sabato 24 agosto 2019

Morte di una sgualdrina. I casi di Hamish Macbeth #2...

... di M. C. Beaton.

Una sgualdrina con un cuore di pietra: ecco chi è Maggie Baird. Né gentile né generosa, ma certamente molto, molto ricca. Così, quando la sua auto prende fuoco con lei dentro, ci sono almeno cinque candidati per il ruolo di assassino. Tutti e cinque sono ospiti nella sua lussuosa residenza nelle Highlands: la timida nipote Alison e quattro uomini, una volta suoi amanti, ora chiamati a una sorta di competizione che avrà come premio il matrimonio con Maggie. Tutti e cinque sono in difficoltà finanziarie e tutti hanno avuto la possibilità di manomettere la macchina.
Hamish Macbeth avrà bisogno di dosi massicce del suo straordinario buonsenso e della sua capacità di comprensione dell’animo umano per risolvere il caso. (Sinossi dal sito della casa editrice Astoria)

In questa sua seconda avventura, il poliziotto scozzese Hamish Macbeth si ritrova trasferito in città, e deve lasciare la sua amata Lochdubh, paesino delle Highlands. Hamish si strugge di nostalgia, ma non è il solo: anche gli abitanti di Lochdubh sentono la sua mancanza, e faranno di tutto per far sì che Hamish venga riassegnato al luogo cui appartiene. Quando finalmente ci riescono, accade l'evento che dà il titolo al romanzo: Maggie Baird muore in un incidente a dir poco sospetto. Dato il passato della vittima, e una schiera di pretendenti interessati al suo patrimonio, l'indagine non sarà semplice.

Questo nuovo caso di Hamish Macbeth segna, a parer mio, un deciso passo avanti rispetto al romanzo precedente. Il romanzo appare infatti più solido, con una trama meglio strutturata,  personaggi più focalizzati e una narrazione meno dispersiva.
L'ambientazione è la medesima - bellissima - del romanzo precedente. Le Highlands si rivelano nella loro quotidiana, tranquilla bellezza.
La trama è articolata e vivace. Prende spunto dal trasferimento di Hamish per mettere in scena tutti gli attori della tragedia che avverrà di lì a poco.
L'inizo è pertanto interessante, perchè le vicende prendono il via  da fatti che apparentemente non hanno niente a che vedere con il delitto che verrà commesso di lì a poco.

Sicuramente il fulcro del romanzo è Hamish, investigatore all'apparenza pigro e indolente, ma in realtà scaltro e acuto. Quello che mi colpisce di lui è la sua indole tranquilla, di uomo che, nonostante tutto, sa di essere esattamente nel posto in cui dovrebbe essere, e di stare svolgendo il lavoro per cui è nato. Mi piace questa sua pacatezza, questa mancanza di "ansia da prestazione" che si respira nei gialli di questa serie.
Mancanza di ansia non vuol però dire che non ci sia interesse ad andare avanti nella lettura; il giallo si ispira ai canoni classici del genere, innestando nel filone elementi di novità, rappresentati proprio dalla fusione dell'investigazione con la perfetta ricostruzione della tranquilla vita di un paesino delle Highlands scozzesi.
Per quanto traumatico, il delitto fa parte delle vicende della vita moderna, purtroppo, ed è da questo punto di vista che Hamish indaga e cerca di sbrogliare la matassa.
Il numero di sospettati è sufficientemente ampio da garantire la complessità del mistero; ed allo stesso tempo è sufficientemente ristretto da consentire al lettore la sua personale indagine. Quest'ultimo elemento, per me, è fondamentale in un giallo: devo avere la possibilità di formulare le mie ipotesi e trarre le mie conclusioni.

Ben riuscito anche il finale, che chiude la vicenda ma lascia al lettore la voglia di continuare con la serie.
Voto: 7

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