... di Alice Feeney.
Adam e Amelia, coppia di sposi in crisi, vincono un soggiorno in una vecchia cappella riconvertita, nelle Highland scozzesi. Potrebbe essere l'ultima occasione per rimettere insieme i pezzi di un matrimonio che sta morendo senza un motivo apparente. Adam, sceneggiatore cinematografico, è ossessionato dal suo lavoro e dagli adattamenti dei thriller di un famoso scrittore, Harry Winter. Amelia, operatrice in un canile, si sente poco apprezzata e quasi invisibile per suo marito. Una storia come tante? Sembrerebbe di sì, se non fosse che sia Adam che Amelia hanno segreti, bugie e scheletri nell'armadio. E nessuno dei due può davvero fidarsi della persona che ha accanto.
Alice Feeney è l'autrice di Ogni piccola bugia, recensito in questo blog nel lontanissimo 2018, che rimane uno dei thriller piò interessanti che io abbia mai letto.
Con l'uscita di questo nuovo romanzo di Feeney, le mie aspettative erano comprensibilmente molto alte, ed in parte non sosno stata delusa ma... c'è un ma, purtroppo, come vedremo.
L'autrice costruisce intorno ai due protagonisti una ambientazione claustrofobica fin dalle prime righe: un lunghissimo viaggio in macchina da Londra alle Highlands, la neve che cade, la campagna scozzese vuota e solitaria e due persone che poco o nulla hanno da dirsi. L'alternarsi dei punti di vista di Amelia e Adam rende il libro, all'incirca per una metà, quasi una lunga e sofferta confessione che i due fanno al lettore; questa sensazione è accentuata dalle lettere mai spedite che segretamente la moglie di Adam scrive al marito in occasione di ogni anniversario. Questi due elementi (il senso di isolamento e le lettere che Adam non ha mai letto) creano una sorta di legame tra il lettore e la storia che ha tra le mani, e questo sicuramente è un grande punto di forza.
Il lettore condivide questa intimità forzata con la coppia, percepisce il loro disagio a ritrovarsi da soli e li guarda mentre maldestramente tentano di riavvicinarsi. Il tutto condito con gli elementi classici della suspence: la corrente elettrica che non va, facce inquietanti dietro una finestra, comportamenti ambigui, porte chiuse a chiave che sembrano aprirsi da sole e la neve che cade fitta, inesorabile.
Dopo la prima metà il ritmo accelera quasi all'improvviso, e a questo punto diventa complicato mettere giù il libro e interrompere la lettura - segno questo che distigue, a parer mio, un thriller ben fatto dauno che invece non lo è.
Fin qui, in pratica ho descritto il thriller perfetto. Purtroppo però, questo è il momento in cui, per me, arriva il grande ma di cui parlavo prima.
Quando arriva il momento di tirare i fili e sciogliere i nodi, la rivelazione (anzi, le rivelazioni) appaiono un po' buttate lì per caso, come se l'autrice, improvvisamente, ci dicesse: ah, a proposito, Lettore, sappi che x è nero ed y è bianco. Ora mettiti buono e andiamo avanti con la storia.
La sensazione di rivelazione non adeguatamente preparata è poi aggravata da un dettaglio della sinossi del libro, che deliberatamente mente al lettore.
Sono andata a confrontare la quarta di copertina dell'edizione originale con quella italiana, ed in effetti l'edizione in inglese gioca sul filo del rasoio, mentre quella italiana svia (consapevolmente o inconsapevolmente?) il lettore.
Nonostante ciò, L'anniversario resta un buon thriller, che ha dalla sua una storia bella (che pecca più dal punto di vista del come è narrata che dal cosa viene narrato), personaggi ambigui quanto basta, è scritto con uno stile scorrevole e regala qualche ora di intrattenimento.
Voto:
Tre tazzine di caffè su cinque