venerdì 9 novembre 2007

Enzo Biagi...

...se n'è andato. Mi piaceva il suo modo di fare giornalismo, lo ammiravo e sentivo che quando dava una notizia, potevo credergli. Potevo fidarmi.

Per ricordarlo, posto qui la sua bibliografia, tratta da Wikipedia, l'enciclopedia libera

Tra i numerosi libri pubblicati da Biagi:
in opere:
Un anno Una vita (1992), un libro che contiene tre interviste con pensieri e riflessioni sulle figure di Antonio Di Pietro, Giovanni Falcone e Tommaso Buscetta Il titolo si riferisce agli avvenimenti che sconvolsero l'Italia nel 1992 che sono stati talmente intensi come un'intera vita.
La disfatta, (1993), inchiesta su Tangentopoli e sull'Italia delle tangenti
I come Italiani (1972), una sorta di dizionario antropologico sui difetti e i pregi italiani.
Il boss è solo (1986), libro-intervista ai pentiti di mafia
Il sole malato (1987), reportage sull'Aids
L'Italia dei peccatori (1989), tutti i vizi d'Italia
L'albero dai fiori bianchi (1994), raccolta di riflessioni quotidiane, il titolo si riferisce ad un ciliegio che si trova dietro la sua casa.
Il signor Fiat (inchiesta sulla famiglia Agnelli)
La bella vita (intervista all'attore Marcello Mastroianni) del 1996
Sogni perduti (1997) saggio sulle "spalle" di grandi personalità come Montanelli, De Gasperi e Angelo Rizzoli.
Scusate, dimenticavo (1997) ricordi e riflessioni autobiografiche
Racconto di un secolo (1999), interviste sul Novecento ai protagonisti del XX secolo.
Lettera d'amore a una ragazza di una volta (2003), dedicato alla moglie Lucia, da poco scomparsa
Il Fatto (raccolta di interviste) (2003)
La mia America (2004), saggio sul mito dell'America e sulla presidenza Bush
Era ieri (2005)
Autobiografia, in collaborazione con Loris Mazzetti, il libro che ha venduto di più ed è stato tradotto in nove lingue.
Quello che non si doveva dire (2006) saggio sull'editto bulgaro
Enzo Biagi ha scritto anche tre libri in fumetti: Storia d'Italia a fumetti, Storia di Roma a fumetti e La storia dei popoli a fumetti.
Inoltre:
i romanzi: Disonora il padre (1975), Una signora così così (1979<);
una serie di reportage in giro per il mondo pubblicato nella serie "Geografia di Enzo Biagi" (America,1973; Russia,1974; Italia,1975;(disegni di Luciano Francesconi); Germania, 1976; Scandinavia,1977; Francia,1978; Cina,1979; Inghilterra, 1980). Nel 1994 ha ripreso lo stile della "Geografia" pubblicando i "I padroni del mondo" (Stati Uniti, 1994; Cina, 1994; Russia,1995";)
i libri storici "1935 e dintorni" (1982), e "1943 e dintorni" (1983), "Noi c'eravamo 1939-45" (1990) su come la gente comune visse il perido della seconda guerra mondiale.

1 commento:

  1. nessuno ha postato un commento per un post che porta un titolo intellettuale,nolente o volente che sia.
    Lo faccio io, per quel che vale, perchè di lui ho letto pochissimo, e pochissimo è più vicino al non capire lo spirito di chi è dietro alle parole che all'afferrarne la pienezza.
    "L'italia dei peccatori" fu il mio primo libro,poi "la disfatta" (in tutti i sensi perchè lo abbandonai e lo continuai due anni dopo), infine "russia". Erano i miei primi approcci veri al mondo esterno,alla politica, di quando ricevetti per i miei 18 anni la tessera elettorale.Il mio primo voto nel 2006,quindi non sto parlando di secoli fa. E a dirla tutta Biagi mi era sempre sembrato noioso, sia in tv (il fatto di enzo Biagi, seguito con costanza dai miei tutti i giorni grazie alla cena puntuale come un orologio svizzero) che su carta. Scoperta e divorata la satira sferzante e fantasiosa a tratti cinica di Benni,le interviste di furio colombo e l'approccio diretto e sarcastico di Travaglio, Biagi mi appariva di un'altra generazione, nonostante bravissimo giornalista di fedele affidabilità, ma lontano mille miglia dai giovani:di una generazione pacatamente amareggiata o amareggiatamente pacata,a tratti nostalgica.E certo sono i giovani a doversi avvicinare al giornalismo, non il giornalismo a doverli imboccare,ma quando sai a malapena associare un nome ad un partito e un partito ad un programma elettorale e tentenni ancora davanti al giornalaio quando ti chiede "che vòi?", riesce più semplice pensare di politica ridendoci su con Benni, anche se non fa del giornalismo.
    Nonostante tutto mi rendo conto che del suo giornalismo ne faceva mestiere, e quel mestiere sta scomparendo in questo paese-zattera, perchè così si vuole, così tacitamente vogliono gli italiani: chi è in alto, anzi in punta, non vuole che si scriva, chi è in basso non vuole leggere. E dal basso ho contribuito anch'io, per aver etichettato un giornalista come noioso.Me ne vergogno, ma sto cercando di rimediare, a partire dal "signor Fiat" fatto prestare ieri.

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