

Quando leggo una storia, racconto o romanzo che sia, con protagonista Rocco Schiavone, mi aspetto sempre che il personaggio sia coerente con le sfaccettature che l'autore ha cesellato nel corso del tempo. Una cosa non semplicissima, visto che Rocco Schiavone è una personalità molto complessa. Eppure anche stavolta l'autore è riuscito a non deludermi. Ancora una volta ho incontrato un personaggio straordinariamente descritto, perfettamente credibile e reale, la cui personalità regge da sola l'impianto narrativo.
Il personaggio uscito dalla penna di Manzini è uno dei migliori in cui mi sia capitato di imbattermi nella mia carriera di lettrice, e questi racconti hanno lo scopo dichiarato di approfondire ancora di più la sua figura.

L'anello mancante

Racconto che da il nome alla raccolta e che comincia in modo misterioso e molto noir: all'apertura di una tomba per una traslazione, viene trovato un cadavere sconosciuto adagiato sopra la bara legittimamente presente in quel loculo.
Questo racconto mi è piaciuto molto perchè mette in luce la bravura di Manzini nel fondere a perfezione lo straordinario talento investigativo di Rocco Schiavone con il suo strano senso della giustizia e con la sua particolarissima empatia. E questo si riverbera nella struttura del racconto stesso: da un lato c'è infatti il macabro mistero, dall'altra c'è Schiavone, il quale, nonostante sia sempre il solito rude, scontroso  e amareggiato poliziotto di sempre, non riesce a far finta di niente di fronte al dolore ed al disagio sociale. E mentre Rocco indaga sul mistero del cadavere, noi indaghiamo su di lui, scendiamo sempre più in profondità nella sua anima.

Castore e Polluce

Tre amici e colleghi di lavoro si concedono una vacanza per scalare le due vette gemelle chiamate Castore e Polluce. Ma durante la salita, avviene un incidente, e uno dei tre muore. Per tutti è una tragica fatalità, ma per Rocco qualcosa non torna.
Racconto con impostazione molto classica; siamo di fronte ad un incidente o ad un astuto delitto? 
Approfondiamo l'idiosincrasia di Rocco per la montagna, il freddo, la neve, e altresì approfondiamo quella caparbietà cui facevo cenno prima. Schiavone non si ferma finchè non riesce a spiegare il particolare che non torna.

...e palla al centro

Racconto più leggero rispetto agli altri, divertente e piacevole, incentrato su una partita di calcio di beneficenza tra Questura e Procura. La narrazione è a tratti spassosa, con la descrizione dei diversi tipi di giocatori amatoriali (la maggior parte dei quali il calcio lo aveva visto, fino a quel momento, solo in televisione), delle piccole rivalità e dei torti che possono essere risolti esclusivamente con una vittoria sul campo. Dietro il divertimento dell'autore ho trovato anche della satira graffiante sul modo di concepire lo sport e la rivalità nel nostro paese. Chiunque segue appena appena lo sport sa che ogni evento (specie nel calcio ma non solo) si trasforma in una lotta sanguinosa e porta a galla la parte peggiore di molti di noi.
Finale perfetto: Rocco non si smentisce mai. Forse il mio preferito, nonostante sia quello meno "giallo" della raccolta, perchè riesce a raccontare, in poche pagine, un mondo intero.

Senza fermate intermedie

Neanche in viaggio il vicequestore Rocco Schiavone riesce ad evitare rotture di... scatole. In viaggio da Roma ad Aosta su un treno ad alta velocità, Rocco si trova coinvolto nell'indagine su un furto, cui ha fatto seguito la morte della vittima a causa di un malore. 
Anche qui abbiamo un'impostazione molto classica del racconto: un treno senza fermate intermedie, una vittima, un colpevole che non può essere andato lontano e un poliziotto che deve indagare spinto dalle circostanze. Il miglior mistero della raccolta, ma forse sono di parte perchè ho adorato l'omaggio al giallo classico all'inglese.

L'eremita

Rocco ha l'influenza, ma, allo stesso tempo, deve indagare sull'omicidio di un uomo anziano che viveva isolato in una casupola ad alta quota. L'uomo è caduto dalle scale; a prima vista sembrerebbe un banale incidente provocato da un malore, ma alcuni dettagli ben presto indicano una direzione diversa. Un buon racconto, ma quello che mi ha coinvolto meno forse a cusa dell'espediente dell'indagine a distanza effettuata da Rocco per telefono, tramite i suoi agenti, mentre si trova a casa febbricitante. Il vicequestore è brillante come sempre, ma io lo preferisco impegnato sul campo.

Nel complesso, questa raccolta  mi è piaciuta molto. In primo luogo i racconti sono tutti di ottimo livello; l'indagine presente in ognuno di essi è ben presentata e pienamente svolta. Nessun racconto lascia l'impressione che la storia avrebbe avuto bisogno di qualche pagina in più per essere completa.
Antologia consigliata a tutti, dunque, stante la sua capacità di parlare a diversi tipi di lettori, ovvero a quelli che amano Rocco Schiavone alla follia, come pure a quelli che non lo hanno mai sentito nominare e sono in cerca di un libro giallo degno di questo nome.

Voto: 7 e 1/2

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