martedì 21 giugno 2016

Scrivere è un mesterie pericoloso...

...di Alice Basso.



La scheda del libro

Vani è una ghost writer. Scrive libri per gli autori della casa editrice in cui lavoro. Ma è anche una consulente della polizia, perché ha un talento unico: entrare nella testa delle persone e capire cosa pensano, come agiranno, quali sono i loro punti deboli.
Adesso sta lavorando ad un libro di cucina, mettendo insieme gli aneddoti e le ricette della anziana cuoca di una notissima famiglia di stilisti. Un lavoro tranquillo? Certo che no! Perché ad un certo punto la dolce vecchietta confessa un omicidio che aveva sconvolto la città cinque anni prima...
 
In un primo momento, durante la lettura dei primi capitoli, avevo avuto una sensazione spiacevole di "già visto, già letto". Ma è stato solo un attimo. Perché Vani è tornata, ed è in gran forma, come sempre. Nel caso non la conosceste, ve la descrivo in due righe: Vani è cinica, disincanta, portata all'autoironia. A seguirla durante le sue avventure non si annoia mai, perché si vede il mondo attraverso i suoi occhi e le sue battute al vetriolo.
 
La grande forza di questo libro, secondo volume delle avventure di Vani Sarca (la recensione del primo potete trovarla qui ), è  appunto la protagonista, come del resto già era evidente in L'imprevedibile piano della scrittrice senza nome. La sua voce disincantata e ironica ci introduce nel mondo della cucina e dell'alta moda, dove, incredibile ma vero, l'asociale Vani trova una persona che le è simpatica, Irma, cuoca della famiglia Giay Marin, stilisti di fama internazionale da generazioni.
Vani viene a contatto con due modi - moda e cucina - che non potrebbero essere più distanti dalla sua routine fatta di impermeabili neri sdruciti e patatine al formaggio per cena.
Torna in questo volume l'insopportabile ex fidanzato Riccardo, molesto e ipocrita come pochi.
Torna anche il commissario Berganza, mentore e amico di Vani, più anziano di lei, molto diverso, ma che sembra comprenderla come nessuno.
 
La brillantezza dei dialoghi rende la lettura piacevolissima, tanto che ad un certo punto non ci interessa nemmeno arrivare a capo del mistero del romanzo; vogliamo solo stare con Vani. La trama gialla si dipana lentamente, e nel frattempo assistiamo non senza divertimento alla vita quotidiana di Vani, tra un incontro in casa editrice e una consulenza per il commissario Berganza. La lettura però non è mai noiosa, anzi, è quasi sempre effervescente.
 
Ci sono due punti deboli in questo libro o meglio, una inesattezza e una forzatura.
 
L'inesattezza: quando Vani  viene convocata in commissariato per aiutare il commissario Berganza col nipote tredicenne che ha la spiccata tendenza a cacciarsi nei guai (e stavolta si tratta di una bustina d'erba) tutti parlano di denunce, di grossi guai, eccetera. Ma Ivano, il nipote appunto, ha tredici anni. Sotto i quattordici anni non si è imputabili, ovvero non si è, per presunzione di legge, responsabili di qualsiasi reato si sia commesso. Lo sanno bene i delinquenti che usano i ragazzini come corrieri della droga, o per commettere furti o borseggi. Ho trovato strano che nessuno, nemmeno lo stesso Ivano, abbia sollevato l'eccezione. Una nota stonata in un libro altrimenti accurato e curato nei dettagli e nelle citazioni, letterarie o di diversa natura.
 
La forzatura: Vani riesce grazie al suo acume a smascherare il piano del cattivone di turno, il quale aveva già preparato una fuga precipitosa all'estero. Ecco, al di là del fatto che il reato che Vani riesce ad attribuirgli sarebbe tutto da provare (e non sarebbe facile), mi stupirei se in Italia, per quel medesimo reato (peraltro qui soltanto tentato e non ancora consumato), qualcuno prendesse  - tra rito abbreviato e attenuanti generiche - più di due anni sospesi con la condizionale.
Perciò ho trovato forzato che il cattivone sia disposto ad uccidere per evitare l'eventuale attribuzione di un reato non facilmente dimostrabile e molto più leggero del tentato omicidio.
Perciò, a parer mio, la conclusione della parte gialla del romanzo è debole.
Questo mi impedisce di dargli un voto altissimo.
 
Voto: 7
 

2 commenti:

  1. Ciao, mi incuriosisce molto questa serie e ho intenzione di leggerla! Bella recensione :-)

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  2. L'inesattezza mi era sfuggita, mentre la forzatura no.
    Bella recensione!
    un saluto da lea

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