domenica 25 agosto 2019

Ritorno a Riverton Manor...

... di Kate Morton.

Nella scena del suo film, la giovane regista Ursula Ryan immagina uno dei momenti più drammatici della storia letteraria inglese, uno scandalo da sempre circondato da un'aura di mistero, perdizione e genio maledetto. Era l'estate del 1924 e i sopravvissuti alla carneficina della Grande Guerra si ritrovavano a divorare la vita come se non ci fosse un futuro, come se dovessero rimanere per sempre giovani. Tra feste alla Grande Gatsby, fiumi di alcol, amori che duravano lo spazio di una notte, quei ragazzi creavano il mito dei ruggenti anni Venti. Tra loro, era Lord Robert Hunter, astro nascente della poesia, ammirato e celebrato da tutti. Eppure, proprio quell'estate, proprio a una delle feste più belle, quella di Riverton Manor, Robert si allontanò da solo. E stringendo una pistola con mano tremante, si tolse la vita. Per Ursula, settantacinque anni dopo, quel poeta è diventato leggenda. Almeno fino a quando scopre che è rimasta una testimone degli eventi. È Grace, custode quasi centenaria di un terribile segreto. Un segreto che ora non può più tenere per sé. Ritorno a Riverton Manor è l'esordio sensazionale di Kate Morton, un romanzo nel quale mistero e amore si mescolano avvolgendo il lettore nello stile appassionante e inconfondibile di un'autrice che ha conquistato milioni di lettori in tutto il mondo. (Sinossi tratta dal sito della casa editrice Sperling & Kupfer)

Ritorno a Riverton Manor è il primo romanzo che Kate Morton ha scritto ed è la storia di due sorelle, Hannah ed Emmeline Hartford, nell'Inghilterra degli anni venti. La struttura del romanzo è quella che diventerà la matrice strilistica della Morton, ovvero l'ambientazioni su due diversi piani temporali: il presente da un lato ed il passato dall'altro, con il suo mistero da svelare.

Voce narrante della loro storia è Grace, che, ormai quasi centenaria, acconsente a rievocare i giorni in cui lavorava a Riverton Manor, la casa di famiglia degli Hartford, e a ripercorrere gli eventi che portarono Roberto Hunter, poeta di fama, al suicidio. La morte di Robert nasconde un segreto, e ci vorranno oltre 500 pagine per arrivare anche solo ad immaginare quale possa essere.
Di solito, questa cosa nei libri di Kate Morton funziona; stavolta, io mi sono annoiata a morte per buona parte del romanzo. 

Probabilmente una delle ragioni è che la voce narrante, Grace, mi è apparsa troppo distaccata dal contesto e a tratti anche inverosimile. La parte più interessante della sua vita sembra essere stata quella vissuta subito dopo le vicende narrate nel romanzo, e questo non mi ha aiutato a immergermi nella vicenda. Infatti, da quel che sappiamo, Grace passa da cameriera semi analfabeta a laureata e archeologa dopo aver lasciato Riverton, la qual cosa mi è sembrata non solo leggermente inverosimile (Grace lascia Riverton giovanissima, e siamo negli anni trenta), ma anche stonata con il resto della narrazione. Mi ha dato fastidio, ecco, come se avesse distratto la mia attenzione dalle vicende principali.

Altro motivo per cui mi sono annoiata è che la storia comincia veramente troppo, troppo tempo prima rispetto al punto focale del romanzo. A parer mio ci sono troppi capitoli che, tagliati, non avrebbero tolto nulla alla comprensione della storia e al suo dipanarsi. Le sotto-trame che ci tengono impegnati finchè i nodi non vengono al pettine non possiedono la forza necessaria, secondo me, a tener vivo l'interesse del lettore.

Indubbiamente il romanzo ha dalla sua una splendida ambientazione. L'aristocrazia inglese degli anni venti, il fermento della società, una grande villa di campagna, la contrapposizione fra classi agiate e domestici sono tutti elementi che adoro in un romanzo. Anche il contesto storico, come ho già detto, è uno dei più vivaci del secolo scorso. I personaggi poi, sono tutti potenzialmente interessanti.
Ma nonostante tutto ciò, la trama risulta troppo diluita tra le pagine, troppo poco serrata per essere all'altezza dei successivi romanzi della medesima autrice.

Voto: 5

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