venerdì 30 novembre 2018

Dolce come il cioccolato...

... Laura Esquivel.

La scheda del libro sul sito della Garzanti

La prima volta che Tita e Pedro si incontrano, tra loro scoppia una scintilla d'amore che non riescono a soffocare. Purtroppo però, Elena, la madre di Tita, ha decisio che la figlia non potrà mai sposarsi per accudirla durante la vecchiaia. Pedro allora decide di sposare Rosaura, sorella maggiore di Tita, pur di starle accanto. 
Mentre la passione la divora, anno dopo anno, Tita si dedica alla cucina. I suoi piatti trasmettono le sue emozioni, con effetti imprevisti.

La storia di Tita è quella di una ragazza a cui è impedito di vivere la sua vita e di esprimere i suoi sentimenti e le sue passioni da una madre autoritaria e tirannica; unico sfogo Tita è la cucina, unico luogo in cui la ragazza può essere se stessa, e in cui si trasforma in una maga... a volte nel vero senso del termine. 

La struttura del romanzo ruota intorno ai piatti che la ragazza prepara; ogni capito inizia infatti con la ricetta del piatto che Tita preparerà, e questa scelta conferisce un ulteriore alone di magia alla storia e alle abilità culinarie della protagonista.
Inoltre, un'altra cosa che mi ha intrigato moltissimo è stato che le ricette, dopo l'introduzione delle stesse all'inizio di ogni capitolo, sono spiegate dettagliatamente nel corso della narrazione, rendendole così parte integrante del romanzo.

Dolce come il cioccolato, il cui titolo è stato tradotto (come al solito, aggiungerei) in maniera poco attinente alla trama [1], è un romanzo molto piacevole, tra le cui righe ho ritrovato il fascino suadente della narrazione dolce e melanconica di Isabel Allende.

La storia ha il respiro di una saga familiare, sullo sfondo della rivoluzione messicana; ed ha il sapore di una fiaba.
Il realismo magico di cui è permeato il romanzo stempera i temi crudi e duri trattati (la morte, l'infelicità, la rinuncia a ciò che si ama). 
Lo stile di Laura Esquivel è rilassato, pacato, dolce e malinconico. Il libro si legge con una facilità sorprendente ma non scivola via senza lasciare traccia.
Insomma, si tratta di u na gran bel romanzo, a tratti magico, a tratti fin troppo realistico nella descrzione delle passioni e delle meschinità umane.
E il suo tratto migliore rimane proprio questo saper coniugare le sue due anime per regalarci una storia che non si dimentica tanto facilmente.

Voto: 7 e 1/2
[1] Il titolo originale suona: Come l'acqua per il cioccolato, e fa riferimento all'acqua bollente necessaria a sciogliere il cioccolato, nonchè alla costante, ribollente passione che agita Tita. Decisamente più calzante, a aparer mio.

venerdì 23 novembre 2018

Demelza. Saga di Poldark #2...

... di Winston Graham.


Rieccoci anche questo mese all'appuntamento con Questa volta leggo, la rubrica creata dalle blogger dei blog La libridinosa, Le mie ossessioni librose e Lettrice sulle nuvole.
Ogni blogger partecipante si impegna a leggere un libro che soddisfi il tema del mese, cheper questo mese di novembre è leggere un romanzo storico.
Per centrare in pieno il tema, ho deciso di puntare su un romanzo che ha, come vedremo, una solidissima ambientazione storica alle spalle, e così ho scelto Demelza, di Winston Graham.

La scheda del libro sul sito della Sonzogno

Cornovaglia, 1788-1790. Dopo aver scandalizzato l'alta società inglese sposando la figlia di un minatore, Ross Poldark vive una vita tranquilla e felice accanto alla sua Demelza, che è in attesa del loro primo figlio.
Ma nubi minacciose si addensano all'orizzonte. Una crisi economica senza precedenti rischia di travolgere la sua miniera di rame e tutto quello che ha costruito. All'interno della sua famiglia, poi, vecchi rancori tornano a galla rischiando di compromettere la felicità di Ross e Demelza. Ma la giovane donna è abituata a lottare, e lo farà anche questa volta a fianco del marito.

La saga di Ross Poldark è una serie di romanzi con una trama solida e un'ambientazione storica altrettanto solida e perfettamente fusa con la narrazione. Nessuna noiosa lenzioncina sull'economia o la società settecentesca; il contesto storico è parte integrante della trama. I personaggi lo vivono e ce lo fanno vivere con naturelazza, come è giusto che sia in un buon romanzo di ambientazione storica.
Demelza è secondo volume della saga e non fa eccezione. Dedicato, come è facilmente intuibile, alla figura della giovane moglie di Ross, questo romanzo ci narra la trasformazione di Demelza, da povera e maltrattata figlia di un minatore ubriacone, che Ross ha salvato da una vita di privazioni e violenze, per poi innamorarsene, a signora dell'alta società.
Il matrimonio suscita parecchio scandalo, e ne suscita ancora di più la selvaggia bellezza di Demelza, la quale non è abituata alle convenzioni un po' ipocrite della società dell'epoca.
Emerge da questo romanzo il ritratto di una donna energica e instancabile, che persegue gli obiettivi che ritiene giusti anche a costo di infrangere le regole non scritte del contesto sociale in cui si trova inserita.

Fa da sfondo alle vicende della coppia la Cornovaglia della fine del XVIII secolo. Dalla Francia iniziano a spirare i primi venti di ribellione, mentre la piccola nobilità terriera  perde sempre più prestigio, potere e ricchezza. In particolare, una importante fetta della storia ruota intorno al tentativo di salvare la miniera di rame dei Poldark, messa in seria difficoltà dalla crisi del mercato e dai prezzi bassissimi che le avide compagnie minerarie riescono a spuntare. La lotta di Ross per non soccombere è molto interessante, soprattutto perchè Ross non combatte per salvare semplicemente la sua ricchezza, o il suo status; lui lotta anche per i minatori che da quell'attività traggono il sostentamento, e lotta anche per un mercato più equo, per una distribuzione della richezza meno squilibrata. Ross Poldark non esidera incaranre certo la figuara dell'eroe senza macchia e senza paura, ma finisce con l'essere un punto di riferimento per tutti, grazie al suo innato senso di giustizia, che mi ha reso questo personaggio molto caro.
Anche Demelza, che conosce bene le misere condizioni dei lavoratori, lotta a modo suo per un mondo più giusto, ma laddove però Ross è più lucido e razionale, Demelza è impulsiva e passionale, e questo imprimerà alla trama una svolta dolorosa.
Ma il romanzo non tratta solo di questo; le relazioni tra i vari membri della famiglie, i rancori del passato mai dimenticati, le gelosie e le passioni sono protagoniste tanto quanto i venti di crisi che agitano la piccola nobilità. 

Per questo Demelza è un romanzo appassionante e coinvolgente, che si legge tutto d'un fiato nonostante il ritmo non proprio serrato.

Voto: 7 e 1/2

E per concludere, ecco il calendario di novembre della rubrica Questa volta leggo.




martedì 20 novembre 2018

Quota 33. Storie di una Procura Imperfetta #1...

... di Roberta Gallego.


Una donna bellissima, Oksana  Leykova, è stata uccisa durante una rapina nel pub in cui lavorava. L'indagine vienme affidata ad Alvise Guarnieri, sostituto procuratore di turno della procura di Ardese, coadiuvato dal maresciallo Alfano. Indagando i due riscontrano notevoli incogruenze nella versione della rapina finita male, e scavando più a fondo, fanno emergere intrecci pericolosi tra politica e criminalità.
Sullo sfondo, si muovono i numerosi componenti della Procura, con le loro storie.

Quota 33 è un romanzo con una struttura particolare e, a parer mio, originale. La trama si svolge all'interno di una procura dell'immaginaria città di Ardese, in Piemonte, e coinvolge tutto il personale, dal procuratore fino all'ultimo segretario. È vero che esiste una caso da risolvere (ovvero la morte della bellissima e sfortunata Oksana) ma l'indagine è più un perno attorno a cui l'autrice fa ruotare sapientemente un intero mondo fatto di varie storie e varia umanità, che il focus dell'intero romanzo. 

Quota 33 è  infatti un romanzo corale nel senso più ampio del termine. Risulta difficile individuare un protagonista tra i numerosi personaggi che si muovono all'interno degli uffici della Procura. In questa coralità sta, secondo me, il punto di forza e allo stesso tempo il punto debole del romanzo.
Sicuramente i personaggi, anche quelli che entrano in scena per una manciata di righe, sono tutti molto interessanti. Lo spaccato di umanità descritto da Roberta Gallego è vario e credibile e le loro storie non sono banali; i dialoghi sono arguti e le descrizioni venate di ironia, a volte leggera, a volte amara. Il rovescio della medaglia però è che a volte, specialmente all'inizio, ci si perde un po' tra la gran quantità di nomi, di funzioni svolte all'interno della Procura e di storie. Questo iniziale smarrimento però è dovuto esclusivamente alla gran mole di visi e storie che l'autrice ha scelto di mostrarci e raccontarci. È indubbio che Gallego possieda una grande capacità di narrarre molteplici storie senza annoiare il lettore e senza lasciare che il romanzo si trascini stancamente. Il mio interesse, infatti, non è mai calato, anche perchè l'autrice sembra sempre sapere quando è il momento di tornare alla vicenda principale, e quando è invece il momento di parlare d'altro.
Perciò, nostante questo punto debole che ho evidenziato, trovo che Quota 33 sia una gran bel romanzo, che si legge volentieri e che ci offre un punto di vista inusuale sulla classica indagine protagonista del genere noir.

E a proposito dell'indagine citata, vorrei sottolineare come si tratti di una storia sufficientemente intrigante e articolata, nonostante non sia l'unica ragione d'essere del romanzo.

In conclusione, questo è un romanzo che ho apprezzato molto, al netto di un piccolo smarrimento iniziale, proprio per le sue molteplici sfaccettature e per l'abilità dell'autrice nel gestirle.
Consigliato sia a chi ama il noir e cerca qualcosa di nuovo e originale da leggere, sia a chi non è proprio un appassionato del genere.

Voto: 7 e 1/2.

lunedì 19 novembre 2018

Il purgatorio dell'angelo. Confessioni per il commissario Ricciardi...

di Maurizio de Giovanni.


Su uno scoglio proteso sul mare di Posillipo, viene trovato il cadavere di un prete. Un santo, a detta di tutti quelli che lo conoscevano. Eppure, qualcosa ha indotto qualcuno ad ucciderlo. Il commissario Ricciardi indaga sul caso ed è costretto a scavare nella vita e nel passato dell'uomo, mentre la sua tormentata relazione con Enrica si complica sempre di più.

Per chi non conoscesse ancora la serie (e, detto tra noi, ciò è male, molto male!), ricordo brevemente che Luigi Alfredo Ricciardi è un commissario della Regia Polizia in forza alla questura di Napoli durante il regime fascista.
Uomo sensibile e tormentato, possiede l'abilità di vedere gli spiriti dei morti di morte violenta e di udire le loro ultime parole. Il commissario considera questa abilità una maledizione, che non cessa di ricordargli l'esistenza del male, del dolore e della sofferenza e che gli impedisce di vivere una vita sentimentale normale.
Intorno a lui, molti personaggi secondari: il fido brigadiere Maione, l'amata Enrica, l'amica Bianca, il medico legale dott. Modo.

Il nuovo, e penultimo, romanzo della serie del commissario Ricciardi ruota intorno al tema della confessione. Le riflessioni prendono il via dalle ultime parole del morto, Io confesso, io ti confesso, ma non si fermano alla superficie del tema. Il punto, infatti, non è, banalmente, che tutti abbiamo qualcosa da confessare, ma piuttosto se confessare determinate cose sia giusto o meno. In altre parole, se alcuni segreti non vadano piuttosto tenuti per sè, costi quel che costi, e se a volte una rivelazione non sia peggio del silenzio.
Si pone questo problema il commissario, che non sa se sia giusto o meno confessare a Enrica il suo segreto, e quindi, scaricarle sulle spalle il suo fardello. 
Contemporaneamente, una confessione resa o ascoltata potrebbe celare il movente di un delitto all'apparenza inspiegabile.

Appare evidente, leggendo questo romanzo, che scrivere gialli o noir è, per Maurizio de Giovanni, soltanto una scusa per raccontarci d'altro, per parlarci d'amore, dolore, morte e vita. Lo scrittore riesce a fondere la narrazione di una storia intrigante e misteriosa al punto giusto con i tormenti dei suoi personaggi, senza che il romanzo perda di ritmo o risulti pesante. I suoi personaggi sono infatti molto tormentati ma non si crogiolano nell'autocommiserazione. Invece indagano si se sterssi e sull'animo umano, ed ogni indagine da il via a questo incessante scandagliare.
L'introspezione psicologica dei personaggi rimane infatti uno degli aspetti più curati e meglio riusciti del romanzo. A tale proposito, devo dire che non mi sarei mai aspettata, ad esempio, di leggere in un giallo una delle più belle pagine d'amore che mi sia mai capitato di incontrare nella mia lunga carriera di lettrice.

La pagina a cui mi riferisco è un dialogo a distanza fra il nostro commissario e la sua Enrica.

Io ti amo, pensò [Ricciardi]. Disperatamente, con tutta l'anima io ti amo. Non respiro senza di te, non sopporto la vita senza di te, non ho alcun futuro senza di te.
Dammi aria, sussurrò. Dammi aria. [...]
Io ti amo, urlò in silenzio nel sonno [Enrica]. Io ti amo, non lo capisci? Non capisci che non ho più vita, che non ho più sorriso senza di te?
Aprimi, sussurrò. Aprimi.

Non solo le bellissime parole, ma anche la struttura del dialogo a distanza, pensato, sognato, immaginato, rendono questa pagina struggente e profonda.

È indubbio che questo sia un bellissimo romanzo. Ne ho apprezzato il lirismo e la delicatezza con cui l'autore maneggia i sentimenti dei personaggi. Mi sono sorpresa a stupirmi, ancora una volta, dell'abilità con cui de Giovanni sa raccontare le pieghe più nascoste dell'animo umano.
Mi sono appassionata ad una trama gialla lineare, ma non banale, che mescola sapientemente l'indagine nel presente con la ricerca di segreti di un passato lontano e oscuro.
Mi sono piaciuti moltissimo i personaggi secondari, Bianca su tutti, che dal loro angolo, senza rubare la scena a Ricciardi e ai suoi tormenti, hanno brillato di luce propria. Anzi, a tale proposito ho avuto l'impressione che ognuno di loro abbia fatto un passo in avanti sul palcoscenico allestito da de Giovanni, e sia pronto in paziente attesa del romanzo che concluderà la serie.
E mi è piaciuto il modo in cui lentamente de Giovanni sta tirando le reti in barca, imbastendo la sua trama per un finale di serie che si preannuncia indimenticabile. 

Uno dei migliori romanzio della serie, fino ad ora.
Voto 8