giovedì 14 settembre 2017

I custodi della biblioteca...

... di Glenn Cooper.

La scheda del libro sul sito della TEA

ATTENZIONE: questo è il terzo volume di una trilogia, se non volete spoiler sui volumi precedenti (La Biblioteca dei morti e Il libro delle anime) non leggete oltre.
 
Premessa: Will Piper, ex agente dell'FBI ha scoperto l'esistenza di un antico segreto, la biblioteca dell'abbazia di Vectis, sull'isola di Wight, dove misteriosi scrivani, in epoca medievale, registravano le date di nascita e morte di tutta l'umanità presente e futura. Arrivati al 9 febbraio 2027, gli scrivani si erano suicidati in massa, lasciando un messaggio sulle loro pergamene: fines dierum (la fine dei giorni).
 
USA, 2026. Will ha una moglie, la ex collega Nancy, ha un figlio adolescente e, dopo aver rivelato al mondo l'esistenza della Biblioteca, è in pensione e cerca di godersi la vita. Ma l'avvicinarsi della data fatidica del 9 febbraio 2027, chiamata l'Orizzonte, sta creando problemi e primi segni di panico tra la gente. Philip, figlio di Will, scappa improvvisamente di casa, attirato da un misterioso messaggio che promette di svelargli qualcosa di stupefacente. Contemporaneamente, qualcuno comincia a mandare nuovamente cartoline con una data di morte a semplici cittadini. Le persone muoiono puntualmente come riportato sulle missive. Ma chi può avere avuto accesso al segretissimo database che contiene i volumi della Biblioteca, custodita nell'area 51? E perché il misterioso mittente ha scelto solo persone di origini cinesi, causando tra l'altro gravi frizioni con il governo della Repubblica Popolare? Possibile che la fuga di Philip e la comparsa delle cartoline siano in qualche modo legate?
 
I custodi della biblioteca è il terzo volume della trilogia dedicata al Will Piper. Confesso di non aver letto il volume di mezzo, ma questo non mi ha impedito di godermi appieno il romanzo.
Come già accaduto nei volumi precedenti, il romanzo scorre lungo due linee temporali: quella nel presente e quella nel passato
Il "presente" è quello di un mondo leggermente più avanzato del nostro (siamo nel 2026) in cui però su tutto e tutti pende l'ombra cupa dell'Orizzonte. Nessuno sa cosa accadrà, ma la maggior parte delle persone pensano che quel giorno inizierà l'Apocalisse. L'economia ne risente e anche i suicidi sono in aumento. La situazione geopolitica è tesa.
 
La linea temporale passata, invece, è ambientata nel 1296, nell'abbazia di Vectis. Non credevo che, dopo la strepitosa idea sviluppata ne La biblioteca dei morti, Cooper sarebbe riuscito a tirare fuori dal cilindro un'altra idea, complementare e altrettanto intrigante.
 
Il romanzo dunque è una degna conclusione della trilogia. È interessante, stimolante, ben scritto e scorrevole.
Ha però alcune debolezze, a parer mio. Ad esempio, l'esca gettata a Philip, che da il via alla trama ambientata nel presente e segna il ritorno all'azione di Will, è deboluccia. Seguire la traccia che Philip insegue fuggendo di casa è davvero un atto di fede un po' forzato. Certo, dobbiamo considerare che siamo di fronte ad un ragazzo adolescente e che probabilmente il mondo finirà più o meno entro un anno, ma il via all'azione viene dato, secondo me, in maniera poco soddisfacente.
Anche la gestione delle situazioni di pericolo in cui Will finisce (e relative soluzioni) mi sono sembrate troppo semplicistiche. Insomma, Will ad un certo punto si trova in una situazione esplosiva, apocalittica, ma se la cava troppo facilmente. C'è la tendenza da parte dell'autore a calcare la mano sul fascino di Will con l'altro sesso, e questa cosa lo toglie d'impaccio un po' troppo spesso per i miei gusti. Ho trovato più solidità e coerenza nella storyline ambientata nel passato.
La parte riguardante le cartoline che preannunciano la morte segue uno schema già presente nel primo volume della trilogia, ma risulta più solida nelle motivazioni rispetto a quanto narrato ne La Biblioteca dei morti. L'unico difetto che posso imputargli è quello di essere stata svolta sinteticamente, per lasciare probabilmente più spazio alle altre sotto - trame.
 
Nonostante ciò, ho apprezzato il romanzo nel suo complesso. Ne ho apprezzato soprattutto la risoluzione dei conflitti e dei misteri lasciati in sospeso. Non era facile scrivere una conclusione adeguata per una storia come questa, e Glenn Cooper ci è riuscito.
In particolare, l'autore è riuscito ad infondere al suo romanzo quel tocco di intrigante mistero e fascinazione che avevo amato nel primo volume della trilogia, e a coniugare ancora una volta realismo, thriller ed azione con l'elemento soprannaturale in un mix riuscito. 
 
Voto 7-

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