venerdì 22 gennaio 2016

IL conto delle minne

...di Giuseppina Torregrossa.
 
Di solito evito come la peste libri che contengono alimenti (specie se si tratta di dolci) nel titolo.
Non saprei dire perché, è una mia fissazione. Ho l'impressione che tali titoli siano studiati a tavolino per essere accattivanti, e nascondano in realtà delle solenni fregature. Tali titoli mi evocano immediatamente ciance sull'odore del cioccolato che si scioglie, su dolci che lievitano in forno come metafora della vita e dell'amore e bla, bla, bla. 
E' un pregiudizio, lo so.
 
Bene, Il conto delle minne invece mi ha colpito per la sua delicatezza che di frivolo o superficiale non ha nulla.
 
La piccola Agata è una bambina palermitana nata e cresciuta una casa senza amore.  Il suo punto di riferimento è la nonna, che si a chiama Agata, che le tramanda la famosa ricetta di famiglia delle minne di Sant'Agata, il dolce che si prepara per devozione alla Santa.
Insieme alla ricetta, la nonna dona alla nipotina un punto fermo nella vita.
 
"La vigilia della festa di Sant’Agata, mia nonna Agata, buona anche lei come la santa, veniva a prendermi a casa. Mi trovava al balcone, impaziente di uscire, tirata a lustro con indosso il vestito buono, i capelli divisi al centro della testa da una scriminatura dritta e legati stretti da due fiocchi rosa da femminuccia. Scendevo le scale volando, felice di lasciare per qualche ora i miei genitori che, quasi sempre scontenti, rendevano l’aria di casa irrespirabile.
Ero grata a mia nonna per le sue attenzioni amorevoli, i piccoli gesti affettuosi, le carezze leggere, gli incoraggiamenti non richiesti, i complimenti a non finire che abbisognano ai bambini per crescere sicuri e sviluppare fiducia nella vita. Papà e mamma non si perdevano in cose inutili, come loro chiamavano la tenerezza e l’amore, e mia nonna quando poteva suppliva alle loro manchevolezze."
 
Un po' La casa degli spiriti (la prima parte), un po' Chocolat, Il conto delle minne racconta la vita di Agata e della sua famiglia. Le storie delle famiglie palermitane che ruotano intorno ad Agata si intrecciano e si sciolgono e sono raccontate con leggerezza ma senza superficialità.
Il romanzo parte come un grande affresco, una saga familiare, e poi con naturalezza si focalizza sulla sola Agata. Le storie sono interessanti, tristi o divertenti, mai noiose né slegate l'una dall'altra.
Se proprio devo trovare un difetto a questo romanzo, che mi è piaciuto moltissimo, è questo: avrei gradito che l'autrice andasse più in profondità quando dipanava i fili delle vicende familiari, senza accontentarsi di toccare solamente alcune storie, che sono appena accennate e che lasciano il lettore con il palato insoddisfatto (tanto per restare in tema).
 
Le minne del titolo, lungi dall'essere una semplice "decorazione", rappresentano le tradizioni, le radici, quel bagaglio che ci portiamo dietro tutta la vita anche se crediamo di averlo gettato dal finestrino del nostro treno in corsa.
Non a caso ad un certo punto della storia Agata perde la preziosa ricetta scritta dalla nonna ormai scomparsa; ma dopo un certo numero di esperienze, anche dolorose, la ricetta salta fuori di nuovo.
Io l'ho interpretata come una metafora: per scoprire il senso della tua vita, per sapere dove stai andando, devi sapere da dove vieni. E accettarlo.
 
Insintesi: consigliato a chi ama le saghe familiari. Voto 7 e 1/2.

10 commenti:

  1. Ciao Lisse, il romanzo che hai scelto non mi aveva mai attirato tanto, ma dopo che ho letto che un po' ti ha ricordato La casa degli Spiriti mi sono incuriosita parecchio! Probabilmente lo leggerò, grazie!! =)

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    1. Beh, non vorrei aver creato troppe aspettative con la mia recensione :)
      Chiarisco che mi ha ricordato La casa degli spiriti nell'intrecciare le vicende familiari, mentre sullo sfondo scorrono i mutamenti storici. Ma non c'è la denuncia sociale e la forza della Allende, o meglio, solo in parte. Credo che le scrittrici si prefissino obiettivi diversi. La casa degli spiriti è inarrivabile. Ma comunque Il conto delle minne merita.

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  2. Ciao Lisse!!!!!! Non conoscevo questo libro e adesso??????? Tocca leggerlo pure a me!!!! D'altronde come posso non seguire un tuo consiglio????
    Un abbraccio e... Bentornata 😘😘😘

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  3. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  4. Concordo in pieno con il tuo giudizio.ciao da Lea
    P.s i libri di fannie Flagg hanno spesso alimenti nel titolo, ma sono bellissimi

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    1. Uh, è vero! E dire che Fannie Flagg mi piace anche molto! :P
      Ma alcuni hanno gli alimenti nel titolo solo nella traduzione italiana, se non erro.

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  5. Libro del tutto nuovo per me... ed anche io, sentendo nominare La casa degli spiriti che ho adorato, magari ci faccio un pensierino. Grazie per la dritta!

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  6. Di questa autrice l'anno scorso ho letto "L'assaggiatrice" e non mi era piaciuto molto... magari le concedo un'altra chance con questo libro!

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    1. Io avevo letto Panza e prisenza, che è un bel libro ma mi era stato presentato come un giallo, e proprio un giallo non è, quindi mi aveva un po' deluso.

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  7. concordo in pieno. sì al Conto delle minne. No a Panza e prisenza. Sì a Manna e miele, ferro e fuoco; l'ho trovato bello!

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