La scheda del libro
Enzo Baiamonte, cinquantenne radiotecnico palermitano, arrotonda le sue entrate svolgendo piccoli incarichi investigativi per un avvocato della città.
Un giorno una donna bella e misteriosa, figlia di un ex professore di Enzo appena deceduto, gli chiede di ritrovare cinque volumi della sterminata biblioteca del padre, volumi che erano stati prestati e al cui posto il padre aveva collocato di finti libri in legno.
Da questa indagine all'apparenza così semplice, Enzo arriverà a risolvere un omicidio e un caso criminale molto molto più complicato.
Oggi sembrano essere molto popolari i romanzi, prevalentemente gialli, in cui i protagonisti non più giovanissimi vivono avventure che non hanno avuto in gioventù. Penso a Squadra speciale minestrina in brodo, di Roberto Centazzo, o anche a La banda degli insoliti ottantenni di Catharina Ingelman-Sundberg. Sicuramente Enzo Baiamonte, creato da Gian Mauro Costa, è un precursore di questa tendenza. Un precursore originale e profondo.
Enzo Baiamonte nasce, letterariamente, proprio con questo romanzo, che getta le basi per la comprensione del personaggio, dell'ambiente in cui si muove e per le future investigazioni.
Enzo Baiamonte nasce, letterariamente, proprio con questo romanzo, che getta le basi per la comprensione del personaggio, dell'ambiente in cui si muove e per le future investigazioni.
Non anziano anagraficamente, quanto nell'animo e nello stile di vita, Enzo è un tipo tranquillo, ordinato, abitudinario. La sua attività, quella di riparatore di radio e televisioni, sembra uscita dal passato e non avere più nulla a che spartire col presente.
In questa sorta di limbo in bilico fra un'eterna giovinezza (Enzo è scapolo e conduce una vita priva di responsabilità) e la vecchiaia incombente irrompe Cristina, figlia del professor Mirabella, appena deceduto.
Cristina è una quarantenne enigmatica e sensuale, che scuote l'animo e i sensi di Enzo Baiamonte in maniera improvvisa e imprevista. Per lui ella è semplicemente la Creatura, bella, eterea, languida. Quasi un'apparizione.
L'incarico - all'apparenza banale che gli offre - sembra l'ultimo treno da prendere al volo in una vita che si è adagiata troppo presto su un binario morto.
Ma siccome nulla è mai semplice come appare, Enzo scoprirà che intorno ad uno dei libri da recuperare ci sono troppe reticenze, troppe bugie e alla fine anche un omicidio.
E' a questo punto che il nostro sonnolento personaggio si risveglia, mette in campo uno spirito di osservazione ed un acume che non credevamo avesse. Si ribella a chi lo vorrebbe burattino e comprimario in questa vicenda complessa e alla fine riesce a venirne a capo, e ritrova il suo spirito combattivo, la sua voglia di vivere e nuovi stimoli.
L'indagine parte lenta, ma non annoia per l'originalità del punto di partenza: i libri di legno del titolo. Lo svolgersi della trama sembra puntare in un senso quando, improvvisamente, vira da tutta altra parte. L'indagine si trasforma sotto i nostri occhi, ed insieme ad essa si trasforma anche il protagonista. La sua evoluzione è lenta ma costante, e soprattutto credibile e coerente.
Anche la trama è sempre coerente e soprattutto solida. L'unico difetto che gli si può attribuire è una certa lentezza nello sviluppo, lentezza che è, a parer mio, voluto e cercata perché parta stessa della narrazione e dell'ambientazione.
Anche la trama è sempre coerente e soprattutto solida. L'unico difetto che gli si può attribuire è una certa lentezza nello sviluppo, lentezza che è, a parer mio, voluto e cercata perché parta stessa della narrazione e dell'ambientazione.
Romanzo giallo rilassante ma allo stesso tempo stimolante.
Voto: 7
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