giovedì 2 giugno 2016

Dentro soffia il vento...

...di Francesca Diotallevi.



La scheda del libro

Nel piccolo borgo di Saint Rhemy, tra le montagne della Valle d'Aosta, al tempo della prima guerra mondiale, vive Fiamma, giovane donna che conosce le erbe e cura i malanni. Gli abitanti del borgo la odiano, credendola una strega, ma ricorrono costantemente al suo aiuto; il suo unico amico, Raphael, è partito per la guerra due anni prima, e non è mai tornato, e Fiamma si tormenta per la perdita, perché c'erano molte cose non dette tra lei, Raphael e la famiglia di lui...
 
Tre personaggi narrano questa storia in prima persona: il nuovo parroco don Agape, Yann Rosset, fratello di Raphael e la stessa Fiamma. I loro racconti sono complementari, ognuno riprende la narrazione nel punto dove chi lo precede l'ha lasciata. Nessun avvenimento viene narrato due volte da punti di vista diversi. Mi è piaciuta questa accortezza; ne viene fuori un affresco della vita di paese e delle vicende sfaccettato, senza essere confuso.
 
La prima cosa che mi ha colpito e toccato in questo libro, è stata la delicatezza della scrittura dell'autrice. Il suo stile è semplice ed evocativo; paragonabile ad un sussurro davanti ad un fuoco accesso nel camino. Ogni parola è dosata, scelta, misurata con cura. Si avverte l'attenzione messa nella costruzione di ogni frase, che dice esattamente quello che il lettore vuol sentire, niente di più, niente di meno.
Se proprio devo trovare un difetto allo stile della Diotallevi, è che i tre narratori, molto diversi tra loro per età, cultura e formazione, quasi parlano con la stessa voce, con un linguaggio poetico e profondo che non sempre si addice loro. Ma il difetto, su cui ho riflettuto solo a posteriori, non toglie nulla alla bellezza del romanzo. Del resto, potrebbe anche trattarsi di una scelta consapevole dell'autrice.
 
La storia di Fiamma, dolce, poetica e ben narrata, non ha grandi colpi di scena (seppure riserva le sue sorprese) né improvvisi capovolgimenti di fronte; eppure riesce a tenere avvinto il lettore pagina dopo pagina. La trama, all'apparenza semplice e lineare, si rivela comunque più complessa di quello che appare a prima vista. Complessa perché complessi e profondi sono i personaggi a cui l'autrice ha dato vita.
Il tormento di Fiamma sembra essere quello di un'innamorata che ha perso l'oggetto dei suoi desideri; e l'odio di Yann per lei sembra non essere dissimile da quello che provano gli altri abitanti di Saint Rhemy. Ma non è così. C'è altro da scoprire, nella profondità degli animi dei personaggi.
Nel fluire della storia si inserisce un gruppo di gitani di passaggio; bellissima la leggenda secondo cui gli zingari, un tempo, avevano le ali, che apre il romanzo. E commuovente il loro ruolo nel romanzo, una apparizione breve, ma significativa. I gitani fungono da specchio delle anime dei protagonisti.
Come per lo stile dell'autrice, anche nella narrazione nessun dettaglio è lasciato al caso.
 
Ho letto nella scheda della casa editrice:
 
Ritornando su un tema caro alla letteratura di ogni tempo – l’amore che dissolve il rapporto tra una comunità e il suo capro espiatorio – Francesca Diotallevi costruisce un romanzo che sorprende per la maturità della scrittura e la solidità della trama, un’opera che annuncia un nuovo talento della narrativa italiana.
 
E' noto che le case editrici, talvolta, esagerino con i complimenti e le lodi ai propri autori; ma stavolta non posso che essere d'accordo. Francesca Diotallevi dimostra, con questo romanzo, di avere talento.
Voto: 7 e 1/2

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