domenica 29 aprile 2018

Veleno d'inchiostro...

... di Cornelia Funke.

La scheda del libro sul sito della Mondadori

È passato un anno da quando Meggie, oggi tredicenne, e suo padre Mo si sono scontrati con la banda del bandito Capricorno; banda che lo stesso Mo aveva evocato involontariamente da un libro, Cuore d'inchiostro, scritto dall'anziano autore Fenoglio. Mo e Meggie, infatti, hanno il potere di dare vita ai personaggi dei libri leggendo a voce alta. Dita di Polvere, il mangiafuoco evocato anch'egli per errore dal medesimo libro, riesce finalmente a trovare un modo per tornare a casa, tra le pagine della sua storia. Ma uno scagnozzo di Capricorno, Basta, è sulle sue tracce, deciso ad ucciderlo. Quando Basta riesce a rientrare in Cuore d'inchiostro, a Meggie e Farid, giovane vagabondo saltato fuori dalle pagine de Le Mille e una notte, non resta che catapultarsi nel romanzo per avvertire Dita di Polvere e fermare Basta.
 
Veleno d'inchiostro è il secondo volume della trilogia Mondo d'inchiostro.
Nel primo romanzo, Cuore d'inchiostro, recensito qui, Meggie e Mo avevano lottato contro Capricorno, il malvagio incendiario uscito dalle pagine del romanzo.
Da quelle vicende è passato un anno, un anno sereno e tranquillo; ma non un anno altrettanto tranquillo per Dita di Polvere, strappato dal potere di Mo alla sua storia, a cui vuole disperatamente tornare. Quando finalmente ci riesce,  sulle sue tracce si mette però Basta, deciso a vendicarsi del mangiafuoco. Dalla necessità di avvertirlo dell'imminente pericolo prendono l'avvio gli eventi di questo romanzo che ci trascinerà insieme a Meggie e Farid nel Mondo d' Inchiostro creato dallo scrittore Fenoglio.
 
Lo schema di questo secondo romanzo ricorda, seppure in maniera speculare, quello del primo volume. Mo e Meggie vivono una vita più o meno tranquilla; arrivano i cattivi; in qualche modo il libro scritto da Fenoglio viene coinvolto; prigionia dei nostri eroi; lotta contro i cattivi.
Quello che evita il senso di "già visto, già sentito" sono i nuovi elementi che l'autrice sapientemente introduce, primo fra tutti la meravigliosa nuova ambientazione.
Il Mondo d'inchiostro è infatti il protagonista assoluto di questo romanzo. Lo avevamo conosciuto attraverso la struggente malinconia di Dita di Polvere durante il primo volume di questa trilogia, adesso lo vediamo attraverso i suoi occhi, e per me è stato amore a prima vista. Il Mondo d'inchiostro è capace di risvegliare il senso del magico e del meraviglioso anche in una lettrice come me che, da appassionata di fantasy, ne ha viste e lette tante, e rimane sorpresa raramente.
Elfi di fuoco, fate, folletti di cristallo popolano un modo fatto di Selve senza Vie, tenebrosi castelli e città opulente. 
Ma tra la bellezza incomparabile di luoghi magici si nascondono la cattiveria e il male, in un contrasto che è allo stesso tempo epico e tremendamente normale. Leggende e miti prendono vita ad ogni pagina, e la storia dei personaggi secondari che popolano queste terre è così ricca e complessa che avvolge il lettore e lo incanta.
Mi viene da dire che Cornelia Funke ha lo stesso potere di Mo e Meggie: le parole che lei scrive prendono vita.

Grande spazio viene dato a Dita di Polvere, la cui personalità complessa viene illustrata al meglio. La sottile ambiguità che lo accompagna dal primo volume trova miglior spiegazione e rende il personaggio malinconico ed umano. I suoi dubbi e i suoi rimpianti diventano i nostri.
Splendido ed originale anche il modo in cui l'autrice ha saputo fondere con il contesto personaggi estranei al Mondo di inchiostro, quali sono Meggie e Farid, amalgamandoli perfettamente. I due ragazzi non sono solo viaggiatori che si perdono in un mondo incantato, come accade in tanti altri libri scritti prima di questo. Loro ne diventano parte integrante in un modo che non posso rivelare per non fare spoiler, ma che è magico e avvincente. E l'ho apprezzata molto.

Il romanzo mi è dunque piaciuto tantissimo, anche per la varietà di personaggi e storie che si intrecciano tra loro. Se proprio dovessi muovere una critica a questo splendido libro, direi che lo svilupparsi della trama è un tantinello lento. Non che Funke sia prolissa; è che il suo stile è calmo e placido. Questo conferisce un'aura fiabesca alla narrazione e permette di assaporarla a fondo, ma allo stesso tempo, nei momenti cruciali, questo modo di raccontare può diventare frustrante per il lettore desideroso di andare avanti con la trama, che ha i suoi colpi di scena e rivolgimenti della sorte a tenere con il fiato sospeso.
Ma in ogni caso questa critica non intacca la bellezza di una storia che consiglio a tutti.

Voto: 7 e 1/2 

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