La scheda del libro sula sito della casa editrice TEA
Beatrice ed Helene sono due anziane signore che vivono in una grande casa circondata da un roseto sull'Isola di Guernsey, un'isola britannica davanti alle coste della Francia. Un giorno una giovane donna tedesca, Franca, che soffre di violente crisi di panico, prende in affitto una camera in casa loro.
Franca rimane affascinata dall'apprendere che Helene e Beatrice vivono insieme dai tempi della seconda guerra mondiale, quando Helene era arrivata come moglie di un ufficiale delle truppe naziste di occupazione, ed era rimasta lì anche dopo la fine del conflitto.
Beatrice aveva ripreso le redini della sua vita dopo la guerra e aveva cominciato ad occuparsi del roseto dei suoi genitori, pur controvoglia, pur non amando le rose e ne aveva fatto una fiorente attività. Allo stesso modo si era dovuta occupare di Helene.
Beatrice aveva ripreso le redini della sua vita dopo la guerra e aveva cominciato ad occuparsi del roseto dei suoi genitori, pur controvoglia, pur non amando le rose e ne aveva fatto una fiorente attività. Allo stesso modo si era dovuta occupare di Helene.
Anche dopo la sua partenza, Franca rimane in contatto con Beatrice, riuscendo a poco a poco a svelare la storia del rapporto che ha legato le due donne per settant'anni.
Come già il precedente La casa delle sorelle, anche questo romanzo si svolge su due piani temporali, il presente e il periodo della Seconda Guerra Mondiale. In questo caso però le vicende attuali hanno uno spazio più ampi rispetto a quelle che si svolgono nel passato.
Il legame tra Beatrice ed Helene è quanto mai ambiguo. Appare subito chiaro che Beatrice tollera a stento Helene, cosa di cui è difficile meravigliarsi visto che Helene con il marito ha requisito la casa di Beatrice, separata dai genitori durante una drammatica e caotica evacuazione dell'isola, si è installata lì e col marito ha preso a comportarsi come la padrona di casa, e come se Beatrice le appartenesse. Il dipanarsi della storia approfondirà le ragioni di questo legame e soprattutto la psicologia dei personaggi che resteranno legati l'una all'altra nonostante tutto.
Il rapporto tra le due sembra una sorta di simbiosi malata. Dopo la caduta de Terzo Reich Helene si trova tagliata fuori dalla ritirata delle truppe tedesche, timorosa di tornare in Germania, e si aggrappa alla giovane Beatrice costringendola, di fatto, con la sua debolezza a prendersi cura di lei. Beatrice tenterà di recidere quel legame ma mai in maniera netta.
Parallelamente al rapporto Beatrice-Helene, il romanzo descrive altri legami ambigui o comunque non proprio sani; quello di Franca col marito (l'approfondimento del quale ho trovato di una straordinaria sottigliezza, sia per quel che riguarda il come è narrato, sia per quel che riguarda il cosa) e quello di Alan, figlio di Beatrice, con la giovane Maja, ragazza che usa il sesso come un'arma contro tutto e tutti.
La storia, per quanto curata e interessante, ha un difetto. Ha un ritmo molto, molto lento, e i lunghi intervalli tra i capitoli dedicati al passato non aiutano a creare quell'atmosfera pervasa da "ansia di sapere" che invece si trovava nell'altro romanzo della Link già citato.
Soltanto verso la fine gli intrecci cominciano a mostrare di essere molto più legati ed omogenei di quanto avremmo creduto, e la storia acquista organicità e un nuovo picco di interesse, anche grazie ad un paio di avvenimenti e colpi di scena ben piazzati.
Notevole, come sempre, lo sforzo dell'autrice di portare alla luce episodi meno noti della storiografia; in questo caso si tratta dell'occupazione delle Isole Normanne durante la Seconda Guerra Mondiale. Le truppe tedesche di occupazione arrivarono fiere e forti degli innumerevoli successi militari nel 1940; quando il Terzo Reich cominciò a crollare furono abbandonate a se stesse, così come furono in un certo senso abbandonati i cittadini inglesi delle Isole, a cui Churchill negava i rifornimenti per non "nutrire" il nemico ormai sul punto di cedere. Accumunati dalla sensazione di essere dimenticati dalla storia e dai propri governi, oltre che dalla fame e dagli stenti, tra occupanti e residenti si creerà una sorta di strano legame - ancora un altro legame ambiguo, basato più sulle circostanze che sulla volontà di stringerlo.
Credo perciò che il significato profondo di questo romanzo, e il suo punto di forza, sia l'approfondimento di rapporti non convenzionali, all'apparenza improbabili, ma che pure nascono perché in fondo siam tutti come sassolini trasportati dalla corrente del fiume della vita.
Con la differenza che però a volte è possibile tirarsene fuori.
Voto:7