mercoledì 28 marzo 2018

Dottor Futuro...

... di Philip K. Dick.

La scheda del libro sul sito della Fanucci Editore

Jim Parsons è un medico e sta andando tranquillamente al lavoro come ogni giorno, quando si trova catapultato 400 anni in avanti nel tempo. Senza sapere cosa, come o perché si trovi lì, Jim cerca di orientarsi in quel nuovo mondo incomprensibile. Quando si trova di fronte una ragazza ferita gravemente in uno scontro con la polizia, egli cerca di salvarla, senza sapere che sta commettendo un grave crimine, per cui sarà condannato, senza processo, all'esilio su Marte. Ma durante il suo trasferimento qualcosa va storto...

Ho un rapporto controverso con la scrittura di  Philip K. Dick. Ne apprezzo le idee e la forza cupa e visionaria, ma riesco a leggerlo con molta difficoltà. Mi sono resa conto che il suo stile è quello, cioè molto lineare, preciso, senza enfasi. A volte un po'piatto.
 
Questo breve romanzo (192 pagine) non fa eccezione. Jim Parsons si ritrova improvvisamente nel futuro, in una società che non conosce e che gli appare aliena, strana, assurda. Eppure non perde la testa, tutt'altro. Si mette ad analizzare la sua situazione ed alla fine sarà lui, il naufrago temporale, a salvare gli altri. Questa caratteristica l'ho apprezzata fino ad un certo punto. Insomma, un minimo di sbandamento nel personaggio me lo sarei aspettato; non capita tutti i giorni di essere rapiti mentre si percorre l'autostrada e di ritrovarsi 400 anni nel futuro. A parziale discolpa di Dick devo però notare che Parsons non è un uomo del nostro tempo, o almeno non del nostro tempo come noi lo conosciamo.
Dick ha scritto questo romanzo nel 1960, immaginando la società del 2012 tecnologicamente più avanzata (le automobili, ad esempio, sono una sorta di macchine volanti), e dai cenni sulla situazione del 2012 mi è parso anche di intuire che gli uomini siano più logici, impregnati di razionalismo e fiducia nelle possibilità della scienza. Forse la mancanza di smarrimento del protagonista deriva qui.

Quello che ho davvero apprezzato del romanzo, invece, è stata la combinazione di due elementi che amo molto ritrovare nella fantascienza, ovvero una società distopica e i viaggi nel tempo.
La società del futuro ha valori completamente capovolti rispetto ai nostri. L'individualismo ha lasciato il posto a un interesse per il bene comune così esasperato che perfino la morte è pacificamente accettata per evitare lo spreco di risorse del pianeta e per fare spazio alle generazioni future. La medicina e la pratiche salvavita in genere sono non solo abolite e proibite, pena l'esilio, ma anche eticamente aberranti.
I bambini non nascono più nel modo tradizionale, ma esclusivamente in vitro, per selezionare solo i corredi genetici migliori. Qui non abbiamo un governo totalitario che ha abolito la medicina; abbiamo una società che ha subito un cambiamento profondo e radicale, fino a considerare la scienza medica eticamente intollerabile ed insostenibile. E se questo non è uno spunto geniale per un romanzo, ditemi voi cosa lo è.
L'etica imperante, inoltre, non ammette opinione contraria, ed in questo senso la società può essere considerata non democratica e totalitaria.

In questo quadro disturbante, Dick inserisce la tematica dei viaggi nel tempo, ed in particolare quella dei paradossi che detti viaggi possono creare. Il tutto cercando di rispondere alla domanda: cosa farebbe una società totalitaria e distopica se possedesse la tecnologia per muoversi nello spazio - tempo?
La risposta è tutto un paradosso, anzi, una serie di paradossi.

Il romanzo è come una matrioska, con i paradossi temporali l'uno dentro l'altro. Cercando di venire a capo di uno di essi, se ne incontra inevitabilmente un altro, in una continua spirale che disorienta e affascina il lettore allo stesso tempo.
Questa struttura "a spirale", per così dire, io l'ho amata molto.

Certo, non mi sento di consigliare a tutti questo romanzo, sebbene, nonostante qualche perplessità evidenziata più su, lo trovi un ottimo romanzo. Credo però che per apprezzarlo bisogna amare la fantascienza classica e i viaggi nel tempo.  Per questo anche il mio giudizio numerico non è univoco.

Voto: 6 se la fantascienza non è il vostro pane quotidiano, 7 e 1/2 se siete dei fanatici della sci- fi.
 

2 commenti:

  1. Per me lo reputi adatto? Mi hai fatto venire voglia...

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  2. io che amo la fantascienza (anche quella classica), anche se non è il mio pane quotidiano, non ho mai letto nulla di suo. Devo assolutamente rimediare

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