lunedì 3 novembre 2008

I libri di Luca...

...di Mikkel Birkegaard.
Immaginate che la frase "un libro può cambiarti la vita" non sia più una metafora. Immaginate che sia reale.
Pensate a quante volte avete detto "i libri ci parlano"....e immaginate che sia vero, nel senso letterale del termine.
Ecco, da queste premesse muove il romanzo I libri di Luca, dell'autore danese Mikkel Birkegaard.
Uscito in patria nel 2007, è diventato subito un caso letterario, e, leggendo le primissime pagine del romanzo, non è difficile capire perchè.

Il desiderio di Luca Campelli di morire circondato dai suoi libri si realizzò una tarda sera di ottobre.

Così comincia il romanzo, e noi siamo immediatamente catapultati nel mondo dei libri di Luca.
Luca è un libraio italiano da tempo residente a Copenaghen, che gestisce una libreria antiquaria molto rinomata. Improvvisamente però, di ritorno da un viaggio, Luca muore in circostanze misteriose.
Toccherà a suo figlio, il giovane avvocato Jon Campelli, con cui non era certo in buoni rapporti, dipanare le fila del mistero, ed insieme a lui, anche noi scopriremo che Luca era molto di più di un semplice libraio; infatti egli era un lector, un individuo dotato di poteri paranormali che si manifestano attraverso la lettura.
Leggendo ad alta voce, infatti, Luca poteva caricare - per usare la terminologia del romanzo - il testo, e influenzare chi lo ascoltava e rendere le esperienze che ogni lettore vive quando è immerso in un libro molto reali, vivide, intense.
Luca faceva parte della Società Bibliofila, che raccoglie individui dotati dei medesimi poteri, e che si prefigge di far ricorso a tali abilità solo per diffondere l'amore per la lettura e la cultura.
Eppure sembra che Luca sia stato ucciso usando i poteri di un lector...cosa sta davvero succedendo all'interno della Società? Chi trama nell'ombra per distruggere il lavoro della Società Bibliofila?

L'idea di partenza del romanzo è strabiliante, accattivante, orginale e soprattutto dotata di un fascino irresistibile per chi - come me - ama i libri.
I libri - ci dice Birkegaard - non sono semplici oggetti... sono strumenti a cui una mente dotata può dare vita. E' come se l'autore avesse capovolto le metafore sui libri, per dare consistenza a tutto l'immaginario "libresco" che ogni vero lettore si porta nel cuore.
Insomma, il sogno di ogni bookworm.
La scoperta graduale dell'esistenza dei poteri, di cosa sono davvero, del mondo di società segrete che li circondano è interessantissima. Certo, il ritmo non è serrato ma l'autore riesce a mettere nella narrazione quel tocco che incuriosisce e spinge a proseguire la lettura.
Arrivati a metà del romanzo, l'intreccio si è fatto robusto e il mistero abbastanza fitto.
Perchè non dobbiamo dimenticare che I libri di Luca è anche un giallo, e che la vicenda prende le mosse da un misterioso omicidio.
Purtroppo, proprio qui stanno anche le pecche della narrazione.
Se quando racconta di complotti segreti e inimaginabili, sospesi in atmosfere magiche, Mikkel Birkegaard da il meglio di sè, quando comincia a fare incursioni nel thriller e nel giallo, il romanzo mostra limiti evidenti.
Prendiamo il colpo di scena di metà romanzo: chi dei personaggi "ambigui" che popolano la storia è buono, e chi è che invece lavora per i"cattivi"? Di chi si possono fidare i protagonisti, e di chi no? Ecco, la risposta a questa domanda è talmente telefonata, ma talmente telefonata che a un certo punto mi ero convinta che non poteva essere come io pensavo che fosse (scusate le involuzioni lingustiche, sto cercando di spiegarmi senza svelare troppo della trama!).
E invece no. Era proprio come si capiva fin dall'inizio. Peccato lo avessero capito tutti meno i nostri eroi!

Emblematico poi quello che io chiamo il caso della cartolina: siamo sempre a metà romanzo; la storia ormai è incasinata al punto giusto per tenere il lettore avvinto; i "buoni" sono nei guai e devono assolutamente trovare il covo dei "cattivi" in tempi molto brevi, e non sanno come fare.
Ecco che spunta un personaggio secondario, per di più un tizio che si era ritirato in una speduta fattoria e conduceva vita da eremita, che porge ai "buoni" una cartolina di Luca (ve l'ho detto che Luca è morto all'inizio del romanzo, vero?), con su scritto: quelli sono qui (sic!!).
Va bene, la cartolina era stata scritta un mese prima, ed era arrivata solo allora (le coincidenze della vita, eh?!?) ma come giustificare il fatto che non era nemmeno indirizzata al tizio che l'ha poi effettivamente ricevuta? Ma era indirizzata al figlio di Luca?!?

Anche la distinzione fra "buoni" e "cattivi" appare ingenua, troppo netta e marcata, senza sfumature; il lettore la fa a colpo d'occhio, senza che nessuno dei personaggi del romanzo possa creargli qualche dubbio, qualche difficoltà di collocazione.
Il malvagio di turno, la nemesi del protagonista, vorrebbe agire e tramare nell'ombra - forte anche di una copertura all'apprenza plausibile, ma che crolla dopo 5 minuti - ma non appena apre bocca, si vede da lontano un miglio che è lui "il cattivone" del romanzo.

Insomma, quando il romanzo dovrebbe acquistare il respiro di un giallo-thriller, tende a mostrare limiti sostanziali. Le scene d'azione sono le meno riuscite del romanzo e difficilmente possono tenere col fiato sospeso anche il lettore meno smaliziato.
Purtroppo la seconda metà del libro è tutta dedicata alla risoluzione dell'intreccio giallo ed il voto finale del romanzo naturalmente ne risente.
Ma nonostante queste notazioni negative, non mi sento di bocciare completamente I libri di Luca. Magari non è il caso di spendere 18 euro per questo romanzo; conviene aspettare un'edizione economica o farselo prestare.

In ogni caso resta valida l'idea orginale e affascinante di partenza, cosa che di questi tempi non è poco.

7 commenti:

  1. mi riservo di leggere questo post fra un po' di giorni, perchè I libri di Luca è il romanzo che culla le mie attuali serate. Ne avrò letto un quarto, e per ora mi intriga...
    Sono impaziente di tornare in libreria: prossimi acquisti l'ultima avventura di Montalbano (era in uscita il 20 Ottobre), l'ultimo S.King (racconti) e La solitudine dei numeri primi: ha un titolo che è una CALAMITA!!!!!

    (ti leggo sempre, mi piace quello che scrivi e come lo scrivi!)

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  2. ...dimenticavo Carlos Ruiz Zafon, finalmente una seconda uscita italiana, ed è un bel volumone!

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  3. Lisse.... hai detto esattamente quello che avrei voluto dire io...
    ho trovato il primo capitolo entusiasmante e sono partita nella lettura sicura di trovare un giallo intrigante e ricco di nuove teorie... ma la fine mi ha un po' delusa.....se fossero anche scesi i marziani nella sala non mi sarei nemmeno stupita...insomma un po' irreale e purtroppo una fine un po' scontata.

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  4. Oh oh... diciamo che non sono le premesse migliori, ma tanto vado avanti lo stesso. Sono a pagina 115 piu' o meno, e lo sto trovando godibile, sebbene il primo capitolo mi avesse fatto sperare in ben altro spessore narrativo.
    Se posso permettermi di commentare un commento... vedo che io e Zammú' abbiamo praticamente gli stessi gusti in fatto di libri! Io sabato ho comprato l'ultimo di Camilleri, l'ultimo di Carlos Ruiz Zafon e... La solitudine dei numeri primi e' in reading list, anche se il prossimo nella lista e' uno degli ultimissimi arrivati (sabato anche quello!!): Breaking Dawn!

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  5. mi sa che viaggiamo un po' tutte sulla stessa lunghezza d'onda!! io ho fatto gli stessi acquisti... e ho aggiunto anche J. Harris, Le parole segrete.. non vedo l'ora di leggerlo!!! peccato che la giornata abbia solo 24 h!

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  6. per questo allora spetto la versione economica....per breaking down è davvero un bellissimo finale di serie, finalmente niente delusioni forse solo l'inizio un pò troppo affrettato, zafon è il prossimo della lista!

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  7. l'ho finito sabato, hai perfettamente ragione. Peccato!!! Forse uno svolgimento più soft, senza per forza scantonare nel giallo alla Follett vecchio stile, sarebbe stato più adatto al tema.
    ....ma forse L'ombra del vento mi condiziona ancora troppo nel mio giudizio.
    Rosy, fai bene ad aspettare l'edizione economica!!!

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