domenica 20 gennaio 2019

La fioraia del Giambellino...

...di Rosa Teruzzi.

La scheda del libro sul sito della casa editrice Sonzogno

Libera, fioraia attratta dai misteri e dalle investigazioni, deve preparare il bouquet da sposa per una ragazza che non ha mai conosciuto suo padre. La futura sposa, a conoscenza del successo ottenuto nel caso di una sposa scomparsa, chiede a Libera di indagare per scoprire chi sia suo padre, la cui identità è un segreto che sua madre si rifiuta di rivelare. Aiutata da sua madre Iole e osteggiata dalla figlia Vittoria, poliziotta tutta d'un pezzo, Libera andrà a scavare nel passato che la mamma di Manuela ha sempre cercato di nascondere.

Tornano in questo secondo romanzo Iole, Libera e Vittoria, già protagoniste de La sposa scomparsa. 
Libera ha promesso a se stessa e alla figlia Vittoria, poliziotta dai molti segreti e dal carattere chiuso e spigoloso, che non si sarebbe buttata di nuovo in qualche indagine amatoriale; ma di fronte allo scoramento di Manuela, sposa che non sa chi sia suo padre, i buoni propositi vacillano, per poi crollare grazie a qualche sapiente spintarella di Iole, madre estroversa, iperattiva e decisamente sui generis.

Proprio grazie ai suoi dubbi e ai suoi timori, ho trovato Libera molto realistica e naturale. La sua evoluzione come personaggio mi ha molto soddisfatta. L'essere restia a buttarsi in una nuova indagine le ha conferito spessore, l'ha resa umana e vera e ha evitato di renderla l'ennesima detective a due sole dimensioni. Libera, insomma, non è lì solo per dare una scusa all'autrice per raccontarci un mistero; Libera è un personaggio a tutto tondo, la cui costruzione ho molto apprezzato.
Anche Iole, che mi era sembrata nello scorso romanzo un po' troppo sopra le righe, esce dal suo ruolo quasi di "spalla comica" della protagonista, per acquisire maggiore credibilità, senza rinunciare alla sua leggerezza e alla sua ironia.
Rimane un po' in disparte, in questo romanzo, la figura di Vittoria, personaggio enigmatico il cui comportamento aggiunge pepe alla storia.

Sicuramente la composizione del trio di protagoniste, tremendamente diverse tra loro, è il punto di forza del romanzo. Le loro marcate differenze, infatti, conferiscono alla trama una originalità e una pluralità di punti di vista che rendono la lettura interessante.

La trama principale ruota intorno al mistero rappresentato dall'identità del padre di Manuela. Perchè sua madre si rifiuta ostinatamente di rivelarla? E perchè ogni traccia della giovinezza della donna sembra essere stata accuratamente nascosta? 
Il segreto celato dalla madre di Manuela non appare immediatamente chiaro ma è intuibile; ciononostante il percorso a ritroso nel passato della donna è interessante perchè ben strutturato e articolato. Indagare con Libera e Iole è stimolante, insomma.
A questa delicata indagine si aggiunge quella sull'omicidio di Saverio, marito di Libera e padre di Vittoria, anch'egli poliziotto, ucciso in un parcheggio vent'anni prima. Il ritrovamente di un dettaglio sfuggito alle indagine ufficiali riapre il caso e mette in discussione non soltanto il movente dell'omicidio, ma anche la figura di Saverio come uomo e come poliziotto.

Mentre la soluzione di questo secondo mistero è ancora lontana, le indagini che riguardano le origini di Manuela rivelano una verità particolarmente dolorosa e ci regalano un finale dove i dubbi di natura etica della protagonista spingono il lettore a riflettere.

La fioraia del Giambellino è, in conclusione, un giallo di buon livello, che offre spunti che vanno oltre la letteratura di genere, ed è un romanzo che può conquistare anche il lettore non appassionato di mistery.

Voto: 7

1 commento:

  1. concordo con il tuo giudizio Lisse.
    mi sono ritrovata molto nella tua recensione

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