Buongiorno a tutti. Oggi parliamo di un libro interessante per la rubrica Questa volta leggo, ideata da Dolci (Le mie ossessioni librose), Chiara (La lettrice sulle nuvole) e Laura (la Libridinosa). Il tema di questo mese è: leggere un libro con più di 300 pagine.
I libri voluminosi non mi hanno mai spaventato, anzi. Amo i libri corposi per una ragione molto semplice: come tutti i lettori appassionati, mi affeziono ai personaggi e alle storie, e quando un libro ha in più il pregio di non finire troppo in fretta sono felice.
Quindi, tornando al tema di questo mese, perchè limitarsi a sole trecento pagine? Se uno deve fare una cosa, meglio farla bene no?
Il romanzo di cui vi parlerò fra breve, tra l'altro, mi è stato regalato dai miei cari per la Festa della Mamma. Insomma, marito e figli mi hanno accompagnato in libreria, invitandomi a comprare quello che preferivo. Questo romanzo è stato scelto fra una pletora di altri possibili candidati con un criterio altamente scientifico: prendi quello più grosso e spicciati.
Orphea, New York, giugno 2014. Jesse Rosemberg, stimatissimo capitano di polizia, sta festeggiando il suo imminente ritiro dalla polizia quando viene avvicinato da una giornalista, Stephanie Mailer, che gli dice che il suo caso più importante, quello su cui ha costruito la sua brillante carriera, un quadruplice omicidio avvenuto nel 1994, è in realtà irrisolto. Jesse ha sbagliato persona, secondo la giornalista, e gli è sfuggito qualcosa che aveva sotto gli occhi e non ha visto. Jesse resta turbato da questa rivelazione, anche se è sicuro di aver svolto le indagini in maniera ineccepibile. Ma quando la Mailer scompare senza lasciare tracce, le certezze di Jesse cominciano a sgretolarsi. Insieme al collega di un tempo, Derek Scott, e ad una nuova arrivata ad Orphea, la vicecomandante della polizia Anna Kanner, Jesse ripercorrerrà gli eventi di quella terribile notte del 1994, e le indagini che ne sono seguite.
Pensavamo che Stephanie volesse
andare nell'archivio della polizia di Orphea per consultare il fascicolo
dell'indagine sul quadruplice omicidio del 1994. Perciò ci recammo
subito nei locali dell'archivio e trovammo senza problemilo scatolone al
cui interno doveva trovarsi il fascicolo in questione. Ma, con nostra
grande sorpresa, lo scatolone aera vuoto. L'incartamento era scomprso.
Dentro c'era solo un foglio di carta ingiallita dal tempo, sul quale
qualcuno aveva scritto a macchina:
Qui comincia la NOTTE BUIA.
Come l'inizio di una caccia al tesoro.
La prima cosa che colpisce di questo giallo con sfumature di thriller è sicuramente la mole. Settecentoquattro pagine dense di avvenimenti e di mistero. Ma non dovete lasciarvi scoraggiare dal numero di pagine, perchè La scomparsa di Stephanie Mailer è un libro come se ne trovano pochi in giro; uno di quei romanzi che non puoi mettere giù, di quelli che continui a leggere fino a che non vedi la parola FINE davanti agli occhi.
Teatro degli eventi è la cittadina di Orphea, negli Hamptons, stato di New York. Gli omicidi sembrano legati a doppio filo alla prima edizione del Festival Teatrale della cittadina, che stava ottenendo un buon successo e catalizzando l'attenzione dei cittadini e dei media locali. Vent'anni dopo, sulla scena di Orphea c'è di nuovo il Festival e di nuovo gli eventi sembrano essere ad esso collegati.
L'ambientazione ideata da Jöel Dicker mi è piaciuta molto. Orphea ha il fascino della piccola città quieta in superficie ma ribollente di passioni e segreti nel profondo; il Festival Teatrale aggiunge qualcosa di diverso dal solito, e le dà un tocco di classe.
La storia si svolge su diversi piani temporali, e ha diversi narratori. Inizialmente i piani temporali sono due, quello del presente (2014) e quello che racconta le indagini come si svolsero nel 1994. Man mano che la trama si dipana, a questi piani temporali se ne aggiungono altri, eppure la lettura non ne risente. Non mi sono mai sentita confusa, principalmente perchè Dicker ha avuto il buon senso di assegnare ogni piano temporale ad un determinato personaggio. Jesse, tormentato dal dubbio, ci racconta le indagini nel presente, mentre il suo collega, più sicuro dell'esito dell'inchiesta del '94, ripercorre con noi proprio gli avvenimenti passati. A loro si aggiungono diverse altre voci; sul finale avremo modo di ascoltare, attraverso un espediente narrativo, anche la voce di una delle vittime.
Le voci narranti sono tutte diverse e tutte hanno qualcosa di interessante da dire. Le loro personalità e soprattutto i loro background sono curatissimi.
Dicker è un narratore molto abile. Riesce a tenere viva la curiosità del lettore imbastendo un mistero intricato ma non incomprensibile. Quello che mi ha tenuta davvero avvinta alle pagine, infatti, non è stata la curiosità, o almeno non solo; è stata l'abilità con cui l'autore ha saputo concatenare i fatti nuovi e vecchi, le scoperte che si susseguono e i nuovi indizi. Ogni elemento nuovo è introdotto con studiato tempismo. Tutto quello che c'è da vedere lo scopriamo insieme ai protagonisti, perchè l'autore ce lo mostra, invece di raccontarcelo soltanto. Questa abilità, che già avevo riscontrato nel precedente romanzo dell'autore La verità sul caso Harry Qebert, fa sì che non ci siano mai cali di tensioni o fasi di stanca, il che non è poco in un romanzo così voluminoso.
Da quanto ho appena affermato, si capisce che ho apprezzato moltissimo la trama. Ho apprezzato anche la coesione tra le varie parti della storia, e non mi sono mai trovata ad esclamare ma come è possibile che durante le indagini del '94 non abbiate visto questo?!?
La storia ha infatti delle fondamenta saldissime ed è solido e coerente. Il piccolo dettaglio che era sotto gli occhi di tutti, citato da Stephanie Mailer prima di scomparire, effettivamente c'è, ma è microscopico ed evidentissimo al tempo stesso. Con la rivelazione di quel dettaglio, l'autore è riuscito a sorprendermi.
Se proprio devo fare un appunto a questo romanzo, devo sottolineare come alcuni personaggi secondari, per quanto avessero dei background interessanti alle spalle, mi sono sembrati un po' superflui rispetto alla trama principale. Con qualche piccolo aggiustamento si sarebbe potuto tagliarli senza rimpianti.
Consiglio questo libro a tutti gli amanti del giallo. Capita davvero di rado di riuscire a leggere storie così coerenti, ben studiate e ottimamente narrate.
Ce l’ho! Ed è anche una delle letture che mi sono prefissata per l’estate, devo solo decidere se pre o post Pontremoli. Di sicuro la tua recensione mi fa venire voglia di correre a leggerlo!
RispondiEliminaCiao Lisa!
RispondiEliminaHo in wishlist questo romanzo, la tua recensione mi ha incuriosita un sacco. Penso proprio che lo leggerò durante l'estate! <3
è un autore che da sempre mi incuriosisce ma sono dubbiosa, ho timore che non sia il mio. La tua recensione però fa venire voglia di leggerlo
RispondiEliminaLisse! Avevo faticato a finire i due precedenti. Per questo, vista la mole di pagine, aspetto un po'.
RispondiEliminaTitolo molto interessante. Adocchiato in libreria ma per problemi di budget è rimasto lì. Mi sto pentendo.
RispondiEliminaCiao, mi ispira molto questo romanzo e prima o poi ho intenzione di leggerlo :-)
RispondiEliminaLui è un autore che mi piace, però non potrebbe scrivere un pochino di meno???? Mi sa che se ne parla verso agosto a prenderlo in considerazione...
RispondiEliminaBellissima recensione.
RispondiEliminaE qua ci vuole una valigia a parte solo per questo romanzo! 😂
RispondiEliminaHo praticamente divorato La verità sul caso Harry Quebert in due giorni, notti comprese, devo ASSOLUTAMENTE leggere altro di questo autore!
RispondiEliminaDiciamo che quando un libro è bello corposo ma è scorrevole non ce ne accorgiamo neanche quindi è un bene, se la lettura diventa noiosa allora si sentono tutte le pagine. Non è proprio il mio genere ma sono contenta ti sia piaciuto
RispondiEliminaPer me è stato una delusione, ma mi rendo conto che è una questione di gusto personale. L'ho sentito un po' forzato e poco realistico. Mi ha fatto piacere leggerti, è sempre affascinante vedere come la stessa storia possa essere "letta" in modi diversi. :)
RispondiEliminaPrima devo leggere i Baltimore che Tessa mi ha tanto decantato. Su questo dovrò farmi una mia opinione, ma con calma.
RispondiEliminaun saluto da Lea
Io ancora ho il primo da leggere e l'ho comprato sia in ebook che in cartaceo... ce la farò!
RispondiEliminaSarà sicuramente una delle mie letture estive, dopo aver amato La verità sul caso Harry Quebert non vedo l'ora di leggere anche questo e di capire se il mio gradimento sarà più vicino al tuo o a quello di Tessa.
RispondiEliminaBacioni dalla Bacci
Davvero molto interessante! Amo questo autore ma ora l'idea di affrontare un libro così massiccio mi preoccupa!
RispondiEliminaÈ sul Kindle e attende di essere letto!
RispondiEliminaQuesto libro mi attrae molto, anche se mi spaventa la mole. Sapere poi che ci sono diversi piani temporali non aiuta. Ultimamente mi sono capitati dei libri che ne abusavano e che erano scritti cosi male da mandare in confusione il lettore. Da come ne hai parlato tu però mi sembra davvero scritto bene. Prima o poi lo leggerò.
RispondiEliminaOh Joel ♥ è uno dei tanti, innumerevoli, infiniti libri che vorrei leggere. La tua recensione mi conferma la prima impressione avuto su questo autore. Bravo e anche un bel vedere, tanto per dire.
RispondiEliminaE se ti dicessi che... ho a casa La verità sul caso Harry Quebert da una vita, ma non ho ancora trovato il coraggio di leggerlo? Sono pessima Y-Y
RispondiEliminaDevo dire che anche questo mi ispira un sacco!
ce l'ho! Prima o poi lo leggo
RispondiEliminaBella recensione! Ammetto di non aver mai letto nulla di Dicker e conto di iniziare con il suo primo libro, ma questo mi incuriosisce davvero tanto. Sicuramente una mole non indifferente ma credo che l'edizione aiuti ad evitare danni agli arti e alla testa, nel caso si legga nel letto di sera.
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